Per essere chiari: il cartaceo di Leggo è carta da culo, sul sito non ci sono neanche mai andato. La carta, la tipografia, gli inserzionisti, la distribuzione, tutto ti fa capire che tipo di roba stai aprendo prima ancora di leggere una parola. E non appena la leggi trovi la conferma. O pensi che il tuo "speciale Ligabue" sia decente? È una merda fumante e probabilmente la roba migliore pubblicata da Leggo nel trimestre, pensa il resto.
Ma, scusa, eh, a parte il fatto che la tipografia, gli inserzionisti, la distribuzione non dipendono certo da noi redattori, tu leggi Leggo tutti i giorni dalla California?
Mi fa piacere che consideri il mio speciale Ligabue – che certo avrei fatto meglio se fosse stato un lavoro meno affrettato, da consegnare in pochi giorni in mezzo al casino di tutto il resto del lavoro – la roba migliore degli ultimi tre mesi, ma le leggi ad esempio le pagine di cinema e tv che facciamo quasi ogni giorno? A me non sembrano sinceramente tanto peggio di quelle del Messaggero, per citare la casamadre, con tutto che io le faccio con tre collaboratrici e loro in 50...
Se a qualsiasi redattore un'offerta economicamente pari da un qualsiasi quotidiano vero (non ho detto serio) ve ne andreste dopo un microsecondo.
Non è così, però. C'è anche gente che ha deciso di restare e io stesso, se mi proponessero di andare al Messaggero alle condizioni poste ad altri colleghi, forse rifiuterei. Preferisco gestire da solo una sezione di un giornale (più letto del Messaggero, peraltro), facendo le cose con autonomia e spirito d'iniziativa, piuttosto che abbrutirmi a fare l'ennesimo gregario in una redazione vecchia e mastodontica come quella del Messaggero, dove magari dovrei fare le 23.30 ogni giorno per gestire un lavoro di macchina dietro le quinte o magari passare le brevi in Cronaca. C'è anche gente che da Leggo è passata al Messaggero e oggi farebbe carte false per tornare indietro (non ci crederai, ma è così). Ovviamente, di fronte a una chiamata di giornali tipo Repubblica, Stampa o Corriere il problema non si porrebbe, ma per altre testate dipenderebbe dall'incarico, dalle condizioni di lavoro, dallo stipendio e da tante altre cose.
La tirata "è tutta gente bravissima, in gamba, so sforza tantissimo, ve lo dico io" fa ridere dai (mi sto sforzando di essere buono), lo dicevi anche dei colleghi dell'Alitalia di tua moglie devi capire che dello sforzo o della bontà d'animo dei dipendenti (il contraltare è l'immancabile management cattivo) frega un cazzo, non è il punto, né è una giustificazione alla realtà che tanto Alitalia che Leggo fanno un prodotto indecente (almeno Leggo non ruba dalle tasche del contribuente). Spero lo sappia anche tu perchè se ti sei convinto che così non è è triste.
Ma non è assolutamente triste! Ci divertiamo un sacco in redazione, proprio perché è pieno di gente brillante e in gamba, i contenuti del giornale purtroppo non possiamo deciderli noi in barba a editore e direttore, come capirai, però credo che facciamo tutti seriamente la nostra parte, e alcuni dei miei colleghi sicuramente potrebbero lavorare in testate più grosse (alcuni già l'hanno fatto)
Non prenderla sul personale, non è un'offesa, è una constatazione. Mi rendo conto che dev'essere dura. Devi solo fare il passo di assolverti (non è colpa tua, neanche dello schifo che fanno scrivere a te), il mutuo va pagato e non nasciamo tutti col talento di Ross Douthat o le amicizie della famiglia Montanelli. Non credo che nessuno pensi che al corriere ci sia gente tre volte più brava che a Leggo : saranno un po' più bravi mediamente, e soprattutto con più culo.
Te lo scrivo perchè qua gli utenti (a parte debaser ) tentano di usare del finto tatto (o del silenzio) con risultati grotteschi eh, meriti di sapere la verità
Ma non la prendo sul personale, vorrei solo che sapeste che a Leggo si fa anche del lavoro molto serio e professionale, anche se l'immagine purtroppo è inficiata da tante altre cose (anche la qualità degli inserzionisti, indubbiamente, ma non è colpa mia se l'editore decide di rinunciare alle pubblicità nazionali chiudendo sei redazioni in Italia e aprendo alle inserzioni dei salumieri locali).
Poi sicuramente contesto alla radice la tesi “se lavori a X non hai il talento di Ross Douthat”. Credo che Federico Savini, che lavora a una misconosciuta pubblicazione romagnola, o Alberto Asquini, che al Fatto misteriosamente hanno lasciato andare e che vorrebbe lavorare a Leggo (spero di riuscire a prenderlo, ma per ora me lo impediscono), siano molto più bravi di molti che scrivono quotidianamente sulle pagine degli Spettacoli del Corriere o di Repubblica.
Insomma, specie in Italia, per farsi strada nei grandi giornali quasi sempre non basta il talento, e lo sappiamo bene.
In ogni caso apprezzo questo tuo ruolo di ambasciatore sincero di quelli che usano finto tatto, e invito quindi costoro a non usarlo più e a uscire allo scoperto, possibilmente per sempre.
P.S. Continuo a non capire perché la colpa delle scadenti prestazioni di Alitalia sia di quei pochi dipendenti e uffici che lavorano bene, questo concetto della condivisione globale non lo capisco proprio, sarebbe come dire che se la Fiat decide strategie sbagliate e fallisce, è colpa anche di quello che monta egregiamente bulloni a Pomigliano d'Arco...