Mick, tirare fuori le proprie conoscenze di filosofia è già indice di parlare di qualcosa utilizzando il pensiero di altri.
Cosa che ti viene particolarmente bene in effetti.
Ora, a me piacerebbe davvero discutere del tema, però è veramente complesso, e d'altronde essendoci donne di mezzo non potrebbe essere altrimenti (luogo comune #1).
Provo a sparare un po' nel mucchio.
Un discorso univoco credo sia impossibile, in quanto, se restiamo già solo nel nostro paese, le realtà sono diversissime, si va dalla donna ferma al dopoguerra, sposa giovane che possibilmente figlia entro i 25 e poi passa la vita a crescere (si potrebbe parlare di come) I figli inscatolata in una vita fatta di tv,chiesa,parenti e pochissimo altro mentre il marito si spacca la schiena - figura ancora diffusissima dove c'è ancora un'arretratezza culturale, o almeno io la interpreto come un campanello di arretratezza - alla donna che semplicemente lavora e deve riuscire a coniugare, quando c'è, famiglia e lavoro.
Ora, non mi pare si possa dissociare il ruolo femminile da un discorso demografico, senza colpevolizzazioni, anche perché non ne sarei capace: il raggiungimento di una indipendenza economica (sia che sia individuale o famigliare) è molto spesso posticipazione del discorso "avere dei figli", discorso che diventa anch'esso pianificazione. E non sempre I piani coincidono con la realtà (ne so qualcosa).
Ambito lavorativo: è vero che, grazie a Dio, ci sono donne che son riuscite a fare carriera e che hanno veramente le palle (termine odioso e luogo commune #2), però permangono diffidenze e differenze veramente non giustificabili, nonché una vena latente di maschilismo verso la figura della donna che ce l'ha fatta che alla fine non è maschilismo ma invidia, solo amplificata dall'essersi visti superati da un paio di tette e non un paio di palle: non si può ignorare come ancora oggi, a Milano, in multinazionali, se nella propria corsa alla carriera una ragazza (= uomo e donna hanno pari possibilità di carriera) rimane incinta, è veramente TROPPO semplice che la sua corsa si interrompa.
In generale io ho avuto a che fare con tante ragazze nel mio lavoro, e basta approcciarsi a loro in maniera tranquilla e fondamentalmente molto simile a quella che si avrebbe con un ragazzo, possibilmente sopprimendo un eventuale attrazione sessuale che, fisiologicamente, è spontaneo possa nascere se è necessario che vada soppressa (fidanzamenti, matrimoni, evirazioni...).
Non so, è argomento veramente vario, se guardo me stesso, vedo come unico barlume di "maschilismo" il fatto che la donna debba essere capace di cucinare. E più in generale credo che sia davvero attraente quando non sexy il fatto che la donna decida di mantenere alcuni elementi (la vanità, anche l'irrazionalità, il gioco delle parti) che sono suoi da sempre, e che si perdono nella maggiore confusione attuale dei ruoli che non è per forza cosa negativa, però è cosa diversa.