Inviato 12 dicembre 2017 - 16:47
"Differenza e ripetizione" abbandonato a malincuore quando le 'circostanze della vita' hanno annullato completamente il tempo dedicabile alla lettura. Mettetelo al secondo posto se vi fidate dell'impressione parziale.
se non ricordo male da qualche parte avevi scritto che eri un analitico di ferro, cosa ti ha spinto alla lettura? sarei davvero interessato a sapere cosa ne pensi, anche se la tua è stata una lettura solo parziale.
"Analitico di ferro" no, esco spesso e volentieri dal seminato. Ed in realtà in Deleuze ho trovato parecchie argomentazioni e parecchie aree di interesse che un analitico capirebbe e seguirebbe (ed uno venuto su a pane e Peirce come me ancora di più). Tra i francesi postmoderni Deleuze mi è parso quello più intriso di filosofia nel senso classico del termine, muovendosi tra Aristotele, Cartesio, Spinoza, Kant ecc. con molta più aderenza alle intenzioni di questi autori di quel che potrebbe sembrare, tanto che chi è stato cresciuto in un ambiente filosofico 'tradizionale' si trova più a suo agio qui che in, per dire, Derrida. Quel che farebbe rimanere male un analitico di ferro sono certi salti di regione ontologica, dal concetto all'inconscio freudiano nell'arco di una pagina. Ma io son vaccinato da anni di esposizione a Simon qui sul forum, Deleuze mi fa una pippa.
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.