The Canyons (Schrader, 2013)
#1
Inviato 14 novembre 2013 - 12:38
http://www.ondacinem...he_canyons.html
#2
Inviato 23 novembre 2013 - 17:39
#3
Inviato 23 novembre 2013 - 17:51
Siamo vittime di una trovata retorica.
#4
Inviato 23 novembre 2013 - 17:54
#5 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 23 novembre 2013 - 18:01
ma perché ha James Deen come nome d'arte? è scemo?
gli attori porno sono famosi per storpiare i nomi dei personaggi famosi: è per pararsi il culo dagli avvocati, sul piano pratico; è una decostruzione irrisoria dei miti sul piano teorico
chiunque parli male di bret easton ellis e del film deve guardarsi in cura ludovico uno a caso degli ultimi film premiati a venezia
#6
Inviato 23 novembre 2013 - 18:06
#7
Inviato 23 novembre 2013 - 19:14
è una decostruzione irrisoria dei miti sul piano teorico
ah ok. è che quando sento parlare di decostruzione metto mano alla pistola. banalmente non avevo mai fatto caso a questa abitudine nel porno, pensavo fosse una roba da hypna-hipster(tipo Com Truise).
Siamo vittime di una trovata retorica.
#8
Inviato 23 novembre 2013 - 20:01
Allora James Deen sarà semplicemente un piacione con l'espressione da film porno, mi sembra inutile soffermarsi sulla sua interpretazione, credo sia una scelta ponderata, così come tutto il cast. Che poi la Lohan secondo me è proprio nella parte. "Do you really like movies?" dice alla sua amica.
Ma davvero il mondo si scandalizza ancora per questi film?
Bellissimo.
#9
Inviato 23 novembre 2013 - 20:46
William però bisogna partire dal presupposto che si tratta di cinema morto in partenza, dichiarato fin dalla prima scena tra l'altro. Nessuno - Schrader ed Ellis - aveva intenzione di fare un film con uno sviluppo lineare e giustificato, se ci pensi molte dinamiche sono apparentemente senza senso.
nessun dubbio sulla morte del cinema e sulla morte della narrazione. questa parte mi è piaciuta non poco: il film che si deve fare ma non si farà perché alla fine questa gente lavora nel cinema sbattendosene allegramente e difatti poi il luogo - fisico - è devastato e svuotato, così come gli uomini che tutto sommato espletano le loro funzioni vitali più per caso che per volontà propria. però, ecco, a questo punto la questione dell'ossessione di Christian è un po' campata per aria, così come l'omicidio, così come il sesso di gruppo. inoltre la metafora del cellulare è così insistita da risultare banale, qui si vede che Schrader ha 70 anni...
#10 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 23 novembre 2013 - 20:49
ma tu l'hai visto "The Canyons"?
si caro e l'ho trovato un ottimo film, molto probabilmente la migliore trasposizione cinematografica non tanto di una storia di ellis quanto dello spirito di una storia di ellis
è perfettamente in linea con il recente ellis-pensiero: dalla teorizzazione dell'america post-empire alla riflessione sulla morte del cinema americano contemporaneo che affida un giorno si e uno no a twitter. senza contare che sembra quasi un sequel del suo ultimo romanzo imperial bedrooms
schrader dal canto suo ha compreso benissimo che per rendere al meglio lo spirito di una storia di ellis bisogna costruirla come un thriller. un thriller algidamente paranoico in cui tutti conoscono tutti ("il mondo è uno sputo"), tutti hanno scopato tutti, tutti vedono tutti, tutti cospirano contro tutti, tutti seguono tutti, e così via
il christian di james deen è l'ennesimo ricco stronzo anafettivo dell'universo ellisiano, e deen è veramente perfetto, la sua vacuità è perfetta. ci sono tutti i clichè di un romanzo di ellis, ma francamente signori io mi sarei stupito del contrario. ellis è un classico e il suo universo magari è fermo agli anni ottanta e novanta e dice meno sull'oggi di quanto facesse all'epoca, però è coerente con se stesso ed è unico, nonostante le scopiazzature tentate a più riprese da tutti
le immagini dei cinema chiusi, gli sguardi verso la cinepresa, i dialoghi ("puoi dire di amare il cinema veramente? quand'è l'ultima volta che sei andata al cinema? quand'è l'ultima volta che un film ti ha emozionato per davvero?") ci pongono una riflessione seria e ci mettono spalle al muro. questo penso che sia il lato che ha affascinato di più schrader
#11 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 24 novembre 2013 - 10:07
il cinema è morto principalmente come immaginario. io comunque parlerei di ridimensionamento più che di morte. la scena emblematica è quella in cui la lohan guarda distrattamente alla tv la notte dei morti viventi (un reperto archeologico di un'altra epoca, allo stesso modo in cui guardiamo i vasi dell'antica roma), un suono dallo smartphone le annuncia l'arrivo di un messaggio ed ecco che lo schermo del televisore viene invaso dalla grafica del telefonino e sullo schermo vengono proiettati i messaggi di una chat
