Dopo numerosi ascolti, si è tutti abbastanza concordi, dalle recensioni (anche se Ondarock a mio parere, pur riconoscendo il grande talento dei musicisti, ha liquidato troppo velocemente la cosa: pretendere innovazione dopo 36 anni di carriera? Lo si dovrebbe chiedere a tutti gli artisti, perché solo a loro?) - ai voti su RYM, che questo è il loro miglior album dai tempi di Train of Thought del 2003.
Quindi non solo il miglior album dell'era Mangini ma anche meglio di Octavarium e altri dischi con Portnoy (sì, contraddico la mia primissima impressione perché questo è un disco che cresce, richiede molti ascolti).
La chiave vincente di questo disco, oltre al miglior mixaggio di sempre della band, è una freschezza melodica e una densità che non si sentiva da un bel po' nei loro dischi. Certo sono i Dream Theater e fanno i Dream Theater, nessuno si aspetta influenze dance o folk.
La suite eponima - col refrain che sembra provenire dagli anni d'oro della band - è nettamente superiore a quella presa in giro citazionista che era Octavarium e a tutte le altre suite recenti (in disaccordo con la recensione, mi pare che il consensum generale sia palesemente a favore di quest'ultima).
Credo che per la prima volta in un loro album non ci sia una ballata (solitamente era più o meno melensa).
Comunque, un brano e la suite