La crisi in Europa
#301
Inviato 01 agosto 2012 - 08:01
Solo a me è una soluzione me pone parecchi dubbi? In qualche maniera se è lo spread che "spinge" le "riforme" e noi calmieriamo forzosamente il tutto obbligando il risparmio privato ad essere dirottato sul debuto pubblico non rischiamo di mangiarci il risparmio privato per tenere in piedi ancora il carrozzone così com'è, comprese tutte le sue dispendiose contraddizioni? Detto in altre parole non rischiamo che il signor Rossi venga costretto a sovvenzionare forzosamente oltre che con le tasse pure con il suo risparmio privato un sistema che non riesce a depurarsi dai trota, dalle salerno-reggiocalabria mai completate, dalle sovrabbondanze di enti-dipendenti-burocrazie e co.?
O ho capito male io cosa intendono?
Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.
#302
Inviato 01 agosto 2012 - 09:17
eroga denaro alle banche, da questo pantano non se ne esce. Ricordiamoci che le banche sono entità appartenenti
alla sfera degli investimenti privati e della politica ( la stessa bankitalia è fortemente partecipata da banche, assicurazioni e finanziarie private ) e i fondi europei che finanziano anche la BCE sono i soldi delle nostre tasse.
E non credo questo sia dipeso o continuerà a dipendere dai trota...
#303
Inviato 02 agosto 2012 - 15:27
http://www.corriere....1995e52cb.shtml
Solo a me è una soluzione me pone parecchi dubbi? In qualche maniera se è lo spread che "spinge" le "riforme" e noi calmieriamo forzosamente il tutto obbligando il risparmio privato ad essere dirottato sul debuto pubblico non rischiamo di mangiarci il risparmio privato per tenere in piedi ancora il carrozzone così com'è, comprese tutte le sue dispendiose contraddizioni? Detto in altre parole non rischiamo che il signor Rossi venga costretto a sovvenzionare forzosamente oltre che con le tasse pure con il suo risparmio privato un sistema che non riesce a depurarsi dai trota, dalle salerno-reggiocalabria mai completate, dalle sovrabbondanze di enti-dipendenti-burocrazie e co.?
O ho capito male io cosa intendono?
La BCE mette toppe, ma altro non può fare. Magari mette una mega toppona supersonica che dura 6 mesi invece di 3. Le riforme che tutti invocano poi, sono giustissime, moralmente sacrosante, ma non incidono sulla crescita se non nel breve periodo in chiave negativa. Qui il problema non è liberare risorse per fare qualcosa, ma per sedersi al tavolo europeo avendo dimostrato di avere fatto i compiti a casa. La soluzione però l'Europa la deve poi trovare velocemente, unione politica, cessione di sovranità, e qualcosa di sostanzioso per la crescita dei paesi del sud. Altrimenti tutto ciò è una pena inutile.
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#304
Inviato 03 agosto 2012 - 17:40
"Dopo un più attento esame delle parole del presidente Bce, il mercato ritiene forse di averle in interpretate in maniera troppo cruenta" commenta un trader.
Un battito d'ali in australia è in grado di far fallire una banca in europa
#305
Inviato 03 agosto 2012 - 17:56
"Dopo un più attento esame delle parole del presidente Bce, il mercato ritiene forse di averle in interpretate in maniera troppo cruenta" commenta un trader.
Un battito d'ali in australia è in grado di far fallire una banca in europa
Sì, ma ormai siamo al trascendentale.
#306
Inviato 03 agosto 2012 - 19:01
Statisticamente parlando, non lo so.
#307
Inviato 03 agosto 2012 - 19:40
piu' tranquilli perchè l'asta è andata bene e ormai il grosso per quest'anno è andato. Che poi si è capito benissimo che
ormai questi tagli (giusti o no) non hanno nessun impatto sull'umore dei mercati.
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#308
Inviato 03 agosto 2012 - 23:36
A giocare al casinò si rischia meno che comprare un titolo italiano. Giovedì in due ore i titoli bancari hanno fatto un -15%, giusto così per la malainterpretazione delle parole di Draghi.
La verità è che oramai il mercato italiano è oramai poverissimo di investitori istituzionali stranieri per cui anche con alcuni milioni di euro si è in grado di stravolgere completamente le contrattazioni.
Cmq il peggio (per il momento) è passato per il Tesoro italiano, le ultime aste sono state chiuse a tassi preventivati e ad agosto lo spread potrà anche salire follemente ma non sposterà di una virgola i conti statali.
Se ne riparla a metà settembre.
#309
Inviato 04 agosto 2012 - 10:37
ecco la sua ricetta scritta nel sonno per uscire dalla crisi. Attenzione, perchè c'è del genio a pensare che si esce
dalla crisi ricominciando a litigare sull'articolo 18, vendendo pezzi di Terna e Finmeccanica e tagliando (non spiega cosa).
E basta, eh. Qui sta il genio. E' sufficiente vendere e tagliare poi siamo moderni.
