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[Monografia] David Cronenberg


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370 replies to this topic

Sondaggio: Il capolavoro cronenberghiano (171 utente(i) votanti)

Il capolavoro cronenenberghiano

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#101 corey

    mainstream Star

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Inviato 14 dicembre 2007 - 08:52

Ed è proprio da metà film in poi, più o meno (quando l'infezione ha contagiato la maggior parte dell'albergo), che comincia il tedio per una pellicola che si trascina avendo già detto quasi tutto quel che aveva da dire.


Qui si scontrano frontalmente le nostre concezioni sul cinema. Per te un film deve "dire" qualcosa, per me "mostrare". Tutto sommato dell'originalità della sceneggiatura a me importa fino a un certo punto (ecco perché la prevedibilità per me non è, quasi mai, un limite), mi interessa tremendamente invece il modo in cui la regia - lo stile - si fa carico della responsabilità semantica del film. Lo sguardo avant toute chose, insomma.


A queste cose, ma anche alla resa della malattia, molto più raffinata ed efficace nei film successivi.


Integralmente questionabile. Per me è l'esatto contrario (non è così, o almeno non lo è del tutto, ma mi piaceva usare questa formula).

E non credo che il classico arredamento 70's degli ambienti possa essere in alcun modo "futuristico"...


Magari se contestualizzi ti ricredi. Magari.
E magari io dovrei rivedere il film (che tra l'altro possiedo in un dvd funestato da un inesplicabile buco nero di qualche minuto in cui si percepisce soltanto l'audio).
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i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#102 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 14 dicembre 2007 - 11:25

Abbiamo vinto!
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#103 scirocco

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Inviato 14 dicembre 2007 - 13:35

il film entra dannatamente 'nella pelle'

Esatto e mi colpirono soprattutto i mezzi piani di Holly Hunter, faccia perfetta per quel ruolo così complicato. Lo stridore del suo angelico sguardo contro quel groviglio di metallo con cui era costretta a convivere aveva qualcosa di metafisicamente terrificante. A differenza di altri film dove gli strumenti meccanici focalizzavano scopi narrativi ben precisi costituendo significati centrali della visione (penso a Inseparabili, ad esempio), qui, nonostante fossero veicoli materiali di forte valenza, servivano soprattutto ad amplificare il malessere invisibile che il film alimentava. Questo uso particolare dei mezzi espressivi non l'ho riscontrato nelle altre sue opere. Un film che, forse, non è stato capito completamente proprio per questa sua natura un po' esoterica e sotterranea.

P.S. Devo recuperare Scanners.
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#104 Homer

    Classic Rocker

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Inviato 14 dicembre 2007 - 22:34

Ho appena visto La promessa dell'assassino.
Cronenberg è sempre lui: glaciale, crudo. Ma in parte, questa volta, un pò mi ha deluso...e spero non sia in fase di involuzione. Comunque, perfetto Mortensen (pettinatura a parte).
La classica nottata di riflessione porterà consiglio, domani ne parlerò meglio.

  • 0

"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#105 Maldon

    Groupie

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Inviato 15 dicembre 2007 - 00:20

Siccome l'unico thread che si occupa del genio di Cronenberg è dedicato ad un suo unico film, mi è parsa cosa buona e giusta proporre una bella discussione sull'intero operato di questo complicato, quanto indecifrabile autore del nostro tempo...

Che opinione avete del suo modo di fare cinema? quali sono gli aspetti che più vi piacciono o che più vi rivoltano?

E infine, tanto per giocare, qual è sempre secondo voi il suo film più bello?

A voi il voto e la parola..


Non basterebbero mille righe per il canadese.
Ne traccio un semplice schizzo, e non dirò quale pellicola mi piace di più.
Non c'è meta con lui, per sempre erranti...
Cronenberg non è un cineasta qualunque,
richiede partecipazione virale e serialità da parte dello spettatore.
In mancanza di questi due elementi non lo consiglierei a nessuno, e d'altronde come si fa a consigliare un autore così "esigente"?
In realtà, è lui a scegliere lo spettatore...

cordialità
krisis


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[4.48 Psychosis]
«Omaggio a Sarah Kane. Le corde vocali di Staples diventano marmo su cui scivolano le parole della drammaturga britannica. Il mood Velvet Underground aleggia su questo brano...
è il miglior momento di Waiting for the Moon.»
Maldon

#106 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 15 dicembre 2007 - 12:50

Ho appena visto La promessa dell'assassino.
Cronenberg è sempre lui: glaciale, crudo. Ma in parte, questa volta, un pò mi ha deluso...e spero non sia in fase di involuzione. Comunque, perfetto Mortensen (pettinatura a parte).
La classica nottata di riflessione porterà consiglio, domani ne parlerò meglio.


Sempre a proposito di oscar, un premio a Mortensen sarebbe una vera manna..
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#107 Homer

    Classic Rocker

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Inviato 15 dicembre 2007 - 12:59

Non lo so, Jules...secondo me lui è perfetto per i film di Cronenberg...sta diventando il suo attore feticcio (ed il buon vecchio David ha sempre cambiato i suoi attori, non mi pare di ricordare qualcuno che sia tornato sul set con lui).
Ma non so se sia da Oscar...
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#108 Guest_Oyuki_*

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Inviato 15 dicembre 2007 - 13:15

Ho appena visto La promessa dell'assassino.
Cronenberg è sempre lui: glaciale, crudo. Ma in parte, questa volta, un pò mi ha deluso...e spero non sia in fase di involuzione. Comunque, perfetto Mortensen (pettinatura a parte).
La classica nottata di riflessione porterà consiglio, domani ne parlerò meglio.


