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77 replies to this topic

#1 Karmasukia

    PATTY PRAVO, AMICIZIA LUNGA

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Inviato 21 gennaio 2016 - 21:22

Spero che venga identificato come diverso dal thread You VS English.
(mi scuso se sarò confuso ma ho scritto di getto, se qualcuno abbocca mi spiego meglio).

L'oggetto è sempre il solito: "l'arbitrarietà del segno linguistico", per alcuni also known as Arte, Scienza, Vita.

Allora.
Tra i milioni di focus linguistici rivolti al germanico-neolatino, l'ultimo, esemplificato nell'esempio del cazzo che sta per seguire, è partito due sere fa che avevo over il mio amico della Uaustruaulia, uno che rappa e scrive fiumi di fogli, ma con un inglese high level molto povero, uno che potrebbe facilmente non capire parole come "backhanded" o mancare bellamente di terminologia latina, però insomma uno che con le parole sa musicare, un australiano dipsomane scolasticamente non saputissimo ma con una scorza grossa così, roba per cui riesce a parlare un tedesco abbastanza spettinato e per cui comunque riesce a stare dietro a me (e io a lui) su wazzap quando l'indice di sgrammaticanza e de-semantizzazione del testo sta al 60% con Messi e Di Maria ai lati.
A una certa attivo il mio amico australiano sul discorso SPARARSI QUALCOSA -> MI SPARO UN FILM -> MI SPARO UN PANINO -> DA SPARARSI -> SPARARE CAZZATE espresso in inglese. Gli dico "vez, io lo so che in inglese usare Shoot per cose del genere non suona, lo so. Ma io voglio sapere come cazzo suona a te, se io dico:

- I shoot myself a movie

- I shoot up a movie
- I shoot a movie.


Nel momento in cui glielo chiedo, ho capito che non ha capito cazzo intendo. Ma non mi espongo troppo, non ribadisco che quello che mi interessa sapere è il grado di devianza della frase, il lavoro mentale che fai per dire che quella frase non ha senso//suona male//non si capisce. Perché a differenza degli schizzoidi veri, non ho il cervello imbevuto di solitudine e so benissimo che I shoot myself a movie è, ora, solamente un JOKE, so benissimo che "NON HA SENSO".

Mentre vado avanti a parlare con Uaustruaulia (che subito mi whatdafucka le tre frasi), penso che:

In inglese, se sono un eroinomane e sto malissimo e sono a casa del mio amico e gli voglio chiedere Ey Vez Ti Spiace Se Me La Sparo Qui, posso dire Dude You Mind If I Shoot Up Here?. Chiaro, in inglese lo SHOT è l'iniezione. Ma SHOOT che cazzo vuol dire?
Quando penso a SHOOT penso ad una cosa che esce da un'altra, penso a X che esce da Y; plus, inizia con la SH, che nel germanico può essere cattivo presagio... ma insomma immagino l'abbandono, la divisione, la disgiuntura, ergo una certa quantità di spazio. Questo vuol dire, per me, "sparare". Abbandonare? Dividere? Spazio? Cosa significano a loro volta questi verbi? Che stiamo quantomeno parlando di una dualità? Che stiamo presupponendo una relazione tra due enti? Parliamo quindi del dividere una relazione? Parliamo forse della Fine? SPARARE mi sta suggerendo una fine aka una indipendenza? Indipendenza non è VITA?

In italiano, una lingua composta da usi come "da spararsi" e che associa quindi per lo più il suicidio all'elemento pistola, sono arrivato in giovinezza a riempire questa fottuta pistola di film invece che di proiettili, film che mi entravano nel cervello con effetto disgiuntivo e spaziale, un poeta del cazzo direbbe "come una pallottola". Quando inserisco un cd, quando clicco, sto "sparando su": collego Lanciare (vedi Launch A Software, per dire) e Inserire a Sparare, perché immagino la pallottola che entra nella carne di qualcuno, o in questo caso il cd-file-cassetta nel mezzo SCHERMO. E qui avviene il primo SPARO, o meglio COLPO. Il secondo colpo, cioè il MI di MI SPARO UN FILM, si innesca nel momento in cui il film ce lo si guarda (e con molto gusto), quando riceviamo la pallottola FILM // INFORMAZIONE // COSA.

 

In inglese se dici We Shoot A Movie intendi che stai GIRANDO UN FILM. La rappresentazione è la stessa, il segno però è diverso. Ma un inglese che parla italiano dirá che Steven Spielberg ha girato un film, e io uguale dirò Stephan Effenspielberg Shot A Ffffuckin' movie. Girare / Sparare, due azioni diverse per dire la stessa cosa: "qualcuno ha FATTO un film".
(E qui il discorso inizia a farsi tricky e vagamente aphex twin qua e là, inizia a profumare nell'aria il bisogno di definire cosa è una lingua, bisogna iniziare a contestualizzare e capire come un CODICE usi immagini mentali completamente diverse per esprimere la stessa azione. Te la dico meglio: è una imboscata).

 

 

A me se un inglese viene a chiedermi "come ti suona se dico in italiano EY CAPO CI GIRIAMO UN FILM?", io ti rispondo che la scienza non ha limiti: ci sono casi in cui due italiani non avrebbero problemi a capire cose come CI GIRIAMO UN FILM?.

Esempio del perché "CI GIRIAMO UN FILM" può essere intellllegggibbbile:

Siamo io e te in una stanza, italiani medio-istruiti, ragazzi con vita sociale and all the shit. È sera e stiamo programmando il da farsi. Tu mi dici: "Ora mi giro una cicca, poi ci giriamo due bar, torniam a casa e se non abbiam ancora sonno ci giriamo un film". Premessa l'evidente simpatia che intercorre tra due soggetti che escono insieme e passan le serate insieme a casa, il messaggio rimane chiaro: CI GUARDIAMO UN FILM. Non fosse altro che già CI GIRIAMO DUE BAR, suonando scorretto ma chiarissimo, prepara il terreno alla stranezza dello stesso in riferimento a un Film.
E se il dubbio ti dovesse tormentare all'uscita del suono "Ci Giriamo Un Film", basterebbe una parola-domanda per eliminarlo, ad esempio "TIPO?", "CIOÈ?" "COSA?", esattamente come spesso ci troviamo a porre le stesse domande quando qualche amigo ci dice che il film di Malick è bello, o che ha voto 7, o che è paratattico. Bello, 7, paratattico... Cioé? Tipo? Cosa intendi con "bello"? Bello come? Bello come Sharon Stone? Bello come tuo padre? Bello che ti è piaciuto? Cazzo vuol dire che ti è piaciuto? Paratattico??

Io tra Girarsi Un Film e Spararsi Un Film non vedo nessuna differenza. Non sto girando e non sto sparando in nessuno dei due casi. Io so solamente che VEDO e SENTO un film, non sono conscio di nessun altro verbo. Non son conscio che mi fa ridere, non son conscio che mi fa piangere, non esiste nessuno sparo e nessuna girata, so solo che vedo e che sento, non saprei nemmeno definirti cazzo sto pensando mentre lo guardo....perché lo sto guardando.

