[Monografia] Brian De Palma
#1
Inviato 30 luglio 2006 - 14:29
Votate il vostro film preferito (spero di non averne dimenticato qualcuno) e, ovviamente, motivate la scelta...
Personalmente mi mancano alcuni pezzi della sua filmografia, ma per quei 17 che ho visto posso sicuramente affermare che il miglior De Palma è quello che abbiamo visto nel trittico thriller della prima metà degli anni Ottanta...così spudoratamente virtuoso e menefreghista dei meccanismi del genere fino a quel momento, così eccessivamente ridondante nei suoi vezzi sia tacnici che narrativi..
E all'interno del trittico non ho molti dubbi nell'eleggere a mia personale preferenza uno dei migliori film americani di tutto il decennio, "Vestito per uccidere"..
#2 Guest_vegeta_*
Inviato 30 luglio 2006 - 17:21
#3
Inviato 30 luglio 2006 - 17:40
#4 Guest_vegeta_*
Inviato 30 luglio 2006 - 17:46
#5
Inviato 30 luglio 2006 - 17:47
E' che chissà perchè sapevo il film che avresti votato tutto qui..
#6 Guest_Figazzo_*
Inviato 30 luglio 2006 - 18:16
#7
Inviato 30 luglio 2006 - 18:18
#8 Guest_vegeta_*
Inviato 30 luglio 2006 - 20:23
Scusami non volevo irritarti...
E' che chissà perchè sapevo il film che avresti votato tutto qui..
se proprio vuoi saperlo, fino alla fine sono stato indeciso tra quello, Carlito's Way e Gli Intoccabili.
Bellissimi anche Blow Out e Femme Fatale.
Il peggiore? Mission To Mars.
#9
Inviato 30 luglio 2006 - 21:43
#10
Inviato 31 luglio 2006 - 08:39
O dunque... eliminiamo subito le ciofeche:
- Cadaveri e compari (semplicemente un film comico che non fa ridere)
- Mission: Impossible (il talento si vede pure, ma al serizio di una trama totalmente priva di fascino e di quelle ambiguità indispensabili a De Palma)
- Omicidio in diretta (de palmiano finchè si vuole, ma non riuscito: succede...)
- Mission to Mars (parodia? pop art? omaggio all'ingenuità perduta? Boh... comunque: il regista sbagliato nel film più sbagliato della sua carriera)
Manca CONOSCI IL TUO CONIGLIO, filmetto inconsistente come pochi, giustamente dimenticato.
Eliminiamo pure i film interessanti ma non totalmente riusciti:
- Vittime di guerra (forse sottovalutato, ma se questo film ha un difetto è proprio nella regia di De Palma, autore troppo stilizzato al servizio di una storia (purtroppo vera) che non aveva bisogno di artifici per risultare allucinante. Confrontare con il durissimo e bellissimo I VISITATORI di Kazan, di cui "Vittime di guerra" è una specie di prequel)
- Il falò delle vanità (troppo acido, troppo cattivo e troppo grottesco per risultare davvero graffiante... ma forse è un film che crescerà con gli anni)
Elminiamo anche le commedie "sperimentali" dei primi anni, molto divertenti ma il "vero" De Palma sta ovviamente da altre parti:
- Oggi sposi (carino)
- Ciao, America! (bello!)
- Hi, Mom! (idem come sopra)
Manca HOME MOVIES, che a differenza di "Conosci il tuo coniglio" meritava di essere citato.
Quelli che restano sono per me quasi tutti capolavori, ed eliminare qualcosa comincia a diventare difficile....
E va beh, facciamo che i "capolavori minori" (e già mi vien da piangere) possono essere:
- Le due sorelle
- Complesso di colpa
- Fury
- Scarface
- Doppia personalità (un piccolo grande film, generalmente incompreso)
- Femme fatale
Ma poi, come si fa a scegliere tra titoli di cinema allo stato puro che restano?
Sfrozandosi di trovarci dei difetti (che però a volte in De Palma sono indispensabili quanto i pregi- vedi "Femme Fatale") potrei dire che:
- forse "l fantasma del palcoscenico" è un po' datato (argh, aggettivo che detesto!)
- forse "Vestito per uccidere" ha qualche buco logico di troppo (ma quando mai la logica in De Palma è stata un problema?)
- forse "Blow Out" ha qualche lungaggine
- forse "Omicidio a luci rosse" è un teorema metacinematografico troppo scoperto
- forse "Gli intoccabili" è un po' troppo algido nella sua perfezione classica
- forse "Carlito's Way" è troppo... boh... "troppo bello" può essere un difetto?
E Carrie? Ecco, forse ci siamo... di "Carrie lo sguardo di Satana" non riesco a parlar male in nessun modo. Perchè ho veramente amato la Sissy Spacek di quegli anni e oltre a lei c'è pure l'adorabile Amy Irving, perchè trovo che la prima sequenza è ancora scovolgente (ma vi immaginate OGGI un film hollywoodiano mainstream che inizia con un primo piano sulle mestruazioni di una ragazzina?), perchè la strage finale riesce allo stesso tempo ad essere terrifficante ed esaltante, perchè il sotto-finale riesce ancora a farmi sobbalzare sulla poltrona nonostante lo conosca a memoria.
Ok, con la pistola alla tempia e la corda al collo ho votato "Carrie"... ma dovessi rivotare tra mezz'ora avrei già cambiato idea.
#11
Inviato 31 luglio 2006 - 10:26
a tratti si conferma come l'epigono ideale di Hitchcock, per poi smentire tutti e trasformarsi (a volte anche nello stesso film) in un "Ed Wood" redivivo.
