C'è un enorme offtopic sul thread delle elezioni, nell'attesa dell'imminente giuramento del superministro dell'Economia G. Tremonti, faccio un sommario qui per quel che mi riguarda, ovviamente per punti:
- La gran parte degli interventi di Lassigue da Volpedo ripetono che il reddito di cittadinanza è una misura giusta ed efficace, il fatto che ci siano degli abusi non vuol dire che non sia un'idea valida o che la gente debba morire di fame. Tuttavia nessuno a mia memoria qui dentro ha mai sostenuto o pensato che la misura vada ritirata in toto. In realtà l'idea di dare un ampio sostegno (anche più largo dell'attuale RdC) a chi temporaneamente (o meno) non può mantenersi è un'idea totalmente liberale, ed illiberale il suo contrario. L'idea stessa di universal basic income è nata in area libertaria. Il meme del liberale pro-austerity che vuole far morire di fame i deboli è il solito strawman da quinta elementare usato da chi non ha argomenti migliori. Il livello del discorso finora è stata "RdC = dare soldi ai poveri, si o no?" che va bene per fare qualche battuta di basso livello.
- Non è che prima del RdC non ci fosse un cazzo per i poveri: il RdC stesso integra e sostituisce numerose misure precedenti, è stata in larga parte una bella operazione di marketing/reimpacchettamento politico.
- L'ammiccamento elettorale di AZ-IV Marattin (che è uno stronzo borioso, per essere chiari, il che non vuol dire che non sia più credibile di qualsiasi altro responsabile economico di partito) al RdC come mancetta stracciona ai terroni è vergognoso.
- Al tempo stesso dire che al Sud votano il M5S per preservare il RdC è lapalissiano. Peraltro non c'è niente di male per se.
- Qualsiasi sussidio (anche una pensione) crea un incentivo a non cercare/lavorare per importi inferiori o poco superiori a quelli del sussidio stesso, o a lavorare di nascosto, il che è un problema di moral hazard importante. Questa cosa è vera e lapalissiana e dirla non equivale ad essere dei negrieri che non vogliono aiutare i poveri.
- L'altra idea di Lassigue da Volpedo che è basta togliere gli abusi e che la misura del successo è il rapporto tra aventi veramente diritto e percettori totali è semplicistica a dir poco perché è completamente statica, ovvero uno o ha diritto a prendere il RdC (ovvero non ha possibilità di mantenersi, ora e sempre) oppure no.
- I problemi non già del dare i soldi ai poveri, ma del RdC del M5S sono tutto tranne i soldi: sono sia i requisiti per prendere e per perdere questo sussidio, sia i controlli a fronte di questi requisiti. Tipicamente per minimizare il moral hazard di cui sopra cosa si fa? Si dà un sussidio inferiore al salario maggiormente in vigore per un lavoro base, si impone di cercare lavoro e di accettare offerte di lavoro nel limite di certi criteri, si limita il sussidio nel temp, si creano strutture atte a mettere in contatto offerta di lavoro "base" e i percettori. Dipingere qualcuno come negriero classista perché pensa che si possa fare meglio dei navigator del professor Mimmo Parisi dal Mississippi, o far notare che i posti di lavoro brokered dai centri per l'impiego sono più o meno nel numero dei magistrati sanzionati annualmente dal CSM è intellettualmente disonesto. La verità è che a chi ha fatto il RdC non frega niente di minimizzarne il costo e di reinserire le persone nel mercato del lavoro: basta dare i soldi. Non è questione di Nord o Sud, la res publica è dappertutto cosa d'altri, da fregare quando si può. Dire che i criteri per mantenere il RdC sono troppo laschi e che non vi è una verifica sistematica degli stessi non vuol dire essere a favore di un mondo tipo Handmaid's tale. Dire che voglio una verifica puntuale e mensile dei numeri a livello di quartiere e una squadra di poliziotti cattivi che arresta i truffatori e toglie il reddito a chi non sta veramente cercando lavoro non vuol dire essere John Galt. Dire che il problema non è solo il lavoro che non c'è (anzi ci sono spesso posti vacanti, spesso tra il giubilo di quelli "de sinistra" così gli imprenditori stronzi ed evasori la prendono in culo), ma che l'Italia è un Paese pigro e incline a fregare il prossimo, specie quando il prossimo è il pubblico cioè la collettività, vuol dire semplicemente avere gli occhi.
- È facilissimo mettere su il solito cinico ghigno "si vabbeh, tanto il lavoro non c'è, quindi tanto i soldi dobbiamo darli": comincia a mettere requisiti, controlli sistematici, e strutture di incontro non made in Mimmo Parisi, e poi vediamo. Il focus di qualsiasi politica di sostegno alla povertà dovrebbe essere tirare fuori la gente dalla povertà e spingerla al lavoro in ogni modo possibile. Poi non ce la fai? Giusto dargli i soldi di sopravvivenza anche a vita. Col cinismo fai ridere due stronzi ma nel mondo non costruisci un cazzo.
- Già il grafico di Marattin sopra è discutibile/disonesto perché visualmente la correlazione tra voti M5S e richieste reddito è meno forte se plotti direttamente il rapporto al posto delle due linee (che poi perché linee?), quello del coglione che gli risponde è carta straccia perché plotta l'evasione in moneta quindi è ovvio che le regioni del nord dove c'è molta più gente (e molto più reddito) siano davanti, in realtà se plotti l'evasione normalizzata su popolazione e reddito chi è davanti? Campania e Calabria. E il RdC come detto sopra è un incentivo all'evasione.
- Siccome ho letto un paio di teste di cazzo dire che se non sei povero non puoi parlare di queste e che è facile discettare da benestanti, preciso che il sottoscritto è cresciuto in un household che gli americani classificherebbero come food insecure e al quale il reddito di cittadinanza avrebbe evitato una discreta quantità di dolore. Spero quindi di poter parlare di questa cosa anche se adesso guadagno (per merito mio) cifre che non avrei mai immaginato, senza incorrere, per la colpa di avere avuto successo, nelle critiche di chi vive con la pensione della mamma o nella casa ereditata dalla nonna.