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Frank Miller


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30 replies to this topic

#1 Guest_cinemaniaco_*

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Inviato 17 marzo 2014 - 20:39

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premetto che non sono un lettore accanito di fumetti, non lo sono mai stato neppure da ragazzino. conosco poco dell’universo fumettistico e non sono di certo un esperto. leggendovi so che ci sono molti utenti che coltivano invece questa passione da tempo. questo è un topic-omaggio più che altro, verso l’unico autore di fumetti che conosco (abbastanza) bene e che mi piace sul serio

parto dicendo che della sua produzione marvel per devil conosco poco, ho poco approfondito. ho letto qualche sua storia degli anni 80 racchiusa in uno di quegli albi di repubblica o il corriere non ricordo, che erano delle specie di albi monografici sui supereroi più famosi che raccoglievano le storie più simboliche dagli albori ai giorni nostri. non mi ha mai granché stuzzicato interesse questo personaggio, anche con frank miller di mezzo. da quel che ho letto ha creato la mitologia moderna di devil e segnato quindi una data nella storia del fumetto, ma io come dicevo in apertura non sono un esperto di fumetti e quindi non è centrale per me l’importanza storica di un fumetto. ecco ho però comprato la graphic novel devil: amore & guerra (1986) che a quanto ho capito è un po’ una cosa a sé, ed infatti l’ho trovata stupenda nella sua essenzialità, soprattutto grazie all’impianto visivo/cromatico di bill sienkiewicz. ecco se magari qualcuno ha da consigliarmi qualcosa su questa lunghezza d’onda sarei anche interessato a ritornare sul devil di miller

batman è invece un supereroe che ho sempre amato anche se non ho quasi mai letto nulla: molto merito deve essere del cinema. arrivo dunque al classico dei classici milleriani: il ritorno del cavaliere oscuro (1986). lasciando stare per un attimo l’importanza storica di questa storia di cui si è parlato a non finire, è veramente un grande fumetto. viscerale, vitale, rabbioso, pieno di furore ideologico, inquietante e pessimista. miller non racconta semplicemente una storia di batman, allarga talmente lo spettro che ci finiscono dentro molte delle ansie della contemporaneità. c’è l’onnipresenza e la stupidità dei media, il dilagare del crimine, l’ipocrisia del potere, l’impotenza della legge. ci sono alcune delle bestie nere di miller: psicologi e psichiatri che giustificano il male, intellettuali progressisti da salotto televisivo che parlano del nulla, politici falsi e finti come un attore televisivo (ehm c’era un certo reagan all’epoca…). l’unica risposta possibile al caos dilagante è per miller una sorta di individualismo anarchico di destra incarnato dal vigilante mascherato batman, che combatte sia contro la violenza per le strade che contro l’oppressione dello stato. diciamo che chi ha letto la storia come una satira dell’epoca reaganiana tipo american psycho, scambiando quindi miller per un liberal inquieto e trasgressivo come bret easton ellis, secondo me ha sbagliato. è inequivocabilmente una storia che spruzza succhi reazionari, alimentata da puro furore ideologico, da rabbia vera. è sì una satira/critica, ma fatta da destra. basta vedere la caratterizzazione differente dei due supereroi che si incontrano/scontrano durante la storia: superman è ritratto come un potente servo colluso con il sistema, essere superiore che vive alla luce del sole e che si nutre della propria retorica messianica; batman è una creatura della notte, un miliardario figlio di un magnate che si è fatto da sé, che si maschera come un vigilante dell’epoca dei pionieri (quei cappucci che ricordano tanto il ku klux klan…). al di là di tutto è una storia avvincente che emana un fascino molto forte ancora oggi anche tra chi non è un super esperto dell’uomo pipistrello

venendo ai 90 targati dark horse comics, ho letto hard boiled (1990), incubo fantascientifico iperviolento e pornografico. è la storia breve ma intensa di un agente assicurativo che scopre in realtà di essere un cyborg che vive una finta vita umana costruitagli da una corporation che lo usa come arma letale per sbarazzarsi della concorrenza. sì, ricorda un po’ atto di forza del resto gli anni sono quelli, soltanto che alla fine il cyborg nixon decide di vivere nel “sogno” artificiale rinunciando alla libertà. a me è piaciuto molto. si avvale dei disegni ricchissimi di dettagli di geof darrow che crea queste tavole piene zeppe di figure e cose, e raffigura una los angeles del futuro putrida, caotica e senza regole, una specie di immenso quartiere a luci rosse abitato da una fauna di barboni, tossici, criminali di ogni tipo, degenerati che scopano per la strada. hard boiled è eccessivo, isterico, inquietante, violento fino al parossismo: insomma un miller in grande spolvero

