France Gall in Italia non ha mai venduto granché. Hardy sì, ma con le versioni in italiano ("Quelli della mia età", "L'età dell'amore"), idem Sylvie Vartan, e potremmo ovviamente aggiungere Dalida.
Farmer è vissuta discograficamente in un'epoca in cui era impensabile registrare le proprie canzoni in un italiano zoppicante.
Negli anni Sessanta lo facevano tutti, anzi sembrava che più la pronuncia fosse ridicola più al pubblico piacesse, ma già nei primi anni Settanta la moda era praticamente scomparsa: nei Novanta le sarebbe valso ampio dileggio.
E difatti dopo gli anni Sessanta non c'è stato più alcun cantante francofono che abbia avuto un successo stabile, possibile solo cantando nella nostra lingua, ma in pratica una sfilza di one-hit wonder.
Lio e Bertrand appunto, ma anche Caroline Loeb (brrr...), Guesch Patti (doppio brrr...), Laurent Voulzy (in Italia conosciamo solo "Rockollection", ma in patria ha avuto una lunga e onoratissima carriera sia come cantante, sia come autore per altri, in particolare come braccio destro dell'immenso Alain Souchon), Jordy (il bambino con quel pezzo dance insopportabile, fecomsì fecomsà ), Noir Désir (che in Francia hanno ovviamente molte altre canzoni note a parte quella), ovviamente Alizée (che è stata una creatura di Mylène Farmer peraltro), di recente Maitre Gims.
Nessuno di loro è riuscito a bissare quell'unico successo, quindi il rimpianto è poco. Farmer avrebbe al massimo potuto diventare l'ennesima one-hit wonder francese sul mercato italiano.
p.s.
dimenticavo Stromae, ma non fa praticamente testo, è stato un Adele francofono quanto a impatto, del tutto fuori categoria. E comunque, l'ultimo album fuori dalla Francia ha floppicchiato.