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Dj Sprinkles - Midtown 120 Blues [mulemusiq, 2009]


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197 replies to this topic

#51 vuvu

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Inviato 20 febbraio 2009 - 16:26

Per me l'house music è figlia del soul, deriva da quel mondo fatto di fughe verso la pista e il suo cerchio. Ovviamente non sto qui a giudicare le perlessità artistiche insertite nel disco di Dj Sprinkles, ma considero certi inserti d'atmosfera filo chill out, morbosi e concettuali, lievemente fuori posto, e sottolineo "lievemente", perchè distanti dal concetto house espresso da decenni. Certamente, è un disco che si avvicina all'house distanziandosi successivamente per lunghi tratti, e questo garba e non poco chi medita sui beat piuttosto che sbatterci le chiappe. Insomma, non è un problema di approccio ma di scarsa emozione individuale non pervenuta a certi impulsi, che giustamente appartengono più allo spirito freddo della grande mela che ai mielosi impasti chicagoiani. D'altronde, Not everyone understands house music, It??s spiritual thing, a body thing, a soul thing?...la risposta c'era. L'hype del dubbio e della nuova abstract-intelligent-house(?) è appena nato. Bello e seducente, ma fino a un certo punto.
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"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

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#52 Brainiac's Son

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Inviato 20 febbraio 2009 - 16:46

Ecco, la tua prima frase dice molto. Sprinkles dice che la sua, invece, è la house delle piste vuote, della fuga dalle piste. La musica delle migliaia di dj che non sono mai stati nessuno e mai lo saranno, e che hanno suonato per quei due-tre disgraziati graziati dall'AIDS ma non dalle dipendenze.
In questo disco è tutto "fuori posto", ma lo è perché così deve essere. Perché siamo in presenza del barbone ubriaco e del tossico marcio che irrompono nella festa in un attico (o un loft, se preferisci) newyorchese. Perché è vero che è un disco inutilizzabile su una pista da ballo, ma inutilizzabile anche in un aperitivo, a Ibiza, e in qualsiasi altro posto che non sia un paio di cuffie o al limite l'hi-fi di casa.
Sulla house si sbatte il culo? Non solo, non è mai stato solo così: non sarebbe mai nata la techno, altrimenti. Che su questa house non si balli è quasi doveroso, ma se musicalmente si fosse posta sulla falsariga di ciò che già conosciamo, beh, il messaggio sarebbe stato ben più debole.




Un'ultimo appunto: qua non c'è proprio niente di "abstract".
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#53 vuvu

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Inviato 20 febbraio 2009 - 16:57

D'accordo sul messaggio "ecco ragazzi, l'house è anche riflessione e lontananza dalle piste, dagli aperitivi, benvenuti in un nuovo concetto meditativo house", che a suo modo "entra" comunque nell'anima attraverso tutta una serie di pulsazioni vibranti. Inoltre, non dimenticare che per me è un Signor disco. La mia puntualizzazione è inerente alla semplice e genuina domanda:  "fino a che punto l'house senza sbattere il culo è house?". Insomma, l'aspetto inedito e il modello concettuale proposto attira anche me, ma non eccessivamente, perchè cade lievemente in contraddizione con l'essenza stretta dello stile a cui si rivolge. E' un ottimo stravolgimento, che si colloca, a mio modo di vedere, verso altri lidi. La grande mela ha sempre partorito queste deviazioni, ma senza mai attirare la mia attenzione più di tanto. Ci sarà un grandissimo hype, e in fondo è anche giusto che sia così. Ma le mie emozioni dopo un pò cercano altri ombrelloni, staccandosi dalle cuffie.

*Abstract-Intelligent-e altre definizioni/amenità  erano provocatorie.
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#54 Guest_telegram_*

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Inviato 20 febbraio 2009 - 17:55

Circa Midtown 120 Blues , gli ascolti mostrano un'opera frastagliata, pulsante ma non troppo, densa di intensi beat obliqui ma anche di sfumature proprie di quel chill out ascoltabile solo mentre bevi un caffè al mare, chiedendoti il perchè di quel groove anestetico. E' in definitiva un lavoro molto gradevole, ma lontano dall'house profonda, soul e negra dell'ultimo Owens (alleluia, il parallelo c'è e tenetevi lontani) o degli ultimi restauratori freddi ma non troppo di Detroit (addio mia amatissima Chicago?). Diciamo che investe l'anima solo superficialmente, entrando dritto nei cuori di chi (ahimè) conosce l'house solo restando fermo dietro una scrivania, senza aver mai sudato minimamente una t-shirt, con il culo freddo freddo, lontano dalla cassa che vibra. Difficile che arrivi a scaldare muscoli, cuore e ossa nel privè di un Pachà targato Ibiza. Ad ogni modo, scatta un sette indie pieno alla classe e allo stile immacolato.