Tra le cose più belle che ha fatto, la migliore (secondo me) è proprio Carlito's way, un film che narra pressochè alla perfezione la classica parabola "ascesa e tramonto" che è il lascito migliore dell'intera storia del gangster-movie.
la sequenza iniziale è davvero magica, oltre che commovente.
Al Pacino è bravissimo e fa il suo mestiere alla perfezione, ma Sean Penn è tremendo e regala una delle sue migliori interpretazioni (se non la migliore in assoluto).
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#12
Inviato 31 luglio 2006 - 10:50
comunque entrambi sullo stesso piano ... perfetti e stupendi ..
Gli Intoccabili lo definirei un film non riuscito totalmente .. non so , ma in alcuni punti non mi convince proprio ...
Vittime di guerra , molto sottovalutato ....
#13
Inviato 31 luglio 2006 - 11:38
??Scarface?, ??Omicidio a luci rosse? e ??Carlito??s Way?.
Voto per il secondo dato che qui riesce finalmente a trovare l??ironia di cui sopra, ed un??impronta di fattezze personali.
#14 Guest_absolutelyRUBEN_*
Inviato 31 luglio 2006 - 12:51
Eliminiamo pure i film interessanti ma non totalmente riusciti:
- Il falò delle vanità (troppo acido, troppo cattivo e troppo grottesco per risultare davvero graffiante... ma forse è un film che crescerà con gli anni)
sì, però il piano sequenza con cui iniza il film è da scuola di regia
poi non ho capito bene il 'troppo cattivo', penso sia realistico, nella vita reale c'è molto di peggio. Forse son gusti. Comunque non è certo il migliore. Per i miei gusti sono Carlito's e Carrie, seguiti da Vestito e Omicidio
#15
Inviato 31 luglio 2006 - 13:41
Il migliore di De palma? e come si fa?
O dunque... eliminiamo subito le ciofeche:
- Cadaveri e compari (semplicemente un film comico che non fa ridere)
- Mission: Impossible (il talento si vede pure, ma al serizio di una trama totalmente priva di fascino e di quelle ambiguità indispensabili a De Palma)
- Omicidio in diretta (de palmiano finchè si vuole, ma non riuscito: succede...)
- Mission to Mars (parodia? pop art? omaggio all'ingenuità perduta? Boh... comunque: il regista sbagliato nel film più sbagliato della sua carriera)
Manca CONOSCI IL TUO CONIGLIO, filmetto inconsistente come pochi, giustamente dimenticato.
Eliminiamo pure i film interessanti ma non totalmente riusciti:
- Vittime di guerra (forse sottovalutato, ma se questo film ha un difetto è proprio nella regia di De Palma, autore troppo stilizzato al servizio di una storia (purtroppo vera) che non aveva bisogno di artifici per risultare allucinante. Confrontare con il durissimo e bellissimo I VISITATORI di Kazan, di cui "Vittime di guerra" è una specie di prequel)
- Il falò delle vanità (troppo acido, troppo cattivo e troppo grottesco per risultare davvero graffiante... ma forse è un film che crescerà con gli anni)
Elminiamo anche le commedie "sperimentali" dei primi anni, molto divertenti ma il "vero" De Palma sta ovviamente da altre parti:
- Oggi sposi (carino)
- Ciao, America! (bello!)
- Hi, Mom! (idem come sopra)
Manca HOME MOVIES, che a differenza di "Conosci il tuo coniglio" meritava di essere citato.
Quelli che restano sono per me quasi tutti capolavori, ed eliminare qualcosa comincia a diventare difficile....
E va beh, facciamo che i "capolavori minori" (e già mi vien da piangere) possono essere:
- Le due sorelle
- Complesso di colpa
- Fury
- Scarface
- Doppia personalità (un piccolo grande film, generalmente incompreso)
- Femme fatale
Ma poi, come si fa a scegliere tra titoli di cinema allo stato puro che restano?
Sfrozandosi di trovarci dei difetti (che però a volte in De Palma sono indispensabili quanto i pregi- vedi "Femme Fatale") potrei dire che:
- forse "l fantasma del palcoscenico" è un po' datato (argh, aggettivo che detesto!)
- forse "Vestito per uccidere" ha qualche buco logico di troppo (ma quando mai la logica in De Palma è stata un problema?)
- forse "Blow Out" ha qualche lungaggine
- forse "Omicidio a luci rosse" è un teorema metacinematografico troppo scoperto
- forse "Gli intoccabili" è un po' troppo algido nella sua perfezione classica
- forse "Carlito's Way" è troppo... boh... "troppo bello" può essere un difetto?
E Carrie? Ecco, forse ci siamo... di "Carrie lo sguardo di Satana" non riesco a parlar male in nessun modo. Perchè ho veramente amato la Sissy Spacek di quegli anni e oltre a lei c'è pure l'adorabile Amy Irving, perchè trovo che la prima sequenza è ancora scovolgente (ma vi immaginate OGGI un film hollywoodiano mainstream che inizia con un primo piano sulle mestruazioni di una ragazzina?), perchè la strage finale riesce allo stesso tempo ad essere terrifficante ed esaltante, perchè il sotto-finale riesce ancora a farmi sobbalzare sulla poltrona nonostante lo conosca a memoria.
Ok, con la pistola alla tempia e la corda al collo ho votato "Carrie"... ma dovessi rivotare tra mezz'ora avrei già cambiato idea.
Molto interessante leggere le tue considerazioni...mi trovo in disaccordo su 3 punti...
1) "Mission:impossible" non è affatto una ciofeca...è il confrontarsi di un grande regista con un nuovo tipo di film d'azione, tutto inseguimenti ed effetti visivi, che fino a quel momento non annoverava certo DePalma fra gli estimatori...non sarà un grande film ma se non altro l'impegno e la conoscenza della macchina cinema dell'autore lo rendono un film godibilissimo...
