
E' il mio primo Von Trier, regista che so che ha fatto discutere molto in passato (specialmente il recente "Antichrist"). Da neofita ho però l'impressione che "Melancholia" conquisterà più entusiasti che detrattori.
[seguono possibili spoiler, pur essendo un film auto-spoilerante]
E' cosa buona che, nonostante il finale sia mostrato come incipit (cosa fin troppo comune nel cinema contemporaneo d'autore), le immagini giustapposte in apertura siano fuori dal tempo, surreali, finanche kitsch (Nanni!), creino un senso di spaesamento prima di una vicenda che in seguito scorrerà in modo totalmente chiaro e sequenziale. Il mistero che aleggia nell'astrazione del suddetto incipit si disvela senza strane fantasie, dandogli a posteriori un valore fortemente evocativo, mentre il vero finale è anch'esso "narrativo".
Long story short, la prima parte è la festa di matrimonio, niente più che un lungo, doloroso presagio della catastrofe imminente. Justine (Kirsten Dunst) avverte per prima l'influsso del pianeta Melancholia, che gli scienziati ritengono debba soltanto orbitare tra il Sole e la Terra. Abbandonare una carriera promettente e il novello sposo paiono poca cosa di fronte alla vera Apocalisse.
Guardando la seconda parte mi è venuta in mente una forte analogia con "Shining": la follia, il terrore, il destino che comincia a bussare alla porta di quella villa, distante da tutto e da tutti, dove l'annuncio della Fine arriva in modo genuino, si rivela senza l'ausilio di alcun mass medium. Justine sogghigna scrutando il cielo, nella certezza che nessuno piangerà per la perdita di un posto simile, come nessuno potrà sfuggirle. Il panico non si concretizza nel delirio della folla, come nelle grandi produzioni hollywoodiane, ma nel lacerarsi di una piccola famiglia isolata dal mondo, nella progressiva perdita di speranze e nella seguente accettazione da parte della sorella, ingenua figura materna che tenta di evitare l'irreparabile.
Il giudizio universale di "Melancholia" è inesorabile ma pacato, raggiunge la Terra in una congiunzione astrale quasi rassicurante, nonostante la triste coscienza di una maiuscola insensatezza. Tra la quiete e l'impatto trascorrono pochi istanti, è quasi come morire nel sonno.
Bello.