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Filosofeggiando!!!


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655 replies to this topic

#301 Guest_ale_*

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Inviato 02 ottobre 2011 - 20:26

tutto bello quello che scrivi, ma ti ripeto che io continuo a non vedere Nietzsche un "irrazionalista" :P
sulla questione teismo/ateismo non ti riesco a seguire, ma sarà un mio limite.
quando riporti una frase almeno contestualizzala se no uno che non ce l'ha presente all'interno del romanzo non capisce ?_?
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#302 atlas

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Inviato 02 ottobre 2011 - 20:37

tutto bello quello che scrivi, ma ti ripeto che io continuo a non vedere Nietzsche un "irrazionalista" :P

Ma come no dai? Per lui la realtà stessa è irrazionale, è caos, è o meglio era una continua lotta tra apollineo e dionisiaco. La stessa volontà di potenza è irrazionale, cieca, mira soltanto alla propria conservazione e al proprio accrescimento. Preferisci interpretare Nietzsche come uno dei precursori dell'esistenzialismo?
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il faut se radicaliser. 


#303 Guest_ale_*

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Inviato 02 ottobre 2011 - 20:41

Preferisci interpretare Nietzsche come uno dei precursori dell'esistenzialismo?


no, semplicemente mi sento in sintonia con chi lo ha interpretato come un grande esponente del pensiero metafisico. non con chi ha visto in lui uno dei primi alfieri di un pensiero post-metafisico.
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#304 Rover

    hjdjlalkjaz

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Inviato 08 ottobre 2011 - 07:58

Mah, diciamo piuttosto Lemmy Kilmister

Scherzi a parte, voi pensate che il pensiero di Nietzsche abbia influenzato la musica rock/metal?
  • 0

#305 Mcguffin

    lago di orchidee che bruciano

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Inviato 08 ottobre 2011 - 08:28

No, è impossibile. Se non molto molto indirettamente.
Non in toto, almeno. Cioè, probabilmente viene citato da alcuni artisti, ma sicuramente non è stato influente, come pensiero e tutto. Non per una corrente.
  • 0

#306 atlas

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Inviato 08 ottobre 2011 - 09:44


Mah, diciamo piuttosto Lemmy Kilmister

Scherzi a parte, voi pensate che il pensiero di Nietzsche abbia influenzato la musica rock/metal?

Io vedo molto di Nietzsche nel punk, ma è proprio una cosa che vedo io, non so quanti musicisti punk abbiamo letto e siano stati influenzati da Nietzsche.
Poi tipo i Gorgoroth hanno diversi dischi dai titoli nietschiani come "destroyer - or how about to philosophize with the hammer" o "twilight of the idols - in conspiracy with satan", però non ci vedo una grande influenza di Nietzsche.
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il faut se radicaliser. 


#307 ---

    Classic Rocker

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Inviato 08 ottobre 2011 - 11:02



Mah, diciamo piuttosto Lemmy Kilmister

Scherzi a parte, voi pensate che il pensiero di Nietzsche abbia influenzato la musica rock/metal?

Io vedo molto di Nietzsche nel punk, ma è proprio una cosa che vedo io, non so quanti musicisti punk abbiamo letto e siano stati influenzati da Nietzsche.
Poi tipo i Gorgoroth hanno diversi dischi dai titoli nietschiani come "destroyer - or how about to philosophize with the hammer" o "twilight of the idols - in conspiracy with satan", però non ci vedo una grande influenza di Nietzsche.

Secondo me è più una cosa di "folklore" che non una reale citazione, almeno per la maggior parte delle band che sembrano avere qualche riferimento.

Eppoi volevo dire: la scena del Grande Inquisitore :wub:
  • 1

#308 Rover

    hjdjlalkjaz

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Inviato 08 ottobre 2011 - 11:35

Mi sembra che ci sia una linea Nietzsche-Tolkien-Heavy metal che vorrei vedere meglio
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#309 Reynard

    No OGM

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Inviato 08 ottobre 2011 - 11:43

:facepalm:
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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#310 atlas

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Inviato 08 ottobre 2011 - 11:54

asd

Facciamo Wagner->Nietzsche->Heavy Metal visto che i Manowar dicono che il metal è stato proprio inventato da Wagner asd
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il faut se radicaliser. 


#311 ---

    Classic Rocker

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Inviato 08 ottobre 2011 - 13:42

asd

Facciamo Wagner->Nietzsche->Heavy Metal visto che i Manowar dicono che il metal è stato proprio inventato da Wagner asd

Questa non la sapevo!
(ma poi Nietzsche non si era allontanato da Wagner...?)
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#312 atlas

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Inviato 08 ottobre 2011 - 18:31

(ma poi Nietzsche non si era allontanato da Wagner...?)