ed eccomi arrivato all’opus magnum di miller, l’epopea di sin city che abbraccia un arco temporale che va dal 1991 al 1999, ovvero il periodo che comprende la pubblicazione dei 13 “yarns”, che sarebbero le storie individuali ambientate nell’universo di sin city raccolte poi in 7 volumi. è il miller che preferisco in assoluto: sin city è il suo capolavoro. miller scrive e disegna queste straordinarie storie che racchiudono e frullano tutti i topoi della letteratura e del cinema nero. dalla fiamma del peccato di billy wilder alla dalia nera di ellroy, da chandler ad hammett a spillane. gli stereotipi consolidati di quarant’anni di crime fiction vengono però rivitalizzanti dalla sensibilità postmoderna di miller e danno così vita ad un universo unico e personale, che richiama alla mente mille influenze ma non assomiglia a nient’altro. pulp, hard-boiled, sono categorie che perdono il loro significato classico nel tritacarne visionario di miller. l’utilizzo espressionistico dei bianchi e dei neri crea delle tavole che risucchiano il lettore in un vortice asfissiante, un viaggio allucinato in un mondo senza colori e senza luce. l’ideologia nichilista di personaggi memorabili come marv e dwight contribuisce a rendere al meglio questa idea di inferno terreno, di eden della corruzione e del vizio, che è l’universo creato da miller. le storie grondano violenza esasperata, personaggi sopra le righe, cinismo e cattiveria, nichilismo ed amoralità, misoginia ed inquietanti rimandi ideologici (le svastiche, che sono tra l’altro una presenza fissa in miller…). sin city è il parto sinistro di una figura sinistra della cultura pop americana come frank miller. come non rimarne affascinati, assoggettati?

le prime quattro storie – un duro addio, una donna per cui uccidere, un’abbuffata di morte e quel bastardo giallo – sono considerate all’unanimità le migliori. e infatti come scegliere la propria preferita tra queste memorabili storie? sono storie di perdenti, psicopatici, femme fatale, puttane letali, politici criminali. anche se la vera protagonista è sempre la città, una città mostruosa. miller disegna la città e i soggetti che la abitano, una folla in cui non esistono più le differenze tra vittime e carnefici, migliori e peggiori, buoni e cattivi, fra chi uccide e chi viene ucciso. le storie si sviluppano attraverso rapide sequenze cinematografiche che impongono un ritmo incalzante e precipitano verso la sciagura finale. sin city è l’apoteosi del loser americano, che anche quando si trova sulla sedia elettrica come marv, trova pur sempre un modo per trionfare anche nel disastro finale

il quinto volume, affari di famiglia, è una graphic novel di 128 pagine, la più corta della serie ed è l’unica storia che non è stata pubblicata a puntate ma integralmente sin da subito. è più una specie di racconto lungo, ha un suo fascino ma non è memorabile come le precedenti storie. è una sorta di corollario alla storia di dwight e miho. alcol, pupe e pallottole raccoglie invece tutte le short stories ambientate nell’universo di sin city che frank miller aveva pubblicato qua e là negli anni 90. è quindi una antologia di brevi e fulminanti racconti che hanno soprattutto per protagoniste ammalianti e spietate femme fatale come delia dagli occhi e dai vestiti azzurri; ma c’è spazio anche per vecchie conoscenze come marv e dwight in storie che precedono, seguono od avvengono parallelamente a quanto narrato nei primi quattro “yarns”. all’inferno e ritorno è l’ultima storia ed introduce un nuovo protagonista: wallace soldato-samurai asceta che, come il personaggio di miho, conferma la passione di miller per l’iconografia orientale. delle vecchie conoscenze ritornano soltanto l’assassina delia e il gigantesco manute, ma comunque tutta la storia trabocca autoreferenzialità. la parte più originale ed inaspettata è la lunga allucinazione drogata di wallace: compaiono i colori (della moglie di miller, lynn varley) in questa sezione surreale del fumetto in cui wallace si ritrova in una sorta di realtà distorta in cui compaiono come in un carosello molte figure della cultura pop americana (da rambo a callaghan, da capitan america al leonida di 300). secondo me è una storia all’altezza delle prime quattro, anche se è diversa e con alcune caratteristiche inaspettate (come l’happy ending) che la rendono a suo modo unica

vengo ora a 300 (1998), molto probabilmente il suo più grande successo che continua sino ad oggi grazie ovviamente anche al cinema. di questa graphic novel si è discusso tanto: è storicamente inattendibile, è razzista ed omofoba, ecc. da quel che ho capito io, a miller non interessava dare una versione storicamente affidabile e precisa della battaglia delle termopili. 300 mistifica la filosofia spartana, deforma la storia tramite l’occhio visionario di miller e delle sue tavole, si piega alle volontà del suo autore. viscerale, irrequieto, ambiguo ideologicamente nell'esaltare i valori dell'occidente contro il dispotismo orientale (leonida combatte per i valori di libertà, ragione e giustizia sorti con la razionalità occidentale greca, ma allo stesso tempo nega il valore della democrazia "roba per ateniesi"), e proprio in questa ambiguità ha il suo punto di forza, coltiva il suo furore ideologico (cifra inconfondibile di miller) che si fonde perfettamente con la potenza visiva dei disegni

e arrivo infine a sacro terrore (2012), che sotto certi aspetti ha dei legami con 300, perlomeno sotto il profilo del furore ideologico e della controversia che ha suscitato. i due protagonisti di sacro terrore sono la versione feroce e violenta di batman e catwoman, mentre empire city (l’ennesima città immaginata da miller) è la controparte astratta, quasi invisibile, buia e ferita di gotham city. il nemico invece è più reale che mai, e porta una dose impressionate di iperrealtà nel fumetto: al-qaeda. su questo fumetto ho letto molte impressioni, soprattutto molte critiche. non mi sento di condividerne neanche una. sotto il profilo grafico, è un’opera altamente sperimentale. io non sono un esperto di fumetti ma il tocco di miller è unico. in questa opera ha come lavorato ancora di più di sottrazione sul suo tipico stile. siamo dalle parti di sin city per l’utilizzo che fa del bianco e nero, e di quei colori improvvisi e violenti che squarciano le tavole, ma allo stesso tempo è tutto ancora più essenziale, astratto ed asciugato. per quanto riguarda i contenuti, è un’opera sanguinaria, rabbiosa, politicamente scorretta, lucida e delirante al tempo stesso. miller è da sempre fedele a se stesso: il vigilante mascherato è l’esaltazione di quell’individualismo anarchico destroide che bene rappresenta la sua sensibilità politica. i politici sono muti (tutti, da bush jr ad obama), lo stato rappresentato soprattutto dalle forze dell’ordine è impotente o corrotto. resta solo l’individuo che fa e deve fare quel che è giusto. e lo fa attraverso la violenza, la tortura. più di tutto, questo fumetto sembra quasi un grido, un monito. non sottovalutate il terrore, non pensiate di vivere al sicuro, non illudetevi che sia tutto finito. sono molti in america a pensarla come miller, che a causa della recente crisi economica sia come stato messo in secondo piano l’impegno per difendersi da questa minaccia invisibile che invece sta aumentando sempre di più il proprio potere e il proprio raggio di espansione