Come mai sei rimasto deluso?
Anche io sono andata a vederlo ieri sera e, ripensandoci durante la notte, sono giunta alla conclusione che il film mi è piaciuto molto (a parte qualche dettaglio, ma vabbè).

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#109 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 15 dicembre 2007 - 13:19

Delusione infatti nessuna (per me), chiaro per un autore così invadente come Cronenberg aver a che fare con una storia già impacchettata e pronta per essere diretta è sempre una faticaccia...direi così, mentre nell'ultimo film la messa in scena aveva piegato compiutamente il tutto alla sua poetica, qui c'è riuscito non completamente...la mano dell'autore si vede pochissimo (anche se il thriller è di per sè un gran bel film)..

Voto 7
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#110 Guest_Oyuki_*

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Inviato 15 dicembre 2007 - 13:31

Ne approfitto per fare una domanda spoilerosa:

Spoiler

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#111 corey

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Inviato 15 dicembre 2007 - 13:33

Anche a me il film è piaciuto molto. Anzi moltissimo. Mi è parso molto più teso e necessitato di AHOV, che non mi aveva convinto affatto (tranne il piano sequenza iniziale, un saggio di cinema di platino).
Mille gli aspetti che potrebbero essere sviscerati. Personalmente quello che mi ha impressionato maggiormente è ciò che - in mancanza di un'espressione migliore - definirei "indifferenza della forma". Tutto viene ripreso allo stesso modo: scannamenti, nascite, dichiarazioni di morte, spedizioni punitive, tradimenti e redenzioni. La misura stilistica non cambia mai, ciò che succede sembra tremendamente irrilevante e accidentale di fronte alla raggelante fissità dello sguardo. I tagli delle inquadrature sembrano seguire una logica tutta loro, una sorta di teorema visivo sull'immanenza del potere e sull'irrilevanza di chi lotta per possederlo. Splendida la figura di Semyon (Armin Mueller-Stahl), autentico auctor in fabula, ed esaltante l'improvvisa svolta sul tema del corpo: non più carne in trasformazione, ma superficie su cui scrivere, incidere, tatuare. La metamorfosi è diventata necrologia: dal corpo come organismo in trasformazione al corpo come supporto. La sequenza della sauna mi ha fatto inarcare la schiena dall'inizio alla fine.
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i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#112 Homer

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Inviato 15 dicembre 2007 - 13:35

ATTENZIONE, SPOILER

Cronenberg si vede in tanti aspetti della pellicola.
La promessa dell'assassino è crudo: l'inizio (lo sgozzamento, la ragazza che sta per partorire, il bambino rianimato), la (bellissima) scena del bagno turco e quella di sesso (che trova un lievissimo contraltare nel bacio con Naomi Watts). E glaciale: la fotografia (gli interni del ristorante o della stanza di Naomi Watts), Londra, il personaggio principale (quello interpretato perfettamente da Mortensen); la regia stessa di Cronenberg (minimi e semplici movimenti di camera, qualche carrellata) che pone ogni cosa sullo stesso identico piano.
Quello che non mi è molto piaciuto, è in fondo derivativo di quanto sottolineato da Jules: la storia era già bella che pronta. Certo, Cronenberg l'ha fatto diventare comunque un film suo, ma nel prefinale scivola su lidi troppo convenzionali e prevedibili (non credo comunque che Cronenberg scenderà mai a compromessi). Si riscatta con la bellissima inquadratura finale, accompagnata dalle parole del diario della ragazza.
In ogni caso un film che continua il discorso del precedente (e migliore) A history of violence.

Il voto giusto, anche per me, è 7.
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#113 Homer

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Inviato 15 dicembre 2007 - 13:56

Ne approfitto per fare una domanda spoilerosa:

Spoiler


No, per nulla. Anzi, speravo non succedesse.
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#114 Homer

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Inviato 15 dicembre 2007 - 14:11

No, ma non vorrei essere frainteso: il film comunque merita.
Dispiace, comunque, perchè non so se entrerà nella mia top 10 del 2007.
Forse aspettavo con troppa ansia questo film. Ho iniziato ad amare troppo visceralmente Cronenberg...
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#115 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 15 dicembre 2007 - 14:19

E ma guarda che non c'è niente di male dire che un film piace leggerissimamente di meno rispetto agli altri di un regista che si ama...se no veramente rischiamo di ammazzare il dibattito: esce un film di Cronenberg e che andiamo a vederlo a fare? tanto sarà un film da 10 per tutti, entrerà in tutte le top 10 ecc. ecc....sai che noia!

Mi ricordo che ne discutevo in qualche topic con verdoux o eustache: non credo alla storia del rispetto reverenziale nei confronti di un maestro riconosciuto, anzi secondo me, e non è questo il caso intendiamoci, è troppo divertente stroncare un capolavoro annunciato..
  • 0

#116 Homer

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Inviato 15 dicembre 2007 - 14:29

No, lo so, solo che piano piano sta crescendo la voglia di rivederlo perchè forse la tensione mi ha fatto distrarre, mancare alcuni passaggi.
So solo che ieri sera, tornato a casa, avevo una voglia fortissima di rivedere A history of violence.
Comunque, Cronenberg è sempre lui e riesce a mettere sempre la sua firma, anche laddove (come Eastern Promises) ciò non avvenga completamente.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#117 Maldon

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Inviato 16 dicembre 2007 - 01:20

Interno notte - A volo d'uccello

Ieri, riferendomi a Cronenberg ho adottato la parola "autore". Non è casuale.
Creativi sono gli artisti, ma anche gli autori. Dirò di più: un artista è necessariamente anche un autore, non è vero il contrario. C'è un significativo saggio sull'argomento nell'ultimo numero di Segno. Non mi dilungherò oltre, e per essere sintetici individuo in un Greenaway il concetto d'artista, sensibilità del tutto assente in Cronenberg, uomo eminentemente vertoviano.
Sempre ieri utilizzavo l'aggettivo "esigente".
Esigente e quindi non agilis, con
 un atteggiamento stilistico che è andato sempre più 
purificandosi; un cinema che oggi adotta come cifra fondante
 la laconicità.
Nello specifico: è facile che qualcuno vada a vedere "A history of Violence", 
ne resti profondamente deluso, per poi noleggiare il giorno dopo 
"Scanners" e piacergli tremendamente!