Ma che importa se non scalda i muscoli, dal momento che fa viaggiare l'anima? Questa è la musica della solitudine, è la musica del fallimento della house, o meglio ancora è la musica che vendica (o che compiange) la house esule, quella che quando il resto del carrozzone ha imbroccato la strada mainstream ha preferito rimanere nel sottosuolo...
quoto alla grande due frasi di Brainiac:
1) "è un disco inutilizzabile su una pista da ballo, ma inutilizzabile anche in un aperitivo, a Ibiza, e in qualsiasi altro posto che non sia un paio di cuffie o al limite l'hi-fi di casa";
2) "se musicalmente si fosse posta sulla falsariga di ciò che già conosciamo, beh, il messaggio sarebbe stato ben più debole."

Questo è un disco unico, che somiglia a ben poco di quanto si sia sentito finora nel settore, e soprattutto ha una portata sociale, un significato enorme, che secondo me proprio non si può liquidare col fatto che non ha impeto fisico: non vuole e non deve averne. E se per questo non è house, cambiamogli pure nome, chiamiamola Peppino, ma guardiamo al contenuto: è grande musica? Per me sì, anzi, grandissima.
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#55 vuvu

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Inviato 20 febbraio 2009 - 18:07

Ma anche per me è grande musica, e prende pure, per l'amor di Dio. Ma non dimentichiamo tutto d'un tratto cosa sia veramente l'house music.  Insomma, va bene il concetto sulla solitudine espressa e altro nuovo nichilismo tanto in voga negli ultimi mesi elettronici, ma non capisco perchè dobbiamo credere che l'house sia diventata improvvisamente qualcosa di estremamente distante dalla pista, come se la pista stessa e l'house ibiziana e affini (concepita per la pista stessa e il movimento del corpo, partendo dall'anima) sia oggi semplicemente del pattume.
E' impressionante la rapidità con cui l'esaltazione verso certi dischi volutamente "rivoluzionari" conduca di scatto a nuove filosofie e teorie fuggitive.
Ribadisco semplicemente che, per quanto mi riguarda, l'house troppo meditativa tradisce parzialmente la sua stessa natura. Si pensa, si pensa....
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#56 Guest_telegram_*

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Inviato 20 febbraio 2009 - 18:27

Ma non dimentichiamo tutto d'un tratto cosa sia veramente l'house music.

Una cosa che evolve, prima di tutto, se è verso che da Oliver Cheatam siamo arrivati alla ambient-house.


Insomma, va bene il concetto sulla solitudine espressa e altro nuovo nichilismo tanto in voga negli ultimi mesi elettronici, ma non capisco perchè dobbiamo credere che l'house sia diventata improvvisamente qualcosa di estremamente distante dalla pista, come se la pista stessa e l'house ibiziana e affini sia oggi semplicemente del pattume.

Questo è un ragionamento che capisco poco... mi ricorda chi condanna la cervelloticità prog partendo dal fatto che prima vi fosse il rock&roll nudo e crudo col suo impatto anzitutto fisico. Non possono coesistere le due cose? Perché mai l'esistenza di un disco come questo di DJ Sprinkles dovrebbe in automatico condannare la house che guarda alla fisicità? Non può semplicemente esserle complementare? Non può guardare in un'altra direzione, senza rinnegare chicchessia? Stai in pratica accusando questo disco di voler "smerdare" (perdona il francesismo, ma è la parola che rende meglio :D ) tutta la house da esso differente, quando in realtà il suo scopo è esattamente l'opposto, ossia quello di difendere... dai una occhiata ai testi che ho postato all'inizio del thread... non capisco come uno che ama la house e che conosce la sua storia possa non commuoversi, o quantomeno non rimanere colpito, leggendoli... 


Ribadisco semplicemente che, per quanto mi riguarda, l'house troppo meditativa tradisce parzialmente la sua stessa natura.

Mah, questa mi pare un'apologia dell'immobilismo, e non mi piace.
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#57 bosforo

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Inviato 20 febbraio 2009 - 18:28

Ma anche per me è grande musica, e prende pure, per l'amor di Dio. Ma non dimentichiamo tutto d'un tratto cosa sia veramente l'house music.


ma non si risolverebbe tutto dicendo che questa non è house music pura?  ;D
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#58 bebo

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Inviato 20 febbraio 2009 - 18:38

Il problema è che forse uno dei dischi che rappresenta meglio l'anima house. La sostanza.
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#59 vuvu

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Inviato 21 febbraio 2009 - 03:20

Secondo me qui si sta perdendo di vista la mia forte promozione verso questo disco. A me piace, sia ben chiaro. Mi piace l'effetto lunare, riflessivo, che si evolve lentamente nei vari meandri dell'opera. La diversità del modello proposto, intesa come diversificazione atonale dall'attitudine di base dell'house music, è decisamente apprezzabile. Ma per quanto possa amare queste divagazioni extra-move your body, non riesco minimamente a non considerare, almeno in parte, l'essenza del genere. Tutto qua.

Ovvio che ci siano diverificazioni in atto, sono il primo a benedirle, ma c'è sempre quel groove corporale che, venendo a mancare per lunghi tratti, mi induce a collocare l'opera verso altre sponde. E' semplicemente la solita questione "grezza" su come definire un'idea, una creazione "individuale"/"singolare". Essendo un maniaco della pista e del suono house pro-cassa, preferisco in genere altri impulsi.

