Inviato 21 dicembre 2012 - 16:02
Cioè, in pratica Ichino si candida solo se il Pd sceglie di presentarsi col programma di quello che potrebbe essere il candidato di un'altra lista, alternativa al Pd. Geniale. Però in ogni caso resta nel Pd, perché è stato a sinistra per 40 anni. Si è affezionato, diciamo.
Mi sembra una decisione sensata: non gli sta bene la linea del partito, anche se ne condivide le regole e la "missione". Quindi sta dentro per cercare di cambiarle.
Il fatto che esista una lista concorrente con un programma più simile, su carti temi, a quello che pensa, non significa che ne voglia automaticamente far parte.
Cosa vedi di incoerente?
Peraltro anch'io, come elettore, condividevo molto di più la linea di Renzi, ma ho preferito Bersani. Non esiste solo il programma.
Ma sì, ero sarcastico, non sarei contento se quell'area liberale lasciasse il Pd. Detto questo mi lascia perplesso la scelta di non candidarsi alle primarie, di non confrontarsi con gli elettori. Anche tu, che sostieni quella linea, non saresti contento che Ichino fosse in parlamento per rappresentarla?
L'altra perplessità riguarda questa fantomatica agenda Monti. Ma cos'è di preciso? Tenere a posto i conti? La credibilità internazionale? Io credo che su questo Bersani non sia da meno, e che il centrosinistra abbia già dimostrato in passato di non essere da meno (e credo tu sia d'accordo su questo, mi pare di capire che è proprio pr questi motivi che hai scelto Bersani come candidato premier). E allora, qual è il problema? Fassina?
Aggiungo che chiunque si candida a governare non può dire: "Applico l'agenda Monti", deve creare la sua di agenda! Altrimenti che senso avrebbe la candidatura?
"[...] Si, questa è la verità, la scomoda verità che viene a distruggere il piacevole rapporto del dialogo: Giordano Bruno gridò quando fu bruciato. Il dizionario dice solamente che egli fu bruciato, non dice che gridò. Allora, che dizionario è questo che non informa? Perché dovrei volere una biografia di Giordano Bruno che non parla delle grida che lanciò lì, a Roma, in una piazza o in un cortile, con gente tutt'intorno, alcuni che attizzavano il fuoco, altri che assistevano, altri che serenamente stilavano l'atto di esecuzione? Dimentichiamo troppo spesso che gli uomini sono fatti di carne facilmente rassegnata. E' dall'infanzia che i maestri ci parlano di martiri, che diedero esempi di civiltà e di morale a loro spese, ma non ci dicono quanto doloroso fu il martirio, la tortura. Tutto rimane in astratto, filtrato come se guardassimo, a Roma, la scena attraverso spesse pareti di vetro che ammortizzano i suoni, e le immagini perdessero la violenza del gesto per opera, grazia e potere di rifrazione. E allora possiamo dirci tranquillamente l'un l'altro che Giordano Bruno fu bruciato. Se gridò, non lo sentiamo. E se non lo sentiamo, dove sta il dolore? Ma gridò, amici miei.
E continua a gridare."
(José Saramago,"Le grida di Giordano Bruno")