Questo "spettatore" non è pronto per Cronenberg, non può ??agire? l'universo cronenberghiano poiché non ne ha ancora individuato la porta carraia. Per varcarla dovrà fare i conti con la natura serializzante dell??autore canadese, lanciarsi in una forsennata Mise en abyme e sfiorare quei "fili scoperti" che faranno riemergere scene del prima vituperato 
A History of Violence! 

Scoprirà, ne sono certo, che il suo iperrealismo ha un fondamento gnoseologico.

Sul balcone: piano anfibologico (La Zona Cronenberg):

1. Approccio viscerale

In tutta l??opera cronenberghiana ricorre il tema della mutazione. 
Qualche esempio?
The Paradise Murders 
- l??immagine cinematografica parla il linguaggio della malattia; 
un linguaggio virale, contagiato. L??idea del parassita, oltretutto, 
rimanda al Candiru di cui parla Burroughs ne Il Pasto Nudo.
E chi conosce Cronenberg sa benissimo l??ascendenza che ha questo scomodissimo writer della Beat Generation. Non vado oltre nella descrizione del Candiru ?? una specie di vermicello che ama aggrapparsi alle aree genitali ??, dovrei adottare il flick che vive in me, e non ne ho voglia...  asd
Rabid 
- Accentua la componente ??virale?. Cronenberg fa eslicitamente ricorso al 
Cinema per mostrare la sua poetica. E?? la sequenza ambientata in un Cinema Porno dove la protagonista ??infetta? la vittima di turno. Forse didascalica, ma questa operazione di metacinema serve a chiarire che anche il Cinema è infetto, che anche il Cinema contagia.

The Brood 
- Traccia le linee della sua morbosa poetica. Un film e un meta-film al tempo stesso, dove la maternità mostra il suo lato mostruoso!

E vogliamo parlare di Videodrome, l'opera più ambiziosa di Cronenberg?

Un film che porta lo spettatore a vivere l??allucinazione del mondo che ci circonda. I processi di contaminazione che vengono ad instaurarsi tra il macchinico e l??umano. 
E?? un film corporalmente inquietante.
E, allora, perché lo spettatore deve avere un atteggiamento virale?

Semplice, perché deve accettare che il suo sguardo contamini l??immagine così come fa essa stessa sulle sue percezioni. E viralizzare l??immagine significa anche porre domande, usarla come uno psicanalista farebbe con un suo paziente disteso sul lettino: Chi vede cosa? Chi osserva realmente? Ci stiamo osservando vicendevolmente, ovvero v??è un motore immobile che osserva per noi?

La viralizzazione è un momento assolutamente fondante del cinema cronenberghiano.
Virale è l??opera di Cronenberg, senza eccezioni. 
Il virus non viene mai inoculato ma sintetizzato dal corpo stesso. 
Si tratta, insomma, di autointossicazione. E?? il nostro stesso organismo a generare l??anomalia. 
Lo spettatore per penetrare Cronenberg deve fare la stessa operazione, praticare una profilassi rovesciata.
 Cronenberg bandisce l??idea che il virus sia l??incarnazione del Male. 
I Virus, a suo modo, sono pura energia! 
I protagonisti di Cronenberg osservano le loro mutazioni quasi compiaciuti, lungi da loro l??idea di ritornare a uno stato naturale. 
Si tratta, con tutta evidenza, di una forma di ribellione. 
Gli organi si rivoltano. 
Ghezzi in Fuori Orario ebbe a dire di Existenz:
??il tempo non esiste più perché il film te lo succhia via come un programma percorso e inghiottito da un virus, e solo alla fine, cioè fingendo di interrompersi il film, ti accorgi che il set sei tu!?
 Occorre aggiungere altro?

2. Regista esigente

Cronenberg è un autore ??esigente? quando si voglia penetrare 
(un verbo decisamente cronenberghiano) la sua poetica, la sua cifra stilistica. E allora, lo spettatore non può fare a meno di certe coordinate per affrontare la galassia Cronenberg, meglio: 
per abbracciare carnalmente Cronenberg. 
E queste coordinate prendono il nome di: Burroughs, McLuhan, Ballard, il movimento Surrealista, Lovecraft...

Il cinema di Cronenberg è, per certi versi, un??interrogazione continua. 
Certo, non è l??unico!

Nello sconfinato Oceano Cinema affiorano molte domande, ma in genere è quasi sempre uno dei personaggi a rispondere per noi. 
Nel cinema del canadese, al contrario, l??interrogazione è rivolta costantemente a noi. 

Non a caso, precedentemente, ho fatto riferimento 
all??etimo latino ??agilis?.

3. Serializzazione

Ovviamente mi fermo alla lettera, cioè all??idea di disporre la 
filmografia cronenberghiana in serie cronologica. 
Si tratta di una forzatura, evidentemente, ciò che si chiama nel linguaggio cinematografico ??Piano Impossibile?. 
E?? un modo antifrastico per sostenere l??impossibilità, per quanto mi riguarda, di consigliare Cronenberg. 


