Recentemente ho visto il bellissimo L'ANGELO UBRIACO da cui esce l'enorme debito che Kitano ha ne suoi confronti come costruzione dei personaggi.
non posso scindere l'arte di Kurosawa di questi film dalla maschera di Toshiro Mifune..
un mio scritto desunto dalla lettura di una mono sul regista:
I personaggi convenzionali non fanno per Kurosawa. Egli esige una maggiore complessità e scontri di carattere, per svolgere un intreccio coinvolgente e verosimile.
Ne L??angelo ubriaco, memorabile è il rapporto di odio-amicizia, di attrazione e rifiuto, tra i due protagonisti: un attempato medico e un giovane boss della mala.
Il regista ebbe modo di conoscere un dottore alcolizzato. Tale incontro si rivelò determinante per lui: affascinato dalla conoscenza della natura umana del medico, decise di narrarne la personalità nella sua opera.
??Il burattino del giovane dottore umanitario andò in pezzi. Finalmente entrava in scena l??angelo ubriaco, il personaggio prese vita immediatamente, cominciò a respirare e a muoversi. Era un uomo sulla sessantina, un dottore alcolizzato con una clinica di sua proprietà. Voltando le spalle alla fama e alla ricchezza, si era stabilito fra la gente comune. (?) A chi gli parlava con arroganza, egli ribatteva sempre con brutalità; ma sotto quelle apparenze trascurate, nascondeva un cuore d??oro?.
L??angelo ubriaco è anche il film che segna l??esordio di
Toshiro Mifune, l??attore prediletto di Akira Kurosawa. Il sodalizio tra attore e regista fu tra i più equilibrati e fruttuosi, e durò quasi vent??anni.
Mifune divenne celebre per l??incarnazione di moltissime maschere tragiche del cinema di Kurosawa, in parte ispirate dal teatro shakespeariano.
Sono figure spavalde, boriose e crude, dal destino avverso, ma autentiche e vive come pochi altri personaggi visti prima d??allora al cinema, col sangue che ribolle nelle vene, al limite del parossismo. Oltre alla singolare espressività, Mifune mostrava senso del ritmo e fine sensibilità.