Bret Easton Ellis (ma anche del Brat Pack e del nuovo minimalismo americano)
#1 Guest_ale_*
Inviato 20 novembre 2010 - 18:19
Metto subito le cose in chiaro dicendo che tra quelli citati Ellis è l'autore che conosco meglio, spero in ogni caso che ci siano altri utenti in grado di fornire il loro parere sia su Ellis che sul rimanente della scena.
Due parole su Imperial Bedrooms però le voglio spendere subito (ma gli spoiler valgono anche per i libri? oh, al diavolo!), starò comunque sul vago.
Che con Lunar Park fosse iniziata una nuova stagione per il romanziere era lecito dedurlo, ma in questo ultimo libro la componente metanarattiva è meno marcata, è giusto un appiglio che tiene saldamente la vicenda all'interno dell'universo (dell'inferno) creato da Ellis. Insomma, questo per dire che a me non è parso di certo un "sequel" di Meno di Zero, nè tanto meno un "vediamo cosa combinano oggi da adulti i 18 diciottenni degli anni '80, ecc.". Mi è parso semmai un romanzo coerente con l'"ideologia" dello scrittore ed anche con il nuovo corso inaugurato da Lunar Park (che fu un taglio netto, anche a livello di stile, con le produzioni degli anni '90). Se in Lunar Park Ellis aveva seguito le orme di Stephen King (uno dei suoi scrittori preferiti) regalandoci alcuni capitoli sorprendenti, di puro terrore fantastico, in Imperial Bedrooms costruisce più un canovaccio da thriller, una specie di thriller decadente, qualcosa di simile (come atmosfera) a un Viale del Tramonto rifatto oggi. E ancora una volta invece, verso la fine, il romanzo prende una piega insolita, e allora lì esce fuori l'Ellis che tutti conoscono, quello che desta scandalo e che qui sembra quasi voler dire la sua sulla moda in voga (al cinema) del torture-porn.
Rimane il grande ritratto (l'ennesimo) di un personaggio cinico e vuoto, una Los Angeles fantasma, un gruppo di personaggi che meriterebbo un libro a sè per approfondire le loro vicende. Tutto questo senza mai salire sul pulpito, senza mai fare la morale al corrotto e al malato che è dentro ognuno di noi, ma anzi coerente con i dettami della sua poetica che vuole il vuoto per il vuoto, l'orrore per l'orrore.
E poi c'è la sua scrittura, croce e delizia di tutti quelli che si sono avvicinati alle sue opere: paragonarla ad una autopsia era lecito ai tempi di American Psycho ed affini, oggi sembra più che mai perfetta, pura maniera senza sbavature, continuo esercizio di stile senza mai una parola di troppo.
Amen.
#2
Inviato 20 novembre 2010 - 20:17
senza mai una parola di troppo. Amen.
'tacci sua, mi ero preparato la domanda arguta quando è venuto a torino:
domanda: "Mr Bret easton Ellis se volessimo definire gli anni zero le piacerebbe la definizione 'meno di zero'"?
risposta: "Yes".
Amen
#3 Guest_ale_*
Inviato 28 novembre 2010 - 19:24
domanda: "Mr Bret easton Ellis se volessimo definire gli anni zero le piacerebbe la definizione 'meno di zero'"?
risposta: "Yes".
Amen
In effetti non ho mai pensato che avesse un gran senso dell'umorismo
#4
Inviato 28 novembre 2010 - 21:39
#5
Inviato 09 aprile 2012 - 15:18
le regole dell'attrazione 7,5
american psycho 11
glamorama 8.5
lunar park 9.5
imperial bedrooms 6emezzo
meno di zero, la disperazione giovanile che si infrange sul muro edonista degli anni 80, splendido e toccante
american psycho il sommo capolavoro, il grande romanzo americano degli ultimi 30 anni.
glamorama intrigante ricettacolo di pirotecnie, il migliore come scrittura, da leggere assolutamente in lingua originale.
lunar park il vertice della maturita', tra stephen king e amleto.
#6 Guest_ale_*
Inviato 09 aprile 2012 - 15:21
#7
Inviato 09 aprile 2012 - 15:25
#8 Guest_ale_*
Inviato 09 aprile 2012 - 15:36
Le Mille Luci di New York lo avrò letto tipo 4 volte, è veramente un libro impressionante, averlo poi scritto utilizzando la 2° persona secondo me è stato un tocco di genio che se dovessi scrivere un romanzo gli ruberei sicuramente l'idea.
saranno invece tipo 2 anni che cerco di leggere Si Spengono Le Luci, sempre suo, però tra prendi-e-molla, poi io non sono un gran lettore, il libro è pure spesso, non lo ho ancora finito. è interessante comunque, ed ha inquietanti parallelismi con l'attualità (è ambientato alla fine degli anni '80, quando ci fu il tracollo della Borsa americana).
