Sempre sulla Pietra di "Moon Safari"...
Dopo averla letta ho un po' di perplessità , anche se per certi versi svariate risposte le ho avute già dal post di Uma nell'altra pagina. Premetto che adoro e invidio il modo di scrivere di Veronica, a cui vorrei soprattutto rubare il raro dono della leggerezza e quello stile pieno di bollicine.
Spero di non apparire come il cattivo o l'antipatico di turno come accadde con la recensione di Moby...
Allora, cercherò di andare in ordine di lettura.
Per prima cosa, ovviamente sono fra quelli che reputano sacrosanta la presenza di "Moon Safari" fra le Pietre Miliari, ma credo che ben pochi sosterrebbero il contrario, e se lo facessero lo farebbero senza cognizione di causa. Anche l'impostazione più sentimentale che non critica o analitica mi sembra una buona cosa. Non è la regola nelle Pietre, ma va benissimo per un disco molto noto.
Quello che non mi piace è che con questa giustificazione si presenti una situazione poco veritiera o anacronistica e si attribuiscano al disco meriti non del tutto suoi.
La cosa più strana è che dalla Pietra gli anni '90 emergano come "un periodo buio" quando sono stati dieci anni fra i più creativi/esuberanti che la musica leggera abbia conosciuto.
La situazione presentata all'inizio è una situazione da 1991, o al massimo 1994, ma "Moon Safari" esce nel '98 e in un quadro completamente diverso.
Il passaggio da vinile a CD è un fenomeno che inizia nel 1987 e, sebbene ancora ci siano titoli che mancano all'appello, per il 1991 la stragrande maggioranza dei dischi che potevano avere anche un piccolo mercato era stata ristampata. Io al tempo non avevo ancora il lettore CD, ma credo che anche il fenomeno della "conversione" non arrivi molto più in là del primo biennio dei Novanta.
Il grunge e le camicie di flanella erano il passato già da un po'. Mi ricordo distintamente che il sottoscritto fu uno degli ultimi a desistere (per l'abbigliamento: la musica grunge non l'ho mai adorata) e buttai la mia ultima camicia di flanella a quadrettoni nel 1995... E c'era stata la "rivoluzione" elettronica cominciata a fine '80, mentre il post-rock ci aveva già detto tutto quello che c'era da dire (e riscoprire) del prog di papà .
E per quanto riguarda la musica pop, quando arrivano gli Air, c'era tutto quello che veniva da metà anni Novanta dalla Scozia, quantomeno. E il britpop passava per genere fico perché, oltre agli Oasis che erano effettivamente molto sopravvalutati (pietà , Francis!), c'era gente come Blur, Pulp e, anche se non li adoro, Suede (e chissà quanti me ne dimentico).
E' anche un po' difficile sostenere che a quel tempo l'elettronica fosse ancora penalizzata dai pregiudizi. La convinzione che fosse per gay (era una convinzione legata solo alla house e in parte a certa techno) era morta da un pezzo (una data? diciamo 1992/3?). E in ogni caso si legava più all'idea del gay festaiolo che non a quella del gay sul letto di morte. Perdurava l'idea degli impasticcati, ma il campo si era ristretto alla scena rave. La musica elettronica e da ballo è talmente sdoganata che proprio nel '98 Sarkozy (no, dico, Sarkozy!) utilizzerà "Music Sounds Better With You" come sigla della sua campagna elettorale (evidentemente non aveva capito il doppio senso del testo...
)
Il discorso sui pregiudizi verso i francesi e sui discografici, poi, è totalmente sballato.
Gli Air finirono "Moon Safari" nel settembre del 1997 e ad ottobre sarebbe dovuto uscire per Source, etichetta indie francese posseduta però da Virgin. Quando il disco viene ascoltato nella sede inglese della casa-madre, quelli che comandano fanno fermare tutto perché intuiscono di avere una bomba fra le mani. Sì, quelli di Virgin. Gli stessi che di lì a poco finiranno proprio sotto la Emi. Gli stessi che un anno prima si erano aggiudicati i Daft Punk dopo una lotta senza quartiere con una decina di altre etichette, lotta fra le più "sanguinose" del decennio.