2) Sei troppo ingeneroso con "Hi, Mom!"...non è solo il miglior primo DePalma, sperimentale e underground, ma è uno dei migliori film in assoluto del buon Brian...una forza satirica che nel tempo è andata spegnendosi...
3) Su "Il falo delle vanità" mi sentirei invece di spendere benissimo l'appellativo di ciofeca...
Una precisazione la vorrei fare su "Gli Intoccabili" e su "Carlito's way"...
Inviterei a non vederci troppa carne al fuoco in queste due opere...non è il sentimento della tragedia o della redenzione ciò che interessava il regista in questi due casi...non ci troviamo di fronte ad opere dall'ampio respiro morale come i grandi gangster-movies che tutti conosciamo...
De Palma anche in questo campo non si smentisce...ciò che gli preme è ripercorrere tutti gli stereotipi del genere, dandone una rilettura ironica e dissacrante...in "Carlito's way" non c'è l'intenzione di narrare una grande storia dai toni epici stile padrino...c'è più il desiderio di fornire una propria esagerata lettura di tutto il genere dei gangster al cinema...definirlo un capolavoro in virtù di una sua pretesa maturità contenutistica rispetto ai soliti divertissment del nostro lo giudico un errore di interpretazione..
#16
Inviato 31 luglio 2006 - 19:03
Per Gli Intoccabili, invece, non ci dovrebbe essere nessuna pecca, però è un film che non mi ha lasciato estasiato...
Tuttavia i film più riusciti di De Palma per me sono questi.
Alla fine credo che vada per Carlito's Way...
#17
Inviato 31 luglio 2006 - 20:44
"Troppo cattivo" nel senso che secondo me in quel film De Palma a furia di massacrare i suoi personaggi finisce per ridurli a delle macchiette a due dimensioni, scadendo così nel grottesco fine a stesso, fastidioso a livello epidermico ma che non graffia sul serio.
sì, però il piano sequenza con cui iniza il film è da scuola di regia
Eliminiamo pure i film interessanti ma non totalmente riusciti:
- Il falò delle vanità (troppo acido, troppo cattivo e troppo grottesco per risultare davvero graffiante... ma forse è un film che crescerà con gli anni)
poi non ho capito bene il 'troppo cattivo', penso sia realistico, nella vita reale c'è molto di peggio.
Jules:
Mah! io sono convinto che se lo stesso identico film lo avesse diretto un Stephen Sommers o un Ronald Emmerich qualsiasi, non staremmo qua a parlarne.1) "Mission:impossible" non è affatto una ciofeca...è il confrontarsi di un grande regista con un nuovo tipo di film d'azione, tutto inseguimenti ed effetti visivi, che fino a quel momento non annoverava certo DePalma fra gli estimatori...non sarà un grande film ma se non altro l'impegno e la conoscenza della macchina cinema dell'autore lo rendono un film godibilissimo...
Io lo trovo noioso, prevedibile, privo di fascino e attrattive... e per di più totalmente perdente nel confronto del telefilm originale!
No no, io adoro le commedie semi underground di De Palma e i special modo proprio "Hi, Mom!" che come ebbi modo di dire una volta nel vecchio forum mi sembra una specie di Ecce Bombo condito con LSD... ma per scegliere il miglior film mi sono solo piegato alla convenzione di De Palma "regista thriller" e quindi ho scartato quei film.2) Sei troppo ingeneroso con "Hi, Mom!"...non è solo il miglior primo DePalma, sperimentale e underground, ma è uno dei migliori film in assoluto del buon Brian...una forza satirica che nel tempo è andata spegnendosi...
In effetti sono anni che non lo rivedo e mi sa che certi pregi che con il tempo gli ho attribuito sono dovuti al affievolirsi della memoria... anzi mi pare adesso di ricordare che quando lo vidi, quasi 12 o 13 anni fa, faticai a rimanere sveglio!3) Su "Il falo delle vanità" mi sentirei invece di spendere benissimo l'appellativo di ciofeca...
#18
Inviato 31 luglio 2006 - 21:30
il film è geniale, una sperimentazione in quel modo in quegli anni è stata veramente incredibile. Brian de Palma è uno dei registi più versatili di sempre, ha praticamente fatto ogni genere di film.
io sono molto molto legato a Carrie, mi ha segnato l'adolescenza ed è veramente un ottimo film (mitico il rilancio di john travolta), ma credo che Hi Mom! abbia veramente una capacità di espressione veramente come ben pochi film. un ENORME DeNiro che sembra improvvisare tutto il film, quasi seguento i canovacci come li faceva totò. il voto a Hi Mom!
http://rateyourmusic...ceLORDofSILENCE
http://www.anobii.com/people/moro/
http://www.lastfm.it...r/BlackiceLORD/
la mamma dei sottogeneri del metal è sempre incinta
Che poi Hitler è un personaggio così black metal... esteticamente impossibile non restarne colpiti. Stalin è più death-grindcore. Mussolini garage-punk, Mao invece è doom.
#19 Guest_vegeta_*
Inviato 31 luglio 2006 - 23:11
Non mi aspettavo questo "trionfo" di Carlito's Way, tutto sommato uno dei film meno De Palmiani.
#20 Guest_eustache_*
Inviato 01 agosto 2006 - 01:08
compresi:
mission to mars. la sequanza delma morte di tim robbins oltre ad essere struggente è orchestrata magistralmente.
mission impossible. la sequenza iniziale è un ottimo gioco metacinematografico come lo è tutto il film. tom cruise come una cellula impazzita nel sistema spettacolare.
vittime di guerra
etc...
#21 Guest_JackNapier_*
Inviato 01 agosto 2006 - 09:34
#22
Inviato 01 agosto 2006 - 10:49
"Tutto chiacchiere e distintivo."
