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Il Problema Purtroppo Del Patriarcato


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136 replies to this topic

#101 Spiritchaser

    Classic Rocker

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Inviato 29 gennaio 2024 - 15:51

ma voi al liceo quando leggevate leopardi e dante affrontavate criticamente la questione della donna angelicata? forse nell'1% delle scuole...

 

Non credo esista un solo libro di testo che introducendo lo stilnovismo non ne parli, affrontarla criticamente dovrebbe significare contestualizzarla come metafora poetica e filosofica, non schiaffarci sopra il bollino "tossico" 


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#102 Kerzhakov91

    Born too late

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Inviato 29 gennaio 2024 - 15:53

si depotenziano critiche e istanze giuste.

 

 

Esatto. Al di là del fastidio per l'operazione di "revisionismo" storico/culturale e per questa insopportabile fissa di voler a tutti i costi giudicare il passato (per giunta lontanissimo nel tempo) con una sensibilità moderna, il problema principale per me è proprio questo. È un atteggiamento doppiamente stupido, perché ottiene solo l'effetto contrario, senza portare nulla di utile alla causa. In un colpo solo, fai un regalo enorme alla propaganda di destra e riesci pure a far innervosire anche chi è sensibile a queste tematiche, ma che non condivide certi estremismi o certe discutibili riletture (come, immagino, buona parte degli utenti del forum).


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Veruca-Salt-firma.gif

 


#103 Spiritchaser

    Classic Rocker

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Inviato 29 gennaio 2024 - 16:42

Sì ma moderati che sei identico a quelli di destra sleep.png


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#104 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 29 gennaio 2024 - 17:10

non schiaffarci sopra il bollino "tossico"


Spirit che succede, tutto bene a casa?
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#105 Spiritchaser

    Classic Rocker

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Inviato 29 gennaio 2024 - 18:05

Non è esattamente l'operazione dell'articolo? Il verbo schiaffare è troppo colorito, troppo poco ponderato? Che vuoi das.gif

Oh sembra abbiate l'ansia dello psicoreato, dai che fa schifo pure a voi.


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#106 Gozer

    Grande eletto non anglofonista Kadosch

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Inviato 29 gennaio 2024 - 18:54

 

Nella mia no, in compenso 2 professori su una dozzina affrontavano il tema di provare a scoparsi le studentesse e sui muri la faceva da padrone un "XXXX culo", che nessuno pensò mai di cancellare o stigmatizzare, tanto che divenne il nome ufficiale del suddetto XXXX per un buon 5 anni.
Ah, i bei tempi andati, dove la qualità della nostra vita non era pregiudicata dalla visione di pericolosi reel woke.

Non penso che l'XXXX culo" fosse colpa di Dante o Leopardi.
Io veramente rimango un po' contrariato quando si fanno sti pseudocalderoni mischiando tutto senza alcuna logica o criterio anche perché si depotenziano critiche e istanze giuste.
Alla fine il problema c'è ma si spara sempre più nel mucchio sbagliando spesso bersaglio, ergo prendetevela con quell'ebete di Bonolis che è (drammaticamente) qui e ora e tenetevi i morti e sepolti per il prossimo giro.

 

Ni. 

La colpa non era certo di Dante o Leopardi, né di nessun altro degli autori studiati. Che non stanno venendo criticati e di cui non si mette in dubbio il valore, perché nel loro tempo anche la mente più illuminata non poteva che pensare queste cose. Nessuno considera Dante omofobo. 

Tuttavia se si studia l'Inferno, nella parte in cui vengono mostrati gli omosessuali, sarebbe forse il caso di spiegare agli alunni che è una roba legata alla cultura dell'epoca: senza condannare Dante, ma spiegando chiaro e tondo che il contenuto non è accettabile oggi come oggi.

Alla stessa maniera, togliete gli omosessuali sotto la grandine di fuoco, metteteci le tante donne angelo e amorfe che attraversano la letteratura italiana, e ripetete il discorso di cui sopra. Nessuna critica diretta all'autore, nessun ridimensionamento delle opere, ma che certi messaggi oggi non siano accettabili lo si dovrebbe dire agli studenti o quelle cose verranno interiorizzate nel modo sbagliato, tutto qui.

E se l'opposizione è: ma con tutta la fogna che assorbono via Instagram, TikTok, YouTube, Twitter, Telegram e via dicendo, sta a vedere che il problema è l'ora di letteratura italiana a scuola... ho capito, con questo discorso allora non correggeremo mai niente, perché ci sarà sempre qualcosa di grave. 

Anche io prenderei Bonolis a sberle, ma questo non cambia il discorso di cui sopra, né la stima che continueremo a provare per Dante anche se mandava la gente a subire supplizi terribili per cose che viste oggi sono talvolta del tutto innocue. 


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7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

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#107 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 29 gennaio 2024 - 19:08

Sono d'accordissimo nello spiegare le parti diciamo "problematiche" (brutta parola), e penso venga fatto sinceramente, ma quel'articolo va a parare da tutt'altra parte secondo me, fa um mischione veramente indigesto per cercare un minimo comune denominatore molto forzato e lo fa pure con una sciatteria per me imperdonabile.


