Sì, vorrei vincere il contest per il thread più triste e basso della storia del forum.
Da anni affianco al mio contratto da dipendente in agenzia una partita iva per le commissioni che ricevo, difficilmente gestibili con ritenute d'acconto (a volte sforo il tetto, quasi sempre sono dall'estero, spesso da società strutturate che richiedono posizioni più formali a cui fatturare...).
Finora, rientrando nel regime dei minimi, è stato abbastanza gestibile e per questo non capivo troppo i vari racconti dell'orrore che sentivo sulla p.iva. Sì, il primo anno c'era stato da pagare anche l'anticipo per l'anno dopo, ma comunque affrontabile.
Da quest'anno, per sopraggiunta vecchiaia, è finita.
Tutti i miei fellow-illustrators freelance sono passati al forfettario leghista, da quanto mi si dice abbastanza ragionevole.
Gli amici del PD hanno però messo al 90° una clausola che, per chi è già dipendente, questa possibilità è esclusa, facendoli ricadere tra le grinfie del regime ordinario.
In questo la tassazione, tutto compreso (Iva, Irap...), arriva a circa il 65%.
Facendo un po' di calcoli, significa che per entrate di 5000€, 3250€ se ne vanno in tasse. Rimangono 1750€ di utile, a cui sottrarre le spese di un commercialista (e lascio a voi fare il conto di quante caramelle è possibile comprarsi con quanto rimane sul piatto).
In un anno particolarmente florido con 10000€ di commissioni, il guadagno sarebbe di circa di 2500€, a fronte del sacrificio di ogni weekend e gran parte delle nottate.
Ora, spero di non essere diventato un berluschino-di-merda negli anni, ma a me più che un modo per contribuire al benessere della collettività sembra semplicemente un modo per dirmi forte e chiaro: non lavorare, non perdere tempo libero per queste scocciature, la sera guardati Netflix.
C'è qualcun altro qui in condizioni simili? Come vi comportate?
Vorrei confrontarmi con chi vive questa situazione, non credo che il mio sia un caso così isolato, ma a quanto capisco non sembrano esserci alternative.