c'è stato un tempo in cui il cinema assurgeva al ruolo di plasmatore dell'immaginario popolare, era il faro della cultura popolare (soprattutto statunitense). poi è arrivata la televisione che gli ha mangiato un po' di spazio. oggi si può dire che il mercato sia incredibilmente vasto, quel mercato di senso della cultura popolare, e che l'immaginario è plasmato in quantità diverse da più soggetti (cinema, televisione, internet). internet e le sue appendici (come gli smartphone) oggi la fanno da padrone, e hanno sicuramente scalzato il cinema da questo ruolo di "guida"
ecco perché la storia è scandita da immagini di cinema chiusi. ma qui secondo me si mostrano due visioni diverse della realtà dei fatti. schrader è decisamente più ottimista di ellis. schrader ci dice che quell'idea di cinema è morta, ma non che tutto il cinema è morto. il cinema può rivivere se scende a compromessi con la componente "liquida" della trasmissione di informazioni odierna. ecco il perché di scegliere netflix come il primo canale attraverso cui distribuire il film. in tempi in cui il cinema lo si fruisce principalmente in streaming, come la musica e le serie tv, e lo si vede su pc e smartphone (neanche più sulla tanto discussa televisione, quindi è già morto anche l'home-video, spero ve ne siate accorti), se il cinema vuole non tanto sopravvivere quanto mantenere la propria posizione, deve necessariamente cambiare volto, abbandonare i propri dogmi se vuole dialogare con la contemporaneità. e questa credo sia la strada che schrader traccia soprattutto per gli autori che vogliono restare indipendenti dall'industria: la sala ormai è la sala giochi delle grosse major, solo le superproduzioni ormai hanno vita e senso al cinema, tutti gli altri sono destinati a rimanere schiacciati. ma schrader mostra a tutti questi altri che è possibile un'altra via, non ortodossa, magari anche provocatoria, ma sicuramente abbracciabile
cosa ci dice invece ellis? ellis spesso sul suo profilo twitter rievoca con nostalgia il passato in cui il cinema americano era il grande immaginario popolare. parla spesso di film degli anni '50, nella cui visione si rifugia per scappare dalle miserie del presente. la sua visione è decisamente più pessimistica, forse anche perché lui è principalmente un fruitore esterno del cinema. per ellis il cinema americano è morto e l'unica cosa che resta è il divertissement, la provocazione di dire che il miglior film americano del 2013 è pacific rim, 2013 che ha eletto come peggior annata tra le ultime
#12
Inviato 25 novembre 2013 - 20:40
cosa ci dice invece ellis? ellis spesso sul suo profilo twitter rievoca con nostalgia il passato in cui il cinema americano era il grande immaginario popolare. parla spesso di film degli anni '50, nella cui visione si rifugia per scappare dalle miserie del presente. la sua visione è decisamente più pessimistica, forse anche perché lui è principalmente un fruitore esterno del cinema. per ellis il cinema americano è morto e l'unica cosa che resta è il divertissement, la provocazione di dire che il miglior film americano del 2013 è pacific rim, 2013 che ha eletto come peggior annata tra le ultime
No, adesso il suo preferito è Before Midnight!
#13 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 25 novembre 2013 - 21:17
No, adesso il suo preferito è Before Midnight!
sarà felice jules comunque ora leggo che sta lodando anche il nuovo hunger games
#14
Inviato 27 novembre 2013 - 13:30
Prendi un regista che ha fatto della dissoluzione morale (al pari di Ferrara) un cavallo di battaglia del suo cinema, gli fai mettere in scena una sceneggiatura di Ellis. Poi metti in mezzo una produzione (semi)indipendente, un'attrice allo sfascio, un pornoattore, cani vari. Alla fine hai una bomba in mano e le chiacchiere cominciano a prendere il sopravvento. "The Canyons" è l'epitome di un cinema egocentrico e presuntuoso, che dall'alto del suo piedistallo si permette di giudicare e sentenziare quando non può avere le capacità per farlo. E per questo risulta odioso.
Manierismo esagitato e incessante, plot inconsistente e sviluppo narrativo risibile e meschino (me ne frego se coerente col pensiero e lo stile di Ellis. Se voglio elogiare lo scrittore mi leggo un suo libro). Ma davvero basta inquadrare desolanti e fatiscenti cinema lungo i boulevard hollywoodiani, palesare smartphone, messaggi in tv e scagacciare una (presunta) frase chiave ("Voglio farti una domanda, tu ami veramente il cinema? No, no... Ho detto veramente. L'ultima volta che sei andata al cinema dimmi quando...L'ultimo film che ti ha smosso qualcosa..." ma per piacere... ) per decretare lo stato di decomposizione in cui verte la concezione della fruizione cinematografica? (che poi, intendiamoci, fossero tutti così i film, sarei ben contento di guardarmeli su internet).
In un film inconsistente, falso e doppiogiochista come questo, cercare di interpretare i "sensi" su vari livelli, coglierne una "riflessione seria", è a dir poco ridicolo, egocentricamente forzato, come chi ha il coraggio di scrivere il nome di Lynch accanto a questa fenomenata da baraccone che non poteva certo mancare a un appuntamento come quello del Lido di Venezia, luogo ideale dove far esplodere la bomba.... E che in fondo, ci è pure riuscito.
