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Dj Sprinkles - Midtown 120 Blues [mulemusiq, 2009]


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197 replies to this topic

#1 bebo

    this modern love

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Inviato 13 gennaio 2009 - 19:01

Premetto: non me ne abbia fabio, sono io che sono un rompicoglioni.

Il disco è molto molto bello, e sono davvero felice che stia ricevendo tante attenzioni e tante lodi. Dopo aver visto deturpato il nome "house" come ognuno aveva piacere, scomodato per Hercules 365 giorni fa, suonato agli autoscontri tranz und schranz, passato su Mtv, DJ television e Videomusic sotto le forme Sinclair, Guetta o chissà quale altro idiota, distrutto con grande "garbo" dagli amanti del rock, è bello sentire che l'house sia tornata a fare la house.
Però non è abstract, mi si permetta se vogliano scendere nel particolare inutile.
Penso sia solo una questione di "pancia", Fabio ha vissuto in maniera diversa il disco da come lo sto vivendo io. Midtown 120 Blues è un gigantesco tributo al sangue buttato, condiviso attraverso l'omosessualità e la piaga dell'aids, la ghettizazione di migliaia di persone solo perchè diverse mentre ascoltano musica diversa. Per diversi. Midtown 120 blues gira a 120 beat al minuto, è un moto uniforme, è il battito house midtempo per eccellenza prima che arrivasse Green Velvet, prima che arrivasse Detroit. Midtown parla molto più del passato che del presente, di chi non ci ha mai fatto i soldi, da Jackmaster a Chip E, del decennio di underground costante pre-summer of '88, di tutti quelli che questo suono lo coltivano ancora, di gente come Rick Wade o Theo Parrish, di un suono che è banalmente deep e negro, e pure un po' freak che in fin dei conti era, è e sarà sempre musica poco intellettuale e molto sanguigna.

Comunque, aldilà di questo, è importante ascoltarselo questo disco, perchè insegna tanto.
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#2 sonicam

    Melonball Bounce

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Inviato 13 gennaio 2009 - 19:06

La curiosità era già elevata dopo aver letto la, come sempre, ottima recensione di Fabio, ora che anche tu lodi questo album non ho proprio più scusanti.
  • 0
This Is a Journey Into Sound
From Their Minds To Yours

Domanda: È vero che in una delle vostre prime performances ingoiaste dei microfoni?
Ilpo: Sì, quando io e Mika ci chiamavamo "Sine", dopo gli Ultra 3. Uno di noi ingoiò i microfoni e l'altro suonò il suo corpo battendogli il torso.

warning: there is nothing wrong. all distorsions are fully intentional.

#3 vuvu

    الرجل المكرسة لقضية المرأة ويقع في

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Inviato 14 gennaio 2009 - 01:23

E' bello sentire che l'house sia tornata a fare la house.


Robertone Owens è stato fondamentale in tal senso.


....a 120 beat al minuto, è un moto uniforme, ed è il battito house midtempo per eccellenza prima che arrivasse Green Velvet, prima che arrivasse Detroit.


E' verissima questa constatazione generale/temporale, bebaccio. Confermo anch'io.

Ad ogni modo, ascolterò il disco in questione in questi giorni. Mi incuriosisce, e non poco. Anche perchè sono davvero contento che il buon Fabio sia approdato sui caldissimi lidi house o filo house. La curiosità verso l'opera aumenta anche per motivi di questo tipo.
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"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).


#4 bebo

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Inviato 14 gennaio 2009 - 07:18


E' bello sentire che l'house sia tornata a fare la house.


Robertone Owens è stato fondamentale in tal senso.

Si, vero. Ma è solo la punta di un iceberg che nel 2008 ha fatto della parola deep il proprio ariete: da Afefe Iku alla cricca di Osunlade, da Charles Webster che è un fottuto fuoriclasse a Rick Wade che ha tirato fuori un'opera di modernariato assurda, per non parlare poi di due ep per un totale di un'ora e mezza di Theo Parrish uno che non ha mai abbandonato l'idea di suonare sincero.
Sprinkles ha fatto poi questo, ha suonato con sincerità una delle musiche più rivoluzionarie degli ultimi anni.
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#5 Piper

    Life is too short For iTunes

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Inviato 14 gennaio 2009 - 08:26



E' bello sentire che l'house sia tornata a fare la house.


Robertone Owens è stato fondamentale in tal senso.

Si, vero. Ma è solo la punta di un iceberg che nel 2008 ha fatto della parola deep il proprio ariete: da Afefe Iku alla cricca di Osunlade, da Charles Webster che è un fottuto fuoriclasse a Rick Wade che ha tirato fuori un'opera di modernariato assurda, per non parlare poi di due ep per un totale di un'ora e mezza di Theo Parrish uno che non ha mai abbandonato l'idea di suonare sincero.
Sprinkles ha fatto poi questo, ha suonato con sincerità una delle musiche più rivoluzionarie degli ultimi anni.


ci son stati anche prosumer e motorcitysoul, insomma decisamente l'anno della deep house. mi sembra comunque che sia il tratto anche di questo bellissimo album, notturno e sanguinolento; volendo provare a giocare con i sottogeneri io ci vedo un impostazione quasi lounge di alcuni brani, più che "abstract".

ma al di là delle pippe è sicuramente un album da ascoltare e goderne fin dentro le ossa
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<< Poi ce la prestiamo... Insomma la patonza deve girare>>

Aurelio De Laurentiis ha lasciato la sede dove si stanno svolgendo i sorteggi dei calendari fermando uno sconosciuto che passava su un motorino dicendogli: "Portami via da questo posto". Ed è andato via come passeggero del motorino di uno sconosciuto

 
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#6 Guest_telegram_*

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Inviato 16 gennaio 2009 - 15:05

Però non è abstract, mi si permetta se vogliano scendere nel particolare inutile.