@Bebo

La sostanza primordiale è un groove negroide, fondato su beat fluido, meno sfumato e snodato nella frequenza. Almeno questo va tenuto ben saldo nel dizionario. Yo.
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#60 Bartolo

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Inviato 21 febbraio 2009 - 07:46

A me questa sembra una discussione lunare, surreale, assurda. Ma che c'entra che 'genere' è? sto disco? Che importanza ha incasellarlo in un posto o nell'altro? Forse che quando hendrix uscì col primo disco si poteva definirlo blues? e beefheart? I puristi posero dubbi perché quegli assoli di chitarra e quei ritmi non erano rispettosi delle 12 battute, ma erano i puristi che ascoltavano solo blues canonico, gli altri se ne strafotterono di 'quel che era' quella musica.
E così Terre Thaemlitz e il suo disco, checcefrega che 'genere' è? Ascoltiamolo e sticazzi, se non si può ballare, stialtricazzi, non lo balleremo. Se vuvu vuol ballare per forza, che balli qualcos'altro, dov'è il problema? Accuseremmo i beatles di esser poco ballabili? i rolling stones di funzionare poco in una discoteca techno? Ma checcefrega?!  :-X

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#61 Guest_telegram_*

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Inviato 21 febbraio 2009 - 10:19

Ma per quanto possa amare queste divagazioni extra-move your body, non riesco minimamente a non considerare, almeno in parte, l'essenza del genere. Tutto qua.

Ho capito, ma la domanda è: chissene? Anche se fosse vero che non è del tutto house: è davvero così importante? Pregiudica la qualità del disco? Se invece di chiamarla house la chiamassimo Peppe, il tuo giudizio salirebbe? O_O

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#62 bebo

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Inviato 21 febbraio 2009 - 11:08

La sostanza primordiale è un groove negroide, fondato su beat fluido, meno sfumato e snodato nella frequenza. Almeno questo va tenuto ben saldo nel dizionario. Yo.

Secondo me è una questione di approccio, bisogna comunque ricordare che questo disco racconta la storia dell'underground non solo musicale, chiamando in causa rimandi sonori che non possono -per evidenti ragioni che hai sottolineato giustamente- avere l'onore delle cronache mondane. Il disco racconta una storia che la house dei primordi ha accompagnato, e se quella era o poteva essere la colonna sonora, questa volta il focus è cosa succedeva a chi quella musica rivoluzionaria l'amava, "costringendosi" in una nicchia di segregazione culturale aggiungendo un nuovo tassello alla propria diversità, già sufficientemente discriminata per la propria sessualità.
Per questo dico che ne rappresenta la sostanza, perchè dietro alle roland o ai piatti ci sono sempre stati esseri umani, ed usare il "codice house standard" non avrebbe avuto la stessa significatività che invece ha muovendosi sui margini, senza ridiscutere cosa è o cosa non è house, ma ma adattando il proprio suono a cosa c'era e c'è da raccontare. Raccontare di disfatte, fallimenti e depravazioni funziona un sacco bene se imbracci una chitarra ma avendo a disposizione una 303 e un piano l'unica cosa che si adatti è un percorso sonore del genere.


Ma per quanto possa amare queste divagazioni extra-move your body, non riesco minimamente a non considerare, almeno in parte, l'essenza del genere. Tutto qua.

Ho capito, ma la domanda è: chissene? Anche se fosse vero che non è del tutto house: è davvero così importante? Pregiudica la qualità del disco? Se invece di chiamarla house la chiamassimo Peppe, il tuo giudizio salirebbe? O_O

Non penso che Giuliano ne faccia una questione di giudizio, ha detto che il disco gli è piaciuto ma ne discute l'appropriatezza del metodo (se ho inteso bene).
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#63 vuvu

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Inviato 21 febbraio 2009 - 13:19


La sostanza primordiale è un groove negroide, fondato su beat fluido, meno sfumato e snodato nella frequenza. Almeno questo va tenuto ben saldo nel dizionario. Yo.

Secondo me è una questione di approccio, bisogna comunque ricordare che questo disco racconta la storia dell'underground non solo musicale, chiamando in causa rimandi sonori che non possono -per evidenti ragioni che hai sottolineato giustamente- avere l'onore delle cronache mondane. Il disco racconta una storia che la house dei primordi ha accompagnato, e se quella era o poteva essere la colonna sonora, questa volta il focus è cosa succedeva a chi quella musica rivoluzionaria l'amava, "costringendosi" in una nicchia di segregazione culturale aggiungendo un nuovo tassello alla propria diversità, già sufficientemente discriminata per la propria sessualità.
Per questo dico che ne rappresenta la sostanza, perchè dietro alle roland o ai piatti ci sono sempre stati esseri umani, ed usare il "codice house standard" non avrebbe avuto la stessa significatività che invece ha muovendosi sui margini, senza ridiscutere cosa è o cosa non è house, ma ma adattando il proprio suono a cosa c'era e c'è da raccontare. Raccontare di disfatte, fallimenti e depravazioni funziona un sacco bene se imbracci una chitarra ma avendo a disposizione una 303 e un piano l'unica cosa che si adatti è un percorso sonore del genere.


