Questo topic è riservato a quei film che i vari utenti ritengono imprescindibili ma che il resto del mondo considera al più carini o interessanti.
L'idea è quella di avere alla fine una lista di capolavori alternativa sia ai soliti film da 5 stelle dei classici dizionari di cinema sia a quelli che oramai vengono inseriti di diritto nelle varie amene classifiche che imperversano su internet.
Per ogni film si richiede una scheda che ne riassuma le qualità e le caratteristiche che secondo voi ne fanno un capolavoro a cui purtroppo manca ancora il riconoscimento ufficiale.
Non mi va di scrivere le caratteristiche e temo anche di essere ot.
ad es. Apocalypto per me è il più grande film finora uscito nel nuovo millennio.
Il Volpone con Villaggio e Montesano è fra le più fighe commedie di sempre.
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Stefano
Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!
Twenty-Three Lubed Up Schizophrenics With Delusions of Grandeur
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Inviato 14 giugno 2015 - 15:26
Event Horizon
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the best ever death metal band out of Denton
never settled on a name.
but the top three contenders, after weeks of debate,
were Satan's Fingers, and the Killers, and the Hospital Bombers.
Tutto ciò(vabbè, quasi) che Nora Ephron ha scritto o diretto.
La gran parte delle pellicole di Woody Allen considerate minori non si sa bene secondo quale criterio (Interiors, Stardust Memories, Manhattan Murder Mistery, Bullets Over Broadway e soprattutto Another Woman, Husbands and Wives e Celebrity sono capolavori assoluti).
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"[...] Si, questa è la verità, la scomoda verità che viene a distruggere il piacevole rapporto del dialogo: Giordano Bruno gridò quando fu bruciato. Il dizionario dice solamente che egli fu bruciato, non dice che gridò. Allora, che dizionario è questo che non informa? Perché dovrei volere una biografia di Giordano Bruno che non parla delle grida che lanciò lì, a Roma, in una piazza o in un cortile, con gente tutt'intorno, alcuni che attizzavano il fuoco, altri che assistevano, altri che serenamente stilavano l'atto di esecuzione? Dimentichiamo troppo spesso che gli uomini sono fatti di carne facilmente rassegnata. E' dall'infanzia che i maestri ci parlano di martiri, che diedero esempi di civiltà e di morale a loro spese, ma non ci dicono quanto doloroso fu il martirio, la tortura. Tutto rimane in astratto, filtrato come se guardassimo, a Roma, la scena attraverso spesse pareti di vetro che ammortizzano i suoni, e le immagini perdessero la violenza del gesto per opera, grazia e potere di rifrazione. E allora possiamo dirci tranquillamente l'un l'altro che Giordano Bruno fu bruciato. Se gridò, non lo sentiamo. E se non lo sentiamo, dove sta il dolore? Ma gridò, amici miei.
E continua a gridare."
George Roy Hill è famoso per essere il regista di due film epocali come Butch Cassidy (1969) e La Stangata (1973), film che molti utenti probabilmente non avranno problemi a considerare dei capolavori assoluti.
Ma, fidatevi di me, il film a cui spetta indiscutibilmente il titolo di capo d'opera del regista di Minneapolis è
COLPO SECCO (Slap Shot) -1977 di George Roy Hill
Scritto da Nancy Dowd (che in seguito firmerà anche il copione del pluripremiato Tornando a casa, per cui vincerà l'oscar per la miglior sceneggiatura originale) il film narra le disavventure di uno sgangherato team di hockey su ghiaccio, i Chiefs di Charleston, della serie B americana, categoria famosa per l'aggressività e per la violenza delle squadre iscritte e parallelamente anche il triste declino industriale della città.
Detta così, ne convengo, non sembra niente di diverso della magari pur valida riproposizione del classico film sportivo americano ma in questo caso ci sono alcuni elementi che fanno elevare la peliccola nell'empireo dei capolavori.