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#108 Aarie

    Groupie

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Inviato 29 gennaio 2024 - 19:21

Un'amica che aveva letto parecchio Dante mi aveva fatto notare come nell'Inferno la gravità dei peccati aumentasse man mano che si scendeva.
I lussuriosi (di ogni orientamento sessuale) erano nel primo cerchio, quindi secondo Dante si trattava del peccato meno grave. I violenti e fraudolenti venivano dopo, e peggio di tutti i traditori...
Quindi tutto sommato ai peccatori della carne era andata ancora relativamente bene in quanto a punizioni.
Tornando sul pezzo del Post, mi sembra alla fine solo un tentativo poco riuscito di fare del facile spirito su cadaveri e compari giocando soprattutto sui ricordi comuni delle lezioni scolastiche di letteratura. Insomma, quando leggi l'espressione "la personaggia", come ha fatto notare qualcuno nei commenti sotto, la cosa si fa abbastanza scoperta. Chissà dove Dante avrebbe collocato qualcuno che storpiava in modo così demenziale la lingua che stava praticamente rifondando lui coi suoi soci poeti toscani e non solo...
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#109 Aarie

    Groupie

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Inviato 29 gennaio 2024 - 19:27

Mi correggo: or ora mi è venuto in mente che Brunetto Latini ("siete voi qui, ser Brunetto?") era considerato un violento contro natura e quindi automaticamente ricacciato più giù dei poveri Paolo e Francesca... Quasi quasi ci ripenso anche a proposito di Dante!
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#110 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 29 gennaio 2024 - 22:53

 

se andate oltre la forma psycho meme del video ci sono spunti interessanti


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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#111 Zpider

    Procrastinatore

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Inviato 29 gennaio 2024 - 23:20

 

Nella mia no, in compenso 2 professori su una dozzina affrontavano il tema di provare a scoparsi le studentesse e sui muri la faceva da padrone un "XXXX culo", che nessuno pensò mai di cancellare o stigmatizzare, tanto che divenne il nome ufficiale del suddetto XXXX per un buon 5 anni.
Ah, i bei tempi andati, dove la qualità della nostra vita non era pregiudicata dalla visione di pericolosi reel woke.


Non penso che l'XXXX culo" fosse colpa di Dante o Leopardi.
Io veramente rimango un po' contrariato quando si fanno sti pseudocalderoni mischiando tutto senza alcuna logica o criterio anche perché si depotenziano critiche e istanze giuste.
Alla fine il problema c'è ma si spara sempre più nel mucchio sbagliando spesso bersaglio, ergo prendetevela con quell'ebete di Bonolis che è (drammaticamente) qui e ora e tenetevi i morti e sepolti per il prossimo giro.

 

 

E' ovvio che non è colpa di Dante o Leopardi, che peraltro nessuno ha tolto dai programmi ministeriali mi pare.

La mia intenzione non era difendere le sparate più o meno fuori scala di chi pretende di valutare o ridimensionare opere e autori leggendoli fuori dal loro contesto storico, faccio semplicemente fatica a capire la ratio di concentrarsi e dare così tanta importanza a questi soggetti (che contano poco o nulla e sono presi e usati più al fine di ridicolizzare e disinnescare un processo che - realtà e Vannacci alla mano - mi pare ancora ben lontano dall'essere concluso).

 

Per secoli abbiamo vissuto in società orrendamente asimmetriche e ingiuste su questi temi (nella stragrande maggior parte del mondo ancora è prepotentemente così), tutti siamo immersi e abbiamo vissuto elementi vivi o residuali di quella cultura, e il rischio di passi indietro è elevato (non serve cercare troppo lontano) eppure ho l'impressione che siamo già alla fase di rigetto e si sia perso un po' il focus se la questione viene così facilmente deviata sul "difendiamo Dante", "nessuno tocchi Biancaneve", "Sì ci sono anche istanze giuste ma hanno rotto i coglioni".

 

Non si può pretendere che un intero dibattito sia privo di personaggi e teorie bislacche, che sono fisiologiche e a volte pure stimolanti se lette per quello che sono. Ma se davvero un articolo del genere è in grado di "fare danno ed essere controproducente", come leggo ogni volta che esce una roba simile, mi viene il dubbio che forse il problema non sia l'autrice e la teoria, ma semmai che la consapevolezza e ricettività della nostra società verso le più sostanziali ragioni alla base di questo processo siano in realtà molto più deboli di quanto vogliamo raccontarci.


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#112 Mr Repetto

    Enciclopedista

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Inviato 30 gennaio 2024 - 06:53

[

Sono d’accordo.

È chiaro che il livello tollerato di molestie maschiliste in Italia era ed è ancora spaventoso. Prima o poi questa massa di donne vessate si doveva smuovere. Non è bastato Berlusconi e c’è voluta Hollywood ma qualcosa sta innegabilmente cambiando. In questo smottamento possiamo considerare fisiologica una certa dose di eccessiva aggressività da parte di qualcuno, qualche parola d’ordine incomprensibile e stupidaggine dette per fare vedere che si esiste. Questo non rende meno giusta la questione di fondo. Se si vanno a cercare pseudo-contributi al dibattito che fanno cadere le braccia ne si trova sempre in quantità industriale, con qualsiasi angolatura. E si finisce per polemizzare sul nulla.
Ma perché questa quantità di eccessi rimanga fisiologica e non diventi patologica, occorre anche un dibattito su quale sia la giusta misura o la modalità più efficace per ottenere dei diritti o semplicemente ottenere un vero cambiamento culturale. Perché la reazione ai cambiamenti è altrettanto normale e bisognerebbe cercare di non alimentarla inutilmente.