Si ma perché i primi dischi erano meglio.
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#313 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 09 ottobre 2011 - 11:11

"twilight of the idols - in conspiracy with satan"


:facepalm:

Meglio i metallari con la terza media, fanno meno danni e non citano a cazzo
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A chemistry of commotion and style

#314 Mcguffin

    lago di orchidee che bruciano

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Inviato 09 ottobre 2011 - 11:46

Ma se i gorgoroth hanno influenze nietzschane, questo significa che gli haggard hanno influenze galileiane?
Cioè, io credo che dovremmo un attimo distinguere l'influenza dal tributo.
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#315 Rover

    hjdjlalkjaz

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Inviato 17 ottobre 2011 - 17:40

Ho finito di leggere lo Zarathustra e nell'edizione che ho I classici del pensiero - Fabbri Editori c'è un ottimo commento/guida alla lettura di Giangiorgio Pasqualotto (docente di Storia della Filosofia all'università di Padova)

Ho ripreso un testo di Martin Heidegger, Holzwege, una raccolta di saggi degli anni '30-40 su diversi argomenti dall'arte alla tecnica alla poesia...veramente oscuro, in particolare il saggio Il concetto hegeliano di esperienza dove Heid commenta la Fenomenologia dello Spirito

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Qualcuno ne sa qualcosa? :cool2:
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#316 Fitzcarraldo

    Conquistatore delle cose inutili

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Inviato 09 novembre 2011 - 17:55

Ho finito di leggere lo Zarathustra e nell'edizione che ho I classici del pensiero - Fabbri Editori c'è un ottimo commento/guida alla lettura di Giangiorgio Pasqualotto (docente di Storia della Filosofia all'università di Padova)

Ho ripreso un testo di Martin Heidegger, Holzwege, una raccolta di saggi degli anni '30-40 su diversi argomenti dall'arte alla tecnica alla poesia...veramente oscuro, in particolare il saggio Il concetto hegeliano di esperienza dove Heid commenta la Fenomenologia dello Spirito

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Qualcuno ne sa qualcosa? :cool2:

Ne dovrei sapere abbastanza. Cosa ti interessa sapere in particolare?

In generale ti dico che l'oscurità apparente deriva dall'approccio di Heidegger che in questa raccolta traccia sentieri che non vengono e non conducono a niente, è solo un andare senza meta. Un addentrarsi in sentieri boschivi oscuri alla ricerca di una radura (lichtung in tedesco, con la radice che è la medesima del termine luce, una illuminazione quindi) un diradamento ed una luce che consenta di intravedere qualcosa tra folte problematiche.

Qualora fosse il tuo primo libro di Heidegger te lo sconsiglierei perché ti faresti un idea fuorviante di uno dei più grandi pensatori di ogni tempo. Tutti gli scritti di Holzwege (Sentieri interrotti) solitamente sono intesi nell'ottica di quella "Svolta" nel pensiero di Heidegger che conduce da una prima ad una seconda fase. Mentre nella prima Heidegger ricercava il senso dell'essere che appartiene all'ente che noi stessi siamo (inventando l'ermeneutica contemporanea, scardinando certezze millenarie nel modo di concepire il rapporto ente/essere, devastando il metodo fenomenologico husserliano e ricostruendolo a partire da delle idee chiave) nella seconda fase del suo pensiero si interessa della ricerca di quella che è la Verità dell'essere attraverso la sua manifestazione nel linguaggio. Taglio con l'accetta, semplifico e non rendo giustizia.
Qualora dovessi leggere un primo libro di Heidegger ti consiglierei di partire dal brevissimo "Che cos'è metafisica?" ('29 se non sbaglio) e "Essere e tempo" ('27) che è IL testo di filosofia del '900, forse l'ultimo vero libro di filosofia, un incompleto requiem della filosofia che si interrompe perchè nel procedere rende evidente che l'impostazione di partenza (un insieme di assunti presenti nella cultura occidentale nel modo di porsi nel pensare e nel parlare di qualcosa) rende impossibile pensare ed esprimere ciò che vorrebbe.

Non sapendo nello specifico cosa ti interesserebbe sapere sono andato avanti un po' a caso. Comunque Holzwege non è poi così oscuro (e il saggio su Hegel che citi è straordinario), va solo contestualizzato.
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I'm too old for this shit


#317 Rover

    hjdjlalkjaz

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Inviato 09 novembre 2011 - 18:43

Fitzcarraldo, grazie per la risposta!
Come hai detto tu probabilmente è proprio il carattere errante di questi testi a rendere la comprensione faticosa, insieme al linguaggio quasi esoterico di Heidegger e, non ultimo, alle difficoltà di traduzione. Per quanto riguarda il linguaggio mi pare che H. ne re-inventi uno personalissimo, pieno di neologismi e di significati nuovi e spiazzanti. Inoltre la portata del pensiero, lo sforzo della meditazione, la profondità dei temi trattati e delle questioni poste sono enormi e ripercorrono l'intera storia della filosofia dai greci al medioevo, da Descartes a Hegel.
Già la frase posta in apertura all'opera suona decisamente enigmatica:

L'essente erra attorno all'Essere e istituisce così il regno dell'erranza, l'Errantato...l'Errantato è lo spazio essenziato della storia
...taglialegna e guardaboschi conoscono i sentieri. Sanno cosa vuol dire "essere su uno Holzweg"

...per adesso mi sono abbastanza arenato nel saggio su Hegel e qui oltre alle difficoltà di cui ho già detto si sommano quelle altrettanto pesanti del testo hegeliano commentato...mi riferisco ai rapporti tra la coscienza, l'Assoluto, il Reale...e non mi è chiara l'idea che H. ha di Hegel (sicuramente una idea radicalmente differente da tutti gli altri lettori)

Non è il primo H. che leggo, ho letto Essere e Tempo, una introduzione di Gianni Vattimo, una Guida alla lettura a cura di Franco Volpi e molte altre cose
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#318 ravel

    mon cœur est rouge

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Inviato 10 novembre 2011 - 17:25

Già la frase posta in apertura all'opera suona decisamente enigmatica:

L'essente erra attorno all'Essere e istituisce così il regno dell'erranza, l'Errantato...l'Errantato è lo spazio essenziato della storia
...taglialegna e guardaboschi conoscono i sentieri. Sanno cosa vuol dire "essere su uno Holzweg"

...per adesso mi sono abbastanza arenato nel saggio su Hegel e qui oltre alle difficoltà di cui ho già detto si sommano quelle altrettanto pesanti del testo hegeliano commentato...mi riferisco ai rapporti tra la coscienza, l'Assoluto, il Reale...e non mi è chiara l'idea che H. ha di Hegel (sicuramente una idea radicalmente differente da tutti gli altri lettori)

Non è il primo H. che leggo, ho letto Essere e Tempo, una introduzione di Gianni Vattimo, una Guida alla lettura a cura di Franco Volpi e molte altre cose


Io lo leggerei (li leggerei... ) nella vecchia traduzione di Chiodi.
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«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)

 

Moriremotuttista


#319 Rover

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Inviato 11 novembre 2011 - 07:39

Essere e Tempo ce l'ho nella versione di Chiodi, questo invece è a cura di Vincenzo Cicero (che non so chi sia)
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#320 Reynard

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Inviato 11 novembre 2011 - 08:56

Essere e Tempo ce l'ho nella versione di Chiodi, questo invece è a cura di Vincenzo Cicero (che non so chi sia)


Un ricercatore della Cattolica di Milano (almeno era ricercatore quando ci ho studiato io, ora non so che fine abbia fatto).
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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#321 Rover

    hjdjlalkjaz

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Inviato 11 novembre 2011 - 12:09

A cura di Cicero ho anche una ottima versione della Fenomenologia dello Spirito sempre per Bompiani
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#322 Rover

    hjdjlalkjaz

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Inviato 30 novembre 2011 - 21:03

Sono sotto anche con Vorträge und Aufsätze (Saggi e Discorsi - Mursia trad.G.Vattimo) scritti intorno al 1950, La questione della tecnica, Oltrepassamento della metafisica, Che cosa significa pensare?...
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#323 Stephen

    Wannabe the Night Meister

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Inviato 31 gennaio 2012 - 22:55

In questi giorni sto approcciando i primi capitoli di un testo classico del secolo scorso: una lettura obbligatoria, Logica del senso di G. Deleuze. I ricorsi esemplificativi all'opera di Carroll sono spesso illuminanti e sempre impressionantemente lucidi - se l'aggettivo "lucido" è lecito per ragionamenti tanto distanti dal senso comune; merito dell'abilità di Carroll di articolare discorsi complessi in architetture estremamente semplici, e del profondo Deleuze, capace di riportare in superficie allegorie ed implicazioni logico-filosofiche laddove i più vedono storie per bambini o, al massimo, simpatici "divertissment" (il)logici per ragazzi.
Il genio di una filosofia si misura innanzi tutto secondo le nuove distribuzioni che essa impone agli esseri e ai concetti. Citazione tratta dal secondo capitolo e riferita ai filosofi stoici. Niente è più adatto per definire il (capo)lavoro del filosofo francese, che cerca proprio di riorganizzare il concetto di senso trattandolo come un aliquid sussistente alla proposizione ma riflettente sulle cose, ineffabile, ai confini tra non-essere e essere, tra l'ordine del linguaggio e delle cose, della langue e della parole. Si diffida di ogni nostra minima certezza, dell'utilità del senso, dell'ultilità di cercarlo e della sua stessa esistenza.
Un testo indubbiamente affascinante ma da affrontare con la dovuta pazienza.
Un passaggio particolarmente oscuro è quello dell'identificazione del senso con un quarto rapporto della proprosizione, diverso dalla designazione (poichè il senso non può insistere laddove vi è del vero e del falso), della manifestazione (il senso vi è presente solo nell'ordine della parole) e della significazione (poichè implica la designazione). Ve', il salto da qui al ricorrere al termine husserliano del noema percettivo per comprendere il senso mi è particolarmente ostico da giorni.