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#310
Inviato 04 agosto 2012 - 10:55
http://www.anobii.com/satyajit/books
http://www.goodreads...3893406-claudio
https://twitter.com/EligioAldoVere
#311
Inviato 04 agosto 2012 - 14:13
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#312
Inviato 04 agosto 2012 - 17:10
Ora ci dice che pur a fronte di valori di borsa depressi ci conviene cedere le società pubbliche. Cioè che svendere ci farebbe bene. Vedi tu.
http://www.anobii.com/satyajit/books
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#313
Inviato 16 agosto 2012 - 07:02
Partendo dal tema del momento: dopo aver letto il libro sembra di capire che l'attacco all'articolo 18, ma anche semplici frasi come quella di Monti «le aziende non assumono perché non possono licenziare», siano in realtà parte di un disegno ben preciso: quella lotta di classe alla rovescia di cui parla nel libro. È così?
«Direi di sì. Si tratta di idee che circolano da decenni, che fanno parte della controffensiva iniziata a fine anni ’70 per superare le conquiste che i lavoratori avevano ottenuto a caro prezzo dalla fine della guerra. Riproposte oggi sembrano sempre più idee ricevute, piuttosto che analisi attinenti alla realtà. Dottrine neoliberiste imposte adesso con la forza, combattendo i sindacati, comprimendo i salari e tagliando le spese sociali».
Lei scrive: «La correlazione tra la flessibilità del lavoro – che tradotto significa libertà di licenziamento e insieme uso esteso di contratti di breve durata – e la creazione di posti di lavoro non è mai stata provata, se si guarda all’evidenza accumulatasi con i dati disponibili». Qui da mesi e mesi alla tv ci riempiono la testa col “modello danese”, poi quello tedesco... Ci fu la riforma Treu nel '96, poi quella Biagi, e ancora non sembra bastare. Allora forse la Cgil non dovrebbe firmare la riforma, anche se la clausola del reintegro venisse reintrodotta, perché è tutto l'impianto ad essere sbagliato...
«La Cgil è in una situazione molto difficile. Anche perché gran parte degli altri sindacati e dei media sono favorevoli a questa visione neoliberale. L’Ocse non è mai riuscita a provare l’esistenza di una correlazione tra flessibilità e maggiori posti di lavoro, e in alcune sue pubblicazioni arriva perfino ad ammetterlo. E anzi, c’è un aspetto paradossale: usando gli stessi indici dell’Ocse, si scopre che ad aumentare dovrebbe essere la rigidità, semmai. Perché dopo la riforma del 2003, che ha aumentato la cosiddetta flessibilità in Italia e che la rende superiore ad altri paesi come Francia, Germania e Inghilterra, i nostri indici occupazionali sono peggiorati».
La sinistra sembra giocare sempre in difesa. Passa per conservatrice. Che poi in effetti è vero, perché difende diritti acquisiti. Eppure il messaggio non passa, e se passa lo fa negativamente. “La vecchia sinistra, anti-moderna”. Il progresso sembra appannaggio di chi professa lo smantellamento del modello sociale. C'è un problema di comunicazione? Perché la sinistra ha così tante difficoltà a farsi capire da chi dovrebbe difendere?
«C’è un problema non grosso come una casa, ma come un grattacielo. Se a sinistra non c’è un partito di grande dimensioni che non difende il “Lavoro” significa che siamo davvero malmessi e che l’impresa diventa ancor più ardua. E poi la sinistra ha contro la maggior parte dei media e della classe politica, anche quella della “sinistra” stessa. Perché sono state introiettate quelle dottrine neoliberiste di cui prima. La lotta ideologica contro i sindacati per adesso ha vinto, culturalmente in primis. Basta vedere il calo degli iscritti al sindacato nei Paesi sviluppati. E questo ha inciso anche sulla partecipazione dei cittadini alla vita politica».
Verrebbe da dire che la fine delle ideologie è una grande bugia. Perché una è sicuramente rimasta, viva e vegeta....
«La fine delle ideologia è una delle più robuste e articolate ideologie in circolazione. È servita ad assicurare il dominio delle politiche economiche neoliberali, e anche la legittimazione di quelle politiche sul piano culturale e ideale. Gli slogan gli conosciamo bene: “ridurre la spesa pubblica”, “tagliare le imposte alle imprese e agli individui”, “occorre più flessibilità”, “meglio il lavoro temporaneo”, “il mercato deve guidare ogni immaginabile decisione, anche a livello locale”. Tutto questo ha avuto la meglio, anche nella cultura di una parte della sinistra. Conta poco che queste ricette siano sistematicamente sconfessate dalla realtà»
È interessante come il modello neoliberista abbia copiato da Gramsci la propria tendenza egemonica culturale. Lei lo ripete spesso. E poi spiega, e lo ha detto anche prima, come un pezzo di sinistra ne sia stata sedotta. Aggiungerei che alla sinistra hanno copiato anche l'internazionalismo, cioè la capacità di fare "gioco di squadra" a livello planetario. Come si fa a invertire la tendenza? Come si fa a imporre nuovamente una visione alternativa della società?
«È estremamente difficile. L’egemonia attuale è vincente sia sul piano della pratica, come lo vediamo ogni giorno, sia sul piano morale e culturale. L’austerità sta tagliando l’insieme delle condizioni di vita di milioni di persone, seminando recessione. E qui nasce un altro pericolo, cioè che politiche di questo genere fomentino l’estrema destra che urla contro la finanza, ma in modo assolutamente strumentale».
Il primo a parlare di “austerità” fu Enrico Berlinguer. Qualcuno, sempre a sinistra, ha ritirato fuori la cosa.