Non è mica tanto inutile: criticare la definizione "abstract" applicata a un disco che parla di cose concrete come queste è anzi essenziale.
Come sottolineava Nicola/Brainiac - che ringrazio per avermi fatto ascoltare il disco, verso il quale ero scettico - è forse la prima volta che vengono messi sulla piazza certi argomenti, almeno in maniera così aperta. Dopo vent'anni di mistificazioni, questo disco riporta tutto indietro. I brani son per lo più strumentali, ma quelli parlati hanno testi terrificanti. La house nacque in locali che Thaemlitz definisce ironicamente "specifici" (specifici come pochi, verrebbe da dire: neri e gay), e prima che diventasse mainstream ha avuto vita difficile. Diversi fra i grandi della house anni Ottanta hanno vissuto nell'ombra e sono stati testimoni di cosa significasse venire ghettizzati. Poi tutto è diventato mainstream, ballo, luci e tutti felici. Questi testi invece tornano a ricordare tutti i problemi legati alla scena quando nacque, e a cosa successe ai locali underground quando la house diventò mainstream e centralizzata in pochi punti di ritrovo maggiori. Parla dei locali desolati col DJ che suona per quattro persone, relitti di una generazione distrutti dalla droga in sale vuote e buie, parla dello squallore e della miseria. Sono testi incazzati, feroci, quasi ingenui in quanto si tratta di veri e propri sfoghi, che parlano di fatti vissuti sulla pelle dell'intestatario stesso, ma proprio per questo purissimi, testimonianze inscalfibili. In tutto questo non c'è davvero niente di astratto.
Riporto qui tre testi trovati in un link fornitomi sempre da Nicola, perché ritengo siano estremamente utili a capire il disco.

Midtown 120 Intro
  House isn't so much a sound as a situation.
  There must be a hundred records with voice-overs asking, "What is house?" The answer is always some greeting card bullshit about "life, love, happiiness...." The House Nation likes to pretend clubs are an oasis from suffering, but suffering is in here with us. (If you can get in, that is. I think of one time in New York when they wouldn't let me into the Loft, and I could hear they were actually playing one of my records on the dance floor at that very moment. I shit you not.)
  Let's keep sight of the things you're trying to momentarily escape from. After all, it's that larger context that created the house movement and brought you here. House is not universal. House is hyper-specific: East Jersey, Loisaida, West Village, Brooklyn - places that conjure specific beats and sounds. As for the sounds of New York dance floors themselves, today's house classics might have gotten worked into a set once in a while, but the majority of music at every club was major label vocal shit. I don't care what anybody tells you. Besides, New York Deep House may have started out as minimal, mid-tempo instrumentals, but when distributors began demanding easy selling vocal tracks, even the label "Strictly Rhythm" betrayed the promise of it's own name by churning out strictly vocal after strictly vocal. Most Europeans still think "Deep House" means shitty, high energy vocal house.
  So what was the New York house sound? House wasn't so much a sound as a situation. The majority of DJ's - DJ's like myself - were nobody's in nowhere clubs: unheard and unpaid. In the words of Sylvester: reality was less "everybody is a star," and more "I who have nothing."
  Twenty years later, major distribution gives us Classic House, the same way soundtracks in Vietnam war films gave us Classic Rock. The contexts from which the Deep House sound emerged are forgotten: sexual and gender crises, transgendered sex work, black market hormones, drug and alcohol addiction, loneliness, racism, HIV, ACT-UP, Thompkins Sq. Park, police brutality, queer-bashing, underpayment, unemployment and censorship - all at 120 beats per minute.  These are the Midtown 120 Blues.


Ball'r (Madonna-Free Zone)
  When Madonna came out with her hit "Vogue" you knew it was over. She had taken a very specifically queer, transgendered, Latino and African-American phenomenon and totally erased that context with her lyrics, "It makes no difference if you're black or white, if you're a boy or a girl." Madonna was taking in tons of money, while the Queen who actually taught her how to vogue sat before me in the club, strung out, depressed and broke. So if anybody requested "Vogue" or any other Madonna track, I told them, "No, this is a Madonna-free zone! And as long as I'm DJ-ing, you will not be allowed to vogue to the decontextualized, reified, corporatized, liberalized, neutralized, asexualized, re-genderized pop reflection of this dance floor's reality!"

Grand Central
  In 1986, at age 18, I left Missouri by train, pulling into Midtown Manhattan's Grand Central Station some 72 hours later. Until that point life had, quite frankly, been miserable, each and every day facing verbal and physical harassment as a queer-fag-pussy-AIDS bait. The climate in New York wasn't really so different. But from within my isolation I saw others isolated like myself. One of the places we met, in our self-containment, was on the dance floor. The nastiest and seediest clubs were located in Midtown. That's mostly where I DJ'ed, at tragic places like Sally's II and Club 59. In the early 1990's, Disney bought 42nd Street, closing the places around which transgendered life revolved for many of us. That "community of isolation" was scattered to other cities, other states, other countries. Isolated, still...

E' un disco che spinge, fra le altre cose, a farmi riflettere su quanto a volte sia necessario conoscere ciò di cui si sta parlando prima di sparare giudizi. Uno lo può ascoltare, dire "che schifo" e cestinarlo, ci mancherebbe. Però a mio avviso farebbe più bella figura se facesse rimanere la cosa circoscritta al proprio pc, senza darne sfoggio, perché qui ci sono tante cose, e sentenziare significa anzitutto sentenziare su aspetti extra-musicali senza conoscerli. Dire che un disco del genere è brutto se non si conosce la house, non si conosce il suo contesto storico, non si conosce il vissuto dei suoi personaggi, e se magari si prova pure un po' di antipatia per certi suoni, può diventare facilissimo. Ma questo disco passa prima di tutto per quelle cose, e è grazie a quelle che ha questo suono, e allora dico io, come può bastare il semplice ascolto casuale, il semplice mi-piace-non-mi-piace? Non può bastare, non deve bastare. Perché in casi come questo si calpesta prima di tutto una storia, una storia di battaglie e sofferenze, la storia di gente che come poca altra meriterebbe di camminare a testa alta, anziché col capo chino com'è stata costretta a fare. Dico tutto questo non come monito o per fare la morale, lo dico anzi con una bontà che solitamente non mi appartiene, spinto proprio dai sottointesi che stanno alla base di un simile progetto, un po' come l'accortezza che porta di solito le persone civili a non emettere giudizi sulla sofferenza altrui, a maggior ragione se non si conosce il soggetto che la esprime. Questo è davvero il disco house più depresso che io abbia mai ascoltato.
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#7 Guest_Julian_*

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Inviato 16 gennaio 2009 - 15:42

Mi avete incuriosito assai, devo provarlo.
Anche perchè il recente lavoro di Owens mi è cresciuto terribilmente con il tempo, tanto da divenire uno fra i dischi più belli ed interessanti di quel 2008.

