Col senno di poi, io le riconosco di essere stata tra le prime a trovare la chiave di volta per mescolare il ciarpame indie/lo-fi del circolino di Ariel Pink con le nascenti tendenze cyber/elettroniche prossime tanto al synthpop quanto all'ambient e la psichedelia, un polverone di suoni accompagnato da un immaginario video/grafico furbetto ma efficace e suggestivo. La sua costanza, lungo il corso delle uscite, l'ha resa il nome di punta di questo "stile" diventato ormai ubiquitario e che conta svariati epigoni (sto appena ascoltando l'album di debutto di Ashnikko uscito oggi, praticamente una copia sbiadita di quelle stesse cose che Grimes faceva almeno sette anni fa). Certo, tolta qualche canzone sparsa, faccio davvero fatica ad ascoltarmi tutto un album da inizio a fine.
Poi lei, come personaggio, ha sempre vissuto al limite della logica accelerazionista, bastava prestare un minimo di attenzione alle sue interviste e in un certo mi senso mi stupisce che la gente se ne sia accorta solo ora