Puntata molto bella di un'edizione per me gradevole (la migliore rimane la seconda). Immaginavo la finale in una sola città con tante missioni come è sempre stato fatto, per limitare al minimo l'influenza della sorte. Rio sembra effettivamente una città molto bella, forse la migliore tra quelle attraversate insieme a Cuzco.
L'epilogo è stato straordinaro e quasi troppo bello per essere vero, da copione di un film: i favoriti, più forti e senza gli avversari più pericolosi (le Persiane, mi stavo affezionando perfino a Fariba) pèrdono, vittime della loro arroganza. Bastava chiedere prima al tassista il passaggio e magari lo avrebbero ottenuto: o anche aspettare un minuto in più, dato che saranno passati venti taxi di fianco a loro. Vince una coppia un po' squilibrata, nel senso che senza Pinna non sarebbero neanche stati notati, ma bene così.
Giusto, come negli altri anni, non dedicare neanche un secondo di spazio ai vinti.
IL PAGELLONE
Fratello e sorella (Naike Rivelli e Andrea Fachinetti). Voto 6.5. Lei esuberante oltremodo ma, alla fine, piacevole; lui già più anonimo ed insipido. Si ritirano per malesseri di lei: non so dove sarebbero potuti arrivare, forse anche in finale. Alla fin fine si sono sempre adattati, con due ma: qualche capriccio di troppo quando le cose andavano male (come diceva qualcuno: la gente che ha sempre avuto tutto non è abituata alle avversità) ed eliminazioni da parte loro sempre discutibili.
Gli antipodi (Andrea Pinna e Roberto Bertolini, detto Cocco). Voto 8. La coppia era Pinna più quell'altro. Il primo, dopo una lunga diffidenza, mi sta veramente simpatico: ha le sue idiosincrasie come tutti, ma mi sembra un ragazzo buono e divertente, con cui sarebbe di sicuro bellissimo passare una serata. Oltretutto pensavo che, in un contesto del genere, si sarebbe ritirato alla prima puntata. Ed invece ha perfino vinto, magari non meritando ma chissenefrega. L'altro brav'uomo di sicuro, ma mi infastidisce chi tratta male gli altri quando è scazzato lui; specie se accade praticamente sempre e per motivi trascurabili.
Gli artisti (Paola Barale e Luca Tommassini). Voto 7.5. Lei gran donna in principio di menopausa. Tostissima, stronza, dalla morale ambigua (insulta gli avversari che la ignorano anziché caricarla salvo poi fare lo stesso un minuto dopo); uno dei momenti memorabili del gioco è stato quando, sola, scendeva dal Chimborazo a passo di panzer camminando sopra agli altri concorrenti. In un'edizione con personaggi tutto sommato scia(l)pi, è stata un raggio di sole. L'altro l'ho visto poco, si è fatto male subito; mi è sempre sembrato come il pappagallo del pirata.
Gli artisti (Paola Barale e PIERO FILONI). Voto 10. PIERO è stato la mia folgorazione, in un'edizione in cui di concorrenti per cui tifare ce ne erano oggettivamente pochi. Musicista in tournée da 20 anni di cui mai nessuno aveva sentito parlare e che si è dimostrato stonatissimo nell'unica prova in cui sarebbe dovuto essere avvantaggiato (quella del canto). Mitissimo, silenzioso, paziente; la Barale deve aver capito dopo cinque minuti che era una nullità e lo ha sempre trattato di conseguenza; perfino Mastrangelo, l'ospite di una sola puntata, si era già adattato meglio di lui al viaggio. Lo considero uno Scialpy grunge.
