
premetto che non sono un lettore accanito di fumetti, non lo sono mai stato neppure da ragazzino. conosco poco dell’universo fumettistico e non sono di certo un esperto. leggendovi so che ci sono molti utenti che coltivano invece questa passione da tempo. questo è un topic-omaggio più che altro, verso l’unico autore di fumetti che conosco (abbastanza) bene e che mi piace sul serio
parto dicendo che della sua produzione marvel per devil conosco poco, ho poco approfondito. ho letto qualche sua storia degli anni 80 racchiusa in uno di quegli albi di repubblica o il corriere non ricordo, che erano delle specie di albi monografici sui supereroi più famosi che raccoglievano le storie più simboliche dagli albori ai giorni nostri. non mi ha mai granché stuzzicato interesse questo personaggio, anche con frank miller di mezzo. da quel che ho letto ha creato la mitologia moderna di devil e segnato quindi una data nella storia del fumetto, ma io come dicevo in apertura non sono un esperto di fumetti e quindi non è centrale per me l’importanza storica di un fumetto. ecco ho però comprato la graphic novel devil: amore & guerra (1986) che a quanto ho capito è un po’ una cosa a sé, ed infatti l’ho trovata stupenda nella sua essenzialità, soprattutto grazie all’impianto visivo/cromatico di bill sienkiewicz. ecco se magari qualcuno ha da consigliarmi qualcosa su questa lunghezza d’onda sarei anche interessato a ritornare sul devil di miller
batman è invece un supereroe che ho sempre amato anche se non ho quasi mai letto nulla: molto merito deve essere del cinema. arrivo dunque al classico dei classici milleriani: il ritorno del cavaliere oscuro (1986). lasciando stare per un attimo l’importanza storica di questa storia di cui si è parlato a non finire, è veramente un grande fumetto. viscerale, vitale, rabbioso, pieno di furore ideologico, inquietante e pessimista. miller non racconta semplicemente una storia di batman, allarga talmente lo spettro che ci finiscono dentro molte delle ansie della contemporaneità. c’è l’onnipresenza e la stupidità dei media, il dilagare del crimine, l’ipocrisia del potere, l’impotenza della legge. ci sono alcune delle bestie nere di miller: psicologi e psichiatri che giustificano il male, intellettuali progressisti da salotto televisivo che parlano del nulla, politici falsi e finti come un attore televisivo (ehm c’era un certo reagan all’epoca…). l’unica risposta possibile al caos dilagante è per miller una sorta di individualismo anarchico di destra incarnato dal vigilante mascherato batman, che combatte sia contro la violenza per le strade che contro l’oppressione dello stato. diciamo che chi ha letto la storia come una satira dell’epoca reaganiana tipo american psycho, scambiando quindi miller per un liberal inquieto e trasgressivo come bret easton ellis, secondo me ha sbagliato. è inequivocabilmente una storia che spruzza succhi reazionari, alimentata da puro furore ideologico, da rabbia vera. è sì una satira/critica, ma fatta da destra. basta vedere la caratterizzazione differente dei due supereroi che si incontrano/scontrano durante la storia: superman è ritratto come un potente servo colluso con il sistema, essere superiore che vive alla luce del sole e che si nutre della propria retorica messianica; batman è una creatura della notte, un miliardario figlio di un magnate che si è fatto da sé, che si maschera come un vigilante dell’epoca dei pionieri (quei cappucci che ricordano tanto il ku klux klan…). al di là di tutto è una storia avvincente che emana un fascino molto forte ancora oggi anche tra chi non è un super esperto dell’uomo pipistrello
venendo ai 90 targati dark horse comics, ho letto hard boiled (1990), incubo fantascientifico iperviolento e pornografico. è la storia breve ma intensa di un agente assicurativo che scopre in realtà di essere un cyborg che vive una finta vita umana costruitagli da una corporation che lo usa come arma letale per sbarazzarsi della concorrenza. sì, ricorda un po’ atto di forza del resto gli anni sono quelli, soltanto che alla fine il cyborg nixon decide di vivere nel “sogno” artificiale rinunciando alla libertà. a me è piaciuto molto. si avvale dei disegni ricchissimi di dettagli di geof darrow che crea queste tavole piene zeppe di figure e cose, e raffigura una los angeles del futuro putrida, caotica e senza regole, una specie di immenso quartiere a luci rosse abitato da una fauna di barboni, tossici, criminali di ogni tipo, degenerati che scopano per la strada. hard boiled è eccessivo, isterico, inquietante, violento fino al parossismo: insomma un miller in grande spolvero