#9
Inviato 09 aprile 2012 - 15:53
le mille luci di new york splendido, amo molto anche l'ultimo dei savage, epopea sudista dai tocchi faulkleriani (insolita per uno scrittore cosi metropolitano come jay)
#10
Inviato 09 aprile 2012 - 15:54
caro ti sei dimenticato la raccolta di racconti! splendidi anche quelli.
"Acqua dal sole". Perfetta come tutto di quei tempi. Questa gente a cui riesce di scrivere così, come gli altri respirano la invidio tantissimo.
#11
Inviato 09 aprile 2012 - 16:04
#12 Guest_ale_*
Inviato 09 aprile 2012 - 16:41
come potete evincere anche dal titolo del topic, "minimalismo americano" non è solo una locuzione buttata lì per fare figo. c'è da sempre la tendenza ad inserire Bret Easton Ellis e altri scrittori degli anni '80 (come McInerney) in questo calderone, che ha in Raymond Carver l'iniziatore del movimento.
ora, quanto c'è di giusto in tutto ciò?
nel senso, io ho letto le raccolte di racconti di Carver, ma più che altro mi è parso appunto un iniziatore di un revival delle short stories più che del "romanzo minimale" (qualsiasi cosa voglia dire). certo è che il suo stile minuto e vernacolare lo si può benissimo ritrovare nel grottesco milieu urbano di Le Mille Luci di New York, secondo me un po' meno in quello di Ellis.
forse prima però dobbiamo metterci daccordo su cosa sia il minimalismo.
io ho questa teoria. e la elenco in 3 punti-chiave:
1) sicuramente, a livello teorico, è un rifiuto del "great american novel" che è percepito oggi come un'utopia irrealizzabile.
2) a un livello più "furbesco" e commerciale (penso soprattutto ai romanzi degli anni '80 e '90) è un intelligente adattamento ai tempi e ai modi della società dei consumi: il lettore medio (e io sono tra questi) è impaziente di fruire in tempi sempre piu' brevi i prodotti. il tempo che puo' dedicare alla narrativa è ciò che avanza da altri svaghi, il cinema, la televisione, la musica, lo sport, etc. è disposto a compiere lo sforzo mentale di concentrarsi nella lettura di un'opera d'arte solamente se ci sono delle probabilità che giunga al termine prima di essere distratto dai suoi altri mille impegni. la sinteticità diventa quindi una qualità vincente e dominante.
3) ma il minimalismo è anche soprattutto la chiave privilegiata di lettura dei nostri tempi: il minimalismo è anche minimalismo di ambienti. i grandi spazi aperti del romanzo americano classico hanno ceduto il passo agli shopping center, ridotti a metafora dello squallore della vita moderna. gli eventi sono egualmente miserabili, semplici e ripetitivi. il "minimalismo biologico" di Ellis penso sia l'esempio più calzante: i protagonisti dei suoi libri riducono le loro azioni ad un susseguirsi circolare di azioni "di base" (a incominciare dal fottere).
certo è una lettura semplificata, però qualche spunto penso di averlo dato. qualcuno mi risponda.
#13
Inviato 09 aprile 2012 - 16:47
#14 Guest_ale_*
Inviato 09 aprile 2012 - 16:54
vieni in chat allora
che cazzo, va bene il fatalismo e tutto quanto, ma siete più pigri dell'orso Yoghi
#15 Guest_ale_*
Inviato 09 aprile 2012 - 17:20
http://blog.wired.it...n-psycho-2.html
Tutto in una notte. Quella del 10 marzo. Su Twitter, Bret Easton Ellis si lancia in una maratona di brainstorming sul suo prossimo romanzo. Ellis scrive: "E' l'1 di notte a Los Angeles e sto finendo la mia sceneggiatura [si riferisce a The Canyons, il nuovo film diretto da Paul Schrader interpretato dalla super-star porno James Deen, ndMrBit] e all'improvviso mi viene voglia di parlare di Patrick Bateman, raccontare dove si trova oggi e magari...". Ellis twitta in libertà una miriade di dettagli del seguito del romanzo più controverso degli anni novanta, American Psycho. Forse è ubriaco o forse no. Spara ad altezza uomo una valanga di messaggi, messaggi che probabilmente scompariranno a breve (al pari del sottoscritto, Ellis oblitera la maggior parte dei suoi tweet a distanza di uno o due mesi dalla pubblicazione, spesso anche mezz'ora dopo). Poco dopo aggiunge: "Patrick da ragazzo. L'adolescenza spesa al college prima di trasferirsi a New York... E poi Pierce & Pierce è costretto da su padre a...". Un mucchio di teaser. Riferimenti criptici che solo gli aficionados colgono al volo. I fans ci stanno, si entusiasmano e cominciano a re-twittare, a suggerire ad Ellis scenari più o meno improbabili. Twitter pulsa. Twitter esplode. Ellis aggiunge: "Ho scritto tre pagine per spiegare dove si trova oggi Patrick Bateman, da dove viene... La scena più violenta è ambientata in una sorority... Patrick violenta e uccide dodici persone...". Twitter non ha una vera e propria colonna sonora, ma gli applausi dei lettori mi risuonano nelle orecchie.
