Sono in 7. I tre batteristi sono Calvin Harrison, Pat Mastellotto e un tal Jeremy Stacey (che ha la bombetta e suona pure il mellotron/piano). Loro tre stanno davanti, dietro ci sono gli altri 4: Fripp (che pure suona il mellotron) e Levin, Mel Collins (
) e la seconda chitarra + voce è quel Jakko Jakszyk con cui Fripp aveva pubblicato un disco tempo fa. Lui dell'ensemble mi è parso il più debole/meno carismatico. Chiaramente ha i maroni quadri anche lui, però ad esempio per le parti vocali "ci riesce" ma non va oltre ecco (e sugli acuti è un po' tirato, molte volte). Collins è più freejazzoso di quanto pensassi, ma è dolcissimo con tutto il suo armamentario di flauti e sax intorno - quando poi doppia i riffoni col sax baritono è cattivissimo, altro ché. Entrambi i set e pure il bis sono cominciati con dei pezzi di sole percussioni in cui i 3 batteristi suonavano insieme, parzialmente coordinati, parzialmente improvvisando (penso).
In generale il riccardonismo è estremo (ovviamente), ma il tutto è estremamente "insieme", non so come spiegarlo. Si vede benissimo che tutti sono coscienti al 150% di cosa stia succedendo ogni secondo, ogni cambio di tempo, ogni poliritmo, ogni improvvisazione. Boh musicalmente (e non intendo tecnicamente, ma musicalmente) è stato uno dei concerti di più alto livello che io abbia mai visto. Ci sono un paio di pezzi nuovi - Meltdown, quel Radical Action bla bla bla - che sembrano un po' fatti col pilota automatico ma vabbe', glie li si perdona (poi comunque non sono malaccio, eh).