Questi elementi sono:
- Il già citato copione di Dowd, perfetto e calibratissimo nell'alternare i vari registri proposti e insospettabilmente raffinato nel trattare il mondo sguaiato e volgare dell'hockey su ghiaccio, capace di scrivere dialoghi memorabili nella loro eccentrica scurrilità e di inventare personaggi indimenticabili come l'allenatore-giocatore Reggie Dunlop o il trio dei dementi fratelli Hanson.
- la regia robusta e impeccabile di George Roy Hill perfetta sia nelle concitatissime sequenze delle partite, sia nei momenti di pura commedia che in quelli più seri e riflessivi.
- e ovviamente una delle più grandi interpretazioni di uno dei più grandi attori americani, quella di Paul Newman nei panni di Reggie Dunlop, leader eccentrico della squadra che si professa amante del vecchio glorioso hockey ma che poi pur di vincere non ha problemi a usare ogni sotterfugio.
Ed è proprio la figura di Reggie, volgare, puttaniere, furbo e totalmente senza scrupoli ma anche divertente e generoso il vero cuore di un film assolutamente imprevedibile e fuori da qualunque schema.
Newman ha in seguito rivelato di considerare quest'interpretazione come la migliore della sua carriera
Insomma per chi scrive stiamo semplicemente parlando della PIU' GRANDE COMMEDIA SPORTIVA DI TUTTI I TEMPI.
Due scene per invogliarvi a vedere questo incredibile gioiello:
- Quella assolutamente politicamente scorretta in cui Reggie fa vincere la partita ai suoi facendo andare fuori di testa il portire avversario a suon di insulti alla moglie ( Hey Hanrahan! Hanrahan! Hanrahan, Suzanne sucks pussy! Hey Hanrahan she's a dyke! I know, I know! She's a lesbian, a lesbian, a lesbian! ).
Il film all'uscita non ebbe molto successo e ricevette critiche per la maggioranza negative ma in seguito ha raggiunto un discreto successo di nicchia.
Fino all'uscita di Quei Bravi Ragazzi il film deteneva il record di scurrilità pronunciate in una singola pellicola.
l'altro giorno vedendo il trailer dell'ultimo film della Winslet stavo giusto pensando a quando sarebbe stato rivalutato Titanic. Non tanto per il film in sè quanto per il fatto che al oggi sia Di Caprio che la Winslet sono considerati tra i migliori attori della loro generazione mentre al tempo Di Caprio era visto da molti come ragazzino belloccio e nulla più (poi io non sono mai diventato suo grande fan manco in seguito ma è un altro discorso) e la Winslet già comunque bravissima era ben lontana dall'avere il prestigio attuale.
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
Dune di Lynch. In realtà è un film con grossi problemi, ma il lato immaginifico è eccezionale, e ci torno su frequentemente.
Un altro cult personale è L'invenzione di Morel, che penso sia ben visto, ma non citato così spesso.
Il ventre dell'architetto è un bel film, ma il contrasto fra l'altezza della visione di Boullée (metafisica) e la bassezza della vicenda mi diede noia, capisco il suo punto di vista "umano" ma dall'altro non ci si mette mai nessuno, e se ne avrebbe troppo bisogno.
Il ventre dell'architetto è un bel film, ma il contrasto fra l'altezza della visione di Boullée (metafisica) e la bassezza della vicenda mi diede noia, capisco il suo punto di vista "umano" ma dall'altro non ci si mette mai nessuno, e se ne avrebbe troppo bisogno.
Ma a mio avviso Boullée è un pretesto narrativo (per quanto significativo, certo) per il viaggio al termine della notte di Kracklite.
E' su quello che il film sta o cade. Non sul visionario architetto francese.
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«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)
Ma a mio avviso Boullée è un pretesto narrativo (per quanto significativo, certo) per il viaggio al termine della notte di Kracklite.
E' su quello che il film sta o cade. Non sul visionario architetto francese.
è assolutamente così, però io da appassionato di Boullée ne sono rimasto deluso, mi aspettavo qualche inserto più fantastico a metafora della sua notte, tutto qui il film in sé è bello.