"Hmmm, magari lunedì [oggi, ndMrBit] chiamo i miei editori... Ma prima devo pianificare la struttura del romanzo. Sicuramente ci saranno una serie di omicidi al college " titilla Ellis. "Beh, se questo sequel di American Psycho funziona, devo assolutamente contattare il mio agente. Ci penso sopra nel weekend" In questo tweet, Ellis menziona ufficialmente American Psycho 2. E no, non c'entra nulla con l'idiota inutile sequel distribuito in home video qualche anno fa... Ellis si produce in giochi di prestigio auto-referenziali. Pone domande retoriche. Prende per i fondelli Facebook. "Come si regola Patrick Bateman con la nozione di trasparenza? Oppure l'ha già gestita nell'originale. Devo prendere appunti..." "Il suo primo omicidio non può avere luogo ad Harvard... Deve succedere prima... Ecco, l'amante del padre!" Un momento epifanico per Ellis. E poi, l'inevitabile digressione musicale: "Patrick ad Harvard che ascolta The Nylon Curtain... Magari Nebraska... Magari Don Henley...". L'autore delle Regole dell'attrazione ci prende gusto: "Farei fare a Patrick l'esegesi di Building the Perfect Beast di Don Henley". Già mi immagino Patrick che affetta qualcuno con la motosega mentre "Boys of Summer" suona a palla.
Impagabile Ellis: "Patrick parlerebbe di Adele e Kanye e KATY PERRY perché "Firework" è la sua canzone preferita... E poi uccide l'allenatore di Katy Perry..." Leggi qui, leggi qui: Patrick incontra Chris Martin dei Coldplay. "Scena in cui Chris Martin e Patrick Bateman mangiano waffles e celebrano St. Vincent e poi Patrick gli taglia la gola... Appunti...". E poi: "Patrick si produce in un'interminabile digressione sull'opera omnia dei Coldplay... La sua canzone preferita? "Fix You". Gli idoli di Patrick Bateman? Ellis cita "Michael Hutchence...," il cantante della band INXS, trovato morto il 22 novembre 1997 in una stanza di albergo a Sydney, c'è chi dice morto suicida, aper altri vittima di un gioco di autoerotismo. "Patrick Bateman che se ne va in giro per Central Park ascoltando 'Destination Unknown' di Missing Person. Le note continuano a scorrere" twitta Ellis in stato di iper-eccitazione. Non solo: "Patrick Bateman è ossessionato da "Stop and Stare" e qualsiasi altra cosa del tipo che ha scritto 'Halo'", prosegue il nostro. "Il manage a trois ideale di Patrick? " Rihanna e quella tipa di Sleigh Bells..." leggiamo in un altro tweet. Più avanti: " Il manage a trois ideale di Patrick? Chris Brown and Rihanna..." Quindi: "Patrick era a un party qualche settimana fa in cui Lindsay Lohan ha giurato che sarebbe andata a letto con Beckham. Patrick a L.A. con il fratello gay Sean? Paul?" Ancora: "Patrick è ossessionato da Rihanna e dalle co-star di James Deen". "Patrick vuol farsi tutte le sorelle Kardashian... Pagina numero quattro... E poi... Aspetta, come faccio a far entrare in scena Channing Tatum?" Ellis pensa a voce alta. Chiede suggerimenti ai lettori. "Non vi cito nei ringraziamenti ma i vostri suggerimenti sono sempre benvenuti". Per lo meno, è sincero. Ah, "Patrick Bateman uccide David Beckham nell'ascensore". Applausi scroscianti. BEE è la ragione per cui Twitter è stato inventato: stream-of-consciousness delirante sotto l'effetto di sostanze non ben identificate.