#15
Inviato 27 novembre 2013 - 14:32
http://www.anobii.com/satyajit/books
http://www.goodreads...3893406-claudio
https://twitter.com/EligioAldoVere
#16
Inviato 27 novembre 2013 - 14:49
il senso di schifo per cui tutti chiedono al tipo sesso per lavorare nel cinema e altro viene fuori anche bene, insomma non sarebbe un film stupido (infatti questo si deve a Ellis), solo che è lento in modo esasperante, da addormentarsi, tra la verve degli attori e 'sto montaggio/fotografia/tutto moscio e prevedibile non si vede l'ora che 'sta miserrima cagata finisca di trascinarsi.
non c'è nemmeno tutto 'sto sesso, almeno quello si sperava fosse "vero", invece no: scene stanche e per nulla eccitanti
quando ho letto la Lohan tra i produttori ho capito, l'avessi letto prima manco l'avrei visto, mi sono fidato della rece di Giusti ma mi sa che ha preso un abbaglio, un film girato (di merda) così, con una recitazione (di merda) così, con una storia (bella, di Ellis) adattata così male, non ha veramente nessun diritto di dire nulla, fa solo incazzare
#17
Inviato 27 novembre 2013 - 19:33
Ma rispetto ai film della serie Brazzers è meglio o peggio?
Dicono che sia un film scandalo ma di scandaloso c'è solo la bassezza della pellicola.
Il nudo frontale del pornodivo lo quotavano 1.05
#18
Inviato 28 novembre 2013 - 12:39
Raramente ho visto messo in pellicola con tanta lucidità il nulla sociale in cui galleggiamo, la mancanza di senso di ogni rapporto, sentimentale, sessuale, lavorativo, anche economico. Il film è popolato da persone che vanno in giro, vedono gente, fanno cose. Vivono a Hollywood e (non) fanno film, ma potrebbero essere a Vigevano a (non) fare scarpe e non cambierebbe nulla.
Tutto è mediocre. Anche gli ambienti. La villona di lusso del produttore è amorfa, priva di glamour, ordinaria come i motel e le case comuni. Il lavoro è sempre e solo raccontato e annunciato, mai un personaggio che sembri davvero impegnato a fare qualcosa. Con i "poveri" che fanno la stessa vita vacua e ciondolante, fatta di spostamenti a vuoto e non-lavori, di chi ha i soldi. Anche lo psichiatra interpetato da Gus Van Sant è palesemente pagato per non fare un cazzo.
Lo confesso, anche a me è sembrato una specie di "Mulholland Drive" volutamente squallido, privo di fascino e mistero. Anche se alla fine il film che più mi ha ricordato è "New Age" del desaparecido Michael Tolkin: identico vagare nel nulla borghese e californiano, identica negazione di un finale tragico e catartico. Ma quello di Tolkin era un cinema ancora alto, gelido, altmaniano e autoriale, con "un messaggio" da dare, per quanto cupo. Schrader invece gira invece un dtv in cui è impossibile distinguere la sciatteria ricercata da quella involontaria (ad esempio: l'irrivelanza anche spettacolare dell'omicidio è davvero voluta?), dove tutto cade assolutamente nel vuoto, la storia, i personaggi, la regia, l'intreccio, i "colpi di scena", le apparenti frasi storiche da dopocena.
Perfetto il cast. Tutti assolutamente dei cani, ma tutti assolutamente perfetti.
La Lohan è una visione devastante e inquietante, quando tra qualche anno la troveranno morta in qualche motel questo film diventerà una testimonianza impietosa. O uno scheletro nell'armadio se si salverà scoprendo Gesù e i figli. L'altro giorno l'ho rivista in "Radio America" (dove neanche ricordavo ci fosse) e il contrasto fa davvero male.
(Ah, tra labbra siliconate e tette di gomma l'unica ragazza per me davvero bella e trombabile è la PR del produttore, che guarda caso è l'unica che nessuno nel film si vuole scopare)
Deen, perennemente annoiato, imbronciato, sensuale come un serpente, è semplicemente l'incarnazione vivente di tutti i protagonisti dei romanzi di Ellis. Punto. Meglio di Christian Bale (troppo attore, troppo poco sensuale) e ovviamente meglio di Van Der Beek (troppo Van Der Beek).
#19
Inviato 28 novembre 2013 - 15:37
L'altro giorno l'ho rivista in "Radio America" (dove neanche ricordavo ci fosse) e il contrasto fa davvero male.
tralaltro incarnava la speranza nelle generazioni future e il proseguo della vita
Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)
"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"
"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)
"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"
#20
Inviato 15 maggio 2014 - 16:48
Unica certezza: gli attori sono davvero dei cani terribili. Incredibile.
#21
Inviato 15 maggio 2014 - 18:34
#22
Inviato 27 dicembre 2016 - 01:51
Una bella cagata, mi ha ricordato una battuta di Woody allen sulla "pittura che esprime la negatività, la bruttezza del mondo..."
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