ed eccomi giunto alla fine di questo post-fiume. visto che ci vuole un mutuo per comprarsi questi romanzi a fumetti, non sono ancora riuscito a completare la lettura di tutto quello che mi interessava di miller ma volevo a tutti i costi aprire questo topic. ecco le sue opere che vorrei leggere in un futuro prossimo: ronin, elektra assassin e il ciclo di martha washington. ovviamente consigli, curiosità, suggerimenti, tutto è ben accetto. anche se mi fate sapere come sono questi testi che vorrei procurarmi
  • 4

#2 neuro

    king (beyond the wall)

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Inviato 17 marzo 2014 - 22:31

al volo chè sto andando a nanna:

a) Devil: rinascita - leggilo a tutti i costi

b) tanto ho amato i primi sin city (una donna per cui uccidere soprattutto, speriamo bene il film), quanto affari di famiglia e alcol pupe e pallottole mi hanno annoiato oltremodo, come dei sequel assolutamente non necessari fatti per il quattrino - quindi se devo fare una media dei sin city che ho latto sono diciamo tre 8 e due 5 che fanno 7-
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apri apri, apri tutto!

#3 Guest_cinemaniaco_*

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Inviato 18 marzo 2014 - 09:04

Devil: rinascita - leggilo a tutti i costi


questo però ci vuole un mutuo per comprarlo asd
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#4 geeno

    Pussy Malanga

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Inviato 18 marzo 2014 - 10:01

Non si trovano più gli albi dei Fantastici 4 in cui l'avevano pubblicato?
Comunque il suo ciclo di Devil è fantastico, l'unica cosa che al momento mi vien voglia di rileggere.
  • 1

#5 Guest_cinemaniaco_*

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Inviato 18 marzo 2014 - 10:26

ma martha washington lo ha letto nessuno? no perché si trova poco su questo fumetto, e visto che sono 3 albi volevo avere qualche impressione. dite che rientra nei miei gusti?
  • 0

#6 Tom

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Inviato 18 marzo 2014 - 10:47

ma martha washington lo ha letto nessuno? no perché si trova poco su questo fumetto, e visto che sono 3 albi volevo avere qualche impressione. dite che rientra nei miei gusti?


Guarda, l'ho letto secoli fa, forse neanche tutto, non me lo ricordo per nulla, ma per quanto mi pare fossero ancora i tempi in cui consideravo Miller un genio intoccabile ho il ricordo di qualcosa di abbastanza incompiuto.

Elektra Assassin e Ronin invece sono dei capolavori fuori da ogni scala.

Un Miller che dovrebbe piacerti è Hard Boiled, iperrealista e ballardiano...

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Non ho idea se sia facilmente recuperabile, avendolo letto ai tempi su una rivista (Torpedo).
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#7 Guest_cinemaniaco_*

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Inviato 18 marzo 2014 - 10:51

Un Miller che dovrebbe piacerti è Hard Boiled, iperrealista e ballardiano...


si si infatti l'ho letto. ho avuto il culo di trovarlo anche se non lo stampano da un po'. mi è piaciuto tantissimo

di martha washington sono curioso anche perché è una pubblicazione dark horse, e da quel che ho letto la sua roba dark horse è quella che mi piace di più. nel senso, mi sembra più libera, adulta... sull'incompiutezza del fumetto forse era anche data dal fatto che in effetti la storia l'ha conclusa nel 2007, soltanto che l'ultimo albo in italia non è stato pubblicato. ci penso un po', anche perché è un prezzo impegnativo
  • 0

#8 geeno

    Pussy Malanga

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Inviato 18 marzo 2014 - 10:57


ma martha washington lo ha letto nessuno? no perché si trova poco su questo fumetto, e visto che sono 3 albi volevo avere qualche impressione. dite che rientra nei miei gusti?


Guarda, l'ho letto secoli fa, forse neanche tutto, non me lo ricordo per nulla, ma per quanto mi pare fossero ancora i tempi in cui consideravo Miller un genio intoccabile ho il ricordo di qualcosa di abbastanza incompiuto.



Stavo per scrivere esattamente la stessa cosa asd Penso di aver letto solo Give Me Liberty, in realtà.
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#9 Tom

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Inviato 18 marzo 2014 - 10:58

si si infatti l'ho letto. ho avuto il culo di trovarlo anche se non lo stampano da un po'. mi è piaciuto tantissimo


Allora ti consiglio un altro capolavorone: Batman Year One, perfetto contraltare di The Dark Knight Returns.
Una delle sue opere più sobrie, con più Chandler e meno Spillane, anche per via dei (sublimi) disegni di Mazzuchelli.