Patrick & la tecnologia: "L'iPad di Patrick comincia a parlargli... Gli dice che la cover di Adele dei Cure lo ha spinto ad uccidere... tutti". Rido a crepapelle. Mi torna in mente l'inquietante Furby di Lunar Park (nota mentale: i Furby rivestono un ruolo fondamentale in Insieme, ma Soli di Sherry Turkle - nella prima parte del suo eccezionale saggio, l'antropologa digitale del MIT viviseziona il celebre robottino). Quindi: "Sì, Patrick usa sicuramente blendr". Nessuna sorpresa. E poi: "Patrick si lamenta di Spotify e la nuvola e tumblr.... Ma seleziona sue vittime via blendr mentre ascolta Beyonce e O.A.R." E poi: "Patrick pubblica le foto delle ragazze che uccide su Facebook e nessuno se ne accorge, oppure lascia commenti tipo 'Fuck Yeah!'. Si' è quello che mi aspetto". Scenario invero plausibile.
Patrick, cinema & televisione. "I film preferiti di Patrick? Hostel e Chicago". E poi: "Per qualche motivo, Patrick apprezza Kirk Cameron..." Inoltre: "Patrick ha visto Venerdì 13 quando aveva sedici anni... Settima pagina di appunti per il sequel..." In compenso, "Odia Dexter perché gli hanno rubato il suo nome". C'è di più: "Patrick ama Celebrity Apprentice e Chopped e Kardashian's. Credo... Housewives of Beverly Hills?... NCIS?... Cos'altro?" Mi torna in mente la lunga confessione di Bret sul "suo" cinema... Qui la seconda parte. Patrick & la politica: "Patrick odia Obama [...] ma adora Kim Kardashian", twitta Ellis. Siamo a quota dodici. "Dodici pagine di appunti", metà delle quali twittate in tempo reale. Ellis è inarrestabile. Nel frattempo, lo scrittore contempla una seconda opzione, "Un altro romanzo a cui penso da qualche tempo è incentrato su Sean Bateman, ormai completamente frocio [sic], che vive a West Hollywod e si becca l'AIDS nei Pavillions locali" Magari i due romanzi covergono, Ellis adora i cross-over: "Ok, allora Sean è gay e vive a West Hollywood e Patrick visita LA per ammazzare qualcuno... Un'attrice famosa? Che so, una tipa di Hunger Games?"
Al termine dell'epica maratona notturna: "Continuo a prendere appunti. Vado a dormire. Non riesco a credere che sia successo. Parte davvero? PB dice si". Il seguito di American Psycho si preannuncia ancora più decadente di Imperial Bedrooms. Come si dice in questi casi, This is not an exit.
è invece realtà il film di Paul Schrader scritto da Ellis.
http://www.sentieris...ul_Schrader.htm
Sembra diventare realtà la collaborazione tra Bret Easton Ellis e Paul Schrader - il primo sceneggiatore, il secondo alla regia: ecco un primo teaser poster di The Canyons, noir ambientato a Los Angeles, attualmente in fase di casting.
Cinque i ruoli principali, che ci immergono nell'universo abituale dello scrittore di Meno di zero, American Psycho, Glamorama: Christian, fundraiser e produttore cinematografico, grande manipolatore, abituato a filmare i suoi incontri sessuali; la sua ragazza Tara, una modella emergente; Ryan, barista e attore che aspira a una parte in un horror di cui si occupa Christian; Gina, che lavora per Ryan e h una relazione con lui, anch'essa alla ricerca di una parte nel film, e Lindsay, attrice e istruttrice di yoga che si innamora di Christian.
Per The Canyons Ellis, Schrader e il produttore indipendente Braxton Papa hanno scelto di non avvalersi dei tradizionali canali di finanziamento in modo da realizzare un'opera senza compromessi.
L'inizio delle riprese è previsto a luglio 2012. Intanto è già online la pagina Facebook del film.
a quanto pare ci sarà anche la pornostar James Deen tra gli attori.
#16
Inviato 09 aprile 2012 - 18:32
#17
Inviato 09 aprile 2012 - 18:58
mah gia' il sequel di LTZ e' stato cosi cosi (anche se clay e' un mio eroe e lo seguirei ovunque), non mi aspetto di meglio pure da quello di AP
#18
Inviato 09 aprile 2012 - 19:04
c'è da dire che letti questi due non m'è presa una voglia tremenda di leggere altro, mi sono sembrati molto simili, meglio lasciare una buona impressione che leggere un terzo e pensare che faccia sempre il solito giochetto.