Ma per quanto possa amare queste divagazioni extra-move your body, non riesco minimamente a non considerare, almeno in parte, l'essenza del genere. Tutto qua.

Ho capito, ma la domanda è: chissene? Anche se fosse vero che non è del tutto house: è davvero così importante? Pregiudica la qualità del disco? Se invece di chiamarla house la chiamassimo Peppe, il tuo giudizio salirebbe? O_O

Non penso che Giuliano ne faccia una questione di giudizio, ha detto che il disco gli è piaciuto ma ne discute l'appropriatezza del metodo (se ho inteso bene).


Esatto, Bebo. Diciamo che l'appropiatezza del genere, per quanto mi riguarda, esalta le mie emozioni con le opportune limitazioni, e ciò sottolinea la presenza di una risposta sensoriale strettamente soggettiva, che va comunque messa in conto. La storia dell'house embrionale raccontata con discreto/parziale distacco dall'house stessa, è dannatamente seducente, su questo non ci piove. E' l'approccio genetico che ho verso certe sonorità house che forse mi allontana (in parte) dall'opera e dal suo "originale" impasto. Ovviamente, per me non è così importante che non sia esattamente house negra (ci mancherebbe), non a caso sottolineavo nei primissimi post che si tratta essenzialmente di un disco capace di afferrare buona parte degli amanti house da scrivania, e questo mi sembra abbastanza logico. Quindi, non c'è da meravigliarsi o fraintendere in una lettura/affermazione di questo tipo. Poi, ci sono anche quelli come Bebo che, pur avendo il culo sempre dietro un mixer e la spalle adiacenti alla cassa, amano più di me questo connubio gelido tra house e ripartizione elettronica concettuale.

@Telegram

Sono un conservatore house, e questo disco è a tratti post-house! O_O

Va bene? asd

:P
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#64 Piper

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Inviato 21 febbraio 2009 - 14:52

molti spunti sono interessanti, anche se non mi ritrovo molto con alcuni giudizi.

è vero che questo disco è impregnato di malinconia, volendo di rabbia, ma non vedo perchè negare l'impostazione "chill-out" (uso questo termine per capirci meglio). non credo che questa componente sia necessariamente in antitesi con l'anima dell'opera, anzi credo si interfacci bene con l'impostazione "meditativa" del disco.

non credo neanche che questo sia un disco particolarmente rivoluzionario, perchè di lavori simili ce ne son stati e non pochi. certo spesso sono lavori proprio degli artisti underground che Spinkles vuole ricordare, ma ciò non toglie che ci siano opere che avevano già sperimentato questa strada.

ad esempio: http://www.youtube.c...feature=related (singolo del 1997)

questo singolo trasuda malinconia da tutti i pori. è vero che non è "disperato" come alcuni passaggi di midtown ma di certo si discosta molto dalla componente festosa dell'house mainstream di cui parlavate, ed era comunque suonatissimo ad Ibiza :P, ascoltarlo al tramonto su una spiaggia che si svuotava ti faceva venire le lacrime a grappoli altro che gioia.

potremmo anche dire che tutta la deep house si basa su un impostazione "meditativa" e di certo non festosa e gioviale; e senza andare a pescare cose troppo nascoste una The Whistle Song di Knuckles a me sembra decisamente malinconica e anche un pò triste (http://www.youtube.c...h?v=YJZ12iKDMBE).



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<< Poi ce la prestiamo... Insomma la patonza deve girare>>

Aurelio De Laurentiis ha lasciato la sede dove si stanno svolgendo i sorteggi dei calendari fermando uno sconosciuto che passava su un motorino dicendogli: "Portami via da questo posto". Ed è andato via come passeggero del motorino di uno sconosciuto

 
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Inviato 21 febbraio 2009 - 15:19

Ecco, hai focalizzato pienamente il centro della mia perplessità (costruttiva).  Una The Whistle Song di Knuckles mantiene lo spirito attivo house ma con getti malinconici. Di Midtown apprezzo poco l'impostazione del "groove" a tratti passiva. E' questo l'unico elemento che poco mi garba, pur amando il disco (e non poco). Più semplice di così...
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#66 Guest_Julian_*

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Inviato 21 febbraio 2009 - 15:28


Circa Midtown 120 Blues , gli ascolti mostrano un'opera frastagliata, pulsante ma non troppo, densa di intensi beat obliqui ma anche di sfumature proprie di quel chill out ascoltabile solo mentre bevi un caffè al mare, chiedendoti il perchè di quel groove anestetico. E' in definitiva un lavoro molto gradevole, ma lontano dall'house profonda, soul e negra dell'ultimo Owens (alleluia, il parallelo c'è e tenetevi lontani) o degli ultimi restauratori freddi ma non troppo di Detroit (addio mia amatissima Chicago?). Diciamo che investe l'anima solo superficialmente, entrando dritto nei cuori di chi (ahimè) conosce l'house solo restando fermo dietro una scrivania, senza aver mai sudato minimamente una t-shirt, con il culo freddo freddo, lontano dalla cassa che vibra. Difficile che arrivi a scaldare muscoli, cuore e ossa nel privè di un Pachà targato Ibiza. Ad ogni modo, scatta un sette indie pieno alla classe e allo stile immacolato.