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Penso di aver letto solo Give Me Liberty, in realtà.


Sicuramente anch'io, se l'ha finito nel 2007.
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#10 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

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Inviato 18 marzo 2014 - 12:23

Il ciclo di Martha Washington a me piace, molto più di altre cose che ha fatto. Il clima distopico, una certa vena critica (ancora non estremizzata sulle posizioni di ultraultra destra su cui sta adesso), la narrazione tutto sommato classica. Molto gradevole.

Elektra Assassin lo ricordo surreale, con i disegni avanguardisti di sienkiewicz a nascondare tutto il resto, tanto che se dovessi dire di che parla, a parte di una che fa l'assassina per vendetta, avrei difficoltà.

Più bello Ronin, con questa specie di mashup della trama di terminator con un film di kurosawa. Fantastici i disegni con i colori della moglie.

Epico il suo Daredevil, supereroismo problematico ma ancora fondato sulla golden age del genere. Consigliatissimo, così come il Ritorno del Cavaliere Oscuro/Anno Uno, ultimo manifesto (e prima rinascita) di un genere che stava andando a morire di noia. Mediocre invece il cavaliere oscuro colpisce ancora.

Di Sin City non dico, dato che è una delle opere fumettistiche a cui sono più legato, soprattutto ai capitoli di marv e dwight, così come 300.

Augh.
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Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#11 jeaneustache

    aspirante indie

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Inviato 18 marzo 2014 - 14:39

Io farrei un parallelismo tra i supereroi Batman e Daredevil
Due personaggi molto simili, che Miller ha reinventato, e rinvigorito riportandoli alle loro origini.
Di entrambi ha raccontato la nascita e la caduta
Daredevil L'uomo senza Paura - Batman Year One
Daredevil Born - Batman Il Ritorno del Cavaliere Oscuro

Sin City è veramente una summa del noir

Vado un po' OT e spezzo una lancia in favore del Miller cinematografico
Non ho amato il Sin City di Rodriguez, un film che parassita sul fumetto e lo snatura completametne facendone un'imitazione superficiale della tavola: dove nel fumetto il contrasto bianco e nero determinava ritmo, atmosfera, tensione, nel film rimane solo la noia. cercando di leggittimare l'inettitudine creativa con velleità concettuali.

Invece ho trovato il suo film su The Spirit è un'opera geniale (e "mortifero") che prosegue, in un certo senso, le Conversazioni sul fumetto con Eisner
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#12 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 18 marzo 2014 - 15:42

Per me i vertici artistici assoluti di Miller sono proprio le saghe di Born Again/Man without fear per Devil e The Dark Knight returns/Year One per Batman.
Qui c'è ancora il puro entusiasmo di raccontare e una commistione perfetta e riuscitissima, al tempo stesso classica e moderna, mitologica e rivoluzionaria tra disegni (strepitosi sia quando ai pennelli c'è lo stesso Miller sia quando ci sono Mazzucchelli e Romita Jr) e testi (ispiratissimi come forse non accadrà mai più nella glorisa carriera di questo grande cartoonist)
Già con Sin City secondo me si comincia a intravedere un po' di maniera oltre che una tendenza a un prodotto finale sicuramente di grande coesione tematica e stilistica ma anche inevitabilmente più piatto e monocorde, tendenza che andrà sempre peggiorando per arrivare, passando per 300, all'ultimo mediocre Holy Terror, per di più zavorrato da un'ingombrante deriva ideologica francamente patetica nella sua irrimediabile e infantile rozzezza.
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#13 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 18 marzo 2014 - 17:43

Devil: rinascita - leggilo a tutti i costi


questo però ci vuole un mutuo per comprarlo asd


Occhio che è stato pubblicato recentemente anche nella collana da edicola Supereroi Le grandi saghe, quindi credo si possa trovarlo relativamente a poco...
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Frank Miller è uno dei miei miti fumettistici e di lui credo di avere praticamente tutto (mi manca forse qualche opera giovanile)
Di assolutamente imprescindibili IMO ci sono:

Tutto il ciclo di Devil (compreso Born Again), uno straordinario affresco noir-urbano
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La bellissima graphic novel Amore e guerra, disegnata da Sienkiewicz
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La miniserie Elektra: Assassin, sempre in coppia con Sienkiewicz, politica e sperimentale, per me forse il suo capolavoro
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La graphic novel Elektra vive ancora, realizzata da Miller per testi e disegni (con i colori della moglie), un autentico capolavoro stilistico
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Il ritorno del Cavaliere Oscuro e Anno Uno, due delle opere che negli anni ottanta hanno rivoluzionato il fumetto di supereroi
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Il Cavaliere Oscuro colpisce ancora, sottovalutato da tutti ma per me non di molto inferiore al predecessore, tra l’altro molto più sarcastico e corrosivo
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Ronin, grandioso omaggio all’immaginario nipponico
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Martha Washington (tutti e 3 i volumi), magnifica distopia fantascientifica
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Hard Boiled, il Miller forse più “europeo” (ma con tutte le sue ossessioni, in primis l’ultraviolenza, sempre ben presenti)
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Sin City (i primi 4 volumi), il Miller forse più libero e “autoriale”
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#14 cerezo

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Inviato 18 marzo 2014 - 17:54