«Sì, ma erano altri tempi, altre situazioni, e quella parola usata dal segretario del Pci voleva dire un’altra cosa. Ora significa tagliare salari, posti di lavoro, spesa sociale e diritti. Allora era una critica al consumo. La crisi è nata anche per delle storture del modello produttivo. Non si può pensare di continuare a produrre sempre di più, all’infinito. Il progresso non consiste nell’avere cinque telefoni e tre automobili a famiglia, ma ha a che vedere con la qualità della vita, del tempo libero, del lavoro…»
Negli anni Settanta i giovani gridavano lo slogan "Lavorare meno, lavorare tutti". A un certo punto lei parla dei sindacati, e fa una critica a livello non solo europeo, ma mondiale: «Non si è sentito nessun sindacato, o gruppo di sindacati, europeo o americano, alzare la voce per dire che era inaudito che il salario orario minimo in Cina fosse di 75 centesimi di dollaro; e che è scandaloso che aziende europee e americane protestino perché quell’innalzamento da 65 a 75 centesimi non permette più loro di operare con profitto...». È sicuramente vero. Ma perché accade? Si è persa la solidarietà di classe? L'egoismo, l'interesse particolare, ha contagiato anche il sindacato? È questa l'ennesima vittoria del pensiero dominante?
«I sindacati hanno delle giustificazioni. La frammentazione delle attività produttive ha complicato l’attività sindacale. Un conto è avere un megafono per parlare a cinquemila operai tutti insieme, un conto è andarli a cercare in cinquanta fabbriche diverse con cento operai ciascuno. Però sì, a livello internazionale si è fatto poco. La necessità, adesso, è esportare diritti».
Il governo tecnico, anzi i governi tecnici in Europa, sono in realtà governi di destra. Lo chiarisce molto bene. Com'è possibile che il Pd lo sostenga e ne subisca il fascino anche per il futuro? Sembra un cerchio che si chiude. La dimostrazione che la sua analisi sul pensiero dominante è corretta.
«Concorrono diversi fattori. Un po’ perché la dottrina neoliberale, come dicevamo, ha fatto presa anche a sinistra. Poi c’è il timore di apparire agganciati a una storia di “vecchie ideologie”. C’è una questione di competenza: si è capito ben poco di perché è nata la crisi, sul come si è sviluppata, per colpa di chi o di cosa. E infine c’è un fattore di convenienza: l’Italia è in Europa, e in Europa si gioca con le regole del liberismo. Così qualcuno avrà pensato di far mettere la faccia ai “tecnici” rispetto alla richieste dolorose che Bruxelles richiedeva. Diciamo che può essere stato un grigio calcolo elettorale».
Lei cosa ne pensa dei No Debito? È possibile rifiutarsi di pagare?
«Il movimento non tiene conto dell’esistenza della Bce, che però non opera come una normale banca centrale: non può concedere prestiti, magari a basso tasso di interesse, agli stati membri o ad altre istituzioni. Questo perché il trattato di Maastricht lo proibisce. Abbiamo rinunciato alla sovranità monetaria entrando nella Ue, e quindi ci ritroviamo con una moneta straniera. Ecco, visto questo, non pagare il debito è impossibile. L’istanza è però moralmente valida, specie se si pensa alla dissennatezza del sistema finanziario, al fatto che i Paesi hanno speso 4,1 trilioni di euro per salvare le banche aumentando il proprio debito. Ma bisognerebbe chiedere subito una riforma del sistema finanziario. Sono stati fulminei a fare la riforma delle pensioni, a imporre diktat da occupazione militare alla Grecia, eppure da anni giace in un cassetto da anni una riforma di questo tipo. Per la quale dovremmo davvero batterci».
L’analisi del suo libro potrebbe diventare fondamentale per ridare fiato alla sinistra. Ho letto il "Manifesto per un soggetto politico nuovo", e mi sembra che il gruppo di intellettuali che l'ha redatto e firmato, tra cui lei, vada in quella direzione. Che reazioni ha avuto da parte dei partiti d’area?
«Ho l’impressione che siamo intorno a zero. Ma vorrei dire che non si tratta di buttare via i partiti, quanto di rinnovarli, saldando il ponte tra movimenti e organizzazioni politiche. Se i movimenti continuano a vedere i partiti come vecchie carrozze, e se i partiti vedono i movimenti come allegri ma inutili catalizzatori per le manifestazioni, il futuro non sarà certamente roseo».
Chiudo con una battuta. In chiusura lei scrive: «Con la caduta del socialismo reale è stato seppellito anche quel frammento di verità essenziale su cui era stata malaccortamente e colpevolmente innalzata la torreggiante megamacchina sociale che pretendeva di rappresentarlo. Quel frammento, che dopotutto sta alla base del movimento operaio da quando è cominciato, fin dall’inizio dell’Ottocento, era la ragione stessa della storia, o meglio la ragione che conferisce un senso alla storia. Era giusto che la torre cadesse, ma, cadendo, la torre ha sepolto tra le sue macerie anche quell’ultimo frammento che rappresentava la speranza di un rinnovamento della società intera. E questa è stata una perdita enorme». Lo sa che le daranno dello stalinista?
