Mai visto di buon occhio gli uomini che tingono i capelli, ho sempre trovato superficiale ed effimera la non accettazione del tempo (che passa) ed è come se quella tintura mi indicasse chiaramente il non leale, il poco franco, il bugiardo.
Tutto questo prima di conoscere una delle persone che più ho stimato ed ammirato nella vita mia che in pochissimo tempo ha disintregrato lo schema mentale che mi ero creato, schema mentale di cui mi nutro su quasi ogni aspetto della vita (schemi che però non sono sempre infallibili).
Lavorava in cantiere, aveva una baracca/ufficio tutta sua, faceva reparto da sé. Quando mi spedirono nel "suo" impianto come supporto tecnologico più che tecnico (egli fu la prima persona veramente competente, completa e versatile che incontrai fino a quel momento) non mi voleva ancora prima di conoscermi e addirittura di questo "rinforzo" si lamentò abbondantemente coi superiori in più occasioni (tuttavia il mio supporto diventò presto necessario per via di un software a cui dovette piegarsi).
Conoscevo il proprietario di una piccola ditta di montaggi che mi avvertì: andrai a lavorare con un pazzo, nessun collega vuole lavorare con lui ma risolve problemi ed il capo cantiere se lo tiene buono.
Mi ci vollero mesi prima di conquistarmi un saluto ed un dialogo (condividevamo lo stesso spazio) che non fosse lo stretto necessario per una buona collaborazione lavorativa. Oggi ricordo con affetto il nostro primo incontro: imbarazzato entrai nel suo chiuso mondo e ci guardammo/scrutammo molto più del dovuto, io ero un cane sciolto in tuta e giacca di pelle mentre lui era uno splendido esemplare di Lupo Solitario in camicia a pois e ricciolo di media lunghezza tinto di ROSSO MOGANO CHIARO. Nonostante avesse queste accortezze femminee i suoi modi e la sua aurea non trasmettevano altro che rudezza, asprezza, spigolosità, prepotenza e virilità e già questo primo impatto ruppe metà del muro che mi ero costruito fin lì. Passati i primi mesi di ostilità e mobbing e dopo aver ingaggiato una mai dichiarata ed estenuante gara su chi arrivasse prima e se ne andasse più tardi mi permise di alienarmi insieme a lui e lavorammo praticamente ed ininterrottamente per due anni dalle 10 alle 12 ore al giorno (inclusi sabati e innumerevoli domeniche) concedendoci però grandi abbuffate in pausa pranzo nei fine settimana, pasti che scorrevano senza scambiarci una parola mangiando e bevendo con voracità ed ingordigia tipica dell'animale (quando volevamo attingere la stessa pietanza dai piatti condivisi a momenti ci ringhiavamo). In ambito lavorativo e forse anche non lavorativo sono stati i due anni più belli della vita mia, due anni ricchi di soddisfazione. Lui una vecchia macchina da lavoro instancabile lombarda con innumerevoli capacità pratiche, io ricchissimo di entusiasmo e con l'esuberanza tipica dei ventanni affamato di imparare VERAMENTE il mestiere. Condividemmo molto ma quasi silenziosamente.
Quel periodo per quanto riguarda la reputazione mi ha fatto campare di rendita diversi anni e ci sono occasioni, oggi, in cui quelle esperienze ancora pagano.
Avemmo altre occasioni lavorative insieme in altri cantieri per vari anni, poi ci separammo definitivamente perchè decisi di costruirmi una vita diversa che non fosse per forza incentrata/imperniata esclusivamente sul lavoro, considero il lavoro come mezzo e non come un fine. Mi richiese ovunque andò, non lo seguii più, morì poco prima del pensionamento con quel capello rosso mogano che gli stava veramente da dio.