Ciao ;)
  • 1

E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...

... adesso

e la sua voce il grido di un uccello

sconosciuto,

3Jane che rispondeva con una canzone, tre

note, alte e pure.

Un vero nome.


#324 Rover

    hjdjlalkjaz

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Inviato 06 febbraio 2012 - 21:48

Mi sono dato alla sapienza orientale con Jiddu Krishnamurti La prima ed ultima libertà (Ubaldini Editore, prefazione di Aldous Huxley): attraverso la conoscenza di sè raggiungere la realtà eterna (vaiii)
  • 0

#325 eugenio_barba

    Groupie

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Inviato 08 febbraio 2012 - 01:12

Ho acquistato "Il ramo d'oro" di Frazer. Qualcuno l'ha letto? Può ancora essere considerato lettura attuale e necessaria?
  • 0

#326 Stephen

    Wannabe the Night Meister

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Inviato 08 febbraio 2012 - 10:07

Ho acquistato "Il ramo d'oro" di Frazer. Qualcuno l'ha letto? Può ancora essere considerato lettura attuale e necessaria?

E' un'opera importante e imprendiscibile di cui si è scritto tanto in ambiti diversi e muovendo da opinioni divergenti, penso a Wittgenstein e a T.S.Eliot: non vedo perchè non leggerlo. A te il compito di storicizzare; e sono certo che non ti sarà difficile, per il grande numero di testi cui far riferimento. Certo che apprezzerai il volume di Frazer, buona lettura.

Ciao ;)
  • 0

E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...

... adesso

e la sua voce il grido di un uccello

sconosciuto,

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Un vero nome.


#327 Basilide

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Inviato 08 febbraio 2012 - 10:58

M'interesserebbe approcciare Theodor W. Adorno, in particolare i suoi scritti sulla musica, ma ho timore che siano troppo pallosi ed incomprensibili. Qualcuno che conosce bene questo filosofo potrebbe elargire qualche saggio consiglio riguardo la sua bibliografia?

Caldamente sconsigliato, il pensiero di Adorno è quantomeno invecchiato male, ma se proprio non puoi farne a meno, Dialettica Negativa e Introduzione alla sociologia della musica sono gli ingressi privilegiati alla sua opera.
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#328 ravel

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Inviato 08 febbraio 2012 - 16:48


M'interesserebbe approcciare Theodor W. Adorno, in particolare i suoi scritti sulla musica, ma ho timore che siano troppo pallosi ed incomprensibili. Qualcuno che conosce bene questo filosofo potrebbe elargire qualche saggio consiglio riguardo la sua bibliografia?

Caldamente sconsigliato, il pensiero di Adorno è quantomeno invecchiato male, ma se proprio non puoi farne a meno, Dialettica Negativa e Introduzione alla sociologia della musica sono gli ingressi privilegiati alla sua opera.


Giudizio che mi pare un po' eccessivo, frettoloso e ingeneroso...
In realtà Adorno era un pensatore di straordinaria cultura e anche uno scrittore di valore.

Per quanto la richiesta di RIEN sia diretta all'estetica musicale (dove il pensiero adorniano appare, sì, piuttosto invecchiato anche a me, oltre che basato su alcuni "errori" di prospettiva) mi sentirei di ricordare gli aforismi - al tempo molto celebrati - di Minima moralia e quel testo che presenta un suo corso universitario (Terminologia filosofica) dove si ha un'esposizione molto chiara della sua visione della filosofia e insieme la "freschezza" del discorso vivo, che sottintende un uditorio presente (oltre che ad alcune pagine esilaranti come la presa in giro di Heidegger... ).
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#329 Paz

    Roadie

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Inviato 10 febbraio 2012 - 23:43

Un passaggio particolarmente oscuro è quello dell'identificazione del senso con un quarto rapporto della proprosizione, diverso dalla designazione (poichè il senso non può insistere laddove vi è del vero e del falso), della manifestazione (il senso vi è presente solo nell'ordine della parole) e della significazione (poichè implica la designazione). Ve', il salto da qui al ricorrere al termine husserliano del noema percettivo per comprendere il senso mi è particolarmente ostico da giorni.


