Stavo leggendo alcuni commenti piuttosto freddi sulla filmografia di Robert Wise, su FilmTv.it, che mi hanno fatto pensare ancora una volta alla boria infinita di molta critica cinematografica, dai Cahiers du cinéma in poi. Ho pensato di aprire un thread per collezionare queste perle, che siano firmate o che siano anonime (magari limitandoci alle redazioni, perché gli utenti possono commentare quello che vogliono). Partirei proprio dal povero Robert Wise, uno dei miei registi preferiti, se non sbaglio quasi sempre stroncato dai Cahiers e come prevedibile liquidato come mestierante anche dalla redazione di FilmTv.
Qualche esempio:
«Nella sua lunga carriera Robert Wise ha fatto di meglio. Nonostante le lungaggini, però, questo film non deluderà del tutto i patiti dell'horror».
Su Gli invasati (The Haunting, 1963)
«Diretto da un regista di solido mestiere e interpretato da un'attrice di grosso temperamento, il film è una robusta requisitoria».
Su Non voglio morire (I Want to Live!, 1958)
«Kolossal di tre ore gestito con mano sicura e bella fotografia da Robert Wise. Non mancano le sequenze spettacolari. Di buona qualità il lavoro degli interpreti».
Su Quelli della San Pablo (The Sand Pebbles, 1966)
Quindi un buon mestierante, niente di più, e anche quando devono fargli dei complimenti, li fanno a denti stretti. Trovo particolarmente ridicola la tripletta "solido mestiere, grosso temperamento, robusta requisitoria" nella recensione di Non voglio morire, tesa a ribadire quanto sia prosaico, sebbene di buona fattura, il lavoro, attori compresi (parliamo di Susan Hayward, una delle più grandi di Hollywood, e che per questa interpretazione ha vinto un meritatissimo premio Oscar).
Subito dopo sono andato a vedere la recensione di Full Metal Jacket di Stanley Kubrick per avere una conferma dell'immortale contrapposizione tra grandi autori e validi mestieranti che tutt'oggi piaga il ragionamento di molti critici, e ovviamente:
«È un film senza eroi, senza nessuno in cui identificarsi, senza speranze e soprattutto senza retorica, in un Vietnam minuziosamente ricostruito eppure quasi astratto. E, come sempre per Kubrick, un capolavoro.»
Non penso ci sia altro da dire.
Per fortuna internet permette di spaziare molto di più, di avvicinare con meno pregiudizi film di tutti i tipi, addirittura di recuperare film che nemmeno i Cahiers (o Mereghetti, o Ebert*, o chi vi pare) avevano avuto la fortuna di vedere, e di sputare su canoni e atteggiamenti discutibili, ma penso che siamo ancora lontani dalla completa "sconfessione", quindi un bel thread-sputacchiera secondo me ci sta. Contribuite se potete, sia con esempi di vergognose stroncature e analisi patetiche, sia con ragionamenti vostri sull'argomento.
*So davvero poco di Mereghetti e Ebert, sono solo due esempi di critici famosi.