Ma che importa se non scalda i muscoli, dal momento che fa viaggiare l'anima? Questa è la musica della solitudine, è la musica del fallimento della house, o meglio ancora è la musica che vendica (o che compiange) la house esule, quella che quando il resto del carrozzone ha imbroccato la strada mainstream ha preferito rimanere nel sottosuolo...
quoto alla grande due frasi di Brainiac:
1) "è un disco inutilizzabile su una pista da ballo, ma inutilizzabile anche in un aperitivo, a Ibiza, e in qualsiasi altro posto che non sia un paio di cuffie o al limite l'hi-fi di casa";
2) "se musicalmente si fosse posta sulla falsariga di ciò che già conosciamo, beh, il messaggio sarebbe stato ben più debole."

Questo è un disco unico, che somiglia a ben poco di quanto si sia sentito finora nel settore, e soprattutto ha una portata sociale, un significato enorme, che secondo me proprio non si può liquidare col fatto che non ha impeto fisico: non vuole e non deve averne. E se per questo non è house, cambiamogli pure nome, chiamiamola Peppino, ma guardiamo al contenuto: è grande musica? Per me sì, anzi, grandissima.


Bravo Telegram, qui condivido tutto.
Per me la forza del disco sta proprio nel suo andare oltre tutti i clichè del genere, che non sono negativi in sè, ma che possono rendere certa house preconfezionata poco digeribile e/o banale e poco coinvolgente per chi come me apprezza il genere ma non ne vive in pieno il mood da pista da ballo.

Ascoltatore da cameretta e scrivania per me va benissimo come definizione, forse è proprio per questo che il disco mi entusiasma fino a questo punto: quasi a conferma del fatto che spesso, più che di musica in sè, si tratta di mood e di semplici affinità anche emotive e personali.
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#67 mongodrone

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Inviato 21 febbraio 2009 - 15:36

The Whistle Song di Knuckles a me sembra decisamente malinconica e anche un pò triste (http://www.youtube.c...h?v=YJZ12iKDMBE).


ma la pubblicità della tim (o quello che è) non riprende il motivetto di questo pezzo? tristessa  :'(
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#68 Piper

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Inviato 21 febbraio 2009 - 17:49


The Whistle Song di Knuckles a me sembra decisamente malinconica e anche un pò triste (http://www.youtube.c...h?v=YJZ12iKDMBE).


ma la pubblicità della tim (o quello che è) non riprende il motivetto di questo pezzo? tristessa  :'(


la pubblicità di cui parli è un pezzo di bob sinclair nel quale c'è un campionamento del motivetto di whistle song, ma è un altro brano.
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<< Poi ce la prestiamo... Insomma la patonza deve girare>>

Aurelio De Laurentiis ha lasciato la sede dove si stanno svolgendo i sorteggi dei calendari fermando uno sconosciuto che passava su un motorino dicendogli: "Portami via da questo posto". Ed è andato via come passeggero del motorino di uno sconosciuto

 
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#69 Piper

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Inviato 21 febbraio 2009 - 17:52


Per me la forza del disco sta proprio nel suo andare oltre tutti i clichè del genere



è proprio questo punto che non condivido, per me semplicemente non è vero che va oltre i clichè. questo disco anzi per quanto mi riguarda li "evoca" tutti i clichè, a cominciare dai campionamenti vocali, al massimo rileborandoli per i suoi scopi ma la sostanza è sempre la stessa.
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<< Poi ce la prestiamo... Insomma la patonza deve girare>>

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#70 mongodrone

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Inviato 21 febbraio 2009 - 18:34



The Whistle Song di Knuckles a me sembra decisamente malinconica e anche un pò triste (http://www.youtube.c...h?v=YJZ12iKDMBE).


ma la pubblicità della tim (o quello che è) non riprende il motivetto di questo pezzo? tristessa  :'(


la pubblicità di cui parli è un pezzo di bob sinclair nel quale c'è un campionamento del motivetto di whistle song, ma è un altro brano.

si, questo intendevo. poi non so come sia il pezzo di bob sinclair, ma risentire un motivetto dopo che l'hai abbinato a una pubblicità ti fa ammosciare il piacere di ascolto.
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#71 astrodomini

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Inviato 22 febbraio 2009 - 17:35

Per me è semplicemente una mattonata sulle palle.
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#72 khonnor

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Inviato 04 marzo 2009 - 23:01

Se con Intrusion è stato amore al primo ascolto qui la faccenda è diversa. E' un disco, per me, lento da assimilare, dapprima noioso e governato dal piattume generale, ma che disvela progressivamente tutte le sfumature.

