Mi sono visto su Raiplay Hard to be a god e mi ha ricordato Au hasard Balthazar.
Formalmente sono entrambi splendidi e ovviamente agli antipodi - uno strabordare di oggetti appesi e fango e pezzi umani contro l'essenzialità perseguita in ogni inquadratura.
In entrambi i casi le immagini sono così belle che si possono guardare per ore - in entrambi i casi lo sviluppo della storia non è dato da una progressione causale di eventi (da A consegue B da B consegue C) ma da un accumulo (A+B+C). Questo perché (vado a ruota libera senza aver letto nessuna letteratura a riguardo) alla fine quello che conta è la rappresentazione del mondo, non la storia. Conta il giansensismo di Bresson e il pessimismo cosmico materico (sto inventando) di German.
Però, e qui salta fuori il però, la mia distanza da queste visioni del mondo mi impedisce di vedere questi film come capolavori. Se avessero avuto una storia avente come sottotesto le stesse visioni del mondo magari sì. Ma essendo dei manifesti ideologici attraverso immagini non ce la faccio ad innamorarmene solo per le immagini ignorando l'ideologia. E' giusto? Capita anche a voi?
Mi hanno anche entrambi ricordato un passaggio di un libro Houellebecq - credo Piattaforma, libro minore, ma i libri minori di Houellebecq sono comunque al di sopra del 99% della produzione letteraria contemporanea - in cui il tipo lavora al ministero dei beni culturali e nota come lo stato finanzi soprattutto (e la critica esalti soprattutto) prodotti culturali volti a eliminare ogni senso di speranza. Si noti che questo è il caso solo superficialmente per i romanzi di Houellebecq dove a una rappresentazione di "un mondo di merda" si associa sempre una rivolta - disperata ma pur sempre rivolta - da l'estensione del dominio della lotta a serotonina.
Ecco secondo me nel cinema questo problema è di grande rilievo - dagli anni 60 ad adesso tendiamo - forse come reazione a un cinema commerciale puerilmente a lieto fine - a classificare come capolavori soprattutto film che quando esci di sala vuoi suicidarti. Perché? C'è una via d'uscita?