Se mi dite che c'entra qualcosa, mi butto il prima possibile.

Vi ringrazio inoltre per i particolari sulla storia del genere, che conosco molto poco, decisamente interessanti anche solo a fini introduttivi.
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#8 PrebenElkjaer

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Inviato 16 gennaio 2009 - 16:03

mi aggancio al post chilometrico di telegram per criticare un po' il fattore storia.
Io lotterò sempre con tutte le forze per rendere la musica l'unica cosa su cui dare un'opinione. Sapere cosa contorna la nascita dell'opera arricchisce sicuramente, ma la musica (qui c'è il secondo me grande come una casa) deve arrivare da sola. Non è che mi fa schifo e dopo scopro che il disco è stato fatto suonando le linguette delle lattine e la cosa diventa migliore o peggiore alle mie orecchie. Mi rimane sempre una schifezza uguale. Non mi ha mai fatto cambiare idea l'indagare su un disco, al massimo mi ha fatto pensare a quanta sofferenza e sacrificio arrivi a costare il fare una schifezza.
L'attaccarsi alla storia è un modo molto largo per dire "sei ignorante e manco sai di che parli".
Non esiste nemmeno un disco sul forum privo di un qualche giudizio molto negativo, ognuno ha la sua strada e dice la sua. E per fortuna direi...
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Fat Moe: Noodles, cos'hai fatto in tutti questi anni?
Noodles: Sono andato a letto presto.

Tu sai citare i classici a memoria... ma non distingui il ramo da una foglia...

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#9 Piper

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Inviato 16 gennaio 2009 - 16:47

Mi avete incuriosito assai, devo provarlo.
Anche perchè il recente lavoro di Owens mi è cresciuto terribilmente con il tempo, tanto da divenire uno fra i dischi più belli ed interessanti di quel 2008.

Se mi dite che c'entra qualcosa, mi butto il prima possibile.


francamente secondo me c'entra poco con il disco di owens. questo midtown al massimo ha le sue radici nello stesso terreno di owens, ma mi sembra che poi vada da tutt'altra parte. quello di owens è un disco cantatissimo, spiccatamente soul, notturno ma delicato; midtown invece è prevalentemente strumentale, un pò ossesivo in certi passaggi, crudo e cupo.


però te lo consiglio lo stesso perchè come atmosfera penso possa piacerti lo stesso
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<< Poi ce la prestiamo... Insomma la patonza deve girare>>

Aurelio De Laurentiis ha lasciato la sede dove si stanno svolgendo i sorteggi dei calendari fermando uno sconosciuto che passava su un motorino dicendogli: "Portami via da questo posto". Ed è andato via come passeggero del motorino di uno sconosciuto

 
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#10 Guest_telegram_*

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Inviato 16 gennaio 2009 - 18:03

mi aggancio al post chilometrico di telegram per criticare un po' il fattore storia. Io lotterò sempre con tutte le forze per rendere la musica l'unica cosa su cui dare un'opinione. Sapere cosa contorna la nascita dell'opera arricchisce sicuramente, ma la musica (qui c'è il secondo me grande come una casa) deve arrivare da sola. Non è che mi fa schifo e dopo scopro che il disco è stato fatto suonando le linguette delle lattine e la cosa diventa migliore o peggiore alle mie orecchie. Mi rimane sempre una schifezza uguale. Non mi ha mai fatto cambiare idea l'indagare su un disco, al massimo mi ha fatto pensare a quanta sofferenza e sacrificio arrivi a costare il fare una schifezza. Non esiste nemmeno un disco sul forum privo di un qualche giudizio molto negativo, ognuno ha la sua strada e dice la sua. E per fortuna direi...

Per me è legittimo dire che questo disco non piace, la cosa che troverei scorretta sarebbe invece l'ascoltarlo una (o mezza) volta, cestinarlo e venire in questo thread a dire "che cagata", da parte magari di una persona che ascolta solo noise e punk, e non conosce la house. Quanto varrebbe un giudizio del genere? Quanto a "L'attaccarsi alla storia è un modo molto largo per dire sei ignorante e manco sai di che parli", personalmente non ho l'abitudine di usare questi giri molto larghi. Se trovo qualcuno ignorante in un certo ambito glie lo dico direttamente (Julian quando criticava Owens se lo ricorderà asd ), figurati se uno acido come me ha peli sulla lingua! Dico solo che in casi particolari (non fare quindi di tutta l'erba un fascio) come per esempio la musica brasiliana di protesta pubblicata durante la dittatura, o musiche rappresentanti minoranze o realtà ghettizzate come appunto la prima house, per me non conoscerne la storia significa non capire da dove deriva il suono. E' qualcosa che ha influenza diretta sul suono: la house è venuta fuori perché sostanzialmente era quanto di meglio si avvicinasse alla carica meccanica del sesso e creasse l'effetto trance giusto per assumere droghe in quel contesto. Il tropicalismo venne in quel modo come reazione a determinate posizioni riguardanti la conservazione della musica tradizionale brasiliana. Se non avessero avuto quella storia, i suddetti generi avrebbero SUONATO diversamente: capisci quindi che non si tratta di puro nozionismo, ma di qualcosa che poi diventa riscontrabile con le proprie orecchie. E magari se queste cose non le sai e ascolti un disco, non le noti e quindi il disco ti piaciucchia e basta; mentre se le sai e lo ascolti, e quindi le noti, probabilmente ti ci esalti, anche per il solo fatto di averle riconosciute. Ma non solo: anche il potere evocativo ne risente. Io quando ascolto musica mi faccio spesso trip paesaggistici, legati alle sensazioni che quel suono mi fornisce: quando ascolto house penso spesso a locali e strade notturne, una cosa che mi è stata sicuramente indotta dal conoscerne la storia. Se non la conoscessi probabilmente non evocherei quelle immagini e quindi ne godrei di meno, o in maniera diversa. Si tratta insomma di cose che tra il saperle e il non saperle, può cambiare l'impatto emotivo, anche di parecchio.
Poi, nel caso specifico del disco in questione, invitavo (e ribadisco che lo facevo con assoluta cordialità, non con afflato moralista) a evitare uscite lapidarie, perché tratta di argomenti talmente delicati, che per me passarci sopra con la scherzosa cafonaggine che spesso scioriniamo nel forum (me per primo eh) potrebbe essere una mossa un poco infelice dal punto di vista prettamente umano, tutto qui. Poi ognuno fa come gli pare, per quel che mi riguarda siete anche liberi di dare 0 al disco e postare una svastica come commento, ci mancherebbe. :D
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#11 mongodrone