Non so quanto hai letto di Deleuze, ma se hai letto poco o niente ti sconsiglio vivamente di partire dalla Logique du sens, libro senz'altro affascinante ma quantomai oscuro per chi non conosce già molto bene l'ontologia deleuziana. A parte alcune serie, che sono meravigliose da leggere anche come brani a sé stanti (penso ad esempio alla ventunesima, Sull'evento, brano di rara bellezza), il resto risulterebbe del tutto incomprensibile. Lo dico perché anche per i lettori deleuziani più esperti quel libro rimane una specie di enigma solo in parte risolto. D'altronde non mi sentirei proprio di definirlo un "testo classico" o un "libro obbligatorio".



M'interesserebbe approcciare Theodor W. Adorno, in particolare i suoi scritti sulla musica, ma ho timore che siano troppo pallosi ed incomprensibili. Qualcuno che conosce bene questo filosofo potrebbe elargire qualche saggio consiglio riguardo la sua bibliografia?

Caldamente sconsigliato, il pensiero di Adorno è quantomeno invecchiato male, ma se proprio non puoi farne a meno, Dialettica Negativa e Introduzione alla sociologia della musica sono gli ingressi privilegiati alla sua opera.


Giudizio che mi pare un po' eccessivo, frettoloso e ingeneroso...
In realtà Adorno era un pensatore di straordinaria cultura e anche uno scrittore di valore.

Per quanto la richiesta di RIEN sia diretta all'estetica musicale (dove il pensiero adorniano appare, sì, piuttosto invecchiato anche a me, oltre che basato su alcuni "errori" di prospettiva) mi sentirei di ricordare gli aforismi - al tempo molto celebrati - di Minima moralia e quel testo che presenta un suo corso universitario (Terminologia filosofica) dove si ha un'esposizione molto chiara della sua visione della filosofia e insieme la "freschezza" del discorso vivo, che sottintende un uditorio presente (oltre che ad alcune pagine esilaranti come la presa in giro di Heidegger... ).


RIEN, non farti spaventare dal giudizio dei (molti) detrattori: Adorno è un filosofo straordinario e perdipiù straordinariamente attuale (sì, ho detto attuale). I suoi scritti prettamente filosofici non sono affatto invecchiati male e restano incisivi e vibranti. La sua sociologia/filosofia della musica è invecchiata un po' peggio, certo, per il semplice fatto che Adorno è morto proprio nel momento in cui cui la popular music stava iniziando ad essere ciò che è per noi oggi. Di conseguenza le sue categorie risultano inutilizzabili per comprendere la musica odierna. L'intuizione di fondo però (e ahimé poco altro) resta molto felice, ma per comprenderla ti conviene partire dalle opere teoretiche, dove essa viene espressa in modo più definito. Direi allora che i testi essenziali sono Dialettica dell'Illuminismo, Dialettica negativa e Teoria estetica.
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« Ohne Musik wäre das Leben ein Irrtum » (F. Nietzsche, Götzen-Dämmerung, 1888, cap. I, af. 33).

#330 il mistico

    proxima centauri

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Inviato 20 febbraio 2012 - 12:22


asd

Facciamo Wagner->Nietzsche->Heavy Metal visto che i Manowar dicono che il metal è stato proprio inventato da Wagner asd

Questa non la sapevo!
(ma poi Nietzsche non si era allontanato da Wagner...?)

si avvenne quando nietzsche disse a wagner che la carmen di bizet era l'opera più bella mai composta da un musicista.
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#331 Rover

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Inviato 17 marzo 2012 - 21:24

Per il momento ho finito Heidegger e ho iniziato questo - stupendo, da tempo sentivo di leggerlo - uomo che è Emil Cioran e la sua opera prima

Immagine inserita

"Non c'è nulla che giustifichi il fatto di vivere. Dopo essersi spinti al limite di se stessi si possono ancora invocare argomenti, cause, effetti, considerazioni morali, ecc.? Certamente no. Per vivere non restano allora che ragioni destituite di fondamento. Al culmine della disperazione, solo la passione dell'assurdo può rischiarare di una luce demoniaca il caos. Quando tutti gli ideali correnti - di ordine morale, estetico, religioso, sociale, ecc. - non sanno più imprimere alla vita una direzione nè trovarvi una finalità, come salvarla ancora dal nulla? Vi si può riuscire solo aggrappandosi all'assurdo, all'inutilità assoluta, a qualcosa, cioè, che non ha alcuna consistenza, ma la cui finzione può creare un'illusione di vita"
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#332 Ɲ●†

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Inviato 18 marzo 2012 - 09:37

Per il momento ho finito Heidegger e ho iniziato questo - stupendo, da tempo sentivo di leggerlo - uomo che è Emil Cioran e la sua opera prima

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"Non c'è nulla che giustifichi il fatto di vivere. Dopo essersi spinti al limite di se stessi si possono ancora invocare argomenti, cause, effetti, considerazioni morali, ecc.? Certamente no. Per vivere non restano allora che ragioni destituite di fondamento. Al culmine della disperazione, solo la passione dell'assurdo può rischiarare di una luce demoniaca il caos. Quando tutti gli ideali correnti - di ordine morale, estetico, religioso, sociale, ecc. - non sanno più imprimere alla vita una direzione nè trovarvi una finalità, come salvarla ancora dal nulla? Vi si può riuscire solo aggrappandosi all'assurdo, all'inutilità assoluta, a qualcosa, cioè, che non ha alcuna consistenza, ma la cui finzione può creare un'illusione di vita"