Qualcuno ha messo in giro l'espressione Spararsi Un Film ed è diventato italiano superinformale giovanile. Poteva essere qualsiasi altra cosa, ma qualche piccola contingenza è diventata sistema.

Quindi:

Il limite linguistico è collettivo od esclusivo? Come è possibile che io capisca e tu no? Quale è la differenza tra Cattivo e Bad? Che livello di merdositá e vacuità hanno raggiunto termini come LOGICO e BELLO e quanto è specifica e singolare e preziosa e Da-Riempire una espressione appena nata? Chi dice che la lingua non è un gioco linguistico? Chi è stato il primo a pronunciare una data parola e chi ha dato a costui il potere di istituzionalizzare un SUONO?
 

Diotschassist'.


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#2 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 21 gennaio 2016 - 21:34

Se vengo a Berlino me ne dai un po', deve essere buona.

Scherzi a parte andate avanti, mi interessa ma non so un cazzo.


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#3 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 21 gennaio 2016 - 21:40

OT?

Ho letto tutto, ma per ora trattengo solo un'idea di passaggio, cioè quanto le media siano [state almeno per me e compagni] una fucina di modi dire piuttosto arbitrari, che mi fa pensare appunto a quanti modi di dire veri siano non più ragionati. Ovvio, altri lo sono, altri sono costruitissimi e così via.

 

Comunque delle domande finali non sono sicuro di aver colto soprattutto la prima. Intendi quanto sia colpa della lingua e quanto della persona se non si capisce che vuol dire shootarsi un film? O c'è molto di più?

 

Cattivo e Bad non saranno mai la stessa identica cosa, ma non lo sono neanche Cattivo per me e Cattivo per qualcun altro: sono cose però molto molto molto (ma soprattutto: abbastanza) simili. E si potrebbe anche vedere se Cattivo per me o altri e Bad siano diversi in modo diverso, ma non credo sia qualcosa di così metafisico e sfuggente.

 

Ci tengo a precisare che sono in soggezione.


  • 0

A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you


#4 Karmasukia

    PATTY PRAVO, AMICIZIA LUNGA

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Inviato 21 gennaio 2016 - 21:40

Se vengo a Berlino me ne dai un po', deve essere buona.

Scherzi a parte andate avanti, mi interessa ma non so un cazzo.

 

È tutta roba che girava a Schio, in provincia di Vicenza, dal 1985 al 2003. La trovavi solo in camera mia e quando dentro c'ero solo io. Solo.


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#5 Karmasukia

    PATTY PRAVO, AMICIZIA LUNGA

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Inviato 21 gennaio 2016 - 22:29

 

Comunque delle domande finali non sono sicuro di aver colto soprattutto la prima. Intendi quanto sia colpa della lingua e quanto della persona se non si capisce che vuol dire shootarsi un film? O c'è molto di più?

 

Cattivo e Bad non saranno mai la stessa identica cosa, ma non lo sono neanche Cattivo per me e Cattivo per qualcun altro: sono cose però molto molto molto (ma soprattutto: abbastanza) simili. E si potrebbe anche vedere se Cattivo per me o altri e Bad siano diversi in modo diverso, ma non credo sia qualcosa di così metafisico e sfuggente.

 

- Io non userei la parola colpa, ma comunque sarebbe colpa di tutti. Quindi di nessuno. Quindi non userei la parola Colpa.

- Nemmeno "colorato" hanno lo stesso significato per me e per mia madre, ho capito che per lei "colorato" non potrà mai voler dire Giallo-E-Verde, più facile voglia dire blu cobalto e rosso scarlatto, quindi abbiamo first thoughts diversi quando usiamo quella parola. Questa incomunicabilità è secondo me strutturale, il destino del dovere interpretativo è sempre lì, anzi è ogni secondo. Lo è nella misura in cui l'uomo è un essere linguistico che raccoglie certe parole invece che altre, che illumina il suo inconscio cercando "parole" e "simboli" e "ponti" che trascendono da qualsiasi solida razionalità.

Girarsi Un Film potrebbe significare Guardarsi Un Film esattamente come Farsi I Pensieri significa Preoccuparsi. Visto che se c'è una cosa che non fai quando pensi, è FARE. Per FARE devi usare gli occhi, il corpo, devi essere materico, devi poter produrre un SEGNO. Se pensi non fai un cazzo: non si "fanno" i pensieri. Eppure ovvio, "ci facciamo i pensieri", chiaro.

 

La questione è dove può portare una consapevolezza del genere.

Dal canto mio, cerco di farne per lo più una questione di ARTE, di STILE. Del tipo: essendo preventivamente insicuro delle cose che una persona dice, vivendo nella gioia terrificata che 50% delle cose che dice una persona siano FALSATE (non le capisco io quindi non lo sto capendo// le capisco e non sono d'accordo // so che non sono vere), quel che mi lega di più ad una persona non è il COSA ma il COME (idem per il resto dell'esistente). E il COME per me è l'inconscio, è il sorriso che segna quello che vede, è il modus di occupare uno spazio (veloce, lento, etc), è la disposizione dei tuoi codici, è una cosa che ha più a che vedere con i fiorellini di val paraiso e le notti elleniche di rugiada del cazzo che non con Verità Supposte Tramandate Da, un discorso di forma, di immagine-tempo, una vibrazionistica che a volte non si può spiegare ma solo poetare. E credo che ovunque ci sia un moto del genere, nasca in qualche modo una forma di "Vita", di Linguaggio. La scelta cade tra lo "sviluppare un codice" e il non farlo.
Molta gente sviluppa pochi codici, e incita al non-farlo.


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#6 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 22 gennaio 2016 - 11:59

Uhm, più che un 3d ci vorrebbe un seminario, di quelli che i relatori accendono il microfono e leggono in mono-tono una ventina di pagine senza essere interrotti.
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#7 Karmasukia

    PATTY PRAVO, AMICIZIA LUNGA

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Inviato 22 gennaio 2016 - 12:41

Uhm, più che un 3d ci vorrebbe un seminario, di quelli che i relatori accendono il microfono e leggono in mono-tono una ventina di pagine senza essere interrotti.

 

Ho come la sensazio che se qualcuno qua non interviene sul palco, il seminario varrà solo un credito in culo.

Però, se interessa, potrei raccontare la straordinaria e incredibile storia dello strano caso straordinario della parola tedesca Willfährig.


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#8 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 22 gennaio 2016 - 13:43

Si raccontacela, poi però ci racconti anche cappuccetto rosso!!!!


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#9 veryc

    E i ramo' ?

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Inviato 22 gennaio 2016 - 14:28

Misteri delle differenze linguistiche locali italiane:

per me "ci giriamo due bar" suona normalissimo, mentre "ci giriamo un film" per intendere "ci vediamo un film" mi lascia completamente interdetto e stupito.

D'altra parte si capisce dopo mezza riga che sei veneto.

Consiglio mio:

se lo riscrivi per bene e lo posti sul forum di WR trovi sicuramente qualcuno capace di aiutarti in qualche riga.