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#19 Guest_ale_*
Inviato 22 aprile 2012 - 15:16
Bret Easton Ellis in realtà è un grande scrittore di romanzi dell'orrore. Si, come il suo grande mito Stephen King. L'orrore che Ellis descrive è quello del quotidiano, trasfigurato in inferno. Cinematograficamente parlando, il film che più assomiglia ad un romanzo di Ellis è, paradossalmente, un film che non trasporta sullo schermo le sue pagine (e sono ben 4 i film che lo hanno fatto). Il film in questione è Society di Brian Yuzna. Yuzna come Ellis ha raffigurato con lucidità e al contempo con una visionarietà senza precedenti, un decennio, gli anni '80, che forse non è mai finito, che non è stato semplicemente un'epoca storica. In Ellis - ma anche nel film - l'ambientazione si trasfigura, diventa qualcosa di altro, qualcosa di più complesso della semplicistica fotografia di un mondo. Gli anni '80 con tutto il loro campionario di segni distintivi in realtà non sono lì, non sono in quelle pagine, in quei fotogrammi. Sono diventati altro da sè. Gli anni '80 sono diventati uno stato dell'Anima del Mondo Occidentale. Sono diventati il personale universo in cui si muovono tutti i personaggi dei suoi romanzi, e da lì non sono mai usciti, neppure quando cambiano i decenni, quando si sconfina nei '90 e nei 2000. Sono il suo particolare inferno, in cui tutto è ri-creato, così falso eppure così vero, così patinato e irreale, eppure così "duro" (nel senso di hard) e iperrealistico. Un gioco di corsi e ricorsi all'interno del mondo-universo di questo scrittore che vive i demoni in prima persona. Chi pensa che Ellis sia un mero fotografo della realtà, sbaglia ma al contempo ha ragione. Il suo mondo non esiste se non tra le pagine, ma allo stesso tempo esiste fuori, è qui e ora, è assenza/presenza, è trasfigurazione, è (ir)realtà, è quello specchio deformato in cui vivono le nostre menti (i corpi sono altrove) che è la società contemporanea. Mille superfici luccicanti che riflettono e spezzano l'immagine-realtà in molteplici sguardi-cose-persone. Sono le pagine dei suoi romanzi.
Uno scrittore troppo importante, eppure incredibilmente snobbato. Ve ne rendete conto che se c'è un romanzo da leggere è proprio il suo?
complimenti a me stesso
#20
Inviato 22 aprile 2012 - 15:20
il faut se radicaliser.
#21
Inviato 22 aprile 2012 - 15:28
sennò American Psycho
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#22
Inviato 22 aprile 2012 - 15:36
#23
Inviato 22 aprile 2012 - 15:49
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#24
Inviato 22 aprile 2012 - 15:59
il faut se radicaliser.
#25 Guest_ale_*
Inviato 22 aprile 2012 - 16:03
#26
Inviato 22 aprile 2012 - 16:04
forse è meglio se me lo pijo in italiano.
#27
Inviato 22 aprile 2012 - 17:49
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#28
Inviato 04 maggio 2012 - 08:51
Nuovo progetto di B.E.E. e Paul Schrader finanziato su Kickstarter.
ale, se sei un vero fan devi contribuire. Se doni almeno 300 dollari ti mandano a casa pure delle copie, firmate da Ellis, di 3 suoi libri.
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#29 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 15 novembre 2012 - 12:21
Si tratta di una teoria della comunicazione e dei media secondo cui i modi di apparire e manifestarsi nel mondo dello spettacolo di una volta (Empire) sono ormai finiti. Il post-Empire, con la sua spudorata sincerità, ha scardinato definitivamente i vecchi metodi con cui le star solevano apparire agli occhi del pubblico: educati, perfetti, finti. Tutto questo nell’oggi (il post-Empire) è finito. Una sorta di “re è nudo” (lo spettacolo è nudo), genuino e volgare: e più si è sé stessi, anche in modo sgradevole, più si è vicini a ciò che vuole la gente.
Ellis prende Charlie Sheen come esempio primo di personaggio post-Empire. Altri esempi: Lady Gaga che si presenta ai Grammy dentro all’uovo gigante è post-Empire; i Kardashian e i “personaggi” di Jersey Shore sono post-Empire; Lindsay Lohan è post-Empire; Kanye West che interrompe Taylor Swift durante la premiazione agli MTV awards è post-Empire; ecc.
Quello che ci vuole dire Bret è questo: non c’è più spazio per le bugie, per le “assurdità”. La verginità di Britney Spears, la sessualità di John Travolta, la vita di Michael Jackson: assurdità peggiori delle volgarità dei reality perché più fasulli. Tutto finito.