Questo articoletto del Post mi pare, nel suo piccolo, indifendibile. È stato messo insieme male, probabilmente da neo-laureati in lettere mal pagati, e sarebbe di per sé ben poco rilevante. Anche se si tratta pur sempre di una testata con un suo seguito e una sua credibilità, almeno in certi ambiti, che personalmente mi spiace vedere cadere così in basso.
Ciò non vuol dire naturalmente che il tema degli archetipi femminili visti dall’uomo nella Storia della Letteratura italiana non sia interessante, anche volendo per un possibile confronto con la sensibilità moderna qual è e quale dovrebbe essere. Ma è un lavoro difficile, ci vogliono dei critici letterari molto bravi, ed evidentemente non scrivono per il Post.
Se qualcuno comunque vuole soffocare questo tipo di imbecillità sul nascere non mi viene da dire che fa male o che sia necessariamente al soldo della Reazione. Resta il fatto che continuiamo tutti a sognare, forse inutilmente, un mondo in cui si riesca ancora a parlare del bambino e non solo dell’acqua sporca.
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#113 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 30 gennaio 2024 - 08:13


Non si può pretendere che un intero dibattito sia privo di personaggi e teorie bislacche, che sono fisiologiche e a volte pure stimolanti se lette per quello che sono. Ma se davvero un articolo del genere è in grado di "fare danno ed essere controproducente", come leggo ogni volta che esce una roba simile, mi viene il dubbio che forse il problema non sia l'autrice e la teoria, ma semmai che la consapevolezza e ricettività della nostra società verso le più sostanziali ragioni alla base di questo processo siano in realtà molto più deboli di quanto vogliamo raccontarci.

 

 

Se il processo viene depurato dai personaggi e dalle teorie bislacche o almeno se quando queste si presentano vengono educatamente fatte notare mi sembra solo un bene per il processo, il conformismo e la mancanza di critica non sono mai una cosa positiva, il che non vuol dire ovviamente mettere in dubbio la bontà di questo cambiamento ma semplicemente fare delle legittime spunte alle cose francamente ridicole o indifendibili (per altro fatte spesso da gente che è solo salita sul carrozzone del momento e che magari è pronta a salire su quello successivo non appena questo perderà di interesse),

Sicuramente mi sembra un approccio preferibile al "zitti e mosca" che sembrate auspicare e con cui non si va mai molto lontano.


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#114 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 30 gennaio 2024 - 08:38

Ma suvvia. Appena esce qualcosa da quel mondo poco meno che compìto c'è subito la reazione conservatrice "ah signora mia 'ste femministe dove andremo a finire alla fine è normale si voti Trump". Ripeto, là fuori e qui dentro, se ne è già parlato cento volte, ed era il motivo per cui in quel topic di là tempo fa dicevo che mi sarebbe piaciuto avere un forum più diversificato – di fatto in questi casi a difendere certe posizioni non sono mai quelli coinvolti in prima persona ma quelli disposti ad ascoltarle, mentre gli altri se la ridacchiano fermandosi al primo livello.


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#115 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 30 gennaio 2024 - 08:53

Ok, d'ora in poi mi astengo allora, non vorrei nuocere al movimento.


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#116 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 30 gennaio 2024 - 08:55

Se questo è il livello di analisi e permalosità dubito che le discussioni perdano grandi contributi.


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#117 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 30 gennaio 2024 - 09:03

Ma dico sul serio, la permalosità non c'entra, nel momento in cui una critica per altro educata e circostanziata viene derubricata a reazione conservatrice o ridacchiamento complice preferisco evitare ed eventualmente sostenere o criticare in silenzio.


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#118 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 30 gennaio 2024 - 09:15

Personalmente non ho nessun problema con le critiche circostanziate ed educate (né sono per forza d'accordo con l'altra parte), dico solo che proprio manca l'altra voce.

La reazione all'articolo qui dentro (e non solo, invito a leggere i commenti sul Post per sentirvi meno incompresi e assediati dal woke) l'ho indovinata anche solo leggendone il titolo, sarà un caso. Posta l'evidente intenzione provocatoria, quante possibilità c'erano che i casi puntuali citati con un rigo ciascuno fossero tutti filologicamente inattaccabili? Non ci sono disclaimer o maniavanti che tengano.

Le due "neolaureate" lo erano nel 99, una fa l'editor per libri scolastici da quindici anni, l'altra una candidata allo Strega, qui sono già diventate due ragazzine attiviste da twitter (non le conosco né ho mai letto nulla di loro, è solo una veloce ricerca).

 

 

Sono d'accordissimo nello spiegare le parti diciamo "problematiche" (brutta parola), e penso venga fatto sinceramente, ma quel video va a parare da tutt'altra parte secondo me, fa um mischione veramente indigesto per cercare un minimo comune denominatore molto forzato e lo fa pure con una sciatteria per me imperdonabile.

Di che video stai parlando qui? Del video risposta della Pani? Il loro era un articolo scritto.


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#119 Tom

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Inviato 30 gennaio 2024 - 11:40

Io mi incavolo quando mi incavolo, anche se mi capita di essere di sinistra (o presumo di esserlo).

Non penso ci siano stupidate di destra e di sinistra, ci sono le stupidate punto e basta. Una sequela di cazzate resta una sequela di cazzate qualsiasi sia il contesto e la "parte" che la partorisce. E per me stanno tutte da una parte. Non la mia possibilmente, per quanto mi e' possibile riconoscerle e non dirle a mia volta.