«È possibile e la cosa mi diverte anche. Perché cito dati ufficiali, molto spesso, del Congresso americano. Tutto questa significa che tra la realtà oggettiva delle cose e l’interpretazione che se ne dà c’è una distanza siderale. E ciò non depone certo a favore della maturità politica della nostra classe dirigente».
#314
Inviato 20 agosto 2012 - 12:12
10 agosto 2012 (MoviSol) - I membri del Senato USA riuniti alla Commissione Esteri per i Rapporti Europei il 1 agosto sul "futuro dell'eurozona: situazione e lezioni" sono rimasti sbigottiti quando l'ex funzionario del Fondo Monetario Internazionale Simon Johnson ha insistito ripetutamente durante la sua audizione che l'Euro non durerà nella sua forma attuale, e che sta per esplodere la "polveriera" dei derivati legati all'Euro, quindi non sono affatto credibili le rassicurazioni del ministro del Tesoro Usa Tim Geithner o del presidente della BCE Draghi.
Johnson ha aggiunto che Draghi e gli altri si illudono: la BCE non potrà emettere abbastanza credito per salvare tutti, e più credito emette, più mina la credibilità di quel debito. L'Euro entra nella sua fase più pericolosa in cui domina il "rischio di dissoluzione" e come può chiunque firmare un contratto se non sa se esisterà l'Euro tra un anno, ha ammonito Johnson. Siamo seduti "su una polveriera di transazioni in derivati opache, fuori bilancio" legate all'Euribor per centinaia di trilioni di Euro, ha detto Johnson, e nessuno sa quale sia l'esposizione americana a questo, o che effetto avrà l'uscita della Grecia dall'Euro, che secondo Johnson è probabile al 90% prima della fine di quest'anno.....
http://www.movisol.org/12news167.htm
I derivati...tenete a mente sta parola...
#315
Inviato 04 settembre 2012 - 13:30
La città dove la disoccupazione è allo 0% e l'affitto costa 15 euro
Così si vive a Marinaleda (Andalusia) dove i lavoratori governano una città e quando serve occupano le terre e fanno la spesa proletaria nei supermercati
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#316
Inviato 06 settembre 2012 - 13:06
#317
Inviato 06 settembre 2012 - 13:19
Alla fine per lo spread è arrivata "l'arma fine-di-mondo".
http://www.repubblic...295/?ref=HREA-1
sì, con Draghi seduto su una cassaforte lanciata da un jet "sopra i cieli di Berlino"
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#318
Inviato 08 settembre 2012 - 12:04
sì, con Draghi seduto su una cassaforte lanciata da un jet "sopra i cieli di Berlino"
"Con il processo che va dalla Legge Amato (1992) alla Legge Draghi (1998), si è passati a un regime in cui, abolite le specializzazioni, le banche sono diventate banche universali, e cioè tutte fanno tutto, compresa l'attività di banca d'affari. Il Fondo di Tutela dei depositi si trova così a proteggere banche che mettono a repentaglio i risparmi dei cittadini speculando sui mercati finanziari con la loro divisione investment."
#319
Inviato 13 settembre 2012 - 15:56
Giovanni del Re
«Aumentare il numero massimo di giorni di lavoro a sei settimanali per tutti i settori». È una delle ricette della troika per la Grecia, ora ufficializzate dalla stampa greca. Insomma il sabato lavorativo diventerà la regola. Si sono materializzate anche le indiscrezioni che volevano una richiesta di allungare l’orario di lavoro, ad almeno 13 ore al giorno (se lo moltiplichiamo per sei giorni lavorativi arriviamo a una settimana di 78 ore lavorative, praticamente il doppio della settimana standard in tutta Europa). Resta da vedere se la troika cercherà di applicare agli altri paesi in difficoltà la "ricetta" greca.
Leggi il resto: http://www.linkiesta...e#ixzz26MjuAxRd
#322
Inviato 14 settembre 2012 - 10:05
La troika ai greci: “Dovete lavorare 13 ore al giorno e anche al sabato”
Giovanni del Re
«Aumentare il numero massimo di giorni di lavoro a sei settimanali per tutti i settori». È una delle ricette della troika per la Grecia, ora ufficializzate dalla stampa greca. Insomma il sabato lavorativo diventerà la regola. Si sono materializzate anche le indiscrezioni che volevano una richiesta di allungare l’orario di lavoro, ad almeno 13 ore al giorno (se lo moltiplichiamo per sei giorni lavorativi arriviamo a una settimana di 78 ore lavorative, praticamente il doppio della settimana standard in tutta Europa). Resta da vedere se la troika cercherà di applicare agli altri paesi in difficoltà la "ricetta" greca.
Leggi il resto: http://www.linkiesta...e#ixzz26MjuAxRd
mi sembra una totale idiozia. Ho l'impressione che le ricette del Fondo monetario siano ideologiche ed inefficaci. Il problema è esserci finiti nelle loro grinfie. Però non credo
che il loro modello porti da nessuna parte, anche storicamente mi pare abbia funzionato praticamente mai (ma sono ricordi dell'università che dovrei rinfrescare) garantendo
solo recessione, svendite, e disoccupazione e fallimento conclusivo.