ed eccomi arrivato all’opus magnum di miller, l’epopea di sin city che abbraccia un arco temporale che va dal 1991 al 1999, ovvero il periodo che comprende la pubblicazione dei 13 “yarns”, che sarebbero le storie individuali ambientate nell’universo di sin city raccolte poi in 7 volumi. è il miller che preferisco in assoluto: sin city è il suo capolavoro. miller scrive e disegna queste straordinarie storie che racchiudono e frullano tutti i topoi della letteratura e del cinema nero. dalla fiamma del peccato di billy wilder alla dalia nera di ellroy, da chandler ad hammett a spillane. gli stereotipi consolidati di quarant’anni di crime fiction vengono però rivitalizzanti dalla sensibilità postmoderna di miller e danno così vita ad un universo unico e personale, che richiama alla mente mille influenze ma non assomiglia a nient’altro. pulp, hard-boiled, sono categorie che perdono il loro significato classico nel tritacarne visionario di miller. l’utilizzo espressionistico dei bianchi e dei neri crea delle tavole che risucchiano il lettore in un vortice asfissiante, un viaggio allucinato in un mondo senza colori e senza luce. l’ideologia nichilista di personaggi memorabili come marv e dwight contribuisce a rendere al meglio questa idea di inferno terreno, di eden della corruzione e del vizio, che è l’universo creato da miller. le storie grondano violenza esasperata, personaggi sopra le righe, cinismo e cattiveria, nichilismo ed amoralità, misoginia ed inquietanti rimandi ideologici (le svastiche, che sono tra l’altro una presenza fissa in miller…). sin city è il parto sinistro di una figura sinistra della cultura pop americana come frank miller. come non rimarne affascinati, assoggettati?
le prime quattro storie – un duro addio, una donna per cui uccidere, un’abbuffata di morte e quel bastardo giallo – sono considerate all’unanimità le migliori. e infatti come scegliere la propria preferita tra queste memorabili storie? sono storie di perdenti, psicopatici, femme fatale, puttane letali, politici criminali. anche se la vera protagonista è sempre la città, una città mostruosa. miller disegna la città e i soggetti che la abitano, una folla in cui non esistono più le differenze tra vittime e carnefici, migliori e peggiori, buoni e cattivi, fra chi uccide e chi viene ucciso. le storie si sviluppano attraverso rapide sequenze cinematografiche che impongono un ritmo incalzante e precipitano verso la sciagura finale. sin city è l’apoteosi del loser americano, che anche quando si trova sulla sedia elettrica come marv, trova pur sempre un modo per trionfare anche nel disastro finale
il quinto volume, affari di famiglia, è una graphic novel di 128 pagine, la più corta della serie ed è l’unica storia che non è stata pubblicata a puntate ma integralmente sin da subito. è più una specie di racconto lungo, ha un suo fascino ma non è memorabile come le precedenti storie. è una sorta di corollario alla storia di dwight e miho. alcol, pupe e pallottole raccoglie invece tutte le short stories ambientate nell’universo di sin city che frank miller aveva pubblicato qua e là negli anni 90. è quindi una antologia di brevi e fulminanti racconti che hanno soprattutto per protagoniste ammalianti e spietate femme fatale come delia dagli occhi e dai vestiti azzurri; ma c’è spazio anche per vecchie conoscenze come marv e dwight in storie che precedono, seguono od avvengono parallelamente a quanto narrato nei primi quattro “yarns”. all’inferno e ritorno è l’ultima storia ed introduce un nuovo protagonista: wallace soldato-samurai asceta che, come il personaggio di miho, conferma la passione di miller per l’iconografia orientale. delle vecchie conoscenze ritornano soltanto l’assassina