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Ha già fatto tutto Black Mirror

 


#10 Man-Erg

    Quando sulla riva verrai

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Inviato 22 gennaio 2016 - 14:33

se lo riscrivi per bene e lo posti sul forum di WR trovi sicuramente qualcuno capace di aiutarti in qualche riga.

 

Secondo me pajjetto non cerca qualcuno che lo aiuti, bensì qualcuno che lo disorienti ancora di più.


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Though we've been denied
Too much hope in our lives
Let tonight be the night
Let tonight be the night when it ends

#11 Karmasukia

    PATTY PRAVO, AMICIZIA LUNGA

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Inviato 22 gennaio 2016 - 14:35

Misteri delle differenze linguistiche locali italiane:

per me "ci giriamo due bar" suona normalissimo, mentre "ci giriamo un film" per intendere "ci vediamo un film" mi lascia completamente interdetto e stupito.

D'altra parte si capisce dopo mezza riga che sei veneto.

Consiglio mio:

se lo riscrivi per bene e lo posti sul forum di WR trovi sicuramente qualcuno capace di aiutarti in qualche riga.

 

 

Secondo me non hai capito assolutamente nulla di quello che ho scritto.

Non per ultimo, non sto cercando nessun cazzo di aiuto. Sono io che aiuto te a capire cosa vuol dire Ci Giriamo Un Film, sono io che ti spiego cosa vuol dire Paratattico e Ramèolo.

Sorvolo sulla cosa del "si capisce dopo mezza riga che sei veneto", anche se è cifra del tuo non averci capito molto.

Dopo prima di andare tutti a letto vi racconto la favola di WILLFAHERIG.


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#12 bachelor kisses

    always crashing in the same car

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Inviato 22 gennaio 2016 - 14:46

(E qui il discorso inizia a farsi tricky e vagamente aphex twin qua e là

 

:ossequi: :ossequi: :ossequi:

 

Bisogna sempre tenere in mente che ogni lingua si è ritagliata segni in modo arbitrario - o con motivazioni talmente ataviche da essersi cristallizzate sotto l'etichetta di arbitrarietà. Significanti piccolissimi che sono bignami di trattati filosofici e, viceversa, arcipelaghi di polisillabi che hanno un unico, timido referente. Bisogna far leva, dunque, sulla competenza interculturale e plurilinguista che abbiamo - o dovremmo avere. Studiare, capire. E rassegnarci al fatto che il tuo sparare, come il fetente che per qualcuno emanerebbe fetore solo a pronunciarlo, sono nostre suggestioni da persone che leggono troppi film.


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Why should you want any other, when you're a world within a world?


#13 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 22 gennaio 2016 - 17:41

aggiungo alla cazzo che i francesi usano l'imperativo "arreter ton cinema" proprio da un pdv di produzione delle immagini, forse essendo i Lumiere francesi ("smettila di fantasticare").


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#14 Karmasukia

    PATTY PRAVO, AMICIZIA LUNGA

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Inviato 22 gennaio 2016 - 19:34

 

Bisogna sempre tenere in mente che ogni lingua si è ritagliata segni in modo arbitrario - o con motivazioni talmente ataviche da essersi cristallizzate sotto l'etichetta di arbitrarietà.

 

Questo è un passage che mi interessa. Il mio punto-probabilità è che un giorno lontano uno e uno solo Homo Nean-Sap guardò il FUOCO per piú di 5 minuti, probabilmente dopo aver mangiato due chili dei funghetti kosmisch di Klaus Schulze raccolti nelle foreste di Düsseldorf, concludendo la metempsicosi col Primo Elemento con un urlo-parola-vocalismo finale X. Probabilmente lo stesso sarà tornato al campo base urlando questo cazzo di suono X ai suoi consimili amici: il 90% del popolo capirà il suono X, mentre un 10% capirà qualcosaltro o comunque "tramanderà" qualcosaltro, tipo che magari qualcuno emigra da Düsseldorf e si sposta nelle Bretannie e ora che sarà arrivato là, non si ricorderà più come dicevano nella sua precedente comunità "quella cosa rossa che scotta", da cui il dover distorcere il segno o direttamente rimangiarsi i funghetti e farsi venire in mente una merda di suono da consolidare.

Ma rimane il fatto che non capisco come possa esser stata una COMUNITÀ a decidere la nascita di una parola che non esiste (parliamo degli albori del linguaggio, delle parole BASE), sono convinto sia una questione nesquiqamente personale, un fatto privato... e che se non è così, se è un evento che riguarda primariamente l'Essere-Nel-Mondo, lo è partendo dal concetto di CORPO E NATURA: io ominide sto morendo di freddo e ho le palle al vento, é la centesima volta che non so come chiedere agli altri di fare quella cosa rossa che scotta, mi mangio i funghetti (o magari semplicemente ho il "raffreddore" // "sono nervoso" / "è notte e mi va di parlare in notturna) e la bocca-gola-palato-lingua-testa in quel momento si muoveranno in un modo unico e irripetibile. ZAC, fatto il suono e fatta la parola, "mo' dalla agli altri cosi fanno sto cazzo di fuoco".


Sul discorso suggestioni-quando-leggo-un-film...si e no, ni. Per quanto ne so io l'arte imita la vita e viceversa. Non riesco a serrare le combinazioni linguistiche sotto la cappa esclusiva dell'arte.

 


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#15 Greed

    round control to major troll

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Inviato 22 gennaio 2016 - 20:33

L'arbitrarietà è vera ma solo in parte. In quasi tutte le parole c'è una motivazione iniziale che spesso si perde. Ma basta prendere nomi di cose recenti e vedremo la motivazione.

occhiali > occhio, lunettes > la forma della luna, brille > berillio, glasses > vetro.

penna usb > penna (biro) > penna degli uccelli > e poi?

 

L'ultimo stadio ci frega sempre però. Ho letto anche un libro dove si supponeva un antenato del linguaggio in una forma mista di musica-lingua, e l'ipotesi è molto successiva. Ma come dal suono si sia passati al segno-lessicalizzazione è un boh. Può darsi che nel definire un segno inizialmente si ricorresse a indici (indico una cosa ed emetto un vocalizzo).

 

Pajjo, è tutto molto interessante ma in questo momento non riesco a starti dietro (quasi mai in realtà), tu sei un artista e forse puoi trovare qualche risposta nell'arte. Sono comunque interrogativi che vanno a toccare la nostra stessa essenza umana, mica cazzi.

 

Il libro da cui sono tratti gli esempi degli occhiali è "L'origine delle parole" di Mario Alinei (filologo e linguista), è molto bello ma purtroppo è molto completo e tecnico e costruisce per bene la sua metodologia ed epistemologia, col risultato di avere 900 pagine.

Quello sulla lingua-musica è "Il canto degli antenati", di Steven Mithen, un antropologo.


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#16 Reynard

    No OGM

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Inviato 22 gennaio 2016 - 20:37

 

Quello sulla lingua-musica è "Il canto degli antenati", di Steven Mithen, un antropologo.

 

Era già l'ipotesi di Rousseau.