Più volte sono stato tentato da Cioran ma poi sono stato sempre tenuto a freno dal pregiudizio innato che si tratti di un nichilismo in un certo senso "per partito preso", o di esibizionismo della disfatta. Però le cose che ho sleggiucchiato qui e là, a smozzichi e bocconi, mi son parse tutte molto pregnanti. Me lo appunto mentalmente per i prossimi mesi.
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A chemistry of commotion and style

#333 Reynard

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Inviato 18 marzo 2012 - 11:58

Più volte sono stato tentato da Cioran ma poi sono stato sempre tenuto a freno dal pregiudizio innato che si tratti di un nichilismo in un certo senso "per partito preso", o di esibizionismo della disfatta. Però le cose che ho sleggiucchiato qui e là, a smozzichi e bocconi, mi son parse tutte molto pregnanti. Me lo appunto mentalmente per i prossimi mesi.


"Cioran non l'ho letto e non mi piace" (autocit.)

Me ne sono sempre tenuto lontano per il tuo stesso pregiudizio, con la differenza che quel che ho incrociato qua e là non mi ha colpito (e la citazione qua sopra non fa eccezione).
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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#334 atlas

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Inviato 18 marzo 2012 - 12:16

- Cioran e + Ciornia
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il faut se radicaliser. 


#335 Ɲ●†

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Inviato 18 marzo 2012 - 12:18


Più volte sono stato tentato da Cioran ma poi sono stato sempre tenuto a freno dal pregiudizio innato che si tratti di un nichilismo in un certo senso "per partito preso", o di esibizionismo della disfatta. Però le cose che ho sleggiucchiato qui e là, a smozzichi e bocconi, mi son parse tutte molto pregnanti. Me lo appunto mentalmente per i prossimi mesi.


"Cioran non l'ho letto e non mi piace" (autocit.)

Me ne sono sempre tenuto lontano per il tuo stesso pregiudizio, con la differenza che quel che ho incrociato qua e là non mi ha colpito (e la citazione qua sopra non fa eccezione).

sarebbe abbastanza nelle mie corde, ma se non c'è una controparte più...ehm... (pro)positiva non saprei che farmene. Stessa cosa con Thomas Bernhard, ma qui ammetto che ho solo sentito dire molto alla lontana. Per lui se non sbaglio fu coniata la definizione "pornografia del dolore".
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#336 Reynard

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Inviato 18 marzo 2012 - 12:23



Più volte sono stato tentato da Cioran ma poi sono stato sempre tenuto a freno dal pregiudizio innato che si tratti di un nichilismo in un certo senso "per partito preso", o di esibizionismo della disfatta. Però le cose che ho sleggiucchiato qui e là, a smozzichi e bocconi, mi son parse tutte molto pregnanti. Me lo appunto mentalmente per i prossimi mesi.


"Cioran non l'ho letto e non mi piace" (autocit.)

Me ne sono sempre tenuto lontano per il tuo stesso pregiudizio, con la differenza che quel che ho incrociato qua e là non mi ha colpito (e la citazione qua sopra non fa eccezione).

sarebbe abbastanza nelle mie corde, ma se non c'è una controparte più...ehm... (pro)positiva non saprei che farmene. Stessa cosa con Thomas Bernhard, ma qui ammetto che ho solo sentito dire molto alla lontana. Per lui se non sbaglio fu coniata la definizione "pornografia del dolore".


Ecco, ad esempio Thomas Bernhard lo adoro. Ma c'è una differenza sostanziale: Bernhard è un romanziere.
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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#337 Ɲ●†

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Inviato 18 marzo 2012 - 12:28

Sì, hai ragione. Li avevo accomunati solo per la visione a tinte fosche.
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#338 ---

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Inviato 18 marzo 2012 - 13:28

Per me Cioran dà il meglio quando non esterna così direttamente il suo nichilismo (però ho letto poca roba).
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#339 Guest_Tyvek_*

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Inviato 24 marzo 2012 - 09:29

Allora io vorrei "cominciare" a leggere qualcosa di Nietzche. Quando sono in Feltrinelli spesso, se non quasi sempre, me ne vado a leggiucchiare qualche pagina del catalogo Adelphi di Nietzsche ma non mi decido mai ad acquistare qualcosa. In base alle letture rapsodiche fine settimanali del filosofo tedesco, ho una sorta di attrazione/repulsione nei suoi confronti, nel senso che da un lato sono tentata nel cedere all'acquisto perchè trovo molto brillanti alcune sue considerazioni (soprattutto riguardo la religione e il confronto con altri filosofi Schopenauer/Kant) ma d'altra parte ho una certa ritrosia perchè lo trovo a volte polemico in maniera gratuita e livoroso. Questa stizza strisciante che percepisco durante la lettura si fa molto sentire e talvolta è così forte che mette in secondo piano le argomentazioni. Quindi, detto questo, da quale scritto mi consigliate di cominciare?
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#340 Paz