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Inviato 16 gennaio 2009 - 18:12

giustissimo quello che dici, ma coi riferimenti storici bisogna comunque saper dosare. intanto va distinta la storia verace da quella meno verace, visto che le scene nascono muoiono ritornano diventano moda eccetera. e poi possono esserci scene di nicchia molto interessanti sul lato storico o "esistenziale", ma se alla fine non ne nasce uno stile o un disco unico, che rappresenta veramente quella scena, questa stessa scena resterà un luogo in cui si è sentito e sperimentato ma in cui non si è riusciti ad andare fino in fondo.
(quest'ultimo punto spiega la mia posizione teorica sulla non eguale importanza di tutti i generi musicali, ma qui siamo già paurosamente OT, non sto assolutamente parlando del genere o disco in questione, devo ancora ascoltarlo)
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#12 Guest_telegram_*

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Inviato 16 gennaio 2009 - 18:15

giustissimo quello che dici, ma coi riferimenti storici bisogna comunque saper dosare. intanto va distinta la storia verace da quella meno verace, visto che le scene nascono muoiono ritornano diventano moda eccetera. e poi possono esserci scene di nicchia molto interessanti sul lato storico o "esistenziale", ma se alla fine non ne nasce uno stile o un disco unico, che rappresenta veramente quella scena, questa stessa scena resterà un luogo in cui si è sentito e sperimentato ma in cui non si è riusciti ad andare fino in fondo. (quest'ultimo punto spiega la mia posizione teorica sulla non eguale importanza di tutti i generi musicali, ma qui siamo già paurosamente OT, non sto assolutamente parlando del genere o disco in questione, devo ancora ascoltarlo)

Le tue opposizioni sono tutte giuste, difatti dicevo che il mio discorso va applicato a casi particolari e con dosaggi di volta in volta diversi, non voleva essere un monito di carettere generale, sarebbe di un'ingenuità imbarazzante.
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#13 mongodrone

    post-feudatario

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Inviato 16 gennaio 2009 - 18:27

si si, comunque mi sono anche espresso male, "stile unico" non ha molto senso, la musica napoletana è unica e rappresenta perfettamente quella scena, asd è più una questione di originalità di materiali, di composizione, ecc
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#14 PrebenElkjaer

    Classic Rocker

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Inviato 16 gennaio 2009 - 23:04

.....
Il tropicalismo venne in quel modo come reazione a determinate posizioni riguardanti la conservazione della musica tradizionale brasiliana. Se non avessero avuto quella storia, i suddetti generi avrebbero SUONATO diversamente: capisci quindi che no :) n si tratta di puro nozionismo, ma di qualcosa che poi diventa riscontrabile con le proprie orecchie.
......

ecco qua volevo arrivare :)
Il punto è sul SUONATO, nel senso che se poi non mi piace come suona sapere o non sapere la storia lo trovo abbastanza indifferente ai fini del disco. Magari mi piacerà la storia però. Poi l'immaginario che ognuno si crea attorno a quello che ascolta (del tutto personale e definito dalla propria esperienza) finisce col dare corda alla teoria di wago per cui ognuno ascolta la propria personale versione del disco :)
Quello che mi fa ribrezzo è quando passa il concetto che c'è una storia dietro allora è un bel disco. Ma qui mi sa che all'incirca siamo nella stessa posizione, solo partendo da punti diversi.
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#15 Guest_Julian_*

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Inviato 17 gennaio 2009 - 08:31

Julian quando criticava Owens


Puah! Ti meriti di essere perseguitato da Lassigue, allora  asd

Comunque hai ragione dai, io non capisco chi considera l'approfondimento storico (che poi è sempre anche approfondimento stilistico) un qualcosa di sbagliato e da evitare come la peste (atteggiamento molto diffuso sul forum, si legge spesso "a me della storia non frega nulla", "a me dell'importanza storica non interessa" etc...quasi che chi considerasse questi fattori fosse in errore a prescindere).

Personalmente mi sento "incompleto" se non indago qualcosa anche dal punto di vista storico e culturale, se non ne indago gli sviluppi. Così come se non ne individuo i parametri stilistici fondamentali. Per me è qualcosa che arricchisce culturalmente ed aiuta nella comprensione dell'opera in sè.
L'equivoco nasce quando da questi approfondimenti storici si deduce la presunta superiorità di un'opera correlata al contesto storico (per cui se introduco certe sonorità sono il più bravo e nessuno può discuterlo).