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#323
Inviato 27 settembre 2012 - 15:47
Ovvio poi che anche altri eventi hanno accorciato l'effetto del secondo sedativo di Draghi. Hanno inciso l'incertezza della Spagna sulla sua richiesta di aiuto, ma soprattutto una dichiarazione dei ministri delle Finanze di Germania, Finlandia e Olanda che nessuno si aspettava. I tre responsabili dei Paesi in «tripla A», massimo dei voti sul credito, martedì hanno disfatto in poche righe di comunicato l'accordo sulle banche spagnole che era stato faticosamente messo assieme dei leader dei 17 governi dell'euro nel giugno scorso a Bruxelles. Adesso i tre Paesi creditori sembrano rifiutare l'idea che il fondo salvataggi ricapitalizzi le banche spagnole già dal prossimo gennaio e possa farsi carico delle perdite accumulate con le attività del passato. Questi aspetti erano considerati vitali per tenere la Spagna a galla; l'alternativa è prestarle fino a 100 miliardi, zavorrando il governo di Madrid con altri debiti, perché gestisca gli istituti.
Il problema è che nell'intervento dei tre Paesi in «tripla A», gli investitori hanno letto anche un messaggio più generale: in questa crisi dell'euro qualunque governo può smontare improvvisamente un accordo preso all'unanimità solo pochi mesi prima. Non esistono certezze.
Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.
#324
Inviato 28 settembre 2012 - 10:26
di quelli del sud dicano chiaramente cosa vogliono per fidarsi. Perchè non mi sembra geniale quest'ipocrisia che poi basa alla fine la sua fiducia sul punire economicamente i paesi in difficoltà facendoli cadere
in recessioni ancora peggiori senza sbocco. Voglio dire, il problema è la poca integrazione "politica", cioè la paura che in Italia, Grecia o Spagna vadano su politici corrotti? Parliamone, non credo che i i cittadini non siano
dalla parte de "l'Europa" in questo caso. Ma gettare un paese nella povertà come sta accadendo in Grecia, che senso ha? politicamente prima che economicamente, cosa vogliamo ottenere dalla Grecia, il ritorno dei fascisti?
Come si immaginano i teteschi la Grecia fra 10 anni continuando cosi? Cosa deve fare la gente se non ha piu' un cazzo?
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#325
Inviato 28 settembre 2012 - 11:52
Non so loro ma noi avevamo già un ottimo esempio interno da non replicare in scala gigante.
Ma sappiamo che certe oligarchie ingrassano bene con queste truffe...
#326
Inviato 02 ottobre 2012 - 11:25
Se n'è accorta anche la Corte dei conti, non solo al bar sotto casa. Tagliare e aumentare le tasse sono due misure che non stanno bene insieme
e producono l'unico risultato di far incazzare la gente. Chissà quando l'Europa comincierà a capirlo, penso soprattutto alla Grecia e alla Spagna (ma anche da noi
dove si discute sempre di metterne un'altra ancora piu' giusta, di tassa), che cosi si va verso l'autodistruzione.
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#327
Inviato 16 ottobre 2012 - 21:03
Grecia: sinistra moderata contro richieste Troika su mercato lavoro
16 Ottobre 2012 - 20:38
(ASCA-Afp) - Atene, 16 ott - Segnali di scollamento nella grande coalizione che regge le sorti del governo greco guidato dal conservatore Antonis Samaras. Le tensioni con l'anima progressita della coalizione, sinistra moderata e socialisti, si stanno consumando sulle nuove misure di deregulation del mercato del lavoro chieste dalla Troika (Ue-Fmi-Bce). Si tratta di una pre-condizione per dare il via libera alla nuova tranche di prestiti a favore di Atene.
Oggi i leader dei partiti della coalizione si sono riuniti per discutere le richieste della Troika.
Lapidario Fotis Kouvelis, leader del partito Dimar (sinistra moderata), ''non voteremo le pretese della Troika''. Dimar, forza minore della coalizione, 17 seggi numericamente non decisivi, potrebbe pero' aumentare i mal di pancia dei socialisti, che invece sono essenziali per tener in piedi l'esecutivo Samaras.
Il leader dei socialisti, Evangelos Venizelos, non ha anticipato alcun voto contrario in parlamento ma sul mercato del lavoro ha detto che ''la Grecia ha fatto il massimo possibile mentre la Troika scherza con il fuoco''.
http://www.asca.it/n...207955-ECO.html
#328
Inviato 17 ottobre 2012 - 08:13
#329
Inviato 19 ottobre 2012 - 17:59
La protesta contro le misure di austerity imposte dal Fondo monetario e Ue ha fatto decollare Syriza, la coalizione della sinistra radicale, che sarebbe il primo partito con il 30,5%, il 4,5% in piu' rispetto alle elezioni del giugno scorso. In calo invece Nuova democrazia, partito di centrodestra del premier Antonis Samaras, che paga le impopolari misure di austerita' e scende dal 29,1 al 27%.
Molto peggio andrebbe ai socialisti che con il 5% di intenzioni di voto sono ai minimi
della loro storia. Alba Dorata, partito di estrema destra guidato dall'ex militare Nikolaos Mijaloliakos, aveva gia' avuto un exploit nelle elezioni di giugno, quando sfioro' il 7% dei voti e porto' in Parlamento la quinta pattuglia piu' numerosa di deputati.
http://www.rainews24...p?newsid=170520
Come ampiamente previsto, anche per le similitudini dell'attuale situazione con quella tedesca di fine anni 20, i neonazisti raddoppiano i voti. Il Pasok ormai non esiste più, ND ha svenduto il paese agli organismi a-democratici europei. La tenuta democratica della Grecia è nelle mani di Syriza.
