Non ho trovato nessuno sul forum che parlasse di questo disco ed effettivamente ho incontrato ben poche persone che lo conoscessero.
A me è stato presentato da Maurizio Franco mentre studiavo in Civica e me ne sono innamorato perdutamente.
È il mio disco preferito di jazz europeo, lo trovo un miracolo di equilibrio tra vecchio e nuovo mondo, sostenuto dall'inesauribile talento melodico di Komeda, dalla veemenza di Namysłowski e dalla sublime tromba di Stanko (di cui consiglio fortissimamente il disco in solo nel Taj Mahal e caverne di Karla, un esperimento di risonanze e riverberi che ha del celestiale).
Altro materiale di Komeda mi piace (incluse le colonne sonore) ma non arriva a questo livello, qui sviluppa la 'forma ad arco' nei temi e arriva ad un lirismo che riesce ad essere morbido ma incisivo e, a tratti, persino psichedelico.
(non so se venga considerato spam ma ne ho fatto un'analisi più approfondita QUI, chiedo scusa in caso e tolgo il link se devo!)