Gran film, attori semplicemente superlativi.
#23
Inviato 21 febbraio 2007 - 12:11
#24
Inviato 21 febbraio 2007 - 12:29
- Ciao, America! (bello!)
- Hi, Mom! (idem come sopra)
premiato il primo in Europa (Orso d'argento ex aequo), questa doppietta sequel testimonia la vitalità e un certo entusiasmo "camp" di un esordiente estremamente comunicativo.
Diretto e montato, persino interpretato in maniera insolita, quasi improvvisata, originale, rimanda per istinto alcune cose di altri wavers-Newyorkesi fine anni '60 come Morrissey o anche il primissimo Coppola.
#25
Inviato 21 febbraio 2007 - 15:01
#26
Inviato 21 febbraio 2007 - 15:12
Anche secondo me. Però io ne ho visti pochi.alla fine il migliore resta Carlito's Way..
http://www.anobii.com/satyajit/books
http://www.goodreads...3893406-claudio
https://twitter.com/EligioAldoVere
#27
Inviato 21 febbraio 2007 - 16:30
#28 Guest_The Man With a Movie Came_*
Inviato 23 febbraio 2007 - 23:07
Esprimo invece tutto il mio disgusto per mission to mars
#29 Guest_ale_*
Inviato 03 maggio 2012 - 15:56
Snake Eyes (1998)
Il film si apre con un pianosequenza di 20 minuti (in realtà somma di più pianosequenza uniti in sede di montaggio, ma il cinema è illusione, ne vogliamo davvero discutere?) e si chiude con un lentissimo carrello in avanti che rivela/disvela lo scintillio di un rubino (il macguffin del film, ma quello che conta è il movimento della mdp e come/dove giunge, ovvero sui titoli di coda). In mezzo un tour de force visivo-teorico riguardante tutto ciò che si può "spremere" dalla macchina-cinema in fatto di visione. Il film è un puzzle visivo, è un film su (altri) film, è un film sul cinema e le sue potenzialità. Il cinema non è ancora finito per De Palma, ma non è nulla più di una illusione.
Femme Fatale (2002)
Molti si sono fermati alla patina di lusso che brilla in superficie, hanno pensato che De Palma si fosse limitato a (ri)fare il suo ormai classico thriller erotico. Solo un occhio disattento non si accorge di quanto questo film sia altro, sia diverso dai suoi film del passato nonostante ne (ri)proponga le fattezze. Mi domando dove fossero nel 2002 (ma anche anni dopo) tutti quelli che un anno prima si esaltarono per Mulholland Drive: ad un livello "labirintico" il film di De Palma è ancora più vertiginoso. Lo è perché la sua riflessione è essenzialmente sulla "vertigine" chiamata cinema. Lo spettatore è intrappolato nel vortice eterno del deja-vù, e lo spazio che si apre sotto i suoi (nostri) piedi è un abisso nero. Un buco nero nel quale viene risucchiato il cinema. Il gioco metacinematografico è esasperato da specchi, split-screen, macchine fotografiche, videocamere e telecamere, che raddoppiano, triplicano, moltiplicano le immagini. Nessuna che dica la verità, nessuna che dica.
The Black Dahlia (2006)
Ci sono due modi per vedere Black Dahlia. Come la versione cinematografica di un romanzo di James Ellroy o come un film di Brian De Palma. Nel primo caso hanno ragione i detrattori; nel secondo caso, invece, siamo di fronte ad una presa di posizione ancor più radicale - perché fatta all'interno del sistema hollywoodiano tempio del cinema - rispetto a Femme Fatale - partorita in solitudine all'estero. Il film è un saggio sulla fine del cinema e sull'impossibilità oggi, di chiunque, di raccontare storie, imprigionati nel deja-vù della visione, nell'eterna ripetizione. Il cinema è morto proprio perché l'eterno ritorno dell'identico lo ha putrefatto. E la realtà "esterna" si è fatta più illusione della realtà "interna" (al cinema). Inutile dire che del plot a De Palma non interessa nulla.
Redacted (2007)
Il tassello conclusivo di questo percorso. Il film che ribadisce il concetto espresso nei film precedenti: la fine della supremazia del cinema, la morte del suo linguaggio specifico. Qua sommerso dalla moltiplicazione dei punti di vista, dall'affastellarsi del materiale visivo-informativo, che porta all'annullamento dei fatti. De Palma mescola forme e generi della comunicazione odierna, fagocitando la contemporaneità: c’è un finto documentario francese; le registrazioni della telecamera di uno dei protagonisti; le immagini della Tv araba, dei cellulari, delle videocamere di controllo, il video on line di un’esecuzione. Ma c'è soprattutto una angoscia esistenziale senza pari dietro le "fredde" riflessioni teoriche: perché oltre al forte j'accuse politico ("redacted" sta per "editato") c'è lo smarrimento dell'uomo moderno di fronte alla totale perdita di senso non solo più degli atti e dei gesti, ma anche delle parole e delle immagini, nell'era della globalizzazione informazionale. Un film che è un necrologio: di una nazione, dell'Occidente e del suo cinema.
#30
Inviato 03 maggio 2012 - 17:57
#31
Inviato 03 maggio 2012 - 17:57
Ci sono due modi per vedere Black Dahlia. Come la versione cinematografica di un romanzo di James Ellroy o come un film di Brian De Palma. Nel primo caso hanno ragione i detrattori; nel secondo caso, invece, siamo di fronte ad una presa di posizione ancor più radicale - perché fatta all'interno del sistema hollywoodiano tempio del cinema - rispetto a Femme Fatale - partorita in solitudine all'estero. Il film è un saggio sulla fine del cinema e sull'impossibilità oggi, di chiunque, di raccontare storie, imprigionati nel deja-vù della visione, nell'eterna ripetizione. Il cinema è morto proprio perché l'eterno ritorno dell'identico lo ha putrefatto. E la realtà "esterna" si è fatta più illusione della realtà "interna" (al cinema). Inutile dire che del plot a De Palma non interessa nulla.