#330
Inviato 19 ottobre 2012 - 18:24
È probabile che post elezioni americane la Grecia verrá fatta fallire, anche se di default si può già parlare dato il taglio forzoso al valore dei propri investimenti in titoli greci, che hanno subito anche i privati.
Ci sarebbe anche una alternativa: ..... far pagare le tasse alla chiesa. Quella greco ortodossa si intende, al cui confronto la nostra chiesa vituperata chiesa cattolica è un istituto di beneficenza.
#331
Inviato 20 ottobre 2012 - 14:15
no perchè c'è questa convinzione comune, che i soldi con un pò di volontà ci sarebbero.
Se si, quindi una volta al governo la sinistra radicale il problema è risolto. Va anche detto
che le misure imposte dal fondo monetario hanno uno storico invidiabile, praticamente
se non vado errato, non hanno mai funzionato. in nessun caso. non c'è stato un paese
dove questo mix ha risollevvato la situazione.
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#332
Inviato 20 ottobre 2012 - 14:31
Va anche detto
che le misure imposte dal fondo monetario hanno uno storico invidiabile, praticamente
se non vado errato, non hanno mai funzionato. in nessun caso. non c'è stato un paese
dove questo mix ha risollevvato la situazione.
Probabilmente è già stato citato, ma a tal proposito consiglio "La globalizzazione e i suoi oppositori" di J.E.Stiglitz.
#333
Inviato 20 ottobre 2012 - 19:30
Va anche detto
che le misure imposte dal fondo monetario hanno uno storico invidiabile, praticamente
se non vado errato, non hanno mai funzionato. in nessun caso. non c'è stato un paese
dove questo mix ha risollevvato la situazione.
Probabilmente è già stato citato, ma a tal proposito consiglio "La globalizzazione e i suoi oppositori" di J.E.Stiglitz.
Mi sa che l'ho letto all'università, era lui quindi che aveva fatto questo studio? sono passati un pò di anni.
Comunque senza avere un approccio ideologico per me può funzionare sia il liberisimo che l'intervento keynesiano,
dipende come lo fai. Però prendere un mix del peggio di entrambi come stanno facendo in europa (e come hanno
fatto anche in passato quelli del FMI nei PVS) è una roba davvero insensata. Non si capisce come possa funzionare l'aumento delle tasse e il taglio della spesa insieme. E' come uno che c'ha un debito di 100 euro e decide di tagliare la spesa per il pane.
cosi non mangiando deperisce e non lavora piu'. A fine mese si ritrova che non spende un cazzo ma non guadagna
nemmeno un cazzo e il debito è aumentato. A quel punto taglia la spesa per l'acqua e muore sobriamente.
è veramente economia domestica, me ne rendo conto. ma se i risultati sono cosi evidenti, mi chiedo che senso abbia mettersi a fare analisi piu' complesse.
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#334
Inviato 22 ottobre 2012 - 17:41
Grecia, peggiorano i conti: debito al 170,6% del Pil, deficit al 9,4%
Pesante revisione al ribasso per Atene sui conti dell'anno scorso: nelle stime fornite lo scorso aprile il deficit era stato indicato al 9,1% del Pil e il debito al 165,3%.
La Grecia ha rivisto al ribasso i dati su deficit e debito pubblico dell'anno scorso. L'agenzia di statistica ellenica ha comunicato che il disavanzo 2011 ha raggiunto il 9,4% del Pil, mentre il debito ha toccato il 170,6% del Pil.
Nelle stime fornite lo scorso aprile il deficit era stato indicato al 9,1% del Pil e il debito al 165,3%.L'obiettivo ufficiale del governo - in base al piano di risanamento concordato in cambio degli aiuti Ue e Fmi - è di riportare il debito al 120% del Pil nel 2020.
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#335
Inviato 14 novembre 2012 - 13:28
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#336
Inviato 15 novembre 2012 - 10:46
La banca d’affari statunitense Goldman Sachs avrebbe aiutato la Grecia a falsificare il proprio bilancio statale con un vero e proprio make-up del debito sovrano. A rendere possibile l’operazione sono stati alcuni derivati complessi conosciuti come cross-currency swaps. Attraverso di essi, la Grecia sarebbe riuscita a convertire in euro le sue emissioni obbligazionarie in dollari e yen.
Secondo il New York Times, una serie di meccanismi swap messi a punto dalle due banche hanno permesso alla Grecia di ipotecare alcuni settori della propria economia mascherando parte del debito alle autorità comunitarie di Bruxelles, perché le operazioni in questione, perfettamente legali, non appaiono come prestiti bancari ma come vendite con pagamenti differiti. In particolare, la Grecia avrebbe finanziato parte del suo deficit sulla sanità pubblica impegnando i futuri introiti sulle tasse aeroportuali, i pedaggi autostradali e gli incassi legati alle lotterie di stato.