Io concordo in pieno con questa analisi. Secondo me la metafora di questo tempo è la pornografia (intesa come hardcore, ovvero come annullamento delle mediazioni, come "durezza" della realtà senza mediazioni, "sbattuta" in faccia), che può essere declinata in vari aspetti (sentimenti, violenza, sesso, lusso, ecc). Penso che Ellis con i suoi romanzi sia stato una sorta di profeta di questa iperrealtà (vera, falsa, verosimile? chi lo sa) da reality che ci circonda e di cui facciamo parte solo tramite quell'epifenomeno che è il "miraggio mediatico"
#30
Inviato 15 novembre 2012 - 12:39
dovresti scrivere.
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#31 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 15 novembre 2012 - 13:27
cine, io ti vedo come il Bret Easton Ellis italiano, e quando leggo i suoi tweet ne sono sempre più convinto.
dovresti scrivere.
Grazie, ne sono onorato, ma credo che mi suiciderò.
#32
Inviato 16 novembre 2012 - 16:32
[m]http://www.youtube.com/watch?v=lUARpT4JJew[/m]
Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)
"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"
"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)
"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"
#33 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 16 novembre 2012 - 17:03
#34
Inviato 27 novembre 2014 - 18:12
Trovo che le descrizioni sia volutamente anestetizzanti, oltre a suggerire il trionfo del superfluo sull'essenziale (il rivale lavorativo ucciso che viene poi avvistato più volte in varie parti del mondo). Tra i fiumi di parole, il migliore è la filippica buonista sui mali del mondo di Bateman nella cena a casa di amici.
#35
Inviato 27 novembre 2014 - 19:13
Voi che ne pensate a riguardo?
è semplicemente uno dei libri più controversi mai scritti. di quelli che ho letto sicuramente IL più controverso. è uno di quei libri che in pochi avrebbero avuto il coraggio di scrivere. però andava scritto
è vero: lo si può leggere a più livelli. quello più consono è quello metaforico: è una satira. ma forse il livello che mi piace di più è quello metaletterario (del resto molto affine a tutta l'opera di ellis). è un libro che si pone oltre la letteratura stessa (non a caso, anche provocatoriamente, ellis ha sempre detto che più che la letteratura ad influenzarlo sono stati musica, film e tv). è al crocevia tra diverse esperienze, è una specie di frullato, zeitgeist, dei prodotti di consumo dell'epoca contemporanea pre-internet. cosa ci finisce dentro? musica, CD, videoclip, pubblicità, cinema, pornografia, horror, letteratura commerciale, moda, gossip, ecc. come si può notare dal mio elenco, ci sono sia i contenuti che i contenitori: perché ellis affastella il tutto pur mantenendo la sua gelida compostezza. in fondo anche i due termini chiave con cui di solito viene descritto il romanzo, "yuppismo" e "anni 80", sono a loro volta contenuto e contenitore. in ogni caso resta una delle istantanee più impressionanti di quell'epoca ("impressionante" nel senso proprio di capacità di imprimere)
ma ciò di cui ellis va ancora più fiero è l'ambiguità morale (ammesso che questa parola abbia un senso nell'universo di ellis) dell'intero progetto. mette alla berlina un mondo, ma allo stesso tempo se ne serve per catturare il lettore (non a caso fu un successo, ovviamente di scandalo). a questo proposito le parole più lucide, (auto)ironiche e taglienti scritte su questo libro, le ha scritte ellis stesso in lunar park - che è un divertente cortocircuito metaletterario, nonché il suo suicidio letterario/artistico - in cui in pratica confessa - cioé fa confessare al suo finto alter-ego bret easton ellis - di aver cinicamente creato a tavolino romanzi come american psycho e glamorama riempendoli di pornografia ed affini soltanto per solleticare l'interesse del pubblico. si, cari detrattori - dice ellis - era pura spazzatura commerciale finto-trasgressiva, non lo ammetterete mai ma quelle pagine sono le uniche che vi ricordate ancora (e magari arrossendo ricordando quanto vi sono piaciute)
#36
Inviato 27 novembre 2014 - 19:22
Coerente con la poetica di ellis, cioè quel cinismo liberatorio che ci eleva da tutto (ti è piaciuto the canyons? per me capolavoro, nonostante le incursioni nostalgiche di Schrader sulla morte del cinema).
Tornando alle descrizioni infinite di American Psycho, mi è tornato in mente l'effetto che mi fecero via via che andavo avanti nella lettura: indifferenza iniziale per quelle su abbigliamento & co.e disgusto sempre più crescente per quelle su uccisioni varie. Alla fine, ribrezzo fisico anche per le prime, in un meccanismo di transfer che, voluto o meno, è indubbiamente mirabile.