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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#17 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 22 gennaio 2016 - 21:02

Giocone(non mio, chi lo sa già non cachi il cazzo):

Mdc9K6MT7.jpg

 

 

 

 

zap1l.png

A quale immagine associate la parola KIKI e a quale immagine la parola BOULA?

E' giusto LFT? Non mi ricordo un cazzo


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#18 bELLE ELLEish

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Inviato 22 gennaio 2016 - 21:19

Vabbè Mick, il gioco fallo intero, però asd
Edit: sistemato (y)

Sull'origine della parola proprio come simbolo/segno della cosa penso sia quasi impossibile dare risposte definitive.
Probabilmente è stata proprio la parte repentina, non graduale dell'evoluzione del linguaggio.
Si badi che "probabilmente" significa "dovessi scommettere qualche centesimo io LFT" , ché sono un profano.
Avevo letto di ipotesi secondo cui è stato prima il pensiero ad assumere una struttura "verbale", da linguaggio, per essere esternalizzato verbalmente solo dopo. In effetti la categorizzazione della realtà può essere approssimativa e graduale, mentre poi il suono o il gesto per etichettare le cose si può apporre in un amen.
Il racconto forse troppo romanzato di pajjo mi ha fatto immaginare gesti e versi. Forse "preposizioni", "avverbi", "aggettivi" sono nati prima dei sostantivi, almeno in forma gestuale o sonora ma non propriamente verbale. Così, a briglia sciolta.

La storia della lingua musica è affascinante ma molto vaga. L'uomo ha una musicalità molto diversa rispetto ai "parenti stretti", eppure la musica non mi sembra un sistema efficiente per scambiarsi informazioni, se non dopo complicate codifiche. L'impatto emotivo immediato non si può negare però, forse in assenza del linguaggio verbale la canterei in modo diverso asd
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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

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#19 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 22 gennaio 2016 - 21:31

Sicuro LFT?

 


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#20 bELLE ELLEish

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Inviato 22 gennaio 2016 - 22:16

Sisì, il video mi lascia ancora più sicuro di quello che intendevo, ma nel frattempo grazie ad Amazon ho capito cosa intendeva Greed citando Mithen, ci può anche stare.
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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

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#21 Greed

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Inviato 22 gennaio 2016 - 22:20

La storia della lingua musica è affascinante ma molto vaga. L'uomo ha una musicalità molto diversa rispetto ai "parenti stretti", eppure la musica non mi sembra un sistema efficiente per scambiarsi informazioni, se non dopo complicate codifiche. L'impatto emotivo immediato non si può negare però, forse in assenza del linguaggio verbale la canterei in modo diverso asd

 

http://forum.ondaroc...endo/?p=1879945

 

Pensa però a quanta parte del significato di un enunciato sia determinato dalla curva melodica e dal tono di voce. Prova ad andare dalla panettiera e dirle ti odio con lo stesso tono di voce con cui le diresti ti amo. Test scientifico eh!

Mithen in breve afferma che abilità musicali specifiche (potresti avere di cosa parlo anche se hai letto Sacks) e che sono permesse dal specificità neurologiche non possono essere casuali; non avrebbero alcun senso se la musica non avesse un ruolo vitale nell'evoluzione umana.

 

Le prove a supporto, soprattutto quelle psicologiche-cognitive, però, mi risultano piuttosto discutibili.

 

ps. vedo il tuo ultimo messaggio ora. Sì, è tutto tranne che campato per aria, ma lo ritengo comunque non persuasivo fino in fondo. Sospetto poi che non sia al passo con gli studi più avanzati sulle neuroscienze (quando l'ho letto mi ero fatto dare qualche spiegazione da un amico, e in effetti risultava che certe cose erano piuttosto semplificate)

Vabbè che se lo fosse, probabilmente non avrei potuto leggerlo agevolmente.


  • 0

#22 bELLE ELLEish

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Inviato 22 gennaio 2016 - 22:43

Esistono anche "sotto-prodotti" evolutivi: potrebbe essere che le stesse proteine che in determinati rapporti predispongano il cervello in modo evolutivamente vantaggioso (sia la caccia con utensili e tutti i passaggi implicati), intrinsecamente diano cervelli ok per la musica.
Adesso ho correlato due cose a casaccio, il punto è "intrinsecamente" in senso biochimico e fisiologico, ma "casualmente" in senso evolutivo, chiaro?
Ecco, secondo me nella musica c'è questo, come c'è la selezione sessuale, etc. A noi piace molto la musica, come si intende adesso, quindi sbilanciamo il discorso con Mithen, però il suo acronimo "Hmmmm"-language mi sembra più interessante nel complesso, né penso sia semplice fare i paragoni fra quel proto-linguaggio anche musicato e la Musica.

Quanto agli esempi che ho fugacemente letto, circa l'opposizione musica vs linguaggio verbale, senza campioni statistici adeguati sono interessanti spunti, non di più (e sono meglio i neonati con l'orecchio assoluto, rispetto agli autistici, come suggerimento/suggestione a favore della sua tesi).

Però attenzione, il tono sulle parole vale come il linguaggio del corpo, quando leggo che comunica l'80% delle info mi si accappona la pelle. È su un livello diverso. Noi si discuteva del passaggio di un suono da imitazione, evento associato ad un fenomeno, a simbolo di...qualsiasi concetto vogliamo, alla fin fine. Le informazioni codificabili e la velocità con cui si può codificare o modificare sono imparagonabili al linguaggio del corpo e quello dei "toni di voce", la cui componente innata e addirittura parzialmente comprensibile tra specie animali diverse è preponderante.
Poi ci sarebbe anche da chiedersi in che senso certi animali capiscano il linguaggio non verbale di altri, sino a quello verbale umano, per quanto limitatamente. Oh, la biosemiotica so che esiste, ma stasera mi fermo qua
  • 1

A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

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#23 Thælly

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Inviato 23 gennaio 2016 - 10:15

In linguistica evoluzionistica (nel senso biologico/genetico/darwiniano) ho appena cominciato un corso, vi saprò dire asd comunque le varie opinioni vecchie sul fatto che si sia cominciato con la musica piuttosto che col suono X sono abbastanza screditate, le si guarda più che altro a titolo di intrattenimento, tipo la teoria degli umori di galeno ecco

(poi a paggio il parere della comunità scientifica immagino interessi meno di quello di insu, ma va bene lo stesso)
  • 0

Una tua action figure che quando la schiacci ti parla degli accordi.


#24 Karmasukia

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Inviato 23 gennaio 2016 - 11:58

(poi a paggio il parere della comunità scientifica immagino interessi meno di quello di insu, ma va bene lo stesso)

 

Definiamo cosa intendi con Comunità Scientifica e perché non dovrebbe interessarmi, di linguistica e antropologia ho letto diecimilioni di cose e non sono cose che ha scritto mio zio Renato la domenica pomeriggio.

En passant: noto che alcuni utenti che "non conosco" mi chiamano "paggio"... Io sono stato lontano dal forum per qualche anno, quindi molti utenti non li ricordo o non li conosco (tipo LFT, Greed etc...). Non so perché ma ci tenevo a dirlo.