Goldman Sachs nel 2001 costituì dei veicoli particolari uno dei quali denominato Eolo, come il dio dei venti, che assumeva le passività in cambio di impegni su introiti futuri del governo greco e consentiva di non farli contabilizzare nel bilancio pubblico. L’ex ministro delle Finanze George Alogoskoufis, criticò l’affare Goldman in Parlamento nel 2005 affermando che avrebbe pesato sui conti greci fino al 2019
Detto questo non so bene a cosa possa servire ragionare in termini di normalità economica e politica circa la crisi, i sacrifici inutili dei cittadini, i privilegi delle caste e i presupposti di risollevamento degli stati coinvolti in simili truffe da genocidio impunito. Perchè è di questo che si tratta, solo messo in atto in modo diverso chessò , al medioriente, il sudamerica o agli stati canaglia....
#337
Inviato 15 novembre 2012 - 12:41
i paesi maiali la ignoreranno ma vedrete che i casini comincieranno anche in Francia. e allora saranno bei cazzi. Per modo diverso intendo fare sta cazzo di unione politica e scommetterci,
o almeno lasciar respirare paesi che sono già in recessione chiedendo riforme a costo zero, riforme che riguardano la governance. c'è un problema di fiducia secondo me, che è piu' grave
del problema soldi.
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#338
Inviato 15 novembre 2012 - 14:39
quindi è colpevole tutto il popolo greco e deve morire. cosi come sono colpevoli i portoghesi gli spagnoli e gli italiani.
Secondo Monti Casini e compagnia si. Non vedo dove possa aver lasciato intendere che anch'io la pensi in questo modo sinceramente. Anzi, era l'esatto contrario, devono morire i politici, banchieri, uomini dei media e tecnocrati che hanno messo in atto simili porcherie prima e le hanno sapientemente coperte poi.
#339
Inviato 15 novembre 2012 - 18:34
Cronologia articolo15 novembre 2012Commenti (3)
In questo articolo
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Argomenti: Pil | Bce | Mario Draghi | Eurostat | La Banca
È recessione. Il Pil dell'Eurozona nel terzo trimestre, riferisce Eurostat, è stato negativo a -0,1%, dopo il -0,2% del secondo e la crescita zero del primo. È la seconda volta in tre anni che l'Eurozona entra ufficialmente in recessione (si indica un ciclo di recessione economica quando si
registrano due trimestri consecutivi con Pil negativo). Anche l'Italia in recessione con -0,2%, mentre la Germania frena più delle attese, con una crescita del pil dello 0,2%, come la Francia. Spagna in negativo, con -0,3%.
Le previsioni della Bce
I previsori della Bce hanno rivisto al ribasso le stime del Pil dell'Eurozona, mentre hanno corretto al rialzo quelle relative all'inflazione e alla disoccupazione per il 2012 e il 2013. Le nuove previsioni contenute nel bollettino diffuso stamani indicano per la crescita economica di quest'anno una contrazione dello 0,5% per quest'anno (più del -0,3% previsto tre mesi fa) e per il prossimo anno un rimbalzo limitato allo 0,3% (esattamente la metà di quanto contenuto nel bollettino di tre mesi fa).
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Gli esperti della Bce hanno rivisto in calo anche le stime sul Pil del 2014, a +1,3% da +1,4%. Per quanto riguarda l'inflazione le nuove indicazioni parlano di 2,5% per quest'anno (corretto da 2,3%) e 1,9% per il prossimo (1,7%).
Accrescere flessibilità nel mercato del lavoro
«Progressi evidenti sono stati compiuti nella correzione del costo del lavoro per unità di prodotto e degli squilibri delle partite correnti. Tuttavia, occorrono ulteriori misure per accrescere la flessibilità e la mobilità nel mercato del lavoro in tutta l'area». È quanto si legge nel bollettino della bce di novembre. Tali misure strutturali, aggiunge la bce, «inoltre servirebbero a integrare e favorire il riequilibrio delle finanze pubbliche e la sostenibilità del debito.
Lo scudo anti-spread serve a scongiurare scenari estremi
La Banca centrale europea ribadisce di essere pronta ad intervenire con il suo piano di acquisti calmieranti di titoli di Stato (Omt), operazioni che se avviate contribuiranno «a scongiurare scenari estremi, limitando quindi nettamente i timori circa il concretizzarsi di forze nefaste», dice l'istituzione monetaria nel suo ultimo bollettino mensile.
Da mesi il presidente Mario Draghi insiste sulle condizionalità legate a queste possibili operazioni, ovvero alla necessità che gli eventuali paesi beneficiari attivino un programma di aiuti presso l'Ue.
«Il Consiglio direttivo - dice ancora il bollettino - resta fermamente impegnato a preservare l'unicità della propria politica monetaria e ad assicurare l'adeguata trasmissione del relativo orientamento all'economia reale di tutta l'area».
In sintesi: tutto va male, ma bravi che vi siete ridotti i salari. Riduceteveli ancora di pù.
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#340
Inviato 15 novembre 2012 - 20:36
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#341
Inviato 16 novembre 2012 - 10:06
"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"
#342
Inviato 16 novembre 2012 - 10:13
Secondo me continuando con queste politiche è facile che le prevesioni vengano riviste al ribasso
per tutti.