Gli espatriati (Pasquale Caprino detto Son Pascal e Christian Bachini detto Kang). Voto 7. In realtà non erano umanamente pessimi come sono stati dipinti. Quando c'era da interagire con le persone, anche in fasi di non-competizione (i loro ospiti durante la notte, la gente della strada) erano tra i più socievoli, portati alla chiacchiera, alla risata, a suonare la chitarra. Non li ho mai trovati davvero antipatici. Poi certo, competitivi da raggiungere il parossismo, soprattutto Pasquale e spesso ai limiti del regolamento, che per me hanno anche violato non dicendo all'ultimo tassista, prima, di non poter pagare la corsa. Ho ghignato quando hanno perso, sia perchè sono stati vittima dei loro difetti e sia perchè non amo mai che vincano i migliori. E ho ghignato anche pensando ai vari luoghi comuni sui napoletani.
Gli illuminati (Pier Enrico Ruggeri detto Pico Rama e Yari Carrisi). Voto 9.5. Mi piacevano molto, Pico sorta di Obelix dei nostri tempi che anziché cadere nel pentolone è caduto nella marijuana. Autenticamente alternativo-mistico da quattro soldi coi suoi discorsi surreali e il suo prendere il gioco come un gioco (pensa te), sempre pacato, mai sopra le righe, gentile con tutti. L'altro ha l'enorme difetto di essere figlio di quella merda di Albano, ma è riuscito ad uscirne con dignità. Si è visto forse meno del suo compagno, ma mi sembra una persona abbastanza profonda ed interessante. Peccato siano usciti subito, ma non li avrei comunque visti oltre il Perù.
Gli stellati (Philippe Léveillé e Francesco Sultano detto Ciccio). Voto 6.5. Arrivano con lo spirito giusto: conoscere persone diverse da loro e farsi una bella vacanza pagata da altri. Oggettivamente non simpatici, soprattutto il francese, senza nessuno spunto che li facesse distinguere nella competizione. Non avrebbero MAI potuto vincere.
Poi sicuramente bravissimi signori, che svolgono una professione mirabile e che ci terrei a conoscere dal vivo, magari nei loro ristoranti.
I compagni (Giovanni Scialpi detto Scialpy e Roberto Blasi). Voto 10. Altri concorrenti fatti fuori ingiustamente troppo presto. Sembravano sinceramente innamorati l'uno dell'altro, una bellissima coppia che ha regalato momenti toccanti. Il vero capolavoro era Scialpy, ebete patentato che non capiva un cazzo di quello che gli succedeva intorno e che faceva sempre il commento più ovvio e più inutile possibile, con una voce narcolettica simile a quella che fa Enrico Lucci delle Iene quando prende per il culo gli altri (solo che Scialpy era serio). Sono convinto che, se per miracolo fossero arrivati in finale, lui, alla vista dello Stadio Maracanã, avrebbe semplicemente escalamato: 'il Maracanã!' , con lo stesso tono descritto sopra, senza poi muovere un passo.
Non avrebbero mai potuto vincere ma avrei sperato di vederli di più.
Le persiane (Fariba Mohammad Tehrani e Giulia Salemi). Voto 10. Ogni bella storia che si rispetti ha bisogno di un antagonista comunque forte e carismatico. Loro lo erano: impossibile non odiarle, ruffiane, supplichevoli, viscide, la madre in particolare era una Rachida di Masterchef ancora più falsa e prepotente. Ma erano fortissime nel gioco, arrivavano sempre in fondo recuperando da situazioni disperate, ottenevano quel che volevano in ogni modo possibile e hanno sempre ignorato l'odio altrui, manifestatosi già dopo cinque minuti della prima puntata. Le detesto; ma ancora un paio di puntate ed avrei iniziato ad ammirarle.
Le professoresse (Laura Forgia e Eleonora Cortini). Voto 7.5. Per contratto ci deve essere sempre la coppia di gnocche e, sempre per contratto, arrivano sempre ultime ma vengono salvate poiché ritenute poco pericolose o per via dei flirt che hanno con altri concorrenti. Ho notato però che, via via dalla prima edizione, le hanno scelte più sveglie; queste alla fine, nonostante la lentezza, qualcosa capivano e non erano neanche così schizzinose come quelle degli anni scorsi. Questo mio pensiero, che avevo da un po' , è stato poi clamorosamente smentito con la frase del 365 gradi.
Mi mancherà Pechino Express.