Non si trovano più gli albi dei Fantastici 4 in cui l'avevano pubblicato?
Comunque il suo ciclo di Devil è fantastico, l'unica cosa che al momento mi vien voglia di rileggere.


con i fantastici quattro di john byrne :wub:
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#15 Guest_cinemaniaco_*

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Inviato 18 marzo 2014 - 17:56

Invece ho trovato il suo film su The Spirit è un'opera geniale


mi sento meno solo a questo mondo asd


ormai su devil mi avete convinto. ho pure visto questa bellissima ed appasionata intervista (ci sono i sub da attivare)

http://www.youtube.com/watch?v=dqZz36P3m88
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#16 Tom

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Inviato 18 marzo 2014 - 19:25

con i fantastici quattro di john byrne :wub:


Un altro grande di quegli anni che mi dicono si sia totalmente rincoglionito.
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#17 geeno

    Pussy Malanga

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Inviato 18 marzo 2014 - 19:30


Non si trovano più gli albi dei Fantastici 4 in cui l'avevano pubblicato?
Comunque il suo ciclo di Devil è fantastico, l'unica cosa che al momento mi vien voglia di rileggere.


con i fantastici quattro di john byrne :wub:


Dio mio, mi sto accorgendo che negli ultimi 12-13 anni hanno ristampato praticamente qualsiasi cosa, e io che non riuscivo a trovare Il Ritorno del Cav Oscuro e Watchmen e li dovetti ordinare in inglese col PREVIEW (chi se lo ricorda?)
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#18 sud afternoon

    Si legge sud afternùn.

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Inviato 18 marzo 2014 - 21:57

Devil: rinascita - leggilo a tutti i costi


questo però ci vuole un mutuo per comprarlo asd


Ma io qualche anno fa l'ho comprato a 10 euro, ma che stai a di'!
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#19 sud afternoon

    Si legge sud afternùn.

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Inviato 18 marzo 2014 - 21:59

Ah vedo che ora c'è disponibile solo una versione deluxe a 32 euro. 10 euro ce li vale, 32 non so.
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#20 Guest_cinemaniaco_*

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Inviato 18 marzo 2014 - 22:27

eh perché non hai visto quanto costa devil l'uomo senza paura... questo sono sicuro che non lo leggerò mai mi fido dei vostri giudizi positivi asd
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#21 geeno

    Pussy Malanga

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Inviato 19 marzo 2014 - 08:50

Beh, se è questo:

Tutto il ciclo di Devil (compreso Born Again), uno straordinario affresco noir-urbano
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sono 4 anni di albi originali USA + Born Again, se anche lo dovessi pagare 50 euro li vale (anche solo per il numero di pagine).
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#22 Guest_cinemaniaco_*

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Inviato 19 marzo 2014 - 10:14

sono 4 anni di albi originali USA + Born Again, se anche lo dovessi pagare 50 euro li vale (anche solo per il numero di pagine).


eh ho capito, ma non sono così un fan dei fumetti e dei supereroi da potermi giustificare una spesa del genere...

passi per born again da solo che mi sembra di capire che sia la sua cosa su devil più fuori dagli schemi e vicina a quello che ha fatto dopo, ma tutte le storie su devil so già che non mi direbbero granché...
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#23 fedemone

    tricheco, ma formichiere

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Inviato 19 marzo 2014 - 12:59

Dio mio, mi sto accorgendo che negli ultimi 12-13 anni hanno ristampato praticamente qualsiasi cosa, e io che non riuscivo a trovare Il Ritorno del Cav Oscuro e Watchmen e li dovetti ordinare in inglese col PREVIEW (chi se lo ricorda?)


Uh se me lo ricordo. Difatti lo feci anche io, e ho le edizioni originali (assieme a qualche cosa i italiano, ad esempio pubblicata su Corto Maltese, la rivista).

Cmq anche in Give Me Liberty c'era molta visione di destra, con il presidente per caso liberale che alla fne è un vigliacco, debole e incline al degradado mentre il reaganiano di ferro (letteralmente visto la tavola finale) vien visto come "si stava meglio quando si stava peggio".
La critica al buonismo liberale è la stessa che fa Burgess in Arancia Meccanica, dove l'intellettuale giustifica il teppista poverino, e curiosamente simile anche a quella del "manifesto" di Unabomber, che descrive i liberali come essenzialmente dei frustrati.

Alla fine è uno degli scrittori americani migliori in circolazione, ma si bollito parecchio negli ultimi anni. Il mio preferito è e rimarra Elektra: Assassin, con il gioco quasi psicoanalitico delle didascalie, il fascino seducente e morboso della nostra femme fatale
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#24 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 19 marzo 2014 - 14:58


con i fantastici quattro di john byrne :wub:


Un altro grande di quegli anni che mi dicono si sia totalmente rincoglionito.


Mai stato un fenomeno nemmeno prima secondo me... ;D
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#25 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 19 marzo 2014 - 15:01

Beh, se è questo:


Tutto il ciclo di Devil (compreso Born Again), uno straordinario affresco noir-urbano
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sono 4 anni di albi originali USA + Born Again, se anche lo dovessi pagare 50 euro li vale (anche solo per il numero di pagine).