Io cerco di scindere sempre i due piani, tant'è che mi piacciono artisti che di certo non sono rivoluzionari sul piano storico (penso ai Grant Lee Buffalo, band che adoro) e non ne apprezzo altri decisamente più importanti (penso in parte ai Candlemass, che mi piacciono relativamente). Ma questo non esclude un interesse storico-culturale puro, anzi. Quando ho scoperto la mia passione per l'hardcore punk mi sono interessato alla sua storia ed ho letto qualcosa sul genere, lo stesso con la new-wave, più recentemente anche con il tropicalismo.

Ed ho intenzione di rimediare anche ad alcune lacune in ambito house.
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#16 bebo

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Inviato 17 gennaio 2009 - 10:52

Il problema forse è che questo disco parla effettivamente di storia, di quella storia. Attraverso i testi. Credo sia quasi inevitabile prendere in considerazione (per la comprensione credo più che per la valutazione) anche solo marginalmente l'oggetto di riferimento del disco.
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#17 Guest_telegram_*

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Inviato 17 gennaio 2009 - 12:30

Io cerco di scindere sempre i due piani, tant'è che mi piacciono artisti che di certo non sono rivoluzionari sul piano storico (penso ai Grant Lee Buffalo, band che adoro) e non ne apprezzo altri decisamente più importanti (penso in parte ai Candlemass, che mi piacciono relativamente).

Che i Candlemass siano più importanti dei Grant Lee Buffalo saranno due chiacchiere comunque. Ma ora non divaghiamo, si parli di questo commovente disco. :'(
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#18 Guest_Julian_*

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Inviato 17 gennaio 2009 - 13:09

Io cerco di scindere sempre i due piani, tant'è che mi piacciono artisti che di certo non sono rivoluzionari sul piano storico (penso ai Grant Lee Buffalo, band che adoro) e non ne apprezzo altri decisamente più importanti (penso in parte ai Candlemass, che mi piacciono relativamente).

Che i Candlemass siano più importanti dei Grant Lee Buffalo saranno due chiacchiere comunque. Ma ora non divaghiamo, si parli di questo commovente disco. :'(


Va beh mi riferisco ai Candlemass come padri di una nuova scena metal, non sono un grande intenditore del settore ed ho parlato "a naso".

Comunque, ora mi sono procurato il disco e lo provo, a breve le prime impressioni.
Personalmente, sono molto affascinato sia dall'idea di una musica particolarmente "astratta", quale si evince dalla recensione, sia dalla lettura più nera e fisica che ne da Bebo, quindi credo che il disco possa piacermi.
  • 0

#19 Guest_telegram_*

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Inviato 17 gennaio 2009 - 13:39

Personalmente, sono molto affascinato sia dall'idea di una musica particolarmente "astratta", quale si evince dalla recensione, sia dalla lettura più nera e fisica che ne da Bebo, quindi credo che il disco possa piacermi.

Di astratto, come detto, non c'è proprio niente. Quanto al nero, ci sta, ma di riflesso, appunto riferendosi il disco (in parte) a certa vecchia house: l'artista in questione è bianchissimo, e attivista per quanto riguarda la questione transgender. Su questo vergono gli argomenti di cui tratta. Non aspettarti comunque niente di minimamente vicino a Owens, che potresti rimanere scottato.
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#20 keith

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Inviato 17 gennaio 2009 - 13:54

Ragazzi, a me il disco è piaciuto parecchio, così come quello di Owens l'anno scorso.

Premesso il fatto che di House ne so molto poco, ho cercato un thread qui su OndaRock che potesse avviarmi verso le basi della musica House, ma non ho trovato nulla. Non sarebbe una cattiva idea aprire un topic sull'argomento, in cui voi esperti di House ci/mi consigliate un buon percorso musicale (pietre miliari house per esempio??), così come fatto in passato con l'hip hop. Che ne dite?

Se il topic in questione fosse già esistente, scusatemi; io non l'ho trovato.
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#21 Smog.

    .

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Inviato 17 gennaio 2009 - 14:01

Ragazzi, a me il disco è piaciuto parecchio, così come quello di Owens l'anno scorso.

Premesso il fatto che di House ne so molto poco, ho cercato un thread qui su OndaRock che potesse avviarmi verso le basi della musica House, ma non ho trovato nulla. Non sarebbe una cattiva idea aprire un topic sull'argomento, in cui voi esperti di House ci/mi consigliate un buon percorso musicale (pietre miliari house per esempio??), così come fatto in passato con l'hip hop. Che ne dite?

Se il topic in questione fosse già esistente, scusatemi; io non l'ho trovato.


quì c'è qualcosa http://www.ondarock....60820#msg160820

il discorso merita però di essere approfondito. ultimamente mi sono spinto piuttosto a fondo verso questi lidi e non mi dispiacerebbe tornare a parlarne.



intanto il disco lo sto ascoltando con la solita lentezza (vista la lunghezza poi, c'è da prendersi un paio di giorni liberi. a presto qualche commento.
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Nicola.

#22 Guest_telegram_*

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Inviato 17 gennaio 2009 - 14:14

Hai ripescato un ottimo thread smog, direi che keith può proseguire lì, almeno riprendiamo anche un po' di discorsi lasciati in sospeso. :-*
  • 0

#23 Guest_Julian_*

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Inviato 17 gennaio 2009 - 15:20


Personalmente, sono molto affascinato sia dall'idea di una musica particolarmente "astratta", quale si evince dalla recensione, sia dalla lettura più nera e fisica che ne da Bebo, quindi credo che il disco possa piacermi.

Di astratto, come detto, non c'è proprio niente. Quanto al nero, ci sta, ma di riflesso, appunto riferendosi il disco (in parte) a certa vecchia house: l'artista in questione è bianchissimo, e attivista per quanto riguarda la questione transgender. Su questo vergono gli argomenti di cui tratta. Non aspettarti comunque niente di minimamente vicino a Owens, che potresti rimanere scottato.


In effetti hai ragione.
Posso però dire che la sorpresa positiva è grandissima, ora per favore ditemi che esiste tutta una scena che questo lavoro ha voluto riportare a galla, perchè in quel caso "piatto ricco mi ci ficco".