 

Non mi sento in dovere di negoziare le mie eventuali incazzature in base a opportunita' politiche, magari lasciando un po' correre se le falsita' e i revisionismi storici in malafede (o peggio fatti con la buonafede dei settarismi) arrivano dalla mia presunta parte. Anzi, che i presupposti da cui si parte possano essere postivi mi fa incazzare di piu', non di meno. La strada per l'inferno e' lastricata di buone intenzioni, no?

 

Quell'articolo mi fa particolarmente incazzare perche' oltre che arrogante e imbarazzante e' una vigliaccata bella e buona. Poeti, artisti e letterati sono stati gli unici che per secoli hanno spesso messo la donna al centro del discorso, l'hanno descritta e a volte esaltata, mentre il resto della societa' lo sappiamo tutti come funzionava. Che lo facessero proprio andando contro i meccanismi delle loro societa', che lo facessero CON e NONOSTANTE gli strumenti di pensiero delle loro epoche, dovrebbe andare a loro favore. Ritorcergli invece contro quei limiti e accusarli, proprio loro!, di essere una concausa del fatto che un sacco di maschi siano ancora degli stronzi prevericatori e' di una piccinieria e una meschinita' che trovo rivoltanti (oltre che un delirio logico).

 

Ogni genereazione e' sempre convinta di essere infinitamente piu' obiettiva, sgamata e "sveglia" di tutte le precedenti. Ma tutte le tante volte che questa convinzione (da pirla) e' diventata pervasiva e sistematica, grazie a settarismi ideologici e religiosi, non e' mai andata a finire troppo bene.

 

Che nel 2024 qualcuno possa considerarsi un essere sueriore e privilegiato, consapevole come mai e' accaduto nella stora umana di dove stiano il bene e il male, tanto da poter permettersi di guardare dall'alto in basso tutti gli "esseri inferiori" che hanno vissuto in epoche precedenti la nostra, per me e' un razzismo complementare (e complice) di quello dei Salvini e Vannucci.

 

(Il tutto detto da uno a cui la realta' del 2024 fa cagare sangue, ma che comunque non farebbe cambio con nessun'altra epoca, eh.)


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#120 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 30 gennaio 2024 - 11:51

Tom, io il tuo punto di vista lo capisco (e in parte condivido pure). Però stai mettendo al centro la "reputazione" degli autori, e non credo che il punto fosse mobilitare tutti quanti ad andare a scrivere "scemo sessista" sulle tombe e sui monumenti, quanto la percezione che le ragazze si formano del proprio ruolo nella società attraverso i secoli di cultura "ufficiale" che vengono loro proposti per tutto il percorso formativo. Mi sembra chiaro che volesse farti incazzare, già dal titolo.

 

Allontanandoci un po' dallo specifico articolo: non vedete come la reazione a queste provocazioni sia immediata e sproporzionata, rispetto all'impatto delle stesse e rispetto soprattutto ai millenni di pendolo totalmente sbilanciato dall'altra parte?


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#121 Reynard

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Inviato 30 gennaio 2024 - 12:13

Mi pare che un po’ tutti, tranne Solaris, stiate abbaiando all’albero sbagliato.
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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#122 Gozer

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Inviato 30 gennaio 2024 - 13:12

Mi pare che un po’ tutti, tranne Solaris, 

 

Grazie per la considerazione. das.gif


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#123 Mr Repetto

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Inviato 30 gennaio 2024 - 13:46

Tom, io il tuo punto di vista lo capisco (e in parte condivido pure). Però stai mettendo al centro la "reputazione" degli autori, e non credo che il punto fosse mobilitare tutti quanti ad andare a scrivere "scemo sessista" sulle tombe e sui monumenti, quanto la percezione che le ragazze si formano del proprio ruolo nella società attraverso i secoli di cultura "ufficiale" che vengono loro proposti per tutto il percorso formativo. Mi sembra chiaro che volesse farti incazzare, già dal titolo.

 

Allontanandoci un po' dallo specifico articolo: non vedete come la reazione a queste provocazioni sia immediata e sproporzionata, rispetto all'impatto delle stesse e rispetto soprattutto ai millenni di pendolo totalmente sbilanciato dall'altra parte?

Questa cosa posta così è molto vera e molto intelligente. Ma è opera tua, non loro, che invece la mettono giù come ha descritto perfettamente Tom. Basta leggere il titolo e le prime 20 righe. Sarà anche una provocazione, ma riuscita malissimo.

Se sono anche delle letterate esperte peggio me sento. Se poi anche i lettori del Post le  attaccano  forse la causa più che  il perbenismo piccolo borghese è che hanno pestato un merdone. Però a differenza di quello che farebbero la quasi totalità dei minimizzatori di Trump o  dei lettori del Foglio, qua non mi pare che nessuno se ne sia rallegrato o lo abbia trattato come l'ennesimo sintomi di una cultura italiana malata di wokismo, cosa che ancora non mi pare francamente.

 

Mi pare che un po’ tutti, tranne Solaris, stiate abbaiando all’albero sbagliato.

Non ho capito nella metafora cos'è l'albero sbagliato e cosa quello giusto.


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#124 Edgewalker

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Inviato 30 gennaio 2024 - 15:15

 

se andate oltre la forma psycho meme del video ci sono spunti interessanti

 

"VIVA LA MERDA PERCHE A NOI LA QUALITÀ C'HA ROTTO IL CAZZO" [cit.]