Sono loro che decidono di far uscire il disco nel gennaio del '98 per organizzare una campagna promozionale con i controattributi. Così arriva Mike Mills per firmare video ("Sexy Boy") e artwork: uno che in quel momento ha già lavorato con gente come Beck e i Beastie Boys non arriva per caso...
E a proposito di artwork: proprio la copertina dice quanto fosse tutt'altro che un danno all'immagine essere francesi. Sono gli Air a chiedere di aggiungere di fianco al loro nome la dicitura "French Band", proprio perché si capisse immediatamente a quale scena i due appartenessero. Quella scena che in quel momento viaggiava sulla cresta dell'hype e che aveva già dato al mondo, fra gli altri, nomi come St.Germain (successo più underground), Motorbass (ancora underground, ma culto immediato in tutta Europa), Dimitri from Paris (discreto successo), Etienne De Crécy con il suo "Super Discount" (e anche di questo si parla un bel po') e addirittura il caso dance del 1996/97, cioè quei Daft Punk che sono gli ultimi francesi a finire in classifica in Inghilterra prima degli Air (altro che Gaisbourg!
- e Vanessa Paradis è tornata nelle classifiche albioniche anche negli anni '90, eh). Si arriva al punto che un inglese (Stuart Price, oggi produttore di Madonna) arriva a inventarsi un alter ego francese per vendere di più (Jacques LuCont / Les Rhythmes Digitales)!
Da questo punto di vista, sia per meriti loro che altrui, quindi, Dunckel e Godin trovarono fin da subito la strada spianata... Le cose erano già cambiate. "Moon Safari" fece semmai da volano, ma quando uscì era come poter scommettere oggi sullo scudetto dell'Inter.
E' vero invece che il duo pop è decisamente fuori moda, nel 1998. Però in elettronica (da ascolto come da ballo), per tutti gli anni '90, è praticamente la norma e quasi l'unica eccezione al produttore solitario. Gli esempi sono talmente tanti e ovvi che non vale la pena stare a ritirarli fuori qui (anche solo in ambito French Touch abbiamo Motorbass, Daft Punk e la maggior parte delle produzioni in cui è coinvolto EDC).
E come modalità di composizione e divisione dei compiti gli Air ricordano più le coppie elettroniche che non quelle pop. In queste ultime di solito uno si occupa di musica (e programmazione degli aspetti ritmici) mentre un'altro aggiunge a volte qualcosa alla musica ma si occupa principalmente del cantato e dei testi. Oppure uno fa tutto e l'altro sta lì e magari si becca anche le royalties. Ma gli Air provengono da un
milieu elettronico e questo influenza il loro modo di fare musica. Non è la regola, ma di solito nel duo elettronico uno si occupa degli aspetti ritmici e l'altro di quelli melodici. Un eventuale cantato si dà in appalto esterno, diciamo. Ed è esattamente quello che fanno gli Air, soprattutto nel loro esordio.
Discorso downtempo.
Le "cause" dello sdoganamento e diffusione del downtempo sono a mio avviso sia quelle individuate da Claudio (fondamentale l'apporto del trip hop e dei Portishead) che da Piper (importantissima), più altre. C'erano anche Kruder & Dorfmeister, c'era certa produzione marcatamente elettronica (dall'ambient-house ai Sabres of Paradise), c'era tutta una corrente parigina di quel tempo che si rifaceva alla Mo'Wax e ai suoi tempi lenti. In quegli anni lo stesso Etienne De Crécy, di cui gli Air sono amici, collaboratori e ammiratori, si orienta verso produzioni dal battito molto rilassato e atmosfere morbide.
P.S.: Gli Air sono di Versailles, non di Parigi. E' un po' come confondere Bergamo con Milano (ok, la Ryan lo fa, ma ha i suoi motivi!
), ma è importante. Se sei di Versailles ti qualifichi immediatamente. Se non nobile, almeno ricco di famiglia.
P.P.S.: So che sono palloso, ma siamo sicuri che l'ironia di quell'accoppiata "francesi di merda" - "omosessuali di merda" in due righe venga capita anche fuori dal forum? Mi ricordo di quando (giustamente, anche se faceva ridere!
) facemmo togliere a Claudio il punto interrogativo fra parentesi dietro la dicitura "miglior interprete maschile" per Antony...