4. Inespressività

A history of Violence o dell'inespressività (di Viggo Mortensen).

Una scelta, ancora una volta, autoriale, 
assolutamente funzionale alla poetica di Cronenberg.

Basti guardare La Zona Morta, lo sterminatore del Pasto Nudo o l??Allegra di Existenz. Tutti sguardi fissi, quasi stolidi. 
In Cronenberg non v??è mai climax narrativo, è tutto sempre cloroformizzato, anche l??inverosimile accade stancamente. 
L??immobile esteriorità nasconde una mobilissima, furente interiorità!
Penso nuovamente a Kubrick, al suo Tom Cruise.

Anche lì l'attore "lavora di sottrazione", ma siamo sicuri che Cruise abbia effettivamente lavorato? 
L'anacoreta Kubrick, profondo conoscitore di Doppio Sogno di Schnitzler, sapeva benissimo che Fridolin ( il Bill di Tom Cruise) mancava di Psicologia, diversamente da Albertine (l'Alice interpretata dalla brava Kidman). 
Aveva bisogno di un attore con una prossemica incerta, con uno sguardo inespressivo. 
L'invadenza prossemica di un Nicholson, che pure saprebbe lavorare di sottrazione, non era funzionale al progetto. 
Forse, ma è una mia idea, degli attori prestati al cinema di Kubrick, l'unico adatto era Keir Dullea (il Bowman di 2001).

Per EWS il fotografo del Bronx cercava quella che qualcuno ha definito splendidamente:
INESPRESSIVITA' CONGENITA! 

E Tom Cruise il lavoro, in questo senso, lo compie meravigliosamente bene.
 Bill è "agito" magistralmente:
 un uomo sonnacchioso e balbettante, pieno di compassione. 
Quello che Nietzsche definirebbe "malriuscito" e Musil - scrittore austriaco come il dottor Schnitzler - "uomo senza qualità". 
Basterebbe leggere le reazioni patetiche e quasi comiche di Fridolin ai racconti notturni di Albertine - il vero colosso del romanzo - per capire quanta ragione ha avuto Kubrick nel proporre questa maschera a Tom Cruise.
Il Mortensen di Cronenberg sembra avere le stesse qualità. E l'interpretazione del kolossal tolkieniano ne rappresenta una chiara traccia.

5. Apprezzamenti

Finora non mi sono mai spinto oltre l??approccio spettatoriale e registico, tranne lo "sfinimento" di Videodrome. Per apprezzare Cronenberg bisogna conoscerlo a fondo?

La mia risposta è senza appello: NO.

E?? possibile apprezzare il suo cinema anche senza coordinate, 
ma se si vuole abbracciare visceralmente/carnalmente la zona Cronenberg, allora di queste coordinate non se ne può fare a meno.
 Prendiamo, invece, Shining di Kubrick. 
Oso spingermi nell??affermare che per rimanere attratti da questo capolavoro basta che lo spettatore respiri, non necessita di nessuna conoscenza pregressa perché parla il linguaggio del Mito! E chi conosce Kubrick sa bene quanto sia decisivo il mito nella sua filmografia.
Cronenberg è l??aruspice del secolo dell??immagine!

Un uomo che ha vissuto la sua infanzia in una casa composta da colonne e pareti di libri, e con una passione sfrenata per l??entomologia e la biologia non poteva non costituire il suo Cinema che sul Corpo e la Parola. 
Due cifre che spiegano più di mille parole la sua poetica e le sue ramificazioni (im)prevedibili.
Torniamo a Videodrome.

Il dottor O??blivion ?? un nome, un programma ?? è uno dei personaggi più 
meta-cinematografici di Cronenberg. Quando parla di Videodrome 
lo definisce in questo modo:
?E?? il segnale di Videodrome a produrre il danno. Può arrivare sotto forma di monoscopio, o di qualsiasi cosa?.
Sostanzialmente, il segnale di Videodrome mostra quello che lo spettatore vuole vedere. E?? semplicemente un mezzo per dispiegare le nostre recondite pulsioni.
C??è immagine migliore per descrivere Cronenberg? 
Io penso di no. 
Ognuno, nel guardare i film del cineasta canadese, 
merita la visione che vuole intrattenere. 
E questo rimanda a McLuhan, canadese anche lui, e la sua celebre formula ??Medium is Message?.
 Con Cronenberg, il corpo si libera, diventa atto creativo. 
E questo per molti è inaccettabile, inconsciamente inaccettabile. 
Non a caso, Cronenberg ha la rara capacità di irritare gran parte 
degli spettatori, di inquietarli per la radicalità delle sue scelte. 
Le poche volte che il suo Cinema ha convinto era solo perché ha ammantato questa sua radicalità con il quieto stile dell??iperrealismo. 
Nei primi films vestiva i panni di Giordano Bruno, che poi è un ??andare nudi?, a partire da Inseparabili ha assunto le vesti di Galileo, 
affermare per negare.

Non ho ancora visto l'ultimo lavoro, e ho accuratamente saltato i vostri commenti sulla pellicola.
Se conosco bene il canadese, ha ripreso l'ultima pagina scritta del romanzo in fieri per interrogare lo spettatore, metterlo in imbarazzo e ®esistere...

cordialità
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[4.48 Psychosis]
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Maldon

#118 varrick

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Inviato 16 dicembre 2007 - 14:19

Visto iersera: un gran bel film, con la ormai stracitata scena della sauna, la storia del corpo come libro (quindi non più inteso come agente, o almeno non solo, ed elemento perturbante della vita del personaggio, ma anche come oggetto passivo) ed un cast fantastico, ma Mortensen un più fantastico degli altri.
A tratti una storia shakesperiana moderna, raccontata con toni da romanzo ottocentesco... ma solo a me l'inquadratura finale ha ricordato l'ultima di Conan il barbaro?
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#119 Guest_eustache_*

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Inviato 16 dicembre 2007 - 15:22

ma solo a me l'inquadratura finale ha ricordato l'ultima di Conan il barbaro?