Ora magari vado off topic, però mi consigliereste qualcosa [mi rivolgo ai mostri sacri Bebo, Piper, Braida, Brainiac, Vuvu e chi più ne ha più ne metta] per partire?
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#73 Brainiac's Son

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Inviato 04 marzo 2009 - 23:11

Il punto è aver presente tutta la mitologia house e dintorni, o almeno un pezzetto di questa.
Il mio consiglio è un po' impegnativo, ma ti direi di leggerti quantomeno le parti su Loft e Paradise Garage e sulla house di "Last Night a Deejay Saved My Life" di Brewster / Brighton e il libro di Zingales sulla house. Non tralascerei nemmeno il documentario "Maestro" su Larry Levan e dintorni, perché dà una buona impressione di quello che è la mitologia house e pre-house.
Da questi libri prendi tutti i consigli per l'ascolto riferiti alla house di Chicago e quella di New York. Già così dovresti esserci, più o meno (anche perché in realtà tutto questo ti prenderà un bel po' di tempo - ma ti darà anche belle soddisfazioni).
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#74 khonnor

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Inviato 04 marzo 2009 - 23:13

Il punto è aver presente tutta la mitologia house e dintorni, o almeno un pezzetto di questa.
Il mio consiglio è un po' impegnativo, ma ti direi di leggerti quantomeno le parti su Loft e Paradise Garage e sulla house di "Last Night a Deejay Saved My Life" di Brewster / Brighton e il libro di Zingales sulla house. Non tralascerei nemmeno il documentario "Maestro" su Larry Levan e dintorni, perché dà una buona impressione di quello che è la mitologia house e pre-house.
Da questi libri prendi tutti i consigli per l'ascolto riferiti alla house di Chicago e quella di New York. Già così dovresti esserci, più o meno (anche perché in realtà tutto questo ti prenderà un bel po' di tempo - ma dà anche soddisfazione).


Infatti pensavo di prendermi/farmi prestare da qualche buon cuore il libro di Zingales. Ma qualche nome così al volo? Giusto un paio ;)
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#75 Brainiac's Son

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Inviato 04 marzo 2009 - 23:19

Il doppio mixato di Larry Levan al Paradise Garage.
La raccolta dei classici di Frankie Knuckles uscita per Trax nel 2004 (forse 2004).
La raccolta analoga di Farley Jackmaster Funk.
"Another Chance" dei Fingers Inc. o "Classic Fingers", raccolta di Mr. Fingers.
"Acid Tracks" dei Phuture, e volendo il best di DJ Pierre,
Il box di 15 CD "The History of the House Sound of Chicago".
La tripla raccolta di Todd Terry o "To the Batmobile Let's Go" a nome Todd Terry Project.
Il quadruplo argentato dei Masters at Work.
"Were You in the House", pezzo di Stacy Kidd e Tai Davis.

Intanto questi aiutano.
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#76 khonnor

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Inviato 04 marzo 2009 - 23:21

Il doppio mixato di Larry Levan al Paradise Garage.
La raccolta dei classici di Frankie Knuckles uscita per Trax nel 2004 (forse 2004).
"Another Chance" dei Fingers Inc. o "Classic Fingers", raccolta di Mr. Fingers.
"Acid Tracks" dei Phuture, e volendo il best di DJ Pierre,
Il box di 15 CD "The History of the House Sound of Chicago".
La tripla raccolta di Todd Terry o "To the Batmobile Let's Go" a nome Todd Terry Project.
Il quadruplo argentato dei Masters at Work.
"Were You in the House", pezzo di Stacy Kidd e Tai Davis.

Intanto questi aiutano.


gentilissimo
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#77 Brainiac's Son

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Inviato 04 marzo 2009 - 23:30

Ancheil doppio best di Robert Owens, sempre per restare in ambito "mitico".
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#78 vuvu

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Inviato 04 marzo 2009 - 23:49

Vai tranquillo con il listone di Brainiac, Khonny.

Poi aggiungi:

Jesse Saunders - On And On
Danny Tenaglia - Tourism
Walter Gibbons - Set It Off
MARRS - Pump Up The Volume


Poi passa pure lentamente all'house italiana, al cocco e qualche rave disperso in rete dei mitici Angels Of Love (qualsiasi cosa prima del 1999).
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"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).


#79 mongodrone

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Inviato 05 marzo 2009 - 11:01

ma è del 2008 o del 2009 questo disco?
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#80 khonnor

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Inviato 05 marzo 2009 - 11:04

Grazie anche a te Vuvu ;)


ma è del 2008 o del 2009 questo disco?

http://www.discogs.c...release/1635238
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#81 Guest_Giovanni Drogo_*

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Inviato 05 marzo 2009 - 13:55

Grand central pt I & pt II* son proprio narcolettiche, hanno un suono che ti avvolge e quel ritmo continuo che più che travolgerti ti culla e ti stordisce, tutti i suoni sembrano filtrati da una patina, e curati all'inverosimile, in definitiva quello che piace a me del disco non ha probabilmente nulla in comune con la house (così a occhio), almeno credo. Sicuramente dopo qualche ascolto è un disco che può avere un grandissimo impatto emotivo.
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#82 Guest_floriano_*

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Inviato 05 marzo 2009 - 14:00

Grand central pt I & pt II* son proprio narcolettiche, hanno un suono che ti avvolge e quel ritmo continuo che più che travolgerti ti culla e ti stordisce, tutti i suoni sembrano filtrati da una patina, e curati all'inverosimile, in definitiva quello che piace a me del disco non ha probabilmente nulla in comune con la house (così a occhio), almeno credo. Sicuramente dopo qualche ascolto è un disco che può avere un grandissimo impatto emotivo.