...se ti interessa vatti a recuperare il mio intervento nel thread del film, perché ci sono molti punti in comune.
#32 Guest_ale_*
Inviato 03 maggio 2012 - 18:15
dimentichi poi "Mission to Mars"...talmente sconsclusionato e ambizioso che mi sta quasi simpatico
omesso volutamente. una marchetta che non conteneva nessun vero e proprio spunto teorico.
...se ti interessa vatti a recuperare il mio intervento nel thread del film, perché ci sono molti punti in comune.
direi questo:
all’epoca non lo vidi e dopo ho avuto ben poca voglia di recuperarlo, anche visto lo scarso riscontro che ebbe. poi l'altro giorno l'ho visto e, per l'ennesima volta, De Palma è riuscito a sorprendermi e, seppur a tratti, a folgorarmi. partendo dalla sceneggiatura di Josh Friedman, che ha per le mani uno dei romanzi-simbolo di un autore cult, De Palma resta idealmente fedele a se stesso, pur senza scontentare le istanze narrative dell’adattamento. pur rimanendo un passo indietro rispetto alla magica follia di “Femme Fatale”, “The Black Dahlia” prosegue un discorso teorico sul cinema e sul mystery, pur spostandone le coordinate: stavolta De Palma tralascia (parzialmente, in realtà) la rilettura metalinguistica destrutturante e/o competitiva col maestro Hitchcock e si immerge in toto nel noir americano degli anni ’40. è il noir il bacino feticista a cui attinge, sia attraverso l’impianto iconografico, con le immagini del grande Vilmos Zsigmond, sia con un montaggio retrò con le transizioni “a tendina", sia attraverso l’uso della voce over di Bucky, che pone il racconto del film direttamente dipendente dal punto di vista del giovane detective. infine il racconto per ambientazione cronologica, la fine degli anni ’40, che spaziale, L.A., dà la possibilità a De Palma di poter fare un ritratto di Hollywood, dell’Hollywood all’epoca del noir: non per niente l’indagine riguardante l’uccisione e lo scempio sul cadavere di Elizabeth Short fa discendere Bucky nel sottobosco di LA, quello delle attricette scalcagnate, quello underground e “immorale” rispetto al perbenismo di facciata americano, dell’ambiguità sessuale e -ancor più interessante per il regista- della pornografia. ed è qui che si inserisce il personaggio chiave di Madeleine Linscott (Hilary Swank che insieme alla Kirshner sono le migliori del cast). il gioco di specchi, di dèja-vu perpetuo, in cui vive il cinema depalmiano si moltiplica: la Linscott è infatti la figlia di uno dei magnati edili di Los Angeles, uno di quelli che Hollywood(land) l’hanno costruita, e pertanto abbiamo la fabbrica dei sogni rivisitata come carnaio e macelleria: è una di quelle case abbandonate di Hollywoodland il set del porno della Short, e lo stesso luogo sarà il set dell’omicidio (e sul modus operandi dell’assassino c’è da discutere). De Palma insiste per l’ennesima volta sul double body (titolo originario di “Omicidio a luci rosse”) nel cinema: la pornografia vs. cinema hollywoodiano, la short vs. la linscott. lontano naturalmente dal discorso morale, evidenzia la fusione e la compenetrabilità di questi modelli, che vivono solo apparentemente su binari paralleli, ma che hanno le medesime e corrotte radici (fantastica la soggettiva di Bucky che si trova spiazzato nella aristocratica follia dei Linscott).
la pulsione necrofila di Bucky nei confronti di Madeleine è evidente: come dice Kay, Madeleine “assomiglia alla ragazza morta”. e confessa anche di aver cercato Liz Short proprio perché era venuta a sapere che c’era una che le somigliava e che con lei c’era andata a letto: a questo punto l’immagine negata del corpo dilaniato della Short si ricompone come re-visione dei provini della ragazza e nella controfigura rappresentata dalla Linscott. e la questione è retoricamente ribadita in quel frammento allucinatorio nel finale, quando vediamo praticamente per la prima volta il corpo spezzato della Short. sul “come” viene lavorato il corpo di Elizabeth, De Palma ha un’intuizione geniale (per lo meno credo sia sua e dello sceneggiatore, non avendo letto il romanzo di Ellroy); è l’altra immagine che insieme a quella di Elizabeth Short si perpetua nella mente di Bucky e ritorna costantemente: quella di Conrad Veidt ne “L’uomo che ride”, film che i tre protagonisti vedono al cinema all’inizio. e qui, il cerchio può dirsi chiuso.
giusta l'analisi della doppiezza
#33
Inviato 03 maggio 2012 - 18:21
#34
Inviato 03 maggio 2012 - 18:22
Ci sono due modi per vedere Black Dahlia. Come la versione cinematografica di un romanzo di James Ellroy o come un film di Brian De Palma. Nel primo caso hanno ragione i detrattori; nel secondo caso, invece, siamo di fronte ad una presa di posizione ancor più radicale - perché fatta all'interno del sistema hollywoodiano tempio del cinema - rispetto a Femme Fatale - partorita in solitudine all'estero. Il film è un saggio sulla fine del cinema e sull'impossibilità oggi, di chiunque, di raccontare storie, imprigionati nel deja-vù della visione, nell'eterna ripetizione. Il cinema è morto proprio perché l'eterno ritorno dell'identico lo ha putrefatto. E la realtà "esterna" si è fatta più illusione della realtà "interna" (al cinema). Inutile dire che del plot a De Palma non interessa nulla.