è vero...
un capolavoro (se incaricassero cronenberg di girare un episodio di 007 sarebbe un'opera d'arte)

ancora capitalismo e schizzofrenia (come spider, e History of violence). grazie a cronenberg, viggo mortensen diventa un grandissimo attore
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#120 Homer

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Inviato 17 dicembre 2007 - 13:45

e altrimenti chi glielo produceva il film :-)[/color]


Ecco, è proprio questo il punto...
  • 0

"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#121 Karmasukia

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Inviato 17 dicembre 2007 - 18:58

A chi interessa, e a chi non l'avesse già vista: in rete si trova una interessante intervista di Ghezzi a Cronenberg di un bel po' di anni addietro.

Per chi volesse, la può prendere da me da sulsik.
  • 0

#122 Guest_vegeta_*

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Inviato 18 dicembre 2007 - 00:40

grazie a cronenberg, viggo mortensen diventa un grandissimo attore


lo è sempre stato. vedi "Lupo Solitario" di Sean Penn, gran film.

"La Promessa dell'Assassino" mi è sembrato tutto fuorchè una concessione al circuito mainstream. E' un "Padrino" sporco e moderno, senza nessuna epicità, in cui nulla ha più valore, nemmeno la famiglia.
La sceneggiatura cambia strada ogni cinque minuti, e certe sequenze durissime (non solo la lotta nella sauna, pensate pure a quella in cui Cassel "obbliga" Mortensen a fare sesso con la ragazzina)restano indelebili nella memoria. E il tatuaggio, il marchio sulla carne, è, (come sempre in Cronenberg), il punto focale dell'intera vicenda.
Un pelino sotto a "A History of Violence", di cui non possiede il ritmo teso e angosciante, ma comunque un ottimo film.

8/10

  • 0

#123 thom

    The infrared insert of memory encouragement immersion

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Inviato 18 dicembre 2007 - 11:19

Io sono uscito abbastanza deluso dalla visione del film.
A parte la solita (sacrosanta) attitudine entomologica nella presentazione dei personaggi, il film mi è sembrato poco più di un buon thriller.

Ci sta quindi una valutazione positiva, ma niente a che fare con il lavoro precedente*.

* Una visione recente de Gli spietati mi ha illuminato rispetto alle evidenti analogie con A history of violence. Anzi, quest'ultimo, mi è sembrato divenire quasi l'unico seguito possibile, in un contesto post-elegia-western.
  • 0

#124 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 18 dicembre 2007 - 11:41

uhm....non mi convince molto la tua affermazione asteriscata...cosa ti spinge ad affermare ciò?
  • 0

#125 thom

    The infrared insert of memory encouragement immersion

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Inviato 18 dicembre 2007 - 11:58

Tutto.
La sicurezza di essersi costruiti una seconda vita normale e la consapevolezza della sua importanza. La (quasi) inevitabilità di un ritorno al passato spinta da circostanze esterne; e poi la lineare (o esponenziale*?) progressione della violenza del protagonista con una sorta di perentoria affermazione dell'immutabilità della natura umana.
Il tutto racchiuso in un'estetica da crepuscolo dell'elegia (propriamente detta).

Tu non pensi?

* lo scarto avviene quando C. Eastwood viene a conoscenza dell'uccisione dell'amico interpretato da M. Freeman, mentre in AHOV direi alla telefonato ricevuta nella notte da V. Mortensen: entrambi possono ancora scegliere.

  • 1

#126 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 18 dicembre 2007 - 12:26

Concordo solo sull'estetica da crepuscolo dell'elegia...

Per il resto, è vero che ciò che hai elencato sono tutti elementi in comune, ma credo siano più il frutto della tua libera associazione d'idee, se rivedessi io stasera A history of violence sono sicuro che mi riporterebbero alla mente altri film completamente diversi dagli spietati...

La progressione della violenza, inoltre, la vedo molto diversa nelle due pellicole: nel capolavoro eastwoodiano c'è quasi un compiacimento nel metterla in scena senza accorgimenti artistici (un uomo muore sulla tazza del cesso, un altro viene preso di mira da fucili di precisione, un altro ancora viene picchiato a morte dallo sceriffo, il duello finale avviene in una bettola tra un uomo armato fino ai denti e gli altri indifesi e disarmati)...direi che è una violenza anti-stilizzazione, è funzionale a quel tentativo (riuscito, ovvio) di rilettura del genere western che Clint fa, demolendo pezzo per pezzo i canoni classici del genere...

Insomma, per me, Gli Spietati è un film molto metacinematografico perchè si propone essenzialmente una rivisitazione del genere in cui si va a collocare...il film di Cronenberg, viceversa, è come al solito la messa in scena di un tormento e qui ti do ragione pienamente, l'illusione della sicurezza, la fragilità dell'equilibrio raggiunto, l'impossibilità a sfuggire al proprio passato...il tutto diretto spiazzando noi spettatori e raschiando fino al fondo l'immaginario del cinema pop, con violenza stilizzatissima, ambientazione di provincia americana, riferimenti ai gangster-movies...

