Ieri ha avuto luogo in Senato la prima votazione parlamentare sulla riforma costituzionale degli articoli 55, 56 e 59 della Costituzione (numero di deputati, numero di senatori e senatori a vita). Nel silenzio generale, mi pare di poter dire. Ma se dibattito pubblico non vi è stato, ci si aspetterebbe che dibattito vi sia e vi sia stato almeno nel luogo a ciò deputato.
Beh, la prima tornata di dibattito in un'assemblea parlamentare è iniziata mercoledì mattina ed è finita mercoledì sera, in pratica. Giovedì mattina in poco tempo ci si è tolti di mezzo i pochi emendamenti e, alla presenza del vice pdc Di Maio e del ministro dei trasporti Toninelli (?), venuti solo per qualche minuto per assistere al momento della votazione e prendersi il momento di gloria immortalato da decine di giornalisti e telecamere, il primo passo del procedimento previsto dall'articolo 138 ha avuto termine con 185 voti favorevoli (54 contrari).
Un solo giorno di dibattito (oltre a un pugno di sedute nell'apposita Commissione parlamentare).
Ora la palla passa alla Camera.
Ok, un dibattito breve. Ma sarà stato significativo? Vediamo:
1- un disegno di legge ha un relatore, che è un senatore che si incarica di spiegare all'Assemblea come si articola il disegno di legge prima che inizi il dibattito. In questa occasione il relatore era Calderoli (Lega). Quanto tempo si è intrattenuto ad illustrare? Neanche un secondo: ha rinunciato ad intervenire! Inaudito, secondo gli esperti: stiamo sempre parlando di una riforma costituzionale o no?
2- la lega sarà intervenuta nel dibattito comunque, no? No. Neanche uno dei senatori leghisti ha deciso di spendere una sola parola.
3- e il M5S? In tutto n. 3 interventi. La maggior parte senza toccare mai il tema.*
4- Quanto meno Lega e M5S sono intervenuti in dichiarazione di voto finale (la dichiarazione che si fa per indicare come si voterà e perché).
*da segnalare quello di Morra, il quale individuava una delle ragioni della riforma nel fatto che "il paese sta morendo". Per poi lanciare la frecciatina a quelli di FI chiedendo loro di verificare a quante sedute avesse partecipato nella scorsa legislatura Ghedini. Ottenendo come risultato soltanto una frustata dalla presidente Casellati: "non abbiamo bisogno di un grillo parlante!"
Ora, della riduzione a 400 deputati e 200 senatori si potrà dire quel che si vuole (immagino siano tutti favorevoli), (c'è poi da dire che l'articolo 59 parla dei senatori a vita, ma nessuno si è preso la briga di spiegare in cosa cavolo consista la riforma in proposito), ma sarebbe stato bello se qualcuno della maggioranza avesse spiegato qual è la logica di questi numeri. Perché 200? Perché 400? Zero motivi. Ridurre i costi sembra essere l'unico leitmotiv. Saranno numeri tondi, esteticamente più presentabili? Boh.