Al di là di tutto è anche semplicemente un gran bel noir, che cresce enormemente ad ogni nuova visione (anch'io la prima volta che lo vidi rimasi un po' deluso).
C'è una sequenza che per me racchiude tutto il modo di raccontare di De Palma: il piano sequenza che dal luogo dalla sparatoria sorvola le case e arriva al luogo in cui viene scoperto il cadavere della Dahlia, una sorta di passaggio dal palcoscenico a dietro le quinte. Un unico (spettacolare) movimento della cinepresa che unisce i due casi, che da il senso dell'azione che seguirà e diventerà la perfetta rappresentazione dello spazio mentale dei due protagonisti: [occhio agli SPOILER] il corrotto che per "non vedere" la sue sue colpe "sul palcoscenico" si fa ossessionare dal ciò che è accaduto "dietro le quinte", l'onesto che prima di venir a capo di quanto è accaduto dietro le quinte deve capire cosa ha visto veramente sul palcoscenico. E il bello che tutto questo lo spettatore lo può capire solo ad una seconda visione del film (anche terza nel mio caso), perché a meno di non avere una memoria di ferro nessuno può collegare quella sequenza a moventi dei personaggi che lo spettatore scoprirà solo molto più tardi.
- Omicidio in diretta (de palmiano finchè si vuole, ma non riuscito: succede...)
- Mission to Mars (parodia? pop art? omaggio all'ingenuità perduta? Boh... comunque: il regista sbagliato nel film più sbagliato della sua carriera)
Non ricordavo quel mio post di sei anni fa. Su questi due ho cambiato idea.
Il primo sconta un finale moscio, ma in effetti è una gioia per gli occhi.
Del secondo ho sottovalutato l'effetto nostalgia, cioè la volontà di De Palma di fare un film di fantascienza vecchio stile, con tutti luoghi comuni del caso, anche al costo di arrivare alla pacchianata consapevole. Tanto anni fa mi irritava, tanto oggi mi fa simpatia nel suo essere un film di pura fantascienza come non se ne fanno più da almeno 30 anni.
#35
Inviato 03 maggio 2012 - 19:02
Ci sono due modi per vedere Black Dahlia. Come la versione cinematografica di un romanzo di James Ellroy o come un film di Brian De Palma. Nel primo caso hanno ragione i detrattori; nel secondo caso, invece, siamo di fronte ad una presa di posizione ancor più radicale - perché fatta all'interno del sistema hollywoodiano tempio del cinema - rispetto a Femme Fatale - partorita in solitudine all'estero. Il film è un saggio sulla fine del cinema e sull'impossibilità oggi, di chiunque, di raccontare storie, imprigionati nel deja-vù della visione, nell'eterna ripetizione. Il cinema è morto proprio perché l'eterno ritorno dell'identico lo ha putrefatto. E la realtà "esterna" si è fatta più illusione della realtà "interna" (al cinema). Inutile dire che del plot a De Palma non interessa nulla.
Al di là di tutto è anche semplicemente un gran bel noir, che cresce enormemente ad ogni nuova visione (anch'io la prima volta che lo vidi rimasi un po' deluso).
C'è una sequenza che per me racchiude tutto il modo di raccontare di De Palma: il piano sequenza che dal luogo dalla sparatoria sorvola le case e arriva al luogo in cui viene scoperto il cadavere della Dahlia, una sorta di passaggio dal palcoscenico a dietro le quinte. Un unico (spettacolare) movimento della cinepresa che unisce i due casi, che da il senso dell'azione che seguirà e diventerà la perfetta rappresentazione dello spazio mentale dei due protagonisti: [occhio agli SPOILER] il corrotto che per "non vedere" la sue sue colpe "sul palcoscenico" si fa ossessionare dal ciò che è accaduto "dietro le quinte", l'onesto che prima di venir a capo di quanto è accaduto dietro le quinte deve capire cosa ha visto veramente sul palcoscenico. E il bello che tutto questo lo spettatore lo può capire solo ad una seconda visione del film (anche terza nel mio caso), perché a meno di non avere una memoria di ferro nessuno può collegare quella sequenza a moventi dei personaggi che lo spettatore scoprirà solo molto più tardi.
Anche io sono sempre stregato davanti "Black Dalia", un film che mi sembra la realizzazione della sceneggiatura "Hollywood babylonia" di Kenneth Anger; mi affascina enormemente quella hollywood così marcia che mette insieme comn grande disinvoltura nobili europee e macellai americani e poi trovo lei decisamente fantastica e De Palma completamente a suo agio in quella decadenza. Forse è il mio preferito, ogni volta che lo becco in tv devo guardarmelo fino alla fine.
#36 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 30 giugno 2012 - 19:47
Amo molto Carlito's Way, che avrò visto un numero sconfinato di volte, eppure ogni volta che lo becco in TV - e c'è spesso - devo vederlo, anche a pezzi, qua e là.
Qual è il fascino di questo gangster-movie neoromantico? Personalmente lo trovo un film armonioso, nel senso di equilibrato, in ogni sua componente. Forse è il capolavoro di De Palma, forse è il suo film che prediligo. Lo stile, lo stile a mio avviso rende questo film un classico imperituro, uno degli ultimi gangster-movie di spessore usciti da Hollywood. I lunghi pianosequenza di De Palma riportano ad un cinema che ormai non fa più nessuno e che già in pochi facevano ancora nei primi anni '90.
Solo il cinema non ha bisogno di descrizioni. Ecco perché le sequenze che precedono il finale (prima nel club, poi nella stazione, braccato dagli italiani) vanno viste e basta. Cosa possono aggiungere le parole?