Riassumendo il punto su cui non sono d'accordo con te non è tanto negli elementi che evidenzi ma sul fatto che siano presenti nel capolavoro di Clint Eastwood che, secondo me, si prefiggeva altro (o comunque non solo questo)...mentre su Cronenberg concordo..
  • 0

#127 Guest_eustache_*

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Inviato 18 dicembre 2007 - 12:50

secondo me A history of violence rilegge in chiave western il genere noir  (due generi al completo opposto) esattamente l'inverso de Gli spietati
  • 0

#128 thom

    The infrared insert of memory encouragement immersion

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Inviato 18 dicembre 2007 - 14:27

[...]


Capisco il tuo punto di vista. Il mio in effetti era un parallelismo più che altro di trama.
Aggiungo che secondo me anche il capolavoro cronenberghiano possiede elementi metacinematografici nel momento in cui assume stilemi da action-movie (portandoli praticamente alla perfezione formale) al fine di  esaltare il carattere seduttivo della violenza. In questo sono d'accordo con te che il registro, tra i due film, è profondamente diverso (anche se non so se posso dire lo stesso della critica finale che ne scaturisce).

P.S. Nella scena finale de Gli spietati sono tutti armati (a parte l'oste, D.D.Lewis, liquidato prima della sparatoria finale); CE, infatti, quando il sedicente scrittore/biografo gli chiede come ha fatto da solo contro cinque uomini, risponde qualcosa tipo "ho sempre avuto fortuna quando si trattava di amazzare persone".
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#129 popten

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Inviato 21 dicembre 2007 - 08:01

visto ieri a cinema La promessa dell'assassino, mi è piaciuto molto. specie la regia. concordo con chi ha scritto che certe sequenze restano.

forse avrei preferito giusto qualche sequenza in meno sul finale, che in fondo certe cose meglio non mostrarle. ma queste sono opinioni personali, il film merita decisamente- probabilmente mi è piaciuto anche più di history of violence

però a freddo dico :
"in effetti a pensarci quegli ultimi 2 minuti del film di cronenberg sono molto dannosi, lo fanno tendere oggettivamente al 3.5
così come al contrario gli ultimi minuti del precedente lo facevano tendere oggettivamente al 4"

***1/2
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#130 astrodomini

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Inviato 23 dicembre 2007 - 01:57

Già "A History Of Violence" mi sembrata una ciofeca di enormi proporzioni, questo "La Promessa Dell'Assassino" migliora nel dare un senso più compiuto alla trama ma resta un film solamente discreto.

Discreto perchè riprende in toto cose già viste e già sentite in mille altri film sulla criminalità e sulla mafia in generale, lineare e fin troppo banale nello svolgimento, semplicistico e penosamente normale (cit.) nel finale. Nessuno spunto che faccia gridare al capolavoro o semplicemente alla grande pellicola, il film si mantiene su binari terribilmente semplici e non mi ha assolutamente colpito, buono sotto l'aspetto tecnico ma sembra che la grandezza si fermi alla reputazione del regista, all'interpretazione di un Mortensen che nel film precedente mi sembrato semplicemente penoso e alla bella scena del bagno turco.

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the music that forced the world into future


#131 Homer

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Inviato 23 dicembre 2007 - 13:22

Già "A History Of Violence" mi sembrata una ciofeca di enormi proporzioni


Ad averne di ciofeche come questa. :)

Nessuno spunto che faccia gridare al capolavoro o semplicemente alla grande pellicola, il film si mantiene su binari terribilmente semplici e non mi ha assolutamente colpito, buono sotto l'aspetto tecnico ma sembra che la grandezza si fermi alla reputazione del regista


Non è un capolavoro, infatti. Però è in molte cose un film di Cronenberg. Anche io gli ho dato un 7, ma perchè cade molto nell'ordinario soprattutto (solo?) nel prefinale. Però non ditemi che l'ultima inquadratura di Viggo non lascia il segno!
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#132 Ian Smith

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Inviato 30 dicembre 2007 - 18:36

ma quanti di quelli che hanno scritto qua si credono critici cinematografici?  :D
ho trovato termini ed espressioni che non rileggevo da "ombre rosse" o giù di lì...
scherzi a parte cronemberg, pur piacendomi, mi sembra essere diventato quasi un'istituzione per chi si intende di cinema... per cui sembra quasi impossibile parlarne male.
vero o no?
ma non è il mio caso
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#133 PrebenElkjaer

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Inviato 30 dicembre 2007 - 20:27

.....



Ne approfitto per fare una domanda spoilerosa:

Spoiler

No, per nulla. Anzi, speravo non succedesse.



dai, una piccola concessione all'evidente attrazione reciproca.
e altrimenti chi glielo produceva il film :-)

Non è nemmeno questione di farsi produrre il film secondo me. Per tutto il film lui è attratto da lei; le aggiusta la moto, la aiuta, risparmia suo zio che gli ha pure sputato addosso. Anche lei è attratta ed è l'unica ad essersi sempre fidata perché qualcosa le dice che non è del tutto come sembra. Poi arriva il momento dell'addio: entrambi non vorrebbero dirsi addio ma sanno che non c'è nessuna possibilità e si danno un bacetto.

  • 0
Fat Moe: Noodles, cos'hai fatto in tutti questi anni?
Noodles: Sono andato a letto presto.

Tu sai citare i classici a memoria... ma non distingui il ramo da una foglia...

Fiero membro

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#134 Homer

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Inviato 01 gennaio 2008 - 21:38

ma quanti di quelli che hanno scritto qua si credono critici cinematografici?   :D
ho trovato termini ed espressioni che non rileggevo da "ombre rosse" o giù di lì...
scherzi a parte cronemberg, pur piacendomi, mi sembra essere diventato quasi un'istituzione per chi si intende di cinema... per cui sembra quasi impossibile parlarne male.
vero o no?
ma non è il mio caso


Siamo tutti critici qui, non lo sapevi?
Comunque, per quel che mi riguarda, pur amando Cronenberg e ritenendolo uno dei miei registi preferiti, ho cercato di trovare aspetti positivi in un film che in parte mi ha deluso. Non l'ho idolatrato a priori.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#135 Diamond_Sea

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Inviato 02 gennaio 2008 - 09:07

Non posso definirmi un fan di Cronenberg a tutti gli effetti.