E, al primo ascolto, posso dire che il disco in questione mi sta colpendo molto più di quello di Owens, forse perchè oggi sono entrato maggiormente in sintonia con queste sonorità, o forse perchè per me è anche più bello.
Ma è presto per dare giudizi definitivi, per ora mi limito a dire "Cazzo che disco!".
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#24 Piper

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Inviato 17 gennaio 2009 - 15:39



Personalmente, sono molto affascinato sia dall'idea di una musica particolarmente "astratta", quale si evince dalla recensione, sia dalla lettura più nera e fisica che ne da Bebo, quindi credo che il disco possa piacermi.

Di astratto, come detto, non c'è proprio niente. Quanto al nero, ci sta, ma di riflesso, appunto riferendosi il disco (in parte) a certa vecchia house: l'artista in questione è bianchissimo, e attivista per quanto riguarda la questione transgender. Su questo vergono gli argomenti di cui tratta. Non aspettarti comunque niente di minimamente vicino a Owens, che potresti rimanere scottato.


In effetti hai ragione.
Posso però dire che la sorpresa positiva è grandissima, ora per favore ditemi che esiste tutta una scena che questo lavoro ha voluto riportare a galla, perchè in quel caso "piatto ricco mi ci ficco".


secondo il mio modestissimo parere tutto il disco è un riportare a galla il filone deep house più soul oriented di chicago. molte voci che senti, intermezzi e altri inserti sono presi da vecchi brani house, quasi come a dchiarare un amore, o una riconoscenza\dipendenza, verso un determinato tipo di produzioni.
  • 0
<< Poi ce la prestiamo... Insomma la patonza deve girare>>

Aurelio De Laurentiis ha lasciato la sede dove si stanno svolgendo i sorteggi dei calendari fermando uno sconosciuto che passava su un motorino dicendogli: "Portami via da questo posto". Ed è andato via come passeggero del motorino di uno sconosciuto

 
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#25 Guest_Julian_*

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Inviato 18 gennaio 2009 - 10:44


Personalmente, sono molto affascinato sia dall'idea di una musica particolarmente "astratta", quale si evince dalla recensione, sia dalla lettura più nera e fisica che ne da Bebo, quindi credo che il disco possa piacermi.

Di astratto, come detto, non c'è proprio niente. Quanto al nero, ci sta, ma di riflesso, appunto riferendosi il disco (in parte) a certa vecchia house: l'artista in questione è bianchissimo, e attivista per quanto riguarda la questione transgender. Su questo vergono gli argomenti di cui tratta. Non aspettarti comunque niente di minimamente vicino a Owens, che potresti rimanere scottato.


Mmm...ora che l'ho ascoltao 2-3 volte mi sento di dire che secondo me la sua bellezza sta proprio nel combinare queste atmosfere estremamente dilatate e rarefatte (forse il recensore si riferisce a questo) con una passionalità estrema, diretta, priva di compromessi. E' un disco che trasuda sangue ma anche al contempo si mostra rarefatto e quasi impalpabile.

In ogni caso, bellissimo, per me va oltre anche all'ultimo di Owens, si tratta di sonorità con cui sono più in sintonia.
  • 0

#26 Guest_Julian_*

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Inviato 22 gennaio 2009 - 12:33

Bene, riporto su perchè dopo qualche giorno di ascolti me la sento di sbilanciarmi: questo è un capolavoro, uno fra i dischi di musica elettronica che mi hanno appassionato di più in assoluto.

Va beh, sono un ignorante nel settore, ma il disco mi entusiasma lo stesso, bellissimo, alcuni pezzi sono fantascienza pura. Consocere i testi non può che farmelo amare ancora di più, condivido tutto quanto detto da Telegram a proposito.

  • 0

#27 Piper

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Inviato 22 gennaio 2009 - 13:25

Bene, riporto su perchè dopo qualche giorno di ascolti me la sento di sbilanciarmi: questo è un capolavoro, uno fra i dischi di musica elettronica che mi hanno appassionato di più in assoluto.

Va beh, sono un ignorante nel settore, ma il disco mi entusiasma lo stesso, bellissimo, alcuni pezzi sono fantascienza pura. Consocere i testi non può che farmelo amare ancora di più, condivido tutto quanto detto da Telegram a proposito.


mi fa piacere che ti sia piaciuto, sopratutto vista la tua recenta voglia di approfondire il genere. magari per te c'è ancora speranza  asd

comunque ti consiglio di recuperare sia il disco che ti consigliato via pm, sia le compilation di Ben Watt che ho segnalato nel thread sulla vecchia House, in particolare la serie che si chiama Lazy Dog, penso ti possa piacere.
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#28 Guest_Julian_*

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Inviato 22 gennaio 2009 - 16:26

Sì sì, sto già cercando di recuperarli...grazie ancora per il consiglio!

Evidentemente, anche voi truzzi a volte siete bravi ùaglioni  ;D
  • 0

#29 Archibaldoflancaster

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Inviato 26 gennaio 2009 - 20:43

ero tentato di fingere massimo disprezzo per generare un flame e creare un po' più di attenzione intorno a questo disco

però non ho tanto tempo

quindi insomma mi limito a dire che è bellissimo, e commovente per molti tratti

:-*

brava la piper band, RU e pure herr romagna
  • 0

#30 Guest_Giovanni Drogo_*

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Inviato 27 gennaio 2009 - 19:49

ero tentato di fingere massimo disprezzo per generare un flame


A me questo disco è piaciuto un sacco.