No, Devil l'uomo senza paura è questo qui
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una mini scritta da Miller e disegnata da John Romita jr che rinarra le origini del personaggio sullo stile di Year One di Batman. E' l'ultima cosa che Miller ha realizzaro per Devil (e anche per la Marvel, credo)...
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#26 Guest_cinemaniaco_*

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Inviato 20 aprile 2014 - 15:12

Allora ti consiglio un altro capolavorone: Batman Year One, perfetto contraltare di The Dark Knight Returns.
Una delle sue opere più sobrie, con più Chandler e meno Spillane, anche per via dei (sublimi) disegni di Mazzuchelli.


in effetti è meno fanatico, allucinato e fascista del ritorno del cavaliere oscuro, ma anche molto più hard-boiled vecchio stile forse per via del fatto che gordon ha una importanza centrale tanto quanto batman. comunque bellissimo, sotto certi aspetti persino più bello. non so perché ma mi ha dato l'impressione di essere più vicino a sin city che a the dark knight returns
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#27 Guest_cinemaniaco_*

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Inviato 20 aprile 2014 - 17:55

a proposito invece di the dark knight returns, dc e warner bros animation ne hanno prodotto un film diviso in due parti, uscite nel 2012 e nel 2013, che è un piccolo capolavoro dell'animazione. hanno fatto la stessa cosa con batman: year one ma il risultato di the dark knight returns è decisamente superiore, veramente un grande omaggio all'immortale testo di miller. la regia è di jay oliva che tra l'altro ha lavorato anche sul man of steel di zack snyder. grande doppiaggio, con peter weller che presta la voce a batman




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#28 cinemaniaco

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Inviato 21 settembre 2014 - 16:32

frank miller è da qualche mese impegnato insieme a robert rodriguez nella promozione di sin city 2 e mi è capitato di vederlo per il comic-con, e l'ho trovato in uno stato fisico preoccupante. negli scorsi giorni è venuto persino a roma ed era in carrozzella. non so cosa abbia se sia malato o cosa, ma è lo spettro di se stesso e mi dispiace tantissimo :(

 

ho recuperato devil: rinascita nella lussuosa edizione deluxe che ha fatto la panini

 

DEVIL-RINASCITA-EDIZIONE-DELUXE-big-1219

 

sull'opera in sè non ho molto da dire: un capolavoro, come molti di voi hanno già detto. semplicemente incredibile la capacità che aveva frank miller di marchiare a fuoco i personaggi con il suo stile riconoscibilissimo. una storia spietata e feroce, di una energia creativa impressionante. è un viaggio all'inferno che miller fa compiere non tanto all'eroe quanto all'uomo - matt murdock - ma in particolare rimane impresso il trattamento che ha reso alla figura femminile della vicenda, karen page, la fidanzatina di devil degradata a tossica e pornoattrice. ma quando mai si è più vista una cosa del genere in un fumetto mainstream? l'iperrealismo milleriano sconfina però - come sempre - nel visionario, e questa è un'altra caratteristica sua che mi piace (e sin city penso rappresenti bene questa contrapposizione od unione di opposti). proprio in virtù di questo io penso - e credo di essere in minoranza - che lo stile realistico di mazzucchelli, per quanto sublime, non esprima al meglio la debordante ferocia visionaria, oserei dire quasi il fanatismo iperrealistico-visionario di miller che solo le tavole di miller stesso per me hanno espresso al massimo (in particolare in seguito)


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#29 cinemaniaco

    FЯEAK ON A LEASH

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Inviato 25 aprile 2015 - 15:31

darkknightreturns3-master-race.jpg


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#30 geralt di rivia

    pivello

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Inviato 07 ottobre 2023 - 12:39

 

 

con i fantastici quattro di john byrne :wub:


Un altro grande di quegli anni che mi dicono si sia totalmente rincoglionito.

 


Mai stato un fenomeno nemmeno prima secondo me... ;D

 

Mi sapete dire quali scrittori di Daredevil sono crudi come Frank MIller?


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#31 simonisback

    aspirante indie

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Inviato 09 ottobre 2023 - 10:19

Director-Frank-Miller-in--001.jpg

premetto che non sono un lettore accanito di fumetti, non lo sono mai stato neppure da ragazzino. conosco poco dell’universo fumettistico e non sono di certo un esperto. leggendovi so che ci sono molti utenti che coltivano invece questa passione da tempo. questo è un topic-omaggio più che altro, verso l’unico autore di fumetti che conosco (abbastanza) bene e che mi piace sul serio

parto dicendo che della sua produzione marvel per devil conosco poco, ho poco approfondito. ho letto qualche sua storia degli anni 80 racchiusa in uno di quegli albi di repubblica o il corriere non ricordo, che erano delle specie di albi monografici sui supereroi più famosi che raccoglievano le storie più simboliche dagli albori ai giorni nostri. non mi ha mai granché stuzzicato interesse questo personaggio, anche con frank miller di mezzo. da quel che ho letto ha creato la mitologia moderna di devil e segnato quindi una data nella storia del fumetto, ma io come dicevo in apertura non sono un esperto di fumetti e quindi non è centrale per me l’importanza storica di un fumetto. ecco ho però comprato la graphic novel devil: amore & guerra (1986) che a quanto ho capito è un po’ una cosa a sé, ed infatti l’ho trovata stupenda nella sua essenzialità, soprattutto grazie all’impianto visivo/cromatico di bill sienkiewicz. ecco se magari qualcuno ha da consigliarmi qualcosa su questa lunghezza d’onda sarei anche interessato a ritornare sul devil di miller