#38
Inviato 16 ottobre 2015 - 01:02
a settembre ho dimenticato in un localaccio una borsa che conteneva anche la mia copia ridotta malissimo di american psycho. dentro probabilmente avevo scritto delle cose. negli anni, perché era del '98. comunque non vedo l'ora di ricomprarlo, per me è un capolavoro massimo.
mi assaliva il raffronto tra la cura del corpo ossessiva per edonismo invece che per salutismo o frenata della decadenza, come in quest'epoca orripilante. pensavo a come fossi d'accordo con bateman sui genesis. pensavo a quelle forme di alienazione fatte di delirio di onnipotenza e la coscienza che lo tocca solo quando quel che fa perde di senso solo perché non è come lo avrebbe voluto fino in fondo. la volgarità di un desiderio estetico rabbioso. e non trovavo giudizi, ma una grandissima empatia.
#39
Inviato 08 settembre 2016 - 07:32
Sto leggendo Lunar Park e l'introduzione falsissima/verissima è puro genio.
Un mix di sincerità autobiografica, fiction, auto-parodia, cialatroneria narcisista e finezza meta-letteraria.
La parte sul periodo di Glamorama mi ha fatto scompisciare.
Come anche alcuni capitoli di American Psycho mi avevano fatto pensare Ellis mi da l'idea di un autore che potrebbe scrivere un grande romanzo comico.
#40
Inviato 08 settembre 2016 - 09:00
Come anche alcuni capitoli di American Psycho mi avevano fatto pensare Ellis mi da l'idea di un autore che potrebbe scrivere un grande romanzo comico.
Le regole dell'attrazione e Glamorama (almeno nellla prima parte) sono anche grandi romanzi comici, secondo me. Ovviamente c'è una desolazione psicologica devastante in sottofondo, ma alcune parti fanno proprio pisciare addosso dal ridere.
#41
Inviato 08 settembre 2016 - 12:31
ecco, appunto, lo vedo soprattutto come umorista. uno scrittore satirico. American Psycho a me fa sempre e solo ridere: penso alle pagine che dedica ai Genesis (all'"intellettuale" Gabriel, preferisce il grezzo Collins), a Bono/U2 (che al massimo possono vestire Emporio, non Armani), a Cruise che vive nello stesso palazzo, però nell'attico, in ascensore lo apostrofa con "bartender", barista (e quell'altro pure lo corregge, il cafone), bellissimo, capolavoro, il suo migliore (altro che uriah heep pietre miliari, al massimo miGliari ), ... però in italiano va letto tramite la perfetta traduzione di Culicchia, non certo in quella pessima Bompiani
#42
Inviato 08 settembre 2016 - 12:33
e allora la festa di natale con i nani in AP? lol
#43
Inviato 08 settembre 2016 - 15:13
Come anche alcuni capitoli di American Psycho mi avevano fatto pensare Ellis mi da l'idea di un autore che potrebbe scrivere un grande romanzo comico.
Le regole dell'attrazione e Glamorama (almeno nellla prima parte) sono anche grandi romanzi comici, secondo me. Ovviamente c'è una desolazione psicologica devastante in sottofondo, ma alcune parti fanno proprio pisciare addosso dal ridere.
Su Glamorama hai ragione, su Le regole dell'attrazione, oddio, me lo ricordo come un libro di una tristezza abissale dalla prima all'ultima parola, fatico a ricordare qualcosa che potesse anche solo far sorridere, ma addirittura ridere...
#44
Inviato 09 settembre 2016 - 17:31
Come anche alcuni capitoli di American Psycho mi avevano fatto pensare Ellis mi da l'idea di un autore che potrebbe scrivere un grande romanzo comico.
Le regole dell'attrazione e Glamorama (almeno nellla prima parte) sono anche grandi romanzi comici, secondo me. Ovviamente c'è una desolazione psicologica devastante in sottofondo, ma alcune parti fanno proprio pisciare addosso dal ridere.
Su Glamorama hai ragione, su Le regole dell'attrazione, oddio, me lo ricordo come un libro di una tristezza abissale dalla prima all'ultima parola, fatico a ricordare qualcosa che potesse anche solo far sorridere, ma addirittura ridere...
Non so, a me tutti gli intrecci e tutti le incomprensioni messe in luce dal cambio continuo dei punti di vista faceva ridere un sacco.
Il fatto che non si capisca se Sean Bateman si faccia veramente Paul, il quale a un certo punto diventa addirittura geloso di un certo Jerry che Sean nomina, intendendo però Jerry Garcia dei Grateful Dead...
Va bene va bene sono troppo cinico.
#45
Inviato 12 settembre 2016 - 07:27
Sabato ho fatto un'intervista collettiva con Jay McInerney a Festivaletteratura. Idolo.