Ecco, l'ho detto, ora magari il flame arriva, con gente che dice che è il classico disco fatto per accalappiare gli estranei al genere.
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#31 Bartolo

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Inviato 01 febbraio 2009 - 10:47

MAGNIFICO  O_O
Onestamente quano i primi di gennaio ho letto la recensione disco del mese su Blow Up non credevo ai miei occhi: SIB che recensisce un disco house?!?!?! Mi sono detto che dovevo approfondire meglio, era la prima volta. Poi, dopo una decina di giorni, ho letto la recensione su onda rock e su altri siti e il sospetto si è rafforzato peché tutti ne parlavano come di un capolavoro. ADESSO FINALMENTE L'HO SENTITO e mi ha travolto  :-* Bellissimo, non so come dire ma è il primo disco house che non mi fa vomitare. Qualcuno di voi sa dirmi altri dischi che si pongono più o meno sulla stessa lunghezza d'onda?
  • 0

#32 Guest_telegram_*

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Inviato 02 febbraio 2009 - 11:26

SIB che recensisce un disco house?!?!?! Mi sono detto che dovevo approfondire meglio, era la prima volta.

Che è esattamente il motivo per cui avevo deciso di starne alla larga. asd Non ringrazierò mai abbastanza Brainiac per avermi convinto a ascoltarlo.


Qualcuno di voi sa dirmi altri dischi che si pongono più o meno sulla stessa lunghezza d'onda?

Come si sarà evinto da questo thread e da quello generale sulla house, la grandezza di questo disco sta anche nell'aver messo in difficoltà noi truzzi del forum nel trovargli qualcosa di simile... un album davvero non c'è, al limite qualche pezzo isolato, e con le dovute riserve...
  • 0

#33 Man-Erg

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Inviato 02 febbraio 2009 - 14:22

l'ho riascoltato ieri sera completamente avvolto dal buio e vedo che mi sta pian piano crescendo con gli ascolti
non è un disco semplice (banalità)
  • 0
Though we've been denied
Too much hope in our lives
Let tonight be the night
Let tonight be the night when it ends

#34 Bartolo

    Groupie

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Inviato 02 febbraio 2009 - 15:05


SIB che recensisce un disco house?!?!?! Mi sono detto che dovevo approfondire meglio, era la prima volta.

Che è esattamente il motivo per cui avevo deciso di starne alla larga. asd Non ringrazierò mai abbastanza Brainiac per avermi convinto a ascoltarlo.


:) nessuno è perfetto come vedi, anche tu puoi errare


Qualcuno di voi sa dirmi altri dischi che si pongono più o meno sulla stessa lunghezza d'onda?

Come si sarà evinto da questo thread e da quello generale sulla house, la grandezza di questo disco sta anche nell'aver messo in difficoltà noi truzzi del forum nel trovargli qualcosa di simile... un album davvero non c'è, al limite qualche pezzo isolato, e con le dovute riserve...


:'( non molto di aiuto...
  • 0

#35 Guest_telegram_*

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Inviato 02 febbraio 2009 - 15:14

nessuno è perfetto come vedi, anche tu puoi errare

I gusti di Bianchi mi fanno schifo, e di house non l'ho mai visto parlare, va da sé che combinando le due cose non ho potuto che stare alla larga dal disco. Non seguire uno di cui non ti fidi da quando sarebbe un errore? O_O
  • 0

#36 bosforo

    ¬`¬`

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Inviato 02 febbraio 2009 - 18:56

Finora sono riuscito a recuperare solo la title track (in effetti bellissima), spero di sentire l'album quanto prima

si direbbe il genere di house che mi può prendere.. poco soul, molto freddo
  • 0

#37 norb

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Inviato 02 febbraio 2009 - 19:08

Secondo me è un disco bellissimo. Non direi freddo...la temeratura è sempre piuttosto calda anche se le atmosfere sono spesso melanconiche. ...blues, insomma.
  • 0

#38 Piper

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Inviato 03 febbraio 2009 - 00:28

Qualcuno di voi sa dirmi altri dischi che si pongono più o meno sulla stessa lunghezza d'onda?


tutti.

è una provocazione ovviamente, ma secondo me non tanto lontana dalla realtà. questo è un disco che sicuramente cerca di sfuggire alle facili catalogazioni, ma in fin dei conti è un disco house fin nel midollo. ci son stati kili e kili di vinili incisi da sperduti dj che suonano come questo disco, talmente tanti che non saprei quale consigliarti, considerando che ci sono 20 anni di singoli da cui questo disco in fondo ha attinto a piene mani.

interi album effettivamente non me ne vengono facilmente in mente, ma di singoli ad avere una buona memoria ci si potrebbe riempire pagine di forum. pertanto rinnovo il mio consiglio ad iniziare con delle compilation improntate alla deep-house (ne ho consigliata qualcuna secondo me molto valida qualche intervento fa).

volendo continuare con la provocazione direi di cominciare con una compila decisamente sputtanata:

Immagine inserita
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#39 Bartolo

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Inviato 03 febbraio 2009 - 07:37


nessuno è perfetto come vedi, anche tu puoi errare

I gusti di Bianchi mi fanno schifo, e di house non l'ho mai visto parlare, va da sé che combinando le due cose non ho potuto che stare alla larga dal disco. Non seguire uno di cui non ti fidi da quando sarebbe un errore? O_O


:'( ho solo pensato che se non ti fidi e poi ti consiglia un disco che ti piace forse l'errore è non fidarsi, no?  ;)
comunque poco importa, credo
  • 0

#40 Bartolo

    Groupie

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Inviato 03 febbraio 2009 - 07:39


Qualcuno di voi sa dirmi altri dischi che si pongono più o meno sulla stessa lunghezza d'onda?


tutti.

è una provocazione ovviamente, ma secondo me non tanto lontana dalla realtà. questo è un disco che sicuramente cerca di sfuggire alle facili catalogazioni, ma in fin dei conti è un disco house fin nel midollo. ci son stati kili e kili di vinili incisi da sperduti dj che suonano come questo disco, talmente tanti che non saprei quale consigliarti, considerando che ci sono 20 anni di singoli da cui questo disco in fondo ha attinto a piene mani.

interi album effettivamente non me ne vengono facilmente in mente, ma di singoli ad avere una buona memoria ci si potrebbe riempire pagine di forum. pertanto rinnovo il mio consiglio ad iniziare con delle compilation improntate alla deep-house (ne ho consigliata qualcuna secondo me molto valida qualche intervento fa).

volendo continuare con la provocazione direi di cominciare con una compila decisamente sputtanata:

Immagine inserita


grazie! "deep house" è già un'indicazione  :D  cercherò la compila che dici, anche se la parola 'chillout' mi fa venire il voltastomaco pwerché le cose che ho sentito come 'chillout' sono sempre state distantissime dai miei gusti.