batman è invece un supereroe che ho sempre amato anche se non ho quasi mai letto nulla: molto merito deve essere del cinema. arrivo dunque al classico dei classici milleriani: il ritorno del cavaliere oscuro (1986). lasciando stare per un attimo l’importanza storica di questa storia di cui si è parlato a non finire, è veramente un grande fumetto. viscerale, vitale, rabbioso, pieno di furore ideologico, inquietante e pessimista. miller non racconta semplicemente una storia di batman, allarga talmente lo spettro che ci finiscono dentro molte delle ansie della contemporaneità. c’è l’onnipresenza e la stupidità dei media, il dilagare del crimine, l’ipocrisia del potere, l’impotenza della legge. ci sono alcune delle bestie nere di miller: psicologi e psichiatri che giustificano il male, intellettuali progressisti da salotto televisivo che parlano del nulla, politici falsi e finti come un attore televisivo (ehm c’era un certo reagan all’epoca…). l’unica risposta possibile al caos dilagante è per miller una sorta di individualismo anarchico di destra incarnato dal vigilante mascherato batman, che combatte sia contro la violenza per le strade che contro l’oppressione dello stato. diciamo che chi ha letto la storia come una satira dell’epoca reaganiana tipo american psycho, scambiando quindi miller per un liberal inquieto e trasgressivo come bret easton ellis, secondo me ha sbagliato. è inequivocabilmente una storia che spruzza succhi reazionari, alimentata da puro furore ideologico, da rabbia vera. è sì una satira/critica, ma fatta da destra. basta vedere la caratterizzazione differente dei due supereroi che si incontrano/scontrano durante la storia: superman è ritratto come un potente servo colluso con il sistema, essere superiore che vive alla luce del sole e che si nutre della propria retorica messianica; batman è una creatura della notte, un miliardario figlio di un magnate che si è fatto da sé, che si maschera come un vigilante dell’epoca dei pionieri (quei cappucci che ricordano tanto il ku klux klan…). al di là di tutto è una storia avvincente che emana un fascino molto forte ancora oggi anche tra chi non è un super esperto dell’uomo pipistrello

venendo ai 90 targati dark horse comics, ho letto hard boiled (1990), incubo fantascientifico iperviolento e pornografico. è la storia breve ma intensa di un agente assicurativo che scopre in realtà di essere un cyborg che vive una finta vita umana costruitagli da una corporation che lo usa come arma letale per sbarazzarsi della concorrenza. sì, ricorda un po’ atto di forza del resto gli anni sono quelli, soltanto che alla fine il cyborg nixon decide di vivere nel “sogno” artificiale rinunciando alla libertà. a me è piaciuto molto. si avvale dei disegni ricchissimi di dettagli di geof darrow che crea queste tavole piene zeppe di figure e cose, e raffigura una los angeles del futuro putrida, caotica e senza regole, una specie di immenso quartiere a luci rosse abitato da una fauna di barboni, tossici, criminali di ogni tipo, degenerati che scopano per la strada. hard boiled è eccessivo, isterico, inquietante, violento fino al parossismo: insomma un miller in grande spolvero

ed eccomi arrivato all’opus magnum di miller, l’epopea di sin city che abbraccia un arco temporale che va dal 1991 al 1999, ovvero il periodo che comprende la pubblicazione dei 13 “yarns”, che sarebbero le storie individuali ambientate nell’universo di sin city raccolte poi in 7 volumi. è il miller che preferisco in assoluto: sin city è il suo capolavoro. miller scrive e disegna queste straordinarie storie che racchiudono e frullano tutti i topoi della letteratura e del cinema nero. dalla fiamma del peccato di billy wilder alla dalia nera di ellroy, da chandler ad hammett a spillane. gli stereotipi consolidati di quarant’anni di crime fiction vengono però rivitalizzanti dalla sensibilità postmoderna di miller e danno così vita ad un universo unico e personale, che richiama alla mente mille influenze ma non assomiglia a nient’altro. pulp, hard-boiled, sono categorie che perdono il loro significato classico nel tritacarne visionario di miller. l’utilizzo espressionistico dei bianchi e dei neri crea delle tavole che risucchiano il lettore in un vortice asfissiante, un viaggio allucinato in un mondo senza colori e senza luce. l’ideologia nichilista di personaggi memorabili come marv e dwight contribuisce a rendere al meglio questa idea di inferno terreno, di eden della corruzione e del vizio, che è l’universo creato da miller. le storie grondano violenza esasperata, personaggi sopra le righe, cinismo e cattiveria, nichilismo ed amoralità, misoginia ed inquietanti rimandi ideologici (le svastiche, che sono tra l’altro una presenza fissa in miller…). sin city è il parto sinistro di una figura sinistra della cultura pop americana come frank miller. come non rimarne affascinati, assoggettati?

le prime quattro storie – un duro addio, una donna per cui uccidere, un’abbuffata di morte e quel bastardo giallo – sono considerate all’unanimità le migliori. e infatti come scegliere la propria preferita tra queste memorabili storie? sono storie di perdenti, psicopatici, femme fatale, puttane letali, politici criminali. anche se la vera protagonista è sempre la città, una città mostruosa. miller disegna la città e i soggetti che la abitano, una folla in cui non esistono più le differenze tra vittime e carnefici, migliori e peggiori, buoni e cattivi, fra chi uccide e chi viene ucciso. le storie si sviluppano attraverso rapide sequenze cinematografiche che impongono un ritmo incalzante e precipitano verso la sciagura finale. sin city è l’apoteosi del loser americano, che anche quando si trova sulla sedia elettrica come marv, trova pur sempre un modo per trionfare anche nel disastro finale