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#125 Reynard

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Inviato 30 gennaio 2024 - 19:35

 

 

 

Mi pare che un po’ tutti, tranne Solaris, stiate abbaiando all’albero sbagliato.

Non ho capito nella metafora cos'è l'albero sbagliato e cosa quello giusto.

 

 

C'è nelle prime parole dell'articolo: "Nelle antologie scolastiche...". Il punto qui non sono i giudizi sui singoli artisti o le singole opere ma il problema di una rappresentazione globale, canonizzata, che ha la sanzione sociale della trasmissione scolastica. E qui ti dico: quei giudizi non sono affatto rivoluzioni/esagerazioni da ristretta frangia woke fuori controllo; li trovi nella critica letteraria da decenni. 

Di più: li trovi nella critica letteraria in una versione molto più evoluta, complessa, capace di discernere le specificità dei singoli autori e di collocare la questione dell'immagine femminile nell'insieme dell'opera - cioè, quell'approccio più equilibrato che auspicate (da 'critici letterari seri', come scrivi) è lo standard, ma non da ora: da un pezzo.*

E rilancio: ormai anche le 'antologie scolastiche' si stanno mettendo su questa strada. Uno sguardo critico sulla rappresentazione femminile (come sulla rappresentazione dell'altro, che sia etnico, religioso, di classe...) è normalmente presente. Gaspara Stampa, per dire, è normalmente affrontata accanto ai 'classici' Ariosto e Tasso. 

A me quel che colpisce di quell'articolo, come di altri che ho letto, è il tono predicatorio da pionieri là dove si tratta di rotte già tracciate. E va bé, è un articolo divulgativo, non accademico, ci sta: al massimo mi preoccupo dello stato poco aggiornato della divulgazione. Poi vedo certe reazioni e mi chiedo se il motivo per cui articoli come questi mi sembrano combattere una battaglia vecchia di decenni è perché stanno combattendo una battaglia vecchia di decenni.

 

* Esempio concreto: quando ho scritto la mia tesi di laurea, la bellezza di ormai ventidue anni fa, ho letto un libro su Pirandello dal titolo "Madri Baldracche Amanti. La figura femminile nel teatro di Pirandello" (di Roberto Alonge), pubblicato a fine anni '90, che sostiene la tesi contenuta in quell'articolo (la presenza in Pirandello del Madonna-Whore complex) - e si tratta di una 'normale' ricerca di un 'normale' critico, che fra l'altro fa uso di costrutti critici che erano già ben stabiliti all'epoca. E in realtà la tesi di Alonge si spinge più in là, notando l'emergere, nelle tarde opere di Pirandello, di un paradigma diverso che non rientra nella dicotomia tra 'madonna' e 'prostituta', un modello che oggi chiameremmo 'sex positive'. Non stiamo a indagare qui se Alonge avesse ragione, ci si scanneranno i critici su questo. Il punto è che mi sono trovato di fronte un articolo che sostiene (tra le altre cose), come se fosse opinione controversa e quasi rivoluzionaria, quella che fondamentalmente è la prima parte di un saggio di critica letteraria di medio livello di venticinque anni fa... e questa opinione suscita in effetti controversia!

 

Ora, in tutta sincerità (e mi scuso se posso sembrare cattivo) lo stesso tono da scoperta di un continente in realtà già ampliamente esplorato lo trovo anche nelle vostre parole. Ti cito:

"Ciò non vuol dire naturalmente che il tema degli archetipi femminili visti dall’uomo nella Storia della Letteratura italiana non sia interessante, anche volendo per un possibile confronto con la sensibilità moderna qual è e quale dovrebbe essere. " 

Tutto verissimo, e sai dove si trova tutto questo? Nei saggi critici di livello accademico, e ormai (e sempre di più) anche nella manualistica e nelle antologie scolastiche. Non ci dovrebbe essere bisogno di un articolo del Post per porre l'attenzione su tutto questo. Eppure, si son viste le reazioni.

 

I giudizi sui singoli autori a questo punto contano poco. Sono ovviamente tagliati con l'accetta, non so (e non mi interessa) se per scarsa competenza di chi scrive, per semplificazione divulgativa o per volontà provocatoria. Nella forma in cui sono messi lì non sono sostenibili. Ma quel che emergerebbe da una attività didattica e divulgativa che prenda sul serio questi spunti è, ovviamente, di tutt'altro livello. E la ricerca esiste già, è questo il punto.


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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#126 Spiritchaser

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Inviato 30 gennaio 2024 - 20:04

 

Ora, in tutta sincerità (e mi scuso se posso sembrare cattivo) lo stesso tono da scoperta di un continente in realtà già ampliamente esplorato lo trovo anche nelle vostre parole

 

 

Però dubito che Repetto sia rimasto allibito come di fronte a un continente nuovo all'idea che esistano studi critici della figura femminile in letteratura dash.gif

Io su ho pure specificato che sono temi banali, il punto non è il paradigma critico ma i contenuti non sostenibili, come hai scritto, in quella forma e in quelle analisi risibili.


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#127 Spiritchaser

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Inviato 30 gennaio 2024 - 20:06

 

Però a differenza di quello che farebbero la quasi totalità dei minimizzatori di Trump o  dei lettori del Foglio, qua non mi pare che nessuno se ne sia rallegrato o lo abbia trattato come l'ennesimo sintomi di una cultura italiana malata di wokismo, cosa che ancora non mi pare francamente.