  • 0

#41 Piper

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Inviato 03 febbraio 2009 - 08:51

si posso capire il prurito per la parola chill-out asd, eppure secondo me la componente più forte di questo disco è proprio l'impostazone Lounge (o chill-out) dei brani.


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#42 Guest_Julian_*

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Inviato 03 febbraio 2009 - 12:10

Finora sono riuscito a recuperare solo la title track (in effetti bellissima), spero di sentire l'album quanto prima

si direbbe il genere di house che mi può prendere.. poco soul, molto freddo


A me sembra invece sentitissimo e "nerissimo", semmai lontano dal beat dozzinale che spesso viene associato a questo tipo di musica. "Sisters i don't know what this world is coming to" è un pezzo da urlo, ed è viscerale, pur conservando un distacco ed una dimensione astratti.
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#43 bebo

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Inviato 03 febbraio 2009 - 16:08

Raffi ma quello è il primo Cafè del Mar? Io mi ricordo del primo, ma non mi ricordo della copertina, e c'erano delle cose proprio belle dentro.
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#44 Piper

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Inviato 03 febbraio 2009 - 16:24

Raffi ma quello è il primo Cafè del Mar? Io mi ricordo del primo, ma non mi ricordo della copertina, e c'erano delle cose proprio belle dentro.


quello che ho postato è il primo dei cafe del mar dedicati esclusivamente alla chill-house (termine praticamente inventato da loro ma rende l'idea asd). credo invece tu ti riferisca al primo cafe del mar in assoluto, datato mi pare 1994, che replicava i set lounge nel senso largo del termine che accompagnavano gli aperitivi; e si ci son delle cose davvero belle dentro (ti consiglio per lo meno i primi 4 volumi).
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Il tuo know how al servizio delle mie piastre potrebbe distruggere ogni muro di ogni discoteca del mondo. I Masters At Work vorrebbero il nostro autografo.
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#46 Piper

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Inviato 03 febbraio 2009 - 16:36

asd asd

insomma la versione anni 2000 di albertino e fargetta :D
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#47 vuvu

    الرجل المكرسة لقضية المرأة ويقع في

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Inviato 16 febbraio 2009 - 15:45

I Masters At Work vorrebbero il nostro autografo.


Non nominare il nome degli Dei invano, techno minimal indie tortellino boy.  :P

Circa Midtown 120 Blues , gli ascolti mostrano un'opera frastagliata, pulsante ma non troppo, densa di intensi beat obliqui ma anche di sfumature proprie di quel chill out ascoltabile solo mentre bevi un caffè al mare, chiedendoti il perchè di quel groove anestetico. E' in definitiva un lavoro molto gradevole, ma lontano dall'house profonda, soul e negra dell'ultimo Owens (alleluia, il parallelo c'è e tenetevi lontani) o degli ultimi restauratori freddi ma non troppo di Detroit (addio mia amatissima Chicago?). Diciamo che investe l'anima solo superficialmente, entrando dritto nei cuori di chi (ahimè) conosce l'house solo restando fermo dietro una scrivania, senza aver mai sudato minimamente una t-shirt, con il culo freddo freddo, lontano dalla cassa che vibra. Difficile che arrivi a scaldare muscoli, cuore e ossa nel privè di un Pachà targato Ibiza. Ad ogni modo, scatta un sette indie pieno alla classe e allo stile immacolato.
  • 0

"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).


#48 Brainiac's Son

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Inviato 20 febbraio 2009 - 15:51

Sba-glia-tis-si-mo*.


*Ci ho messo 26 minuti per studiare la divisione in sillabe di "sbagliatissimo"!
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#49 vuvu

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Inviato 20 febbraio 2009 - 15:57

Intendi il mio commento o il disco? ???
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#50 Brainiac's Son

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Inviato 20 febbraio 2009 - 16:14

Ahahahah! Giusto! Non si capisce. :D
Non parlavo esattamente del tuo intervento, quanto del tuo approccio al disco, che poi ha generato il tuo giudizio e il tuo intervento.
Mi sembra infatti che tu lo abbia guardato proprio da quella prospettiva che "Midtown 120 Blues" sovverte e in antitesi della quale si pone in modo anche brutale (certo, è una brutalità sui generis, ma è un atto anche violento, a ben vedere).

Qui è tutt'altro che chill-out, perché siamo in presenza di una sostanza pesantissima, che in parte è possibile scorgere nella musica, negli interventi vocali senza parole, in alcune mosse concettuali che non hanno precedenti e sono a dir poco shockanti (da dove viene il sample vocale che dà il titolo a "House Music Is Controllable Desire You Can Own"? ti rendi conto di cosa significhi una scelta del genere, soprattutto oggi?). L'altro elemento che dà la cifra del disco è la pesantissima malinconia dei pochi ma fondamentali testi, quando proprio non è sconforto, amarezza, dolore, rabbia (il monologo su Madonna è esemplare).
Ed è vero che quella di Sprinkles è una house lontanissima da Robert Owens, dalla negritudine, e ancor più dal meticciato estroso e passionale dei Masters at Work (non confondere Chicago con New York: è soprattutto al secondo mondo che questo disco si rivolge, pur non mancando la distanza anche da Chicago). E' lontana consapevolmente, perché è la storia e la concezione dei vincitori. E' esattamente ciò che "Midtown 120 Blues" mette in discussione.
Questo disco urla una domanda: "E se tutto quello che vi hanno raccontato sulla house finora fosse falso?". Tu hai deciso che non lo è, io mi fermo alla forza dirompente di questa domanda.
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