La suddivisione dei ruoli determinata dalla diverse caratteristiche fisiche ha prevalentemente sempre avvantaggiato il genere maschile sia in ambito sociale che economico.
Le conseguenze però non si sono esaurite solamente sotto l'aspetto pratico, ma sono andate ad influenzare anche il linguaggio, con espressioni spesso denigratorie riguardo alle qualità per cui il genere femminile si differenziava dalla sua controparte.
Nell'ultimo secolo, un periodo di tempo limitatissimo rispetto alla totalità della storia dell'umanità, è cominciato un processo per cui vecchie pratiche consolidate sono state via via erose, a partire dalla partecipazione delle donne alla vita politica fino al superamento della discriminazione presente in termini di uso comune.
Questo processo ha recentemente subito una decisa accelerazione e la relativa conversazione si è fatta predominante nella narrazione contemporanea, rendendola tra le altre cose uno dei temi preponderanti dell'espressione artistica attuale.
Conversazione che considera corrivi sia un gruppo come i Led Zeppelin che film come le commedie sexy degli anni '70, entrambi manifestazioni di un tipo di società che oggi non si vuole più avere.
È un periodo di cambiamenti, con strappi come il recente caso Weinstein, dove la rivelazione di un segreto conosciuto da tutti ha avuto una mobilitazione globale che si è tradotta nelle campagne social #metoo e #quellavoltache.
Ci stiamo avviando verso una società più giusta ed equa fin dai suoi fondamenti?
Sono fuochi fatui? Solo cambiamenti di facciata che tutto rimarrà uguale nella sostanza?
È in atto una psicosi esagerata che non considera insuperabili differenze fisiologiche e le loro ricadute?
L'antitesi si trasformerà in sintesi o si ritornerà alla tesi?