Alcuni suoi film li adoro, altri li ripugno. Voto History Of Violence, forse il suo unico film veramente "perfetto".

La Promessa Dell'Assassino non mi ha convinto appieno. Vi si ritrovano tutti i principali difetti del cinema Cronemberghiano, a partire da una sceneggiatura debole e sfilacciata.

Cmq mi unisco al coro sulla superba prova di Viggo Mortensen.
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#136 Homer

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Inviato 02 gennaio 2008 - 15:17

Viggo forse non è un grandissimo attore ma è perfetto per Cronenberg.
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#137 Ian Smith

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Inviato 06 gennaio 2008 - 17:36



La Promessa Dell'Assassino non mi ha convinto appieno. Vi si ritrovano tutti i principali difetti del cinema Cronemberghiano, a partire da una sceneggiatura debole e sfilacciata.

Cmq mi unisco al coro sulla superba prova di Viggo Mortensen.


è esattamente quello che ho pensato una volta finita la proiezione.
però... di certo meglio di altre sue opere come "Crash" (la cui visione mi ha lasciato totalmente indifferente) o meno che mai i primi film horror a basso costo (c'è chi li definisce i suoi veri capolavori... mah, non sono proprio d'accordo).
Ad ogni modo, per dire come riguardo Cronemberg i miei gusti divergano da quelli generali della critica comune, mi è piaciuto molto "ExistenZ", stroncato e ristroncato da altre parti.

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#138 Ukrainian Roulette

    populista

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Inviato 07 gennaio 2008 - 13:14

Il suo modo di fare cinema sta evidentemente cambiando.
Sembra voler mettere a punto uno stile molto più diretto rispetto a lavori precedenti e il risultato è molto più apprezzabile con quest'ultimo noir,piuttosto che col precedente History.
Oppure sta solo facendo quello che gli passa per la mente.La cosa più importante è comunque l'impegno nella descrizione dell'attualità,al pari di Robert Redford di Leoni per Agnelli (che consiglio vivamente).
La promessa dell'assassino lo consiglio agli amanti del sottostimato Little Odessa.Stesse atmosfere riproposte e aggiornate dopo una dozzina d'anni,nonchè ambientate a migliaia di miglia di distanza.
Lo stesso magnifico risultato.
  • 0
<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#139 Homer

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Inviato 07 gennaio 2008 - 14:16

Questa mattina facevo una riflessione a proposito di Eastern Promises...Quando sono andato a vederlo, seduto di fianco ad un mio amico c'era una coppia che commentava una scena sì e quella dopo no ed alla fine della proiezione si è sentito chiaro e forte un commento: "Che film di merda". Lasciando stare il commento becero e spropositato per il film in questione (nella sala sopra facevano Natale in croceria, forse poteva fare un paio di scale la coppia...), quello che secondo me traspare abbastanza chiaramente è che per chi non conosce Cronenberg come regista (e non è così famoso come può sembrare), forse, un film come questo può apparire nella media o non necessariamente si mette in evidenza quanto di positivo al suo riguardo è emerso nelle nostre discussioni. Ovvero, forse, Eastern Promises è un film troppo ordinario nel suo sviluppo, in fin dei conti, per essere un film di Cronenberg...
Detto questo, ammetto che è da qualche giorno che sta crescendo la voglia di rivederlo, perchè la forza di alcune scene mi è rimasta impressa e mi fa ben sperare che il giudizio non del tutto positivo derivi dall'eccessiva aspettativa con cui sono andato a vederlo...
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#140 {`tmtd`}

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Inviato 07 gennaio 2008 - 14:28

Homer, due persone così non meritano nemmeno di essere commentati. non ti stracciare il cervello per soggetti del genere.
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#141 Homer

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Inviato 07 gennaio 2008 - 14:38

No, ma facevo indirettamente una riflessione sul film in se stesso. :)
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#142 Haggard

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Inviato 07 gennaio 2008 - 17:20

A me La Promessa dell'Assassino è piaciuto moltissimo (non è entrato per un pelo nella mia classifica), ma comunque non vorrei privare gli spettatori del piacere fantozziano di commentare a caldo un film, anche stroncandolo in maniera volgare direttamente al cinema (senza però commentarlo durante lo svolgimento, quello sì è insopportabile)! Un po' di ironia ci vuole.
  • 0

#143 sottosuolo

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Inviato 07 gennaio 2008 - 19:39

Io i commentini non li ho fatti, ma sono stato più volte sul punto di comprendere, in un certo senso, chi li faceva. Un film che non mi ha lasciato praticamente niente, e non è esclusivamente colpa sua. Semplicemente mi è scivolato sopra come un film ben fatto, tutto il resto se ne è andato con i titoli di coda. Boh. Sarà forse che i film che avevo visto prima di questo erano Paranoid Park, Mullholland Drive e The Holy Mountain, che al paragone con questo di Cronenberg mi hanno letteralmente preso a mazzate la spina dorsale.
Dovrei dargli altre possibilità? Di lui ho visto solo La Mosca, ero piccolo e mi ha traumatizzato come poche altre cose. Specie quando gli cadevano le sopracciglia e i denti davanti allo specchio...
  • 0

#144 nicholas_angel

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Inviato 07 gennaio 2008 - 20:01