 

 

Se sono anche delle letterate esperte peggio me sento. Se poi anche i lettori del Post le  attaccano  forse la causa più che  il perbenismo piccolo borghese è che hanno pestato un merdone. Però a differenza di quello che farebbero la quasi totalità dei minimizzatori di Trump o  dei lettori del Foglio, qua non mi pare che nessuno se ne sia rallegrato o lo abbia trattato come l'ennesimo sintomi di una cultura italiana malata di wokismo, cosa che ancora non mi pare francamente.

 

 

Infatti ovviamente la questione non è la società in generale (dove le cose stanno diversamente e se n'è già discusso nelle pagine precedenti) ma il fatto che questa modalità di discussione (non solo sul sessismo) diventi quella standard - perché più visibile, più in voga, più grottescamente semplicistica e quindi più facile da maneggiare e pappagallare; l'articolo non è una provocazione venuta fuori dal nulla.

Poi trovo inafferrabile come funzioni il meccanismo mentale che dovrebbe inibire un giudizio negativo su questa roba solo perché quelli di destra fanno quelli di destra (cosa che faranno fino alla fine del mondo) o perché in realtà il sessismo esiste (come se le due cose fossero in contraddizione, o fosse questo il punto della reazione). Non mi sembra un atteggiamento particolarmente più fruttuoso dell'altro.


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#128 Mr Repetto

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Inviato 30 gennaio 2024 - 21:55


Ora, in tutta sincerità (e mi scuso se posso sembrare cattivo) lo stesso tono da scoperta di un continente in realtà già ampliamente esplorato lo trovo anche nelle vostre parole


Però dubito che Repetto sia rimasto allibito come di fronte a un continente nuovo all'idea che esistano studi critici della figura femminile in letteratura dash.gif
Io su ho pure specificato che sono temi banali, il punto non è il paradigma critico ma i contenuti non sostenibili, come hai scritto, in quella forma e in quelle analisi risibili.
Esatto. Senza la conoscenza da addetto ai lavori e l’acume di Reynard, mi sembra che non sostenessi cose incompatibili, così come altri qui. Forse è quella situazione in cui denunciando in maniera un po’ troppo accalorata i “compagni che sbagliano” si fa la figura dei nemici della causa. Ma anche noi, per la verità, avevamo messo i nostri bravi disclaimer anti anti-woke. Evidentemente con scarsa credibilità asd.
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#129 Spiritchaser

    Classic Rocker

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Inviato 31 gennaio 2024 - 11:04

Woke è da "parole andate..." ma l'articolo non esisterebbe senza quella corrente. A parte il linguaggio, la conclusione che la letteratura italiana modelli "l’immaginario collettivo continuando a perpetuare cliché, tossicità, giustificazioni alla violenza di genere" non è critica letteraria, è quellarobballì, con quello schematismo lì; come se studiare qualcosa non fosse già di per sé prenderne le distanze critiche e come se davvero ragazze e ragazzi costruissero la percezione del proprio ruolo nella società su Dante. Ma pure non fosse Dante, c'è quel tipo di sguardo sull'arte (impiegato anche quando basterebbero letture meno distorte o piatte) e sull'uso della lingua (personaggia). 


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#130 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 16 febbraio 2024 - 09:58

Questo articolo lo trovo molto importante, racconta ciò che coinvolge ogni donna, nessuna esclusa, perché se è vero che i numeri delle violenze sono insopportabilmente alti, non tutte hanno subito quella violenza che la società percepisce come un fatto eclatante. Cinzia Torrisi invece racconta la normalità, il calcolo ossessivo dell’esterno, fisico e animato, l’adeguarsi a comportamenti che si assumono come ovvi e ovvi non sono, il calcolo delle probabilità delle conseguenze di ogni scelta, e stiamo parlando di scelte che sono il “modo di camminare, modo di guardare, modo di gesticolare etc”, il rapportarsi ad ogni contesto come un luogo di “guerra” in cui elaborare strategie di difesa, sempre.


“Se solo ne fossi in grado gli potrei fare un ritratto. Biondo, occhi chiari e uno zaino Invicta sulle spalle. Sulla trentina. Non particolarmente alto né magro. Chissà se l’immagine che ho in testa gli somiglia sul serio.
Avevo incrociato il suo sguardo, insieme a quello di decine di altre persone, all’interno di un vagone della metropolitana affollato. Erano da poco passate le 22, avevo finito di seguire un workshop di giornalismo e dovevo raggiungere casa di un amico che mi ospitava in una città in cui non vivevo, in un quartiere dove non ero mai stata. E dove a distanza di più di dieci anni non sono più tornata.
Sono uscita dalla metropolitana e ho preso un sottopassaggio. La direzione era obbligata, credo, o comunque non mi ero preoccupata di trovare un’altra strada. Era poco illuminata, alla mia sinistra le luci dei fari delle auto, alla mia destra erbacce. Con una mano tenevo il telefono all’orecchio, con l’altra facevo oscillare un ombrello chiuso, reggendolo dal cordino.
Sentivo dei passi dietro di me, e ogni tanto avevo la percezione che si stessero avvicinando. Normale, pensavo. Troppo vicini, non volevo pensare. Una voce in qualche area remota del mio cervello mi diceva che finché parlavo al telefono sarei stata al sicuro. E così, anche quella volta, l’avrei scampata.
E invece abbiamo riattaccato, e in pochi secondi quei passi troppo vicini sono diventati una mano che mi afferrava dalla cintura dei pantaloni. Il tizio biondo con lo zaino mi stava spingendo verso il lato buio della strada. Ho urlato, tantissimo, e l’ho colpito con l’ombrello. Poi ho corso, non saprei dire quanto né con quali gambe.
Per un po’ di anni non ho avuto un buon rapporto con i sottopassaggi e ho preferito fare chilometri di strade alternative invece di passarci. La cosa mi faceva imbestialire.