    Roadie

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Inviato 24 marzo 2012 - 12:14

Allora io vorrei "cominciare" a leggere qualcosa di Nietzche. Quando sono in Feltrinelli spesso, se non quasi sempre, me ne vado a leggiucchiare qualche pagina del catalogo Adelphi di Nietzsche ma non mi decido mai ad acquistare qualcosa. In base alle letture rapsodiche fine settimanali del filosofo tedesco, ho una sorta di attrazione/repulsione nei suoi confronti, nel senso che da un lato sono tentata nel cedere all'acquisto perchè trovo molto brillanti alcune sue considerazioni (soprattutto riguardo la religione e il confronto con altri filosofi Schopenauer/Kant) ma d'altra parte ho una certa ritrosia perchè lo trovo a volte polemico in maniera gratuita e livoroso. Questa stizza strisciante che percepisco durante la lettura si fa molto sentire e talvolta è così forte che mette in secondo piano le argomentazioni. Quindi, detto questo, da quale scritto mi consigliate di cominciare?


Nietzsche è un grande polemista, la sua prosa deve infastidire. È anche un grande comico, se non si ride di gusto leggendo i suoi aforismi vuol dire che qualcosa non funziona. Io credo che Nietzsche vada letto generosamente, cioè innanzitutto dimenticandosi di tutti i luoghi comuni che lo riguardano e in particolare di quello secondo cui la volontà di potenza andrebbe interpretata come volontà di dominio. Io l'ho sempre letto dandogli fiducia, presupponendo in lui una nobiltà d'intenti superiore, cioè talmente sviluppata da potersi permettere di esprimersi in maniere apparentemente contrarie alla sua vera ispirazione. Non mi importa niente di sapere se la mia presupposizione è fondata: per me è semplicemente un prerequisito indispensabile per poter trarre qualcosa di utile da ciò che questo geniale pensatore ci ha lasciato.

Da dove incominciare? Bella domanda. Non credo ci sia un ordine di lettura preferibile per tutti, essendo l'autore in questione un pensatore anti-sistematico. Ti suggerisco di iniziare da un libro in cui si trattano i temi che ti interessano maggiormente. Personalmente non amo molto né La nascita della tragedia né lo Zarathustra, preferisco i libri di aforismi, in particolare Umano, troppo umano, La gaia scienza, Al di là del bene e del male. Favolosi anche la Genealogia della morale e il Crepuscolo degli idoli.
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« Ohne Musik wäre das Leben ein Irrtum » (F. Nietzsche, Götzen-Dämmerung, 1888, cap. I, af. 33).

#341 Rover

    hjdjlalkjaz

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Inviato 24 marzo 2012 - 17:50

Nietzsche è da leggere...io ho letto le sue opere in ordine cronologico, per certi aspetti direi che in questo modo si può capire meglio l'evoluzione del suo pensiero. Potresti provare a iniziare da Umano troppo umano (sono 2 volumi di 300 pagine ciascuno), la prima opera in forma di aforismi nella quale si distacca dalle esperienze giovanili di Schopenhauer e Wagner: libro dedicato agli spiriti liberi
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#342 Stephen

    Wannabe the Night Meister

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Inviato 25 marzo 2012 - 16:04

Riguardo Nietzsche, consiglio sempre di iniziare con La nascita della tragedia, e di continuare poi seguendo un criterio filologico-cronologico. O anche di leggere le sue opere (almeno le prime, diciamo, fino a Al di là del bene e del male) contemporaneamente. L'evoluzione del suo pensiero è affascinante, e seguire un criterio scrupoloso nell'approcciare quest'autore non può che offrire qualcosa in più al piacere della lettura.

Ciao ;)
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E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...

... adesso

e la sua voce il grido di un uccello

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#343 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 26 marzo 2012 - 09:16

Il lato polemista (o psicologista) del tedescaccio è difficile da sfilettare, bisogna tenersi anche le lische, come fosse trota filosofica. Le opere che ritengo più teoreticamente pregnanti, dovendo scegliere: Genealogia della Morale, Al di là del Bene e del Male, ma soprattutto La Gaia Scienza, in cui si trovano annunciate sia la morte di Dio che la "dottrina" dell'eterno ritorno. Già un passo oltre l'ubermensch, verso una crisi luminosa.