Forse l'unico che mi sento di dire "osannato ma mai abbastanza":
Robert Altman - Short Cuts (1993)
Riunire i racconti di Carver in un unico grande affresco americano, con un cast fluviale e di primissimo livello tra cui il vecchio Jack Lemmon e un enorme Tom Waits. Poteva farlo solo Bob, e grazie a Dio l'ha fatto.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
Un giallo italiano credo del 1990 ambientato però in America, "dove comincia la notte" è un mio culto personale.
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Stefano
Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!
Qui si parla di uno dei più grandi film sportivi di tutti i tempi e sicuramente il migliore che parla di corse automobilistiche
LA 24 ORE DI LE MANS (Le Mans) -1971 di L.H. Kazin
Dopo l'enorme successo di Bullitt (1969) l'attore Steve Mcqueen è il divo più pagato di Hollywood e con la sua casa di produzione, la Solar, ha la possibilità di mettere finalmente in cantiere il suo progetto più personale: la realizzazione di un film dedicato alla sua grande passione, le corse automobilistiche, e in particolare alla 24 di Le Mans.
Il budget stanziato è faraonico con l'intero circuito affittato per 3 mesi e decine di macchine da corsa coinvolte mentre per dirigere la pellicola viene chiamato il vecchio maestro di McQueen, John Sturgess.
Il film sembra insomma avere tutte le carte in regola per essere l'ennesimo enorme successo nella carriera dell'attore.
Andrà tutto a puttane.
Mcqueen è così preso dal progetto che non vuole che nessuno si frapponga tra lui e il suo sogno e pretende di avere l'ultima parola su tutto.
Dopo 3 settimane di riprese Sturgess, che voleva girare una storia d'amore con la corsa come sfondo, lascia il set in polemica con l'attore che invece vuole girare un'opera dove le vere protagonsite sono le macchine e il circuito.
Da lì in poi le cose cominceranno a precipitare, budget sforato, oltre 6 mesi di riprese, sceneggiatura praticamente inesistente, continui incidenti sul set con il serio ferimento del pilota David Piper al quale verrà amputata una gamba.
E ovviamente il problema principale: McQueen che in pieno delirio paranoico, alimentato da continue orge a base di sesso e cocaina, porterà il set vicinissimo alla soglia di implosione, esasperando tutti con la sua meticolosità esagerata (arriverà a buttare un'intera giornata di difficilissime e costosissime riprese perchè non gli piacevano gli insetti morti che aveva personalmente posizionato sul cruscotto della macchina per darè un tocco di ulteriore realismo, "Wrong bugs" sarà il suo laconico commento).
Quando il film esce nel giugno del 71 a firma di Lee H. Katzin, il mestierante scelto per sostituire Sturgess (e totalmente manovrato dal divo che si può a buon diritto considerare il vero regista del film) il pubblico e la critica restano allibiti.
Ma nonostante le critiche feroci e il flop al botteghino è, soprattutto visto a distanza di anni, un autentico capolavoro.
Mc Queen ripetava sempre di non volere "merdate hollywoodiane nel suo film" e l'obiettivo è raggiunto in maniera addirittura esagerata, nonostante i tagli imposti in extremis dai distributori (il suo montaggio originale era più lungo e ancora più estremo) ci si trova di fronte ad un unico, stupendo poema onirico sulle corse, una specie di incredibile documentario iperrealistico e allucinato, un'opera quasi sperimentale con pochissimi dialoghi e l'attore che pronuncia la prima parola dopo oltre mezz'ora dai titoli di testa e dove l'esagerazione dei particolari, i rallenty improvvisi e le distorsione dei rumori- la colonna sonora a parte un paio di scene è praticamente inesistente- contribuiscono al raggiungimento di un risultato assolutamente unico e prezioso.
Note: E' in questo film che McQuenn pronuncia la famosa frase, poi divenuta proverbiale nell'ambiente del'automobilismo sportivo: "Le corse sono la vita, quello che succede prima e dopo è solo attesa".
Sulla travagliata realizzazione del film quest'anno a Cannes è stato presentato un documentario che ha ottenuto ottime recensioni "The Man e Le Mans" di John mcKenna e Gabriel Clarke.
Va beh vado via un po' più in velocità anche perchè mi sono accorto che quando scrivo dei film che mi piacciono tendo a diventare un po' logorroico (eufemismo ), faccio saltare anche la divisione in generi che mi ero preposto.