Si, in effetti molto bello, mi ci Drogo anch'io in questi giorni
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#83 bebo

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Inviato 07 marzo 2009 - 11:53

Infatti pensavo di prendermi/farmi prestare da qualche buon cuore il libro di Zingales. Ma qualche nome così al volo? Giusto un paio ;)

Ti presto tutto io appena ci vediamo, cane.
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#84 Smog.

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Inviato 07 marzo 2009 - 13:39

uddio khonnorhouse no daaaaaaaaai  :o
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Nicola.

#85 bosforo

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Inviato 07 marzo 2009 - 13:42

si infatti... alberto, devo aspettarti palestrato e abbronzato la prossima volta che ti vedo?  :D
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#86 vuvu

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Inviato 07 marzo 2009 - 13:50

Alberto non ascoltarli. Non sanno quello che dicono, e vorrebbero tutti essere degli splendidi negri, ma sono bianchi cadaverici e vivono lontani dalla spiaggia e dalla V. Appena scendi da queste parti vieni con me, e finalmente capirai cosa significa muoversi sotto la cassa.

Ps

Fatti un paio di lampade!!!

asd
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#87 khonnor

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Inviato 07 marzo 2009 - 21:59

asd asd asd

Amo il mio pallore, non diventerò mai come te vuvu asd
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#88 Guest_telegram_*

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Inviato 17 marzo 2009 - 12:31

http://www.discogs.c...release/1635238

Questo link di discogs segnala che l'edizione è giapponese ma poi mette numero di catalogo e data di uscita dell'edizione europea, si tratta evidentemente di un errore. Il disco è uscito in Giappone nell'agosto del 2008:
http://www.comatonse...wn120blues.html
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#89 White Duke

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Inviato 21 marzo 2009 - 23:17

mamma che suoni mamma che atmosfere mamma che classe mamma che originalità...partiamo da 7,5 poi chissà, anche di più...
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"No matter how high are one's estimates of human stupidity, one is repeatedly and recurrently startled by the fact that: a) people whom one had once judged rational and intelligent turn out to be unashamedly stupid b) day after day, with unceasing monotony, one is harassed in one's activities by stupid individuals who appear suddenly and unespectedly in the most inconvenient places and at the most improbable moments" (Carlo M. Cipolla)

#90 khonnor

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Inviato 21 marzo 2009 - 23:34

mamma che suoni mamma che atmosfere mamma che classe mamma che originalità...partiamo da 7,5 poi chissà, anche di più...


Sta salendo verticalmente :-* :-* :-* :-* :-*

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#91 Claudio

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Inviato 22 marzo 2009 - 08:57

mamma che suoni mamma che atmosfere mamma che classe mamma che originalità...partiamo da 7,5 poi chissà, anche di più...


Concordo, disco veramente sorprendente.
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#92 Guest_Giovanni Drogo_*

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Inviato 22 marzo 2009 - 09:03


Sta salendo verticalmente :-* :-* :-* :-* :-*


Mi ha appassionato così tanto che è praticamente diventato uno dei miei preferiti di questo decennio.
  • 0

#93 Guest_Julian_*

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Inviato 22 marzo 2009 - 09:07

Siamo in tanti a pensarla così vedo. Io ribadisco dopo un paio di mesi il mio entusiasmo, come realizzare un disco "truzzo" che non suoni minimamente truzzo.

Secondo me questo lavoro sopperisce al limite storico di certa musica, ovvero l'inespressività come fine: Midtown ha con sè una carica devastante, una forza emotiva impressionante, che pochi dischi in questo ambito possiedono. E proprio questa sua ambizione all'espressività lo rende appetibile a chi conosce relativamente la scena e magari leggermente più indigesto a chi ne è frequentatore abituale.
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#94 bebo

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Inviato 24 marzo 2009 - 16:18

Io credo che da Larry Levan con il live @ paradise garage, fino a tranquillamente il 1995*, dopo la summer of'88 e i suoi morti, dopo l'esplosione della scena rave e la sue emersione grazie all'acid sdoganata, dimenticando il brutto periodo della loop-techno di francoforte e l'inevitabile (ma meravigliosa) dance da classifica, ci siano almeno almeno un cento\centocinquanta pubblicazioni a livello di midtown.
Il 99% sono ep, è una sciagura e un tesoro al contempo.
Ora, NON SUONANO COME MIDTOWN, perchè banalmente non sono Midtown, però ecco... Di roba carica, forse anche troppo, per emotività, per voglia di partecipare, parlare al prossimo, cercare di spingere un po' più in la il cursore del progresso della musica dance, dischi che cercavano di inculudere chiunque, ne è sempre uscita.
Midtown esce in un momento di rinascita, negli intenti, di un certo tipo di fare musica da ballo e di vivere la stessa (quaaaanti club stanno supportando questo trend non ce lo si immagina), e ne esemplifica bene gli intenti. Perciò respect, però non strofiniamoci troppo i gomiti.