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#25 Thælly

    mascellona da bukkake

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Inviato 23 gennaio 2016 - 15:51

Boh, da come avevi impostato il discorso mi sembrava andasse sull'artistico/filosofico/fumato andante, poi le lezioni le ho incominciate mercoledì quindi in ogni caso ancora non so dirti niente, ci risentiamo a maggio asd


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#26 Greed

    round control to major troll

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Inviato 23 gennaio 2016 - 15:54

Se non ricordo male ci siamo conosciuti a Carpi, con khonnor e abe, a un concerto di...quello che suona chitarra elettrica dronante con ottomila effetti. Non mi viene il nome, oh.

Quella notte che nevicava tanto.

 

Se non ti ricordi è legittimo, anche io non sono sicuro fossi tu, ma penso di sì. In ogni caso ho cambiato il nome sul forum, quindi non sono più io.

 

edit. Fennesz, ormai soppiantato da Fedez


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#27 Karmasukia

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Inviato 23 gennaio 2016 - 16:58

Se non ricordo male ci siamo conosciuti a Carpi, con khonnor e abe, a un concerto di...quello che suona chitarra elettrica dronante con ottomila effetti. Non mi viene il nome, oh.

Quella notte che nevicava tanto.

 

Se non ti ricordi è legittimo, anche io non sono sicuro fossi tu, ma penso di sì. In ogni caso ho cambiato il nome sul forum, quindi non sono più io.

 

edit. Fennesz, ormai soppiantato da Fedez


Maronnnn io di quella sera mi ricordo solo Abe e Khonnor, tra l'altro Abe lo ricordo solo in macchina, Khonnor invece lo ricordo a teatro, che eravamo seduti di fianco e io ad una certa io gli ho succhiato il cazzo con la cannuccia dei succhi di frutta.
O forse c'era anche il ragazzo che sembrava Jim Carrey da giovane, quello amico di Grulla, timidino e ai tempi con i capelli a scodella e i brufoletti, cacchio non mi ricordo il vecchio nickname. Sei tu?


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#28 Greed

    round control to major troll

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Inviato 23 gennaio 2016 - 17:09

Ero io  asd

Comunque traversata epica da Carpi a Bologna ai 30 km/h, quella non me la dimentico.


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#29 Karmasukia

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Inviato 23 gennaio 2016 - 17:17

Ero io  asd

Comunque traversata epica da Carpi a Bologna ai 30 km/h, quella non me la dimentico.

 

Carinissimo tu! Ti ho sempre pensato un ragazzo d'oro. Bravo, sono contento che sei rimasto vivo.


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#30 Karmasukia

    PATTY PRAVO, AMICIZIA LUNGA

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Inviato 23 gennaio 2016 - 19:00

Tutto quello che avreste voluto sapere su Willfährig e non avete mai osato chiedere informazioni.

 

aka

 

la cosa che si dice al piano Cattedre che il tedesco "è una lingua logica".

 

Sette fottutissimi anni fa, sdraiato sul lettòne dei miei col voca italiano-tedesco aperto e illuminato dalla figura del Monte Summano di fronte a me e dietro la finestra, prossimo allo sbarco indeterminato nella Renania Del Nord Westfalia, cerco il corrispettivo tedesco di ACCONDISCENDENTE, ovvero quella parola ben rappresentativa di una certa categoria di persone molto importanti nella mia quotidianità. É una parola che mi serve, fuck it, e il dizionario cartaceo preso in Feltrinelli mi dice Willfährig. Annoto nei miei quad e vado Germania.

 

Arrivato Germania capisco subito che la mia çiagazza tetesk e il giro di persone della mia çiagazza tetesk non conoscono la parola Willfährig; nos only, sembra davvero che nessuno riesca nemmeno a capire che tipo-ambito di significato possa avere. Io però sto già in trip col tedesco, mi sto studiando i verbi e non mi servono bombe di lsd per capire che la parola è composta da due nuclei per me evidenti:

- Wollen
- Fahren

Cosa vuol dire Wollen, a cui è legato WILL, non serve che lo dica. Stiamo parlando di barbarico, basta pescare la parola inglese WILL e sei già saputo.

Se Wollen è Volere e Will è Volontà, Fährig, seppur con la umlaut sopra la A, ha tutto il DNA di FAHREN, che vuol dire cose come GUIDARE, CONDURRE, ANDARE, PORTARE IN GIRO -> SCARROZZARE. Il possibile cambiamento della A in A+Umlaut è tipisch deutsch, te lo scrivono nelle prime due pagine delle grammatiche e se ti leggi una ventina di parole con prima vocale A, capisci che quando la parola verrà modificata, ci sta che quella A prenda la Umlaut. In questo caso il Fahren desinato con -IG è molesto, dall'avere un verbo si passa ad avere una sorta di aggettivizzazione.

Succede quindi che per me la parola ha da subito una semantica: stiam parlando della VOLONTA, e sappiamo che questa volontà è "guidata/guidante/condotta/conducente/scarrozzata/scarrozzante", insomma non è chiaro chi guida, non sappiamo chi accoglie la volontá, ma sappiamo che la volontà sta viaggiando, e come tale sta cercando di imporsi. Si parla di Volontà in Azione Verso. Di cosa non parliamo? Non parliamo di Onestà, di Bellezza, di Morte, questo è sicuro.

 

Eppure passano i mesi e gli anni e il +o-centinaio di tedeschi a cui sottopongo la parola, dice questo:

- Il 90% della gente a cui ho chiesto (inclusi studenti umanisti) non ha la minima idea di cosa cazzo voglia dire 'sta parola; l'unica risposta che hanno è in genere "...Willfährig??" e la faccia é quella che faresti tu se qualcuno ti chiedesse cosa vuol dire Norpinare. Di solito chiedono una ripetizione vocale della parola, perché non sono sicuri (o meglio, sperano di aver capito male) se abbia pronunciato una Ä o una A. Quando vengono confermati che si tratta di una Ä, segue sollevamento sconfitto di spalle ed iniziale imbarazzo.

 

- La metà di questo 90% non riesce a capire il campo semantico nemmeno quando passo ad una gesticolazione aggressiva e didattica, con le mie mani che appoggiano nell'aria prima WILL e poi FÄHRIG e la bocca che stringe parole troppo gelate per sciorgliersi al forno. "Prova a riflettere! Will + Fährig!". Nada. Solita risposta: "Willfährig???".

- Il 10% che mi indovina la parola a botta pronta mi sa dare pochissime informazioni sulla sua storia: "secondo me si usa più al Sud, in Baviera", "è una parola che usava Goethe", "è una parola molto usata a livello giuridico". Poco altro.

 

Negli anni, mentre mi intestardisco con questa parola, continuo a sentire e leggere le solite cose: "il tedesco" lingua logica, il tedesco "logico" perché loro attaccano le parole insieme mentre i neolatini farebbero giri infiniti, il tedesco lingua "precisa, efficace, diretta". Quante ne ho sentite.