#37 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 13 novembre 2012 - 16:34
C'è una sequenza che per me racchiude tutto il modo di raccontare di De Palma: il piano sequenza che dal luogo dalla sparatoria sorvola le case e arriva al luogo in cui viene scoperto il cadavere della Dahlia, una sorta di passaggio dal palcoscenico a dietro le quinte. Un unico (spettacolare) movimento della cinepresa che unisce i due casi, che da il senso dell'azione che seguirà e diventerà la perfetta rappresentazione dello spazio mentale dei due protagonisti: [occhio agli SPOILER] il corrotto che per "non vedere" la sue sue colpe "sul palcoscenico" si fa ossessionare dal ciò che è accaduto "dietro le quinte", l'onesto che prima di venir a capo di quanto è accaduto dietro le quinte deve capire cosa ha visto veramente sul palcoscenico. E il bello che tutto questo lo spettatore lo può capire solo ad una seconda visione del film (anche terza nel mio caso), perché a meno di non avere una memoria di ferro nessuno può collegare quella sequenza a moventi dei personaggi che lo spettatore scoprirà solo molto più tardi.
Questa è una gran lettura, da spettatore veramente competente ed attento. Questa intuizione depalmiana non è però l'unica a fare la grandezza di questo film. Io definisco Black Dahlia un film d'atmosfera, nel senso che l'atmosfera ha più peso e interesse dei personaggi e della storia. è un film che mi attrae come un magnete non tanto per la vicenda quanto per il contorno, il respiro della vicenda e degli ambienti. Mi ritrovo in quello che dice poco sotto Piersa:
Anche io sono sempre stregato davanti "Black Dalia", un film che mi sembra la realizzazione della sceneggiatura "Hollywood babylonia" di Kenneth Anger; mi affascina enormemente quella hollywood così marcia che mette insieme comn grande disinvoltura nobili europee e macellai americani e poi trovo lei decisamente fantastica e De Palma completamente a suo agio in quella decadenza. Forse è il mio preferito, ogni volta che lo becco in tv devo guardarmelo fino alla fine.
Soprattutto il passaggio "ogni volta che lo becco in tv, devo guardarmelo fino alla fine". Un film che strega, ipnotizza. E ripeto: con me non è merito della vicenda o delle vicende, quanto appunto dell'atmosfera, dell'insieme, delle ombre, dei colori. Questo è un film incredibilmente sottovalutato da chi non riesce a percepirlo per quello che è, da chi non riesce ad entrare in empatia col modo di girare di De Palma. Dimenticarsi del libro è la prima cosa da fare se si vuole amarlo per quello che è.
#38
Inviato 15 novembre 2012 - 13:03
#39
Inviato 15 novembre 2012 - 14:29
carlito's way e gli intoccabili "non si toccano", per l'amor del cielo.. ma sono troppo affezionato alla prima puntata di ethan hunt, l'avrò vista forse 20 volte e se la ri-passano in tv non posso fare a meno di riverderla
#40 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 09 gennaio 2013 - 22:24
#41
Inviato 10 gennaio 2013 - 09:28
#42
Inviato 10 gennaio 2013 - 10:21
Una sboronata manierista.
Ma tutto il film lo è. Ed è questo che ne fa un meccanismo spettacolare perfetto.
Sono tantissimi anni che non lo rivedo per intero, però ogni volta che lo becco in tv facendo zapping non posso fare a meno di soffermarmi e guardarne almeno dieci minuti. E non importa la scena che becco, perché tutto il film ha una potenza magnetica irresistibile, non c'è una sequenza che non abbia un'idea, una battuta, un tocco di regia che non la renda memorabile (sì persino lo scenette famigliari di Costner e la sua famigliola, talmente sfacciate nella loro melensaggine che riescono a strappare un ghigno e fare tenerezza allo stesso tempo). Solo i western di Leone su di me hanno un potere altrettanto ipnotico.
Il film è il mirabile frutto del grande incontro tra due personalità opposte: De Palma con Mamet trova lo sceneggiatore che con la sua scrittura blindata mette ordine tra gli squilibri del suo cinema (il che ovviamente dispiace a qualche fanatico depalmiano, che del regista ama soprattutto gli eccessi e quindi si trova davanti ad un film apparentemente troppo "quadrato"), Mamet con De Palma trova un animale da cinema che riesce a incendiare la sua gelida e a volte un po' frigida scrittura cinematografica.
#43 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 10 gennaio 2013 - 12:35
Sono tantissimi anni che non lo rivedo per intero, però ogni volta che lo becco in tv facendo zapping non posso fare a meno di soffermarmi e guardarne almeno dieci minuti.
a me succede la stessa cosa con carlito's way. è proprio il cinema di de palma ad essere così "vampirico" verso chi lo ama.
#44 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 19 febbraio 2014 - 14:14
un film di de palma di cui non si parla mai, e che all'epoca non piacque nè alla critica nè al pubblico, è il falò delle vanità. un film alquanto insolito per gli standard depalmiani, che non ha propriamente nelle corde del suo metacinema la critica sociale e di costume. sta di fatto però che ha tirato fuori un film cinico e corrosivo che non risparmia nessuno: i ricchi di park avenue, i poveri del bronx, i reverendi, sindaci e procuratori, giornalisti e broker. è un viaggio in una società corrotta ed ipocrita ad ogni livello, dove nessuno fa niente per niente, dove media, potere politico, potere giudiziario e religioso sono intrecciati e utilizzati come strumenti per piegare la realtà a proprio vantaggio
a dirla così sembrerebbe un film cupo e pessimista, ed invece de palma ha fatto una specie di commedia politicamente scorretta che qua e là perde un po' di equilibrio e presenta un grosso neo finale (l'omelia moralistica del giudice morgan freeman), ma a me personalmente piace e reputo gustosissima. anche stilisticamente è un de palma diverso, più "sobrio" anche se in apertura c'è un famosissimo e bellissimo pianosequenza di un paio di minuti da annoverare tra i migliori del cinema americano. non ho letto il romanzo di tom wolfe da cui è tratto il film, quindi non so se sia un buon adattamento: da quel che ho letto sembra che il finale del libro sia molto più cattivo ma non è che quello del film sia da meno, è solo apparentemente consolatorio (sherman si salva mentendo al giudice, e in tal modo non agisce molto diversamente da tutti gli altri anche se era "innocente")
http://www.youtube.com/watch?v=luui7KGzciY
#45
Inviato 19 febbraio 2014 - 16:50
Bellissimo film ma la sparatoria nella stazione continua ad irritarmi. Una sboronata manierista.