Un mio amico ha trovato prevedibilissimo Eastern Promises. Infatti lo è per certi versi, ma gli elementi che lo rendono ben diverso dai filmacci USA è il ritmo tesissimo e le atmosfere ansiogene; l'angoscia puo' venire soltanto da un espressione di Armin Mueller Stahl o da un gesto di Viggo Mortensen qui nella sua migliore interpretazione. Naomi Watts è testarda quanto basta-non avverte il pericolo in certe situazioni? non ha paura per niente?-, ma è una dea e se lo puo' permettere. Il meglio poi viene nella sauna dove l'uomo risveglia i propri istinti selvaggi e combatte a mani nude (finalmente; fanculo le pistole). Grande Cronenberg; altro che il nuovo Scorsese: questo si che è un autore con le palle.
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#145 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 07 gennaio 2008 - 20:17

Dovrei dargli altre possibilità? Di lui ho visto solo La Mosca, ero piccolo e mi ha traumatizzato come poche altre cose. Specie quando gli cadevano le sopracciglia e i denti davanti allo specchio...


Se ti piace il Cronenberg anni 80, e diamine se ti capisco, e sei in vena di film che ti spaccano la spina dorsale, prova a guardare il mio avatar che magari ti può dare l'ispirazione giusta..
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#146 Ian Smith

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Inviato 07 gennaio 2008 - 23:04


Questa mattina facevo una riflessione a proposito di Eastern Promises...Quando sono andato a vederlo, seduto di fianco ad un mio amico c'era una coppia che commentava una scena sì e quella dopo no ed alla fine della proiezione si è sentito chiaro e forte un commento: "Che film di merda". Lasciando stare il commento becero e spropositato per il film in questione



dato che ti sei premurato di postarlo ed evidentemente ti è rimasto impresso, io dico la mia: due perfetti cretini (e incivili).


ricordiamoci che queste due persone hanno comunque pagato il biglietto (almeno spero) e quindi hanno il diritto di fare il commento che pare a loro, sia esso una cazzata o meno...
  • 0

#147 sottosuolo

    pivello

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Inviato 08 gennaio 2008 - 00:37

Se ti piace il Cronenberg anni 80, e diamine se ti capisco, e sei in vena di film che ti spaccano la spina dorsale, prova a guardare il mio avatar che magari ti può dare l'ispirazione giusta..


Veramente non posso dire che mi sia piaciuto La Mosca, è che mi ha traumatizzato da piccolo, tutto qui. Il tuo avatar lo sto guardando ma non mi parla...non colgo la provenienza della citazione.
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#148 dick laurent

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Inviato 08 gennaio 2008 - 00:46

premetto che finora non mi è mai scattata la scintilla per Cronenberg, ma se non riesco a vedere il capolavoro in nessuno dei film suoi che ho visto (neppure Inseparabili o History of violence) molti mi sembrano buoni e non ce n'è stato nemmeno uno di cui finora abbia potuto dire fosse brutto.

Quest'ultimo La promessa dell'assassino , sulle prime mi sembra inferiore a History of violence ma comunque un buon noir (non eccezionale, certo) diretto con stile, bella prova di Mortensen nonostante la pettinatura (come avete già fatto notare... ma poi perchè?  :D) e della Watts. Per ora mi sento di allinearmi a Jules e Homer, 6,5-7.
Ho notato nei titoli di coda che veniva citato Skolimowski, e mi è sfuggito il suo ruolo.

Punto a favore: il tipo biondo che canta Oci ciornie
Punto a sfavore: il doppiaggio in finto russo della ragazzina a dir poco ridicolo
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine


#149 Guest_runciter_*

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Inviato 08 gennaio 2008 - 09:03

ho trovato l'ultimo film superiore a "history of violence", meno teorico e astratto, e finalmente ambientato in una realtà reale in cui l'incubo non è un mondo parallelo o interiore, né una deriva biologica o scientifica, ma semplicemente la vita quotidiana di una buona porzione di umanità, e basta aprire una porta - una porta di legno e metallo, non pischica o dimensionale, o evolutiva - per trovarselo davanti, magari travestito da nonno bonario.

un altro film sulla famiglia e sulle colpe dei padri, ma stavolta senza fughe nel fumettismo.

voto: 8/9 (non otto noni)
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#150 sottosuolo

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Inviato 08 gennaio 2008 - 14:15

Il peggiore dei supplizi attende l'uomo non appena egli mette mano al proibito, al tabù, il tentare altro da sè, di risollevarsi dalla propria misera infima condizione di schiavo a termine, dipendente ed eroso dalla propria natura di carne.

E' una lettura interessante, una sorta di tracotanza greca che fa superare all'uomo i limiti che gli spettano, poi la punizione infernale. Ma forse è un pò arcaizzante, un pò fuori tempo massimo. A me sembrerebbe ancora più calzante, se proprio si vuole interpretare il film, vedere il fattaccio come la beffa del caso, che è l'unica componente che l'uomo non potrà mai controllare. Proprio quando l'uomo si crede più potente e immortale arriva una moscaccia a rompere i coglioni e a ricordargli il suo destino di morte. La mosca che ristabilisce la parità tra la condizione umana e quella del resto del creato, in un mondo dove non esiste giustizia e ingiustizia, ma solo l'affilata e cieca legge del caso, contro cui ogni tipo di lotta è destinata ad essere vana. Non lo so. Sta di fatto che anche interpretandolo non si aggiunge niente alla forza (che piaccia o non piaccia) del film. Se vogliamo parlare dell'angoscia, della solitudine ecc. io non lo paragonerei mai per esempio ad un Eraserhead.
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