 

Nel caso di Willfährig, è proprio la struttura "logica" germanica della parola a essere evidente.
La stessa logica tedesca che impedisce a tanti tedeschi di capire la parola WILLFAHERIG?

Risposta: No. Non è colpa del tedesco se un tedesco non capisce il tedesco, è non è merito del tedesco se un tedesco eccelle nell'utilizzo del tedesco. Il tedesco non è una lingua logica, perché tutte le lingue sono logiche (incluso il tedesco), è la lingua stessa che è LOGICA, IDEA, PENSIERO.
Sarebbe come dire che l'italiano è un Essere Umano Fatto Di Carne. My ass!

In sostanza, se pensi che il tedesco sia una lingua logica è perché sei una persona accondiscendente.


  • 4

#31 Reynard

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Inviato 23 gennaio 2016 - 19:41

Accondiscendente in che senso?

 

Il mio dizionario mi dà come traduzione "compiacente".

On-Line ho trovato come sinonimi: bereitwillig, dienstfertig, gefaellig, gefuegig, willig

 

In che senso lo si usa/lo usi?

 

(chiedo per curiosità)


  • 1
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#32 Karmasukia

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Inviato 23 gennaio 2016 - 19:57

In che senso "accondiscendente in che senso"?


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#33 Greed

    round control to major troll

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Inviato 23 gennaio 2016 - 20:08

Lo zanichelli che posso consultare grazie ai soldi che spende l'università per avere dizionari online dice:

 

wịllfährig 
adj
geh pej compiacente.

 

 

 

(Cosa vuol dire geh pej?)

Comunque io per curiosità guarderei su un dizionario storico (sono molto contento da quando ho scoperto il Tommaseo online per esempio), per vederla in frasi fatte nella letteratura tedesca. Io non so il tedesco però.


  • 0

#34 Karmasukia

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Inviato 23 gennaio 2016 - 20:13

Nachgiebig.


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#35 Karmasukia

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Inviato 23 gennaio 2016 - 20:15

Per i non deutschanti:

- NACH dopo

- GIEBIG -> GEBEN (eng. Give).

Quello che dà dopo. COSA, dopo?

Quello che dà dopo la sua opinione. Dopo chi? Dopo lo stronzo che ti ha dato la sua, convincendoti.
Tedesco, vez. Tres logique.
 


  • 1

#36 Reynard

    No OGM

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Inviato 23 gennaio 2016 - 20:33

In che senso "accondiscendente in che senso"?

 

 

Nachgiebig.

 

In questo senso.


  • 1
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#37 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 23 gennaio 2016 - 20:40

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In che senso "accondiscendente in che senso"?


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#38 Greed

    round control to major troll

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Inviato 24 gennaio 2016 - 22:30

Oggi mio nonno ha detto qualcosa del tipo "e io ci vado anche da solo al bar a vedere la partita, ncell".

Per la prima volta in 25 anni ho chiesto: Nonno ma cos'è ncell? Il bello è che io so benissimo qual è il senso di ncell, quando lui lo dice. Una specie di parola rafforzativa-asseverativa.

Mi ha risposto che non è altro che dincello/rincello/rincillo, insomma "diglielo!" in lingua campana. Ovviamente desemantizzato, usato non nella funzione di verbo. La possibilità di capire benissimo senza capire mi ha colpito, ma traete voi le conclusioni, non so scrivere né quanto né come pajjo.

 

 

Non c'entra niente col topic ma metto questo video carino con gli idiomi italiani che non so dove mettere. https://www.youtube....eature=youtu.be


  • 1

#39 Karmasukia

    PATTY PRAVO, AMICIZIA LUNGA

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Inviato 31 gennaio 2016 - 15:55

Un classico durante il kebabbaro il panino la farcizione.

 

"Un po' di piccante?"

"Un po', ma non troppo."

 

 

Ah ok, quindi UN PO' per alcune persone significa TROPPO.


  • 0

#40 Greed

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Inviato 31 gennaio 2016 - 19:31

Sempre meglio di quando mi chiesero il caffè mediamente alto. Io che studio un po' linguistica ho pensato veramente a un modo logico-matematico di interpretare l'espressione, ma non ne sono ancora venuto a capo. 


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#41 100000

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Inviato 07 febbraio 2016 - 13:43

Vado OT (ma alla fine è pur sempre un Trip Lingustico, anche se boh, forse potevo metterlo in Pensieri Liberi, Parole Andate A Puttane o dove vi pare).

 

Pensavo a come "molto ok" sia il nuovo "Weltanschauung"*, non come significato ma come simbolo di appartenenza, un po' come "kek" e "hihihi", robe che non stanno a significare nulla se non la condivisione di retroterra comuni o simili. Potrei anche dire moda, tanto ovviamente sono mode linguistiche relative a un determinato tempo e luogo (anche se in questo caso prettamente immateriale, ma chissà che a breve -> anche i libri scritti così; per fortuna si rimane sempre comunque nella lingua scritta, che per fortuna non ho ancora sentito dire nessuno a voce "kek" come "Weltanschauung" (anche se N.B.: non sono forse nella posizione sociale adatta per giudicare cosa sento dire alle persone, né forse frequento i luoghi "giusti" -> ovvero quelli sbagliati (scusatemi la lunga parentesi))), che alla lunga diventano insulse etc. Come il "derivativo" delle recensioni e boh, mille altre espressioni che c'era anche il topic ma non ho voglia di cercarlo.

E niente, in realtà non so bene dove voglio andare a parare, forse mi chiedo se esista un linguaggio non prettamente connotato, o se ci sia modo di usarlo (il linguaggio) non come segno di appartenenza a una specifica tribù.

Ovviamente la risposta è no a entrambe le domande.

 

*comunque purtroppo Weltaschauung gode ancora di buona salute, forse ho sbagliato esempio, ma spero di essere stato chiaro comunque (o forse no)


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#42 Ronald Regaz

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Inviato 07 febbraio 2016 - 16:26

ad esempio non son sicuro di sapere che roba sia "kek". mi manca il retroterra comune!


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#43 Karmasukia

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Inviato 26 maggio 2016 - 20:15

Manerg diceva:
 

 

La mia sensazione, da assoluto non-conoscitore delle nuove generazioni, è che che i quindici-ventenni di oggi siano molto meno legati alla tradizione linguistica, e nettamente più sparati e proiettati verso un futuro linguistico più indefinito e stereotipato - seppur, magari (non lo so), immensamente più profondo e vario di quello che deriva dalle varie tradizioni locali.

 

 

Sí, ma é inevitabile. Negli anni sessanta il tasso di alfabetizzazione e l'obbligo al "sistema scuola" era in un certo modo (parliamo di 40 anni fa eh, mica duecento). Non possiamo pensare che gli effetti si siano estinti, o che il fenomeno della alfabet. verso l'italiano standard - ovunque su suolo italico non sudtirolese o non controllato dalla mafia - si arresti. Anche da me, dove il dialetto é una cosa strong e presente, le cose cambieranno.