delia e il gigantesco manute, ma comunque tutta la storia trabocca autoreferenzialità. la parte più originale ed inaspettata è la lunga allucinazione drogata di wallace: compaiono i colori (della moglie di miller, lynn varley) in questa sezione surreale del fumetto in cui wallace si ritrova in una sorta di realtà distorta in cui compaiono come in un carosello molte figure della cultura pop americana (da rambo a callaghan, da capitan america al leonida di 300). secondo me è una storia all’altezza delle prime quattro, anche se è diversa e con alcune caratteristiche inaspettate (come l’happy ending) che la rendono a suo modo unica
vengo ora a 300 (1998), molto probabilmente il suo più grande successo che continua sino ad oggi grazie ovviamente anche al cinema. di questa graphic novel si è discusso tanto: è storicamente inattendibile, è razzista ed omofoba, ecc. da quel che ho capito io, a miller non interessava dare una versione storicamente affidabile e precisa della battaglia delle termopili. 300 mistifica la filosofia spartana, deforma la storia tramite l’occhio visionario di miller e delle sue tavole, si piega alle volontà del suo autore. viscerale, irrequieto, ambiguo ideologicamente nell'esaltare i valori dell'occidente contro il dispotismo orientale (leonida combatte per i valori di libertà, ragione e giustizia sorti con la razionalità occidentale greca, ma allo stesso tempo nega il valore della democrazia "roba per ateniesi"), e proprio in questa ambiguità ha il suo punto di forza, coltiva il suo furore ideologico (cifra inconfondibile di miller) che si fonde perfettamente con la potenza visiva dei disegni
e arrivo infine a sacro terrore (2012), che sotto certi aspetti ha dei legami con 300, perlomeno sotto il profilo del furore ideologico e della controversia che ha suscitato. i due protagonisti di sacro terrore sono la versione feroce e violenta di batman e catwoman, mentre empire city (l’ennesima città immaginata da miller) è la controparte astratta, quasi invisibile, buia e ferita di gotham city. il nemico invece è più reale che mai, e porta una dose impressionate di iperrealtà nel fumetto: al-qaeda. su questo fumetto ho letto molte impressioni, soprattutto molte critiche. non mi sento di condividerne neanche una. sotto il profilo grafico, è un’opera altamente sperimentale. io non sono un esperto di fumetti ma il tocco di miller è unico. in questa opera ha come lavorato ancora di più di sottrazione sul suo tipico stile. siamo dalle parti di sin city per l’utilizzo che fa del bianco e nero, e di quei colori improvvisi e violenti che squarciano le tavole, ma allo stesso tempo è tutto ancora più essenziale, astratto ed asciugato. per quanto riguarda i contenuti, è un’opera sanguinaria, rabbiosa, politicamente scorretta, lucida e delirante al tempo stesso. miller è da sempre fedele a se stesso: il vigilante mascherato è l’esaltazione di quell’individualismo anarchico destroide che bene rappresenta la sua sensibilità politica. i politici sono muti (tutti, da bush jr ad obama), lo stato rappresentato soprattutto dalle forze dell’ordine è impotente o corrotto. resta solo l’individuo che fa e deve fare quel che è giusto. e lo fa attraverso la violenza, la tortura. più di tutto, questo fumetto sembra quasi un grido, un monito. non sottovalutate il terrore, non pensiate di vivere al sicuro, non illudetevi che sia tutto finito. sono molti in america a pensarla come miller, che a causa della recente crisi economica sia come stato messo in secondo piano l’impegno per difendersi da questa minaccia invisibile che invece sta aumentando sempre di più il proprio potere e il proprio raggio di espansione
ed eccomi giunto alla fine di questo post-fiume. visto che ci vuole un mutuo per comprarsi questi romanzi a fumetti, non sono ancora riuscito a completare la lettura di tutto quello che mi interessava di miller ma volevo a tutti i costi aprire questo topic. ecco le sue opere che vorrei leggere in un futuro prossimo: ronin, elektra assassin e il ciclo di martha washington. ovviamente consigli, curiosità, suggerimenti, tutto è ben accetto. anche se mi fate sapere come sono questi testi che vorrei procurarmi