Val Rosandra: chi ha fatto il disastro ambientale? quello che è accaduto in questi giorni in questa valle friulana, mi dà l'occasione per puntualizzare certi concetti che ebbi modo di esprimere quando ci fu il
disastro delle Cinque Terre, prima, e di
Genova, poi.
fondamentalmente, diciamo che l'alveo di un corso d'acqua naturale (cioè il letto di un fiume con le sue sponde e i suoi eventuali argini) è considerato patrimonio dello Stato, cioè "demanio". Su questi vige una legge molto vecchia, un Testo Unico sulle Acque Pubbliche che risale al 1904... è una delle leggi più semplici ed efficaci della nostra storia e proprio per questo una delle più disattese e violate (o quasi).
secondo questa legge i corsi d'acqua devono essere "liberi" da ostacoli che possano alterare il "naturale" scorrere delle acque; affinchè ciò accada, i corsi d'acqua dovrebbe essere sottoposti a manutenzione continua, tra cui sfalci e decespugliamenti regolari (almeno due all'anno).
in Lunigiana, l'anno scorso, proprio la mancanza di questa manutenzione fu alla base dello scatenarsi dell'alluvione nelle Cinque Terre; gli alvei dei torrenti, abbandonati a sè stessi (in nome di una logica ambientalista becera e talebana), furono investiti da una copiosa quantità d'acqua meteorica che s'infilò in questi "scoli" naturali e incontrò l'ostacolo della vegetazione che, in tutti quegli anni, era cresciuta rigogliosa; il risultato fu che migliaia di metri cubi di materiale vegetale (tra cui i tronchi) furono convogliati verso valle, devastando tutto ciò che incontrava, tipo manufatti inadeguati (come i ponti, che si ostruivano e poi "saltavano") o abusivi (abitazioni costruite a meno di 10 metri dalle sponde).
a Genova, dove il contesto urbano era differente, la causa non fu diversa; i torrenti che dai rilievi prossimi alla città trasportarono fango, detriti e alberi che s'incastrarono nella "galleria" artificiale che sbocca a mare, facendo riversare tutta l'acqua sulle strade e nei quartieri.
in Friuli, grazie ai finanziamenti "Alvei puliti 2012", la Regione e la Prot. Civ. hanno messo in atto un intervento di pulizia dell'alveo di questo torrente.
l'assenza di interventi negli anni scorsi ha favorito lo sviluppo di una vegetazione folta e rigogliosa che ha sviluppato un habitat; in pratica, poichè negli anni scorsi l'amministrazione regionale non ha fatto il suo dovere (la manutenzione ordinaria del torrente), sulle sponde e nell'alveo si è formato un bosco.
i "boschi" sono entità biologiche tutelate dalla legge (Testo Unico sull'Ambiente del 2006, quindi dello stesso "rango" di quello sulle acque pubbliche); in particolare, le Province sono tenute a redigere dei piani di tutela e coordinamento (PTCP) nei quali vengono censiti, tra gli altri, anche i boschi.
quando un bosco è censito dal PTCP, l'Ente gestore del corso d'acqua non può andare lì a tagliare le piante senza ottenere preventivamente l'autorizzazione della Provincia, anche se si tratta di un Ente sovraordinato (come la Regione o la Prot. Civ.).
Insomma, ci troviamo di fronte al solito empasse burocratico-amministrativo: da un lato la legge obbliga un ente a fare un certo lavoro; l'ente cerca di adempiere al suo dovere ma trova un altro ente (magari subordinato) che, in virtù di un'altra legge (dello stesso rango della precedente), gli impedisce di adempiere al suo dovere... bella cazzata, eh? bene, l'Italia ne è piena zeppa di ste cacate!!
quando ci si trova in queste situazioni, si dovrebe agire secondo il buon senso.
la "rasatura" del bosco sorto per incuria all'interno di un alveo dovrebbe essere vista come un intervento per prevenire i rischi per la pubblica incolumità; cioè, per dirla in breve, questo disboscamento dovrebbe essere visto come un "intervento d'urgenza" (da qui la necessità della Regione Friuli di avvalersi della Prot. Civ.) per fugare i rischi probabili derivanti da evento meteorologici particolarmente gravi (del resto, ci avviciniamo alla stagione delle piogge primaverili).
ovviamente io non so come sono andate davvero le cose in Friuli ma, il buon senso avrebbe dovuto suggerire che, sebbene operanti in "somma urgenza" (eventualità prevista dalla legge sui lavori pubblici), sarebbe stato meglio informare (non richiedere autorizzazioni... ma solo informare) preventivamente tutti coloro che si occupano di boschi (la Provincia, le Guardia Forestale, l'eventuale Parco e/o Consorzi)... come a dire "
ehi gente, io per salvaguardare la pubblica incolumità, tra una settimana inizio a radere al suolo tutti gli alberi che sono cresciuti nel fiume e sulle sue sponde; se avete qualcosa da dire, ditelo entro quel giorno, sennò io comincio e poi non venite a rompermi il cazzo!"
a me è capitata uan cosa del genere... un Parco e una Provincia mi hanno fatto ammattire per settimane, minacciando denuncie alla procura, articoli sui giornali, ecc... a nulla valeva che io dicessi che volevo intervenire per pubblica incolumità... così, un giorno ho scritto una bella lettera del tipo sopra e... magia!... il giorno prima di iniziare i lavori sono arrivate TUTTE le autorizzazioni... anche se non richieste!! ahahahahah
cmq, questo ci dà anche la misura dell'IDIOZIA che alimenta le azioni dei cosiddetti ambientalisti; gente che chiede di rispettare le leggi e l'ambiente e poi sono i primi a eluderle e a impedire che si verifichino disastri... belle merde, non c'è che dire.