Ma se ci pensi, é una cosa che poteva dire anche mio zio Bruno (nato nel 1953) a 35 anni...poteva giá dire che i giovani nati negli anni settanta (due generazioni prima della mia) iniziavano a fottersene sempre piú del dialetto vicentino.

 

A telonius volevo chiedere se il suo italiano é leggermente cambiato da quando é in Norvegia, dove non suppongo ci sia una comunitá italiana diciamo "smaccata". E appunto checcazzo studi che non l'ho capito e sobratodo in che lingua lo.


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#44 Thælly

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Inviato 26 maggio 2016 - 21:47

A telonius volevo chiedere se il suo italiano é leggermente cambiato da quando é in Norvegia, dove non suppongo ci sia una comunitá italiana diciamo "smaccata". E appunto checcazzo studi che non l'ho capito e sobratodo in che lingua lo.

a) no, non è cambiato particolarmente. Ogni tanto ci metto qualche millisecondo di più a formularmi o non ricordo qualche parola, ma quello penso sia comune. Specialmente se sono frasi complesse, con subordinate e relative - e proprio l'altro giorno ho notato che ci ho messo un trenta secondi buoni a capire come cazzo facessimo a evitare il preposition stranding in italiano (the man i told you about => l'uomo di cui ti ho parlato; il "di cui" proprio non mi veniva ashd)

b) Studio linguistica (pura, nel senso che è un bachelor in linguistica e non lettere o altra roba umanistica puzzona). Nonostante l'85% dei libri di testo siano in inglese - per ovvie ragioni - lezioni, esami e tutto quanto è in norvegese. 


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#45 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 29 gennaio 2017 - 20:22

In linguistica evoluzionistica (nel senso biologico/genetico/darwiniano) ho appena cominciato un corso, vi saprò dire 

 

Quindi?

 

 

Ieri (non so come, si parlava di poesia) sono arrivato a sentirmi fare discorsi su Chomsky, mi sono quindi ricordato che avevo letto il titolo di un articolo anti-chomskyano, sulla stessa piattaforma ne ho trovato uno sul linguaggio animale e ho rimuginato un po'. Ho riletto uno scambio con Ronald Regaz (all'epoca JSRitchie) e ho ripreso l'opinione che si sottovaluti un po' il mondo mentale di molti animali e la loro "concettualità", ma questo è ot.

 

 

I collegamenti sono più o meno tra questi elementi:

-Chomsky dice che la ricorsività è la caratteristica fondamentale del linguaggio

-Chomsky dice che la ricorsività del linguaggio (o tutta la Grammatica Universale) è gestibile solo dal cervello umano per motivi biologici e di calcolo

-Esiste una facoltà specifica, evolutivamente, geneticamente specializzatasi, eseguita proprio da qualche parte nel/del cervello 

-Tizio dice che conosce una tribù che sa maneggiare la ricorsione, ma parla in una lingua non ricorsiva

-Caio dice che il pensiero umano non è poi così legato al linguaggio e che comunque vari animali presentano vari aspetti del linguaggio umano nei propri

 

Rimugino.


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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

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#46 Thælly

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Inviato 29 gennaio 2017 - 21:25

Dai, facciamo un bignamino sul Brutto e Cattivo Dibattito sul Pirahã per chi gli interessano ste cose. I passi fondamentali sono:

 

Antefatto:

Chomsky è dagli anni 50 che va in giro a dire che la base fondamentale del linguaggio umano è la ricorsività, ovvero la capacità di esprimere concetti tipo Maria ha detto che a Luigi è sembrato che Luca vedesse un gatto (per non parlare di tutta la trafila della fiera dell'Est). Il poter annidare un concetto dentro l'altro sembra essere una capacità presente in tutte le lingue che conosciamo1. Chomsky sostiene anche che esista una Grammatica Universale; i maligni sostengono che la GU di Chomsky assomigli un po' curiosamente alla grammatica inglese o a quella comunque di lingue europee a noi familiari. Lui dei dati sperimentali - ovvero di matti che vanno nel deserto, nella giungla e in Siberia a raccogliere e documentare le lingue locali - se n'è sempre sbattuto i coglioni e ha chiamato i tipologi (i matti di cui sopra) "collezionisti di farfalle", perché tanto tutta la variazione è "superficiale" e non inficia la sua bellissima & perfettissima teoria.

 

Everett e quei poveracci dei Pirahã:

Daniel Everett è uno dei tipologi/lavoratori sul campo di cui sopra, che tanti anni fa si è infilato appunto nel profondo dell'Amazzonia e ha trovato una tribù di ~200 persone chiamate Pirahã. In realtà lui era partito come missionario, con famiglia addietro, per evangelizzarli; poi, invece che cristianizzarli, loro hanno ateizzato lui. Ora, sti Pirahã parlano una lingua che - stando a Everett - è un freak show totale. Fonologia ridottissima, ma che comunque usa allofoni tipo [ɺ͡ɺ̼] (...where the tongue strikes the upper gum ridge and then strikes the lower lip). Non sembra avere parole per i numeri e neanche quantificatori, se non forse cose tipo pochi o tanti. Non ci sono parole per indicare i colori all'infuori di chiaroscuro. A parte la roba linguistica Everett ha fatto anche una certa quantità di claim abbastanza forti dal punto di vista antropologico, tipo che questa comunità è "atea" (sarebbe uno dei primi casi al mondo, da quanto ne so), non ha miti o leggende, e "pensa solo al presente", e altra roba del genere. Il problema è che tutta sta roba l'ha detta DOPO che il governo brasiliano ha chiuso l'accesso ai Pirahã a tutti tranne che a lui e al suo team di ricercatori, spesso contraddicendo la sua stessa tesi di PhD (fatta 10/15 anni prima).

 

IL RELATIVISMO:

Ah, la bella cara vecchia Ipotesi Sapir-Whorf. Questi due erano due linguisti dei primi del Novecento (in realtà solo uno dei due, l'altro era un antropologo) che, "studiando" l'Hopi, una lingua amerindiana, avevano concluso che questi indiani qui avevano un concetto di tempo completamente diverso dal nostro europeo. L'ipotesi è che la lingua che parli non solo influenzi il tuo modo di pensare, ma che lo GOVERNI: se una lingua non ha chenneso, il congiuntivo, i parlanti di questa lingua non potranno (o saranno in difficoltà) pensare in maniera ipotetica, per esempio. Quella storiella famosa che gli Inuit hanno cinquanta (100? 400? 1000? venti milioni?) di parole per dire neve, quella cosa lì, ecco. Ora, a sta cosa qua non ci crede più nessuno, perché è abbastanza palesemente una boiata: gli Inuit hanno un numero di parole per dire neve assolutamente normale, e né Sapir né Whorf avevano capito un cazzo di come parlavano gli Hopi, perché di modi di esprimere il concetto di tempo ne hanno un bel po' anche loro, quanto noi.