Per me quello è CINEMA (in maiuscolo)...
#46
Inviato 14 maggio 2014 - 13:47
Affascinato dalla macchina cinematografica e tra i protagonisti della New Hollywood, un autore che ha percorso gli ultimi 50 anni della Settima Arte sviluppando un linguaggio personale al limite estremo del virtuosismo estetico, regalandoci immagini e storie che travalicano lo spazio e il tempo
#47
Inviato 15 maggio 2014 - 10:15
#48
Inviato 17 maggio 2014 - 12:02
#49
Inviato 20 dicembre 2014 - 09:54
alla ennesima visione di scarface, cosa posso ancora dire di nuovo? secondo me qualcosa posso dirla, forse non originalissima non so, ma mentre lo rivedevo mi è nata questa riflessione
innanzitutto va sempre ben tenuto a mente che si tratta di un film su commissione, e come tale mostra sicuramente dei limiti preso come film di de palma in sè, ma allo stesso tempo è una delle prove viventi che se a lavorare ad un film c'è gente con le palle quadrate come de palma ed oliver stone, la contrapposizione "cinema commerciale" vs "cinema d'autore" smette di avere un senso (che ha di solito presso i critici), perché i grandi del cinema riescono sempre a piegare le regole e i paletti a loro piacimento marchiando a fuoco pure le pellicole all'apparenza meno personali
il film secondo me si può dividere in 3 atti: gli inizi/la gavetta; l'ascesa; la caduta. i primi 2/3 di film sono molto convenzionali: girato bene, recitato anche meglio, scritto rispettando tutti i crismi del gangster-movie classico, ma come prodotto di genere è sicuramente convenzionale, anche nel senso buono del termine, ovvero rispetta tutte le convenzioni di film di questo tipo. nel terzo atto invece, il film deflagra. a mio avviso volontariamente, conoscendo l'intelligenza cinematografica di chi l'ha scritto e diretto. mettendo in scena la delirante caduta di tony montana, scarface ribalta e fa a pezzi le convenzioni del gangster-movie classico. la caduta di tony montana è una parodia di quelle tragedie gangster para-shakespeariane che hanno segnato la hollywood "classica" (e pure il suo riaggiornamento, pensate all'epica de il padrino). così come tony montana è essenzialmente una parodia del gangster classico. nel terzo atto del film si trasforma quasi in un comico, i suoi monologhi diventano sempre più divertenti (bisogna anche ringraziare noi italiani il doppiaggio di amendola), con tutti quei "vaffanculo" e "stronzo", le sue azioni sempre più spinte e grottesche come le pippate in modalità aspirapolvere di montagne di cocaina, sino a diventare quasi un cartoon nel finale quando viene impallinato di proiettili ma continua a dimenarsi come un tarantolato sfidando i suoi killer a continuare a sparargli
oliver stone e brian de palma arrivano almeno con 10 anni di anticipo sul neo-gangster alla tarantino, semi-parodico e citazionista. non è un caso che de palma sia uno dei 3 o 4 registi preferiti di tarantino, e che stone abbia incontrato sulla sua strada di futuro regista proprio un soggetto di tarantino. in più scarface proprio in virtù di questo suo straordinario finale, si può leggere a più livelli: in chiave per l'appunto metacinematografica; ma anche in una ottica diciamo "politica", visto anche il tono polemico dato da stone all'opera che mostra un mondo marcio a tutti i livelli (i gangsters della strada, quelli delle banche, della politica, ecc), l'epoca moderna quindi come epoca in cui il gangsterismo "classico", quello persino un po' romantico, tragico, il gansgterismo in b/n, dei cappelli di feltro e delle giacche lunghe, ha lasciato il posto ad un mondo kitsch e corrotto, un gangsterismo che è appunto una parodia e una degenerazione della vecchia criminalità, mero specchietto per le allodole visto che il film sembra suggerire che i veri criminali, i veri gangster, oggi stanno altrove...
forse qualcuno dirà: hai fatto la scoperta dell'acqua calda. va bè, comunque non male per essere solo un film su commissione, no?
#50
Inviato 22 dicembre 2014 - 11:49
Appena visto Blak Dahlia, gran delusione . In questo film si sente il disinteresse totale nel far comprendere il plot, negando fino alla fine i già troppi pezzi di un puzzle che trova senso solo nella follia e nelle ossessioni dei personaggi. A metà film ho rinunciato del tutto a interpretare e sono andato avanti per inerzia, aspettando l'inevitabile spiegone di fine pellicola. Della regia ricordo più i leziosismi maldestri che i virtuosismi riusciti e alla bella fotografia noir patinato fa da contraltare una scelta pessima dei volti, persino la jhoanson mi è sembrata poco azzeccata. De Palma per me fa meglio in pellicole più "sporche", come Scarface e Carrie, dove riesce a dare corpo alla recrudescenza. Già altre cose più "lucidate" come Gli Intoccabili, anche se buone, valgono meno.
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