Io comunque l'ho letto in ordine assolutamente non cronologico, secondo l'ispirazione del momento (non ho letto tutto, per esempio mi mancano i due volumi di Umano, troppo umano, e non sono mai riuscito a sfangare La volontà di potenza ) .

Non ho invece mai apprezzato granchè lo stile dello Zarathustra, piuttosto pacchiano dal punto di vista letterario, anche se sicuramente è la sua opera più abbordabile e "universale", né il Nietzsche velleitario poetuncolo.
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#344 Stephen

    Wannabe the Night Meister

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Inviato 26 marzo 2012 - 17:09

Secondo me lo Zarathustra è tutt'altro che abbordabile, anzi: se non si conoscono per bene tutte le opere scritte dal filosofo fino ad allora, ma non solo, il suo libro per tutti e per nessuno rischia di essere molto simile ad un'accozzaglia di parole a caso. Qualità che assolutamente non gli appartiene, sia chiaro. Anzi, è un eccellente esempio di utilizzo funzionale del linguaggio mitologico e presente una ricchezza impressionante di richiami metafisici di non indifferente profondità. Però non mi ha mai entusiasmato. E' adatto a chi adora Nietzsche (motivo in più per consigliare un approccio filologico all'autore in questione).

Ciao ;)
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E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...

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#345 Ɲ●†

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Inviato 26 marzo 2012 - 20:35

Secondo me lo Zarathustra è tutt'altro che abbordabile, anzi: se non si conoscono per bene tutte le opere scritte dal filosofo fino ad allora, ma non solo, il suo libro per tutti e per nessuno rischia di essere molto simile ad un'accozzaglia di parole a caso. Qualità che assolutamente non gli appartiene, sia chiaro. Anzi, è un eccellente esempio di utilizzo funzionale del linguaggio mitologico e presente una ricchezza impressionante di richiami metafisici di non indifferente profondità. Però non mi ha mai entusiasmato. E' adatto a chi adora Nietzsche (motivo in più per consigliare un approccio filologico all'autore in questione).

Ciao ;)

però è innegabile che tra le opere di N. sia quella che si può leggere più facilmente anche senza inquadramenti o pre-conoscenze particolari. Poi come lo si legga è naturalmente tutt'altro paio di maniche.
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#346 Stephen

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Inviato 26 marzo 2012 - 21:00

Be', sì, certamente un neofita o digiuno del pensiero nicciano può essere attratto dallo stile letterario dello Zarathustra; probabilmente lo leggerà fino in fondo e ne apprezzerà il fascino mistico - e ingannatore, aggiungerei. Infatti, penso che leggere di avvelenatori e di un satiro ridente e pago di sè possa essere ben poco più che una suggestione letteraria, se non si ha mai avuto a che fare con la Genealogia della morale e Al di là del bene e del male. Ma, in verità, io ho infiniti dubbi su quanto sto consigliando e tu hai centrato bene il punto:

Poi come lo si legga è naturalmente tutt'altro paio di maniche.


Certo che, secondo me, un Aurora ha avuto un effetto indiscutibilmente shockante alla fine dell'ottocento, ma non sono certo che sia necessario conoscere l'intera storia della filosofia per ricomporlo per sommi capi all'interno di sè e del proprio vissuto. A questo punto, meglio una contestualizzazione di minore portata, affinabile con lo studio, che non una decodifica aberrante dell'intera opera. Ma, ecco, ripeto, con questi discorsi così personali, alla fine, si va poco distanti. Ben venga la lettura di quel grande pensatore che è Nietzsche.

Ciao ;)
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E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...

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#347 Rover

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Inviato 14 maggio 2012 - 18:50

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Ancora Cioran, Des larmes et des saints / Lacrime e Santi, 1937

"Al giudizio finale verranno pesate soltanto le lacrime"

"Avere sempre amato le lacrime, l'innocenza e il nichilismo. Gli esseri che sanno tutto e quelli che non sanno niente. I falliti e i bambini"
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#348 Cafiero

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Inviato 20 luglio 2012 - 15:29

Come viene giudicata, in filosofia, la “Metafisica della Qualità” di cui parla Robert M. Pirsig nei suoi due romanzi ("Zen and the art of Motorcycle Mantenance" e "Lila: An Inquiry into Morals“)?
Non è mai stata presa neanche in considerazione o ha avuto qualche seguito?
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Entra un ufficiale; mi offre da fumar...
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#349 Paz

    Roadie

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Inviato 20 luglio 2012 - 16:47

A livello accademico direi che non se la caga nessuno. Secondo me, tolta qualche ingenuità, non è poi così male. Avevo anche pensato di scrivere un paper che ne mettesse in luce le affinità con metafisiche francesi come quella bergsoniano-deleuziana (il tramite potrebbe essere James).
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#350 lazzaro

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Inviato 21 luglio 2012 - 14:44

La flessibilità dell'Etica Nicomachea mi ha risvegiato dal sonno dogmatico
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