#46
Inviato 19 settembre 2016 - 09:11
Splendido "Acqua dal sole". Generalmente poco o per nulla citato, mi sembra, forse per via della sua natura di recupero di scritti giovanili. Comunque non l'avevo mai preso in considerazione. Eppure conclude magnificamente la trilogia - appunto - giovanile composta da "Meno di zero" e "Le regole dell'attrazione", con cui è per altro strettamente imparentato, visto che lo stile è lo stesso e tornano quasi tutti i protagonisti di quei due romanzi - sia pure in modo assolutamente sghembo e spiazzante, come sempre in Ellis.
L'unità di atmosfera, di tematiche e la fitta ragnatela di citazioni e rimandi tra uno e l'altro, rende i tredici racconti tredici capitoli di un romanzo corale. Ancora la California di "Meno di zero", un non-luogo ovattato, un paradiso artificiale e narcotizzante, dove si accavallano i segni di un'apocalisse che forse sta arrivando, forse è già in atto, forse c'è già stata. Parte come una raccolta di racconti da manuale del minimalismo americano, poi sul finale prima spiazza e poi ancora assesta un paio di tremendi cazzotti allo stomaco del lettore.
Per altro il racconto "I segreti dell'estate", in quanto specie di versione liofilizzata di "American Psycho", contribusisce ad aumentare un sospetto che ho sempre avuto, e cioè che Ellis per il suo romanzo più famoso si sia ampiamente ispirato al film "Stress da vampiro" con Nichloas Cage.
#47
Inviato 31 marzo 2020 - 18:38
Chi ha letto White?
The core principle of freedom
Is the only notion to obey
#48
Inviato 31 marzo 2020 - 19:29
Chi ha letto White?
Presente.
#49
Inviato 01 aprile 2020 - 09:13
Ho visto che non se ne era parlato, e ho colto la palla al balzo da Pensieri Liberi Musicali dove si parlava dei suoi gusti e della sua percezione della musica in / all'epoca di American Psycho, della quale qui in effetti parla un pò, in verità abbastanza en passant: alcune cose gli piacciono ancora, altre no. Ma per quanto il libro si ponga un pò come flusso freeform, alla fine non ne è uno dei grandi temi.
A me complessivamente piacque, nel suo porsi come una sorta di Yannoupoulos colto ho rilevato però che cade spesso in certi toni un pò paternalistici. In particolare poi, nel momento in cui il tema sono le argomentazioni longform sulle sue diatribine di twitter, mi è parso che entrasse in atto un paradosso mediale strano, e che, per quanto nobile possa essere l'intenzione di affrontare un tema in teoria con mezzi e modi lontani da un certo tipo di retorica, alla fine ciò che ne uscisse fuori non fosse effettivamente materiale nè da libro nè da pagare. Che ne dici?
The core principle of freedom
Is the only notion to obey
#50
Inviato 02 aprile 2020 - 19:53
...
A me complessivamente piacque, nel suo porsi come una sorta di Yannoupoulos colto ho rilevato però che cade spesso in certi toni un pò paternalistici.
...
Concordo, diventando anche molto pedante a tratti.
La prima metà del libro l'ho letta con curiosità e piacere, trovo che nella seconda metà cominci a fare il paraculo giustificandosi di avere un compagno millenial etc. Soprattutto trovo che esprima giudizi tranchants nei confronti di una generazione senza rendersi conto di non avere esperienze umane al di fuori della bolla alto-borghese artistica di NY e LA.
Il discorso politically correct l'ho trovato interessante: vivo in zona LA dall'anno scorso e ho avuto esperienza diretta di alcuni personaggi esasperanti e di persone che vivono nelle bolle dei campus universitari americani. La parte in cui descrive persone dell'ambiente che piangono e hanno crisi di nervi a causa dell'elezione di Donald Trump è purtroppo vera, il che mi fa spezzare una lancia in suo favore per quanto riguarda una "certa immaturità" di quella fascia di popolazione che descrive. Il suo errore (GRAVE secondo me) è che generalizza questi personaggi ad un'intera generazione.
...
In particolare poi, nel momento in cui il tema sono le argomentazioni longform sulle sue diatribine di twitter, mi è parso che entrasse in atto un paradosso mediale strano, e che, per quanto nobile possa essere l'intenzione di affrontare un tema in teoria con mezzi e modi lontani da un certo tipo di retorica, alla fine ciò che ne uscisse fuori non fosse effettivamente materiale nè da libro nè da pagare. Che ne dici?
Totalmente d'accordo, la seconda metà del libro diventa una giustificazione più lunga delle diatribine di Twitter. Conseguentemente non riesce a produrre né materiale per un saggio né per una vera e propria "critica" di valore.
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