A come ho vissuto quell’esperienza ripenso spesso. Per diverso tempo non l’ho raccontata praticamente a nessuno. Mi dicevo che era per non creare preoccupazione inutile, tutto sommato era andata bene. In realtà avevo il dubbio di aver sbagliato qualcosa. In fondo non avevo cercato una strada diversa rispetto a quella poco illuminata. Il corso era finito nel tardo pomeriggio, ma mi ero trattenuta in giro fino a sera. E non conoscevo il posto dove stavo andando. Avevo forse ricambiato lo sguardo in metropolitana?
Mi sono limitata a evitare i sottopassaggi, senza riuscire a dare una forma e un nome al fastidio che mi provocava dover cambiare strada. La sensazione di non aver fatto abbastanza non mi ha abbandonata per anni, mi è rimasta addosso come un prurito che ogni tanto ritornava.
Ero cresciuta con la convinzione che la violenza maschile fosse un dato inevitabile. Il mio compito come donna era fare di tutto per evitarla. Nel caso non ci fossi riuscita – e nonostante l’inevitabilità – la colpa sarebbe stata mia. Qualche anno più tardi avrei imparato che questa dissonanza cognitiva socialmente accettata si chiama “cultura dello stupro”.
Nel libro Transforming a rape culture è definita come “un complesso di credenze che incoraggia l’aggressività sessuale maschile e sostiene la violenza contro le donne”. Una cultura dello stupro “condona come ‘normale’ il terrorismo fisico ed emotivo contro le donne. Nella cultura dello stupro sia gli uomini che le donne assumono che la violenza sessuale è ‘un fatto della vita’, inevitabile come la morte o le tasse”.
Questa cultura è sostenuta da diverse cose, come ha scritto Giulia Siviero: “Le battute sessiste, il dare la colpa alla vittima, l’oggettivazione sessuale, l’usare la mancanza di coscienza come attenuante e non come aggravante, o la cosiddetta goliardia: non vuol dire che chiunque faccia battute sessiste automaticamente stupri le donne; vuol dire che chiunque faccia delle battute sessiste, o ne rida, o rimanga in silenzio, alimenta la cultura dello stupro”.

Fin da piccole ci insegnano che ci dobbiamo proteggere. Dal lupo, dal mostro. “Da un malintenzionato”, era l’espressione più usata in famiglia. Tra i ricordi della mia adolescenza ci sono certi sabato pomeriggio passati a vestirci con le mie amiche prima di uscire. Con i miei genitori c’era un tacito accordo: potevo indossare quello che più mi piaceva, ma era meglio se non fossi stata “troppo nuda”, se il piano era andare in giro in centro il sabato notte. La gonna corta e la maglietta scollata andavano bene per le feste in casa o per delle serate tranquille. Se si usciva era meglio non mettersi nelle condizioni di non aver fatto abbastanza.

Queste raccomandazioni mi facevano sentire a disagio. Eppure, le percepivo come buon senso, e così anche le mie coetanee. Non ne parlavamo mai, non ce lo dicevamo mai, ma lo sapevamo che dovevamo proteggerci, limitarci, mettere in campo una sorta di valutazione del rischio. E così abbiamo fatto, e continuiamo a fare.
Camminiamo con le chiavi strette in mano già a due isolati di distanza dal portone di casa, parliamo a voce alta al telefono o fingiamo di farlo, ci guardiamo le spalle, teniamo la musica bassa o la ascoltiamo solo da una cuffietta, condividiamo la posizione con persone di fiducia, scegliamo la via più illuminata anche se più lunga, cambiamo marciapiede se incrociamo qualcuno, proviamo sollievo se si tratta di un’altra ragazza.
In questo patto silenzioso “scrivimi quando arrivi a casa” è stata una forma di cura che ho sperimentato fin da ragazza. Non riesco a fare una stima di quante volte negli anni ho detto, scritto, letto, sentito questa frase, salutando qualcuna a tarda notte. Erano sempre donne, uniche in grado di capire al volo e senza bisogno di spiegazioni il sottotesto di quelle parole: sentirsi delle potenziali prede, scamparla anche stavolta.
Quello che con le mie amiche adolescenti non ci siamo mai confidate, perché non credevamo fosse il caso, è che la sensazione di sentirci prede ci faceva schifo. Non sapevamo cosa fosse detto in proposito ai maschi, ma avevamo il dubbio che “non stuprare” non fosse tra le raccomandazioni. Non era scritto, pubblicizzato, citato da nessuna parte che ci dovessero lasciare stare.
Per questo “scrivimi quando arrivi a casa” mi provoca ancora sensazioni ambivalenti: atto di preoccupazione e attenzione verso l’altra, ma anche certificazione del dispositivo della paura che abita molti dei nostri spostamenti. Non si tratta di sapere se sia successo un incidente, un inciampo qualsiasi, se si sia fermata l’auto. “Scrivimi quando arrivi a casa” è il pensiero spaventoso non detto, quello che fa mormorare “ecco” quando poi a qualcuna succede.

