Io son d´accordo con Prodi, non succederä nulla. O meglio, succederanno tante piccole cose, che avranno un effetto negli anni.
La vedo così anch’io. A nessuno dei due conviene una guerra (soprattutto via terra).
Quel popolo barbarico e incivile che risponde al nome di USA si è potuto permettere un gesto così impulsivo e uterino proprio perché conosce bene la razionalità iraniana.
I persiani, a differenza degli yankee, sanno stare al mondo.
La risposta quindi sarà lenta, ma costante. Un velenoso stillicidio che gli americani si meritano tutto.
Non mi sorprende (né preoccupa) “l’uscita” sul nucleare, anche perché tecnicamente non lo è. Anzi lo strappo su alcuni limiti dell’accordo sono previsti dallo stesso accordo nel momento in cui una delle parti (indoviniamo quale) viene meno.
Al di là di una contrarietà generale e generica sul nucleare, non vedo perché solo quello iraniano debba farci venire il sangue agli occhi.
Ne comprendo tutta la centralità: garantire l’energia di cui il paese ha bisogno per vie alternative ai combustibili fossilì e padroneggiare la tecnologia come fanno tutti i paesi avanzati. Lo sviluppo scientifico e tecnologico rappresenta pur sempre un motivo di orgoglio nazionale per qualsiasi paese e quindi non vedo perché l’Iran non debba e non possa.
Certo, molti capoccioni iraniani ritengono che il possesso di potenzialità nucleari produrrebbe un tipo di deterrente nel campo della sicurezza.. e allora??? Se questo vale per gli israeliani (che sono pragmatici come i persiani, ma non egualmente razionali), perché non dovrebbe valere proprio per gli iraniani?
Gli uni sono sotto minaccia e gli altri no? No?
L’America non ama gli Stati indipendenti ma solo paese subordinati al suo dominio.
Tende perciò adadottare un atteggiamento repressivo con quei paesi come l’Iran (e il sogno di una Repubblica islamica che da Herat, in Afghanistan, arriva sino a Beirut in Libano via Baghdad e Damasco), che storicamente le hanno sempre rotto i coglioni perchè esulano dal suo modello di supremazia e pertanto operano in modo sistematicamente antietico rispetto alle sue politiche.
Questi paesi sono dichiarati NEMICI e contro gli stessi viene impiegato ogni tipo di strumento atto a contenerli, indebolirli e - se possibile – rovesciarli.
Se poi consideriamo l’area attorno (Russia compresa), direi che questo famigerato impero persiano, se esiste, è sorprendentemente solo. E in un mare di guai.
Ora io non so perchè quel deficiente newyorkese di stanza a Washington abbia deciso di far fuori Soleimani (con il quale ha collaborato fino a 5 minuti prima per combattere il Califfato e Stato islamico). Dubito sia stata una sua idea. Il Pentagono (per attribuirgli meriti e demeriti in vista di elezioni? per indebolire Iran e spingerlo a nuovo negoziato?) gli avrà offerto questa opzione e lui, grandissima testa di cazzo, ha detto sì.
Ridimensionato Daesh, ritorna “l’emergenza Iran”,con la necessità di calmierarne potere e sfera di influenza. Anche se,chiaramente,non è questo il modo.
L’Europa non esiste, quindi inutile aspettarsi una voce o una politica europea.
Inutile ammonire o fare dichiarazioni tanto per fare: in questi mesi gli emissari di Washington hanno fatto il giro delle capitali europee non per convincerci delle loro ragioni (tempo sprecato!) ma per ricordarci che non abbiamo voce in capitolo: «Non provate a mettervi di traverso!».
L’unico paese che può influire sulla scelta americana di aggredire o meno l’Iran è Israele, il piccolo Diavolo.
Ma non (credo) lo farà (anche se Netanyahu è uterino e testa di cazzo quasi quanto l’americano).
I più pericolosi, in questo contesto, restano sauditi ed emiratini che –animati dalla paranoia che da sempre li affligge - puntano a rovesciare il regime della Repubblica islamica con ogni mezzo.
È sempre stato un loro sogno mozzare la testa del serpente iraniano sciita tra i bagliori della scimitarra sunnita.