 

Mettendo insieme le tre cose:

Everett dice che la lingua dei Pirahã restringe, governa o comunque influenza nettamente il modo in cui questi pensano e concettualizzino il mondo: secondo lui infatti questi non solo non hanno un futuro grammaticalizzato - quello non ce l'ha manco il cinese, per dire - ma non possono esprimere qualcosa al futuro, non riescono a pensare al concetto di futuro. Questo lo dice sulla base di dati molto dubbi o perlomeno glossati in modo "esoticizzante": sarebbe come dire che, siccome in inglese "capire" letteralmente si dica "stare in piedi sotto", allora gli inglesi hanno un concetto diverso di comprensione da quello che ne abbiamo noi. In più Everett dice che il Pirahã non ha strutture ricorsive: altri gli dicono che sì, riguarda bene le frasi che hai trovato tu stesso e le vedì lì le tue belle strutture ricorsive; Chomsky dice che "ci sono ma non le ha trovate" (perché manco si sarà degnato di leggere la sua roba, immagino ashd ), e in più dice pure che "anche se non ci sono, non ha comunque niente a che fare con la sua teoria", la Grammatica Universale è vera e amen, Ipse dixit e tutta quella roba lì. Insomma non sa da chi parte stare: da una parte un trombone che da almeno 20/30 anni se ne sbatte le palle di tutti i dati che arrivano da ovunque nel mondo e che gli danno torto (e infatti non è che Chomsky lo stiano ad ascoltare in molti, ormai); dall'altra un linguista serio ma che sembra fare affermazioni un po' da ciarlatano.

 

1: in realtà "tutte le lingue che conosciamo" sono pochissime: al mondo se ne stima ne esistano tra le 6000 e le 8000 (dipende a chi chiedi); di lingue che abbiano un'ortografia ufficiale in uso corrente ce ne saranno un paio di centinaia al massimo; di lingue senza ortografia ma di cui abbiamo una qualche descrizione grammaticale utilizzabile per scopi scientifici forse forse forse si arriva a 1000, ma neanche quello. Di tutte le altre sappiamo "che esistono", magari uno schizzo di fonologia e morfologia quando va bene, e bona lè.


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#47 bELLE ELLEish

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Inviato 29 gennaio 2017 - 21:51

Grazie!
Che manica di stronzi, nè? asd

Devo dire che nell'articolo, che ho letto senza notizie specifiche sulla diatriba, Everett dice che perlopiù lo hanno perculato, invece che rispondergli, e quindi ad esempio lui non dice che i Pirahã non possano pensare al futuro perché grammaticalmente azzoppati, bensì che culturalmente tendono a sbattersene e quindi non ci hanno neanche generato una grammatica apposita (fa un esempio del genere, anche se non sul futuro).
Questo cambia poco nel dibattito con Chomsky -però poveretto se gli mettono in bocca cazzate prima ancora di dimostrare che quanto dica sia già una cazzata- ma non fa mai male ricordare da una parte l'ipotesi S. W.* e dall'altra le robe di Lakoff che mi ricordi con l'esempio under-stand.

Per quest'ultimo, credo si possano trovare tanti controesempi individuali in cui l'uso della parola o della locuzione nasconde completamente il significato e le regole di congiunzione degli elementi che la formano. E altre volte no. È un campo difficile dove per essere rigidi come Chomsky bisogna appunto sapersene sbattere delle "irregolarità", suppongo asd

*bella e utile in Arrival, che per me è proprio bello; poi no (avevo già parlato di uno studio brutto sulla percezione dei colori).
A me, tornando forse in zona Lakoff, colpisce più che alcuni popoli indichino [a gesti] il futuro dietro al parlante, piuttosto che la mancanza di modi o tempi verbali ecc. Ad esempio noi non abbiamo differenze fra 2a 1a persona plurale inclusiva/esclusiva, ma il concetto è comprensibile, cioè: NOI(io che parlo+tu che ascolti+altri) != NOI (io che parlo+altri).

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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

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#48 Thælly

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Inviato 29 gennaio 2017 - 23:12

Grazie!

Che manica di stronzi, nè? asd

 

Devo dire che nell'articolo, che ho letto senza notizie specifiche sulla diatriba, Everett dice che perlopiù lo hanno perculato, invece che rispondergli, e quindi ad esempio lui non dice che i Pirahã non possano pensare al futuro perché grammaticalmente azzoppati, bensì che culturalmente tendono a sbattersene e quindi non ci hanno neanche generato una grammatica apposita (fa un esempio del genere, anche se non sul futuro).

Questo cambia poco nel dibattito con Chomsky -però poveretto se gli mettono in bocca cazzate prima ancora di dimostrare che quanto dica sia già una cazzata- ma non fa mai male ricordare da una parte l'ipotesi S. W.*  e dall'altra le robe di Lakoff che mi ricordi con l'esempio under-stand.

 

Per quest'ultimo, credo si possano trovare tanti controesempi individuali in cui l'uso della parola o della locuzione nasconde completamente il significato e le regole di congiunzione degli elementi che la formano. E altre volte no. È un campo difficile dove per essere rigidi come Chomsky bisogna appunto sapersene sbattere delle "irregolarità", suppongo asd

 

*bella e utile in Arrival, che per me è proprio bello; poi no (avevo già parlato di uno studio brutto sulla percezione dei colori).
A me, tornando forse in zona Lakoff, colpisce più che alcuni popoli indichino [a gesti] il futuro dietro al parlante, piuttosto che la mancanza di modi o tempi verbali ecc. Ad esempio noi non abbiamo differenze fra 2a persona plurale inclusiva/esclusiva, ma il concetto è comprensibile, cioè: NOI(io che parlo+tu che ascolti+altri) != NOI (io che parlo+altri).

Roba grassettata:

a) Che robe di Lakoff?

b) Come il mio prof di sintassi (generativista, appunto) commentò una volta che non ci saltavamo fuori su un esercizio di morfologia con esempi dall'abcaso: "ragazzi, questa è una bellissima prova del fatto che la scienza verrebbe molto ma molto meglio se non dovessimo preoccuparci dei dati sperimentali" asd Insomma, va bene fare "il rigido", ma quando non funziona non funziona

c) Prima, non seconda :** (Se ti interessa ti racconto i sistemi di numero che vanno sul minimal/augmented invece che sul singolare/plurale, sono puccyssimi)


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#49 bELLE ELLEish

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Inviato 29 gennaio 2017 - 23:28

a) "Metaphores we live by", relazioni fra linguaggio, pensiero e sistema percettivo, motorio
b) sì ma infatti nel mio piccolo non mi fido così tanto come Chomsky, anzi; Is The Man Who Is Tall Happy però è bello
c) per me: dio! (Mai sentiti, leggo volentieri)
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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

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#50 corrigan

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Inviato 30 gennaio 2017 - 05:46

 un trombone che da almeno 20/30 anni se ne sbatte le palle di tutti i dati che arrivano da ovunque nel mondo e che gli danno torto (e infatti non è che Chomsky lo stiano ad ascoltare in molti, ormai)

sarà per questo che si è riciclato con successo come opinionista (di infimo livello) sulla politica internazionale (e ormai è conosciuto per quello nel pubblico generalista). la mia prof di glottologia alla Sapienza era una anti-chomskyana di ferro, aveva sempre un brivido di ribrezzo quando ne pronunciava il nome asd


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I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 





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