Quando nel 2021 Sarah Everard è stata stuprata e uccisa da un poliziotto a Londra, nel Regno Unito, stava tornando a casa dopo una cena da amici, erano le 21.30. Everard aveva 33 anni, era vestita senza lasciar scoperti lembi di pelle, aveva scelto la strada più lunga perché più illuminata. Aveva parlato al telefono con il suo ragazzo poco prima di essere aggredita. Era tutto giusto, eppure qualcuno ha avuto da ridire.
Dopo la sua morte, la deputata britannica Jenny Jones ha provocatoriamente proposto un coprifuoco dalle 18 per gli uomini, così le donne sarebbero state più al sicuro. È successo un finimondo, da parte di donne e uomini. In quei giorni Arwa Mahdawi ha scritto che in effetti è come se le donne dovessero già rispettare un coprifuoco immaginario: “Chi insorge all’idea di un coprifuoco maschile forse dovrebbe chiedersi, con un po’ di spirito critico, perché non ci si arrabbia allo stesso modo quando alle donne viene detto di adattare il loro comportamento in risposta alla violenza maschile”.

Fin dall’adolescenza, spiegava qualche tempo fa la scrittrice Rachel Hewitt, lo spazio pubblico delle ragazze è decisamente più ristretto rispetto a quello dei ragazzi. Se hai quattordici anni e sei donna, la mappa dei tuoi movimenti quotidiani è un terzo rispetto a quella dei coetanei maschi.
Un uomo gode di una libertà piena di vivere la città e lo spazio urbano, senza limiti di orario o necessità di grande programmazione. Da un certo punto in poi, invece, la capacità di movimento femminile è legata a doppio filo con il verbo “evitare”: evitare una certa strada, evitare di incrociare uno sguardo, evitare di andare in un certo posto a una certa ora con i mezzi pubblici, evitare tratti a piedi. Evitare i sottopassaggi, anche.
Nei miei giri sui siti immobiliari mentre cercavo casa, tra i parametri che muovevano la mia ricerca c’era la necessità di trovare un posto in cui poter tornare tranquillamente da sola. Mi sono resa conto che nella mia testa avevo composto una dettagliata mappa del quartiere, suddivisa in base alla percezione di un potenziale pericolo. Quella via no, quella zona no, quel palazzo meglio di no. Evitare e, in fin dei conti, rinunciare.
Alla base di questo continuo lavoro di valutazione della sicurezza c’è la paura. Spesso catalogata come sentimento legato a una qualche fragilità di genere, la paura femminile è invece un dispositivo non solo saldo, accettato, ma anche utile a uno scopo. La paura, sostiene la professoressa Leslie Kern nel libro Feminist city, limita la vita delle donne e le mantiene “dipendenti dagli uomini come protettori”, relegandole allo spazio privato della casa. Secondo la ricercatrice Federica Castelli le donne vivono una sorta di “autoespulsione” da uno spazio pubblico disegnato a immagine e somiglianza maschile, attraversandolo un po’ come ospiti.

La società patriarcale si regge sulla paura delle donne. Ed è un sentimento tutt’altro che irrazionale. Le ragazze sono continuamente messe in guardia non solo dai buoni consigli di familiari e conoscenti, ma anche dai mezzi d’informazione. È un ritornello a voci unificate che ripete: sei libera di andare serena dove vuoi e quando vuoi, ma poi non lamentarti se ti succede qualcosa, te l’avevamo detto. Uno dei cori portati in piazza dal movimento femminista dice: “La notte ci piace, vogliamo uscire in pace”. Secondo l’Istat solo il 51 per cento delle donne si sente sicura di uscire la sera da sola nella zona in cui vive. Dunque quasi una su due proprio “in pace” non esce.
Il coro continua così: “Ci piace pure il giorno, levatevi di torno”. Ogni tanto sui social network qualcuna fa un esperimento e chiede alle donne e ragazze che la seguono: “Cosa faresti se gli uomini non esistessero per 24 ore?”. Le risposte più gettonate sono sempre le stesse: passeggiare da sole di notte, indossare qualsiasi cosa, ballare e ubriacarsi senza preoccupazione, dormire all’aria aperta.”
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#131 atlas

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Inviato 25 febbraio 2024 - 02:35

posto qui per tutti i patriarchi ingiustamente incarcerati


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il faut se radicaliser. 


#132 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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Inviato 27 agosto 2024 - 05:30


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#133 mongodrone

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Inviato 27 agosto 2024 - 15:20

 

peccato che non sono amministratore anche sul forum perchè questo post meriterebbe il ban


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#134 Gozer

    Grande eletto non anglofonista Kadosch

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Inviato 27 agosto 2024 - 15:21

Lei insopportabile, già detto numerose volte.


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RYM ___ i contenuti

"SOVIET SAM" un blog billizzimo


7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

Tra due anni torniamo per vincere.


#135 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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Inviato 27 agosto 2024 - 16:51

peccato che non sono amministratore anche sul forum perchè questo post meriterebbe il ban


Se non sai proporre una controargomentazione il problema è tuo, non suo.
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#136 mongodrone

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è sarda


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#137 popten

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Inviato 10 ottobre 2024 - 23:46

pesce.png

 

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