il quinto volume, affari di famiglia, è una graphic novel di 128 pagine, la più corta della serie ed è l’unica storia che non è stata pubblicata a puntate ma integralmente sin da subito. è più una specie di racconto lungo, ha un suo fascino ma non è memorabile come le precedenti storie. è una sorta di corollario alla storia di dwight e miho. alcol, pupe e pallottole raccoglie invece tutte le short stories ambientate nell’universo di sin city che frank miller aveva pubblicato qua e là negli anni 90. è quindi una antologia di brevi e fulminanti racconti che hanno soprattutto per protagoniste ammalianti e spietate femme fatale come delia dagli occhi e dai vestiti azzurri; ma c’è spazio anche per vecchie conoscenze come marv e dwight in storie che precedono, seguono od avvengono parallelamente a quanto narrato nei primi quattro “yarns”. all’inferno e ritorno è l’ultima storia ed introduce un nuovo protagonista: wallace soldato-samurai asceta che, come il personaggio di miho, conferma la passione di miller per l’iconografia orientale. delle vecchie conoscenze ritornano soltanto l’assassina delia e il gigantesco manute, ma comunque tutta la storia trabocca autoreferenzialità. la parte più originale ed inaspettata è la lunga allucinazione drogata di wallace: compaiono i colori (della moglie di miller, lynn varley) in questa sezione surreale del fumetto in cui wallace si ritrova in una sorta di realtà distorta in cui compaiono come in un carosello molte figure della cultura pop americana (da rambo a callaghan, da capitan america al leonida di 300). secondo me è una storia all’altezza delle prime quattro, anche se è diversa e con alcune caratteristiche inaspettate (come l’happy ending) che la rendono a suo modo unica

vengo ora a 300 (1998), molto probabilmente il suo più grande successo che continua sino ad oggi grazie ovviamente anche al cinema. di questa graphic novel si è discusso tanto: è storicamente inattendibile, è razzista ed omofoba, ecc. da quel che ho capito io, a miller non interessava dare una versione storicamente affidabile e precisa della battaglia delle termopili. 300 mistifica la filosofia spartana, deforma la storia tramite l’occhio visionario di miller e delle sue tavole, si piega alle volontà del suo autore. viscerale, irrequieto, ambiguo ideologicamente nell'esaltare i valori dell'occidente contro il dispotismo orientale (leonida combatte per i valori di libertà, ragione e giustizia sorti con la razionalità occidentale greca, ma allo stesso tempo nega il valore della democrazia "roba per ateniesi"), e proprio in questa ambiguità ha il suo punto di forza, coltiva il suo furore ideologico (cifra inconfondibile di miller) che si fonde perfettamente con la potenza visiva dei disegni

e arrivo infine a sacro terrore (2012), che sotto certi aspetti ha dei legami con 300, perlomeno sotto il profilo del furore ideologico e della controversia che ha suscitato. i due protagonisti di sacro terrore sono la versione feroce e violenta di batman e catwoman, mentre empire city (l’ennesima città immaginata da miller) è la controparte astratta, quasi invisibile, buia e ferita di gotham city. il nemico invece è più reale che mai, e porta una dose impressionate di iperrealtà nel fumetto: al-qaeda. su questo fumetto ho letto molte impressioni, soprattutto molte critiche. non mi sento di condividerne neanche una. sotto il profilo grafico, è un’opera altamente sperimentale. io non sono un esperto di fumetti ma il tocco di miller è unico. in questa opera ha come lavorato ancora di più di sottrazione sul suo tipico stile. siamo dalle parti di sin city per l’utilizzo che fa del bianco e nero, e di quei colori improvvisi e violenti che squarciano le tavole, ma allo stesso tempo è tutto ancora più essenziale, astratto ed asciugato. per quanto riguarda i contenuti, è un’opera sanguinaria, rabbiosa, politicamente scorretta, lucida e delirante al tempo stesso. miller è da sempre fedele a se stesso: il vigilante mascherato è l’esaltazione di quell’individualismo anarchico destroide che bene rappresenta la sua sensibilità politica. i politici sono muti (tutti, da bush jr ad obama), lo stato rappresentato soprattutto dalle forze dell’ordine è impotente o corrotto. resta solo l’individuo che fa e deve fare quel che è giusto. e lo fa attraverso la violenza, la tortura. più di tutto, questo fumetto sembra quasi un grido, un monito. non sottovalutate il terrore, non pensiate di vivere al sicuro, non illudetevi che sia tutto finito. sono molti in america a pensarla come miller, che a causa della recente crisi economica sia come stato messo in secondo piano l’impegno per difendersi da questa minaccia invisibile che invece sta aumentando sempre di più il proprio potere e il proprio raggio di espansione

ed eccomi giunto alla fine di questo post-fiume. visto che ci vuole un mutuo per comprarsi questi romanzi a fumetti, non sono ancora riuscito a completare la lettura di tutto quello che mi interessava di miller ma volevo a tutti i costi aprire questo topic. ecco le sue opere che vorrei leggere in un futuro prossimo: ronin, elektra assassin e il ciclo di martha washington. ovviamente consigli, curiosità, suggerimenti, tutto è ben accetto. anche se mi fate sapere come sono questi testi che vorrei procurarmi

 

 

Lui è PAUL AUSTER sono da Premio Nobel, ma la sperimentazione sul tessuto connettivo della narrazione non interessa ai giudici, ormai interessa solo l'impegno politico di sinistra che ammanta le loro carriere letterarie.

 

Due filosofi hanno vinto il Nobel.. ecco questo indica la statura del premio: nanismo conclamato. 


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