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#343
Inviato 16 novembre 2012 - 11:06
#344
Inviato 16 novembre 2012 - 13:17
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#345
Inviato 18 novembre 2012 - 09:05
The time-bomb at the heart of Europe
Why France could become the biggest danger to Europe’s single currency
#346
Inviato 18 novembre 2012 - 10:22
http://www.economist...time-bomb-heart
The time-bomb at the heart of Europe
Why France could become the biggest danger to Europe’s single currency
immagine (più che articolo) che ha fatto incazzare non poco la gente qui
comunque il tutto si inserisce nel reciproco "odio" tra francesi e inglesi, un giornale francese potrebbe benissimo fare un articolo sullo stesso tono riguardante l'economia inglese che di certo non è messa meglio di quella francese anzi
#347
Inviato 28 novembre 2012 - 08:01
the music that forced the world into future
#348
Inviato 28 novembre 2012 - 08:55
#349
Inviato 07 gennaio 2013 - 15:21
Può sembrare un luogo comune ma basta esserci stati una volta, sopratutto nei paesi (ma anche Oporto). La situazione al momento è gravissima, secondo me una cosa
è rimettere i conti a posto una cosa è ammazzare un paese. Ci dev'essere uno standard minimo condiviso, di qualità della vita e di servizi assicurati, che influisce sul tempo
di ri-aggiustamento dei deficit. Sistemare i numerini mentre chiude il pronto soccorso ha poco senso.
Da IlFattoquotidiano.it
Un anno di tagli e privatizzazioni. A Lisbona l’ultimo atto, in ordine di tempo, è stata la vendita della gestione degli aeroporti del Paese al gruppo francese Vinci. Prima ancora c’era stato il passaggio della rete elettrica Edp al gigante cinese Three Gorges. In mezzo una riforma del lavoro che facilita i licenziamenti e taglia i giorni di ferie, nuove tasse su sanità e rendite, e perfino la soppressione del ministero della Cultura. Infine la legge di bilancio, definita un “massacro” e contestata da tutte le forze politiche di opposizione e dai sindacati.
In Portogallo le misure di austerity per il 2013, tra aumenti della pressione fiscale, prevedono una sforbiciata di 1 miliardo alla spesa pubblica, di un miliardo e trecento milioni ai fondi per il sociale e nuovi tagli ai dipendenti statali. Per l’esecutivo conservatore di Passos Coelho si tratterebbe solo di mantenere gli impegni presi con l’Europa. Ma il presidente del Portogallo, Anibal Cavaco Silva, dopo aver firmato il testo, ha deciso di sottoporlo alla valutazione della Corte Costituzionale, per verificare se le misure anticrisi siano legittime. “Ci sono perplessità, alcune persone saranno colpite più di altre”, ha spiegato il capo dello Stato, riconfermato alla presidenza nel 2011.
Proprio nel 2011 il Portogallo evitava il default con il prestito di 78 miliardi di euro, entrando ufficialmente nella morsa dalla troika (Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale). Fatti i compiti a casa però Lisbona sta attraversando uno dei momento più difficili della sua storia: crescita zero, un Pil che nel terzo trimestre dell’anno ha fatto registrare un calo dello 0,9 per cento al mese e del 3,5 all’anno e una svendita continua del Paese.
“La situazione si fa sempre più pesante”, racconta Luca Onesti, fotografo calabrese, da cinque anni a Lisbona, “anche se è un Paese abituato a stipendi bassi”. Gli ultimi dati parlano chiaro: Eurostat ha calcolato che nel 2010 il 16,1 per cento dei lavoratori portoghesi ha guadagnato meno di 3,40 euro l’ora, una cifra inferiore allo standard minimo fissato dall’Ue. Questo significa che più di 800mila portoghesi (su un totale di 4,98 milioni di dipendenti nel 2010) non ha superato i 590 euro al mese. Quasi un quinto della popolazione, insomma. Senza contare una disoccupazione che si aggira al 16 per cento.
“I mercati rionali, dove si vende pesce, frutta e verdura sono sempre più vuoti”, continua il fotografo italiano. “La Feira de ladra, una specie di mercatino delle pulci, è invece cresciuto tantissimo. Lì ho conosciuto gente che prima lavorava nelle costruzioni e ora ha perso il lavoro e va a vendere qualche oggetto di poco valore per tirare avanti”. D’altronde lo aveva detto anche il premier Pedro Passos Coelho, che si è impegnato a ridurre il deficit fino al 4,5 per cento del Pil, affidando il suo messaggio di fine anno a Facebook: “Questo è stato un Natale difficile a causa della crisi. Un Natale che non abbiamo meritato”.
Al governo allora non resta che consigliare l’indicibile. Nei giorni scorsi il sottosegretario alla Salute, Fernando Leal da Costa, si rivolgeva ai cittadini chiedendo loro di non andare in ospedale. “Se non si fa qualcosa per evitare di ammalarsi, nonostante nuove tassazioni, il Sistema nazionale sanitario prima o poi sarà insostenibile”. E pensare che nel 2012 Lisbona è stata eletta City of the year per la qualità della vita.
“I portoghesi nascondono un po’ la difficoltà economica di tutti i giorni e lo fanno con dignità”, spiega Onesti, che con l’amico e giornalista Daniele Coltrinari, cura il blog www.sosteniamopereira.com. “L’economia del paese è fragile, pochissima l’industria. Per ora rimane il turismo. Ma il centro di Lisbona si sta svuotando: i cittadini preferiscono abitare in periferia, a prezzi più bassi”.
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#350
Inviato 07 gennaio 2013 - 17:45
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