* Masters At Work - My Love, con nell'ordine: Little Louie Vega, Kenny Dope Gonzalez alla scrittura, Eric Morillo al mixer e Michael Watford alla voce. Crosby, Sills, Nash and Young dell'house music.
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#95 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 24 marzo 2009 - 17:23


mamma che suoni mamma che atmosfere mamma che classe mamma che originalità...partiamo da 7,5 poi chissà, anche di più...


Sta salendo verticalmente :-* :-* :-* :-* :-*


come disse cicciolina

Immagine inserita







battute a parte... direi che leggo commenti fin troppo entusuatici per un disco che infondo non mi ha impressionato o rapito più di tanto.
direi che val la peva, a sto punto, andarlo a risentire... hai visto mai...
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#96 Guest_Giovanni Drogo_*

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Inviato 24 marzo 2009 - 17:48

Scusate se mi è piaciuto troppo, ora vado a fustigarmi le palle per quest'onta terribile.
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#97 bebo

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Inviato 24 marzo 2009 - 18:21

Valà, far mica la vittima!
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#98 Guest_Giovanni Drogo_*

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Inviato 24 marzo 2009 - 18:30

Dai che era in tono scherzoso, anche senza emoticon.  :D

Il discorso è comprensibile, uno non ascolta un certo tipo di sonorità con dedizione e completezza, quindi nel momento in cui trova un disco "house" (molto tra virgolette) che gli piace lo esalta più del dovuto, non conoscendo molto del contesto in cui esce l'album e non sapendo magari che certe caratteristiche le ritrova in molti altri dischi (o soprattutto e.p.) della stessa scena. E' che purtroppo per esaltare un disco al giorno d'oggi ci vuole sempre una certa dose di incoscienza e di ignoranza, e sono anche certo che molto dipende dall'ambiente e dall'attenzione che si pone negli ascolti: immagino che se nel forum di ondarock se ne parla con toni entusiastici (e questo spinge molti utenti a dargli un ascolto approfondito) altrove magari non se lo caga nessuno.

Per fare un esempio, ieri lo facevo ascoltare ad una mia amica appassionata di truzzerie varie e l'ha trovato noiosissimo. Ci sono rimasto un po' male.  :'(
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#99 bebo

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Inviato 24 marzo 2009 - 18:48

Manfatta!  O_O

Il discorso difatti è quello. Per fortuna di Midtown nella storia dalla musica da ballo moderna ne sono usciti molti, per rovescio che quegli altri dischi non li ha presente giustamente si attizza. Io dico solo: ok, è vero che è molto bello, ma è molto bello specie in questo momento. Inquadrarlo in una visione ampia come accennava Julian è fuori luogo, perchè appunto Midtown ha dietro di sé 30 anni (TRENTA!) di dischi, molti famosissimi altri banalmente dimenticati sullo scaffale di qualcuno assieme alle altre 100 copie che ne sono state stampate.
Parlare di musica da ballo, specie quella che ha fondato il mito, è parlare di una roba emersa per metà forse, e disponibile tra rartà e ristampe per un 30% a dir molto. Questo rendere l'idea di come fosse stato un movimento underground, avvinghiato con tutte le unghie alla territorialità, al passamano, le radio locali e a pochi negozi di dischi. Non è mai nata neanche una fanzine, come successe nell'hardcore, per documentare\informare le persone. C'era troppa droga, troppo bisogno di andare a far "la cosa" per fermarsi a scrivere. Midtown esce in un tempo privilegiato pur parlando di chi, privilegiato, non lo è stato mai, ha fior fiore di estimatori (non prendetevela, ma noi qui siamo un po' meno rispettabili di gente come Pierre, Marshall Jefferson o i Daft Punk) ed è giustamente ovvio che salga alla ribalta, anche nei gusti di persone che -facendo bene- schifano il mondo discotecaro nostrano.
Ma di Midtown, dal 1979 a qui ce ne sono tanti, ve lo assicuro, e sono quei tanti midtown che il disco racconta, bisogna solo non fermarsi.
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#100 Piper

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Inviato 24 marzo 2009 - 20:04

bebo ti amo forte e duro!!
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<< Poi ce la prestiamo... Insomma la patonza deve girare>>

Aurelio De Laurentiis ha lasciato la sede dove si stanno svolgendo i sorteggi dei calendari fermando uno sconosciuto che passava su un motorino dicendogli: "Portami via da questo posto". Ed è andato via come passeggero del motorino di uno sconosciuto

 
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