ULTIMA NOTTE A WARLOCK (Warlock) 1959- di Edward Dmytryk
Grande, grandissimo western melodrammatico di cui l'incredibile coppia di giustizieri gay Henry Fonda- Anthony Quinn non è certo l'unico pregio.
Più che trovarlo al massimo carino, penso che chiunque-a-parte-me ignori totalmente questo film. Secondo me anche il regista ha dimenticato di averlo girato. Io l'ho incrociato a Venezia ed è stato amore a prima vista.
Perché è uno di quei film per cui l'aggettivo onirico non è sprecato. E' un delirio, un'allucinazione, e solitamente detesto queste atmosfere; ma qui hanno esercitato su di me un fascino che neppure io mi spiego. Entra in medias res, poco o nulla è spiegato, forse nulla di ciò che si vede è accaduto o forse è accaduto in maniera diversa. Il tutto in uno stile visuale straniante, specie all'inizio, inquadrature indirette, tagliate in modi anticonvenzionali, sperimentazioni nell'uso delle lenti... il che detto così sembra una sega tecnica a vuoto, ma non so come il risultato riempie gli occhi e lascia l'animo preda di un sottile sgomento.
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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.
Concludo la carellata dei film sportivi con questo anche se è un po' sui generis:
STRADA A DOPPIA CORSIA (Two line blacktop) 1971 di Monte Hellman
vabbè però Strada a doppia corsia qui non c'entra davvero nulla, è acclamato come uno dei grandi film degli anni settanta,oltre a essere ben noto è difficile trovare qualcuno che lo consideri meno di un film grossissimo, altro che unico a pensarla così nel globo terracqueo
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
Va beh effettivamente ci sta un po' stretto, ma non mi sembra che abbia poi sto gran seguito, anzi se guardi le valutazioni nei vari siti di cinema sono decisamente bassine e scommetto che anche qui sul forum l'avranno visto in quattro gatti.
Diciamo che solitamente viene considerato un buon/ottimo film ma non un capolavoro.
Va beh effettivamente ci sta un po' stretto, ma non mi sembra che abbia poi sto gran seguito, anzi se guardi le valutazioni nei vari siti di cinema sono decisamente bassine e sommetto che anche qui sul forum l'avranno visto in quattro gatti.
Diciamo che solitamente viene considerato un buon/ottimo film ma non un capolavoro.
Ho sempre avuto un'impressione diversa. Per dire, Rottentomatoes:
IMDB gli da un misero 7.3, e sui vari dizionari prende di solito 3 stelle e non di più.
Con questo non dico che non sia un film generalmente più considerato rispetto a quelli che ho citato sinora.
ma le valutazioni di IMDB da guardare non sono quelle in alto ma quelle in basso. E non a caso la recensione più votata dagli utenti gli dà 10 e comincia con "
In my view this is the best road movie ever made. "
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
LA 24 ORE DI LE MANS (Le Mans) -1971 di L.H. Kazin
wow. Per me sempre solo un anonimo titolo nella filmografia di McQueen, ma ora mi ha fomentato.
Visto che ho rotto le palline contribuisco...
1971 Il faro in capo al mondo (The Light a the Edge of the World) di Kevin Billington
Il guardiano di un faro (Kirk Douglas) deve vedersela con una ciurma di pirati giudati da un capitano luciferino (Yul Brinner). Dimenticatevi i pirati simpatici tagliagole che vengono celebrati in quasi ogni altro film dedicato all'argomento, in questo film sono una masnada di inquietanti e allucinati pervertiti dediti al Male in ogni sua forma. Tratto da un romanzo di Verne, che non mi stupirei essere a tinte forti quanto il film come molti romanzi ottocenteschi d'avventura, praticamente è "Cane di paglia" con i pirati, immerso in un'atmosfera allucinata da horror inglese demoniaco di quegli anni. Uno di quei film in cui il protagonista le prende per il primo terzo di film, scappa nel secondo e fa fuori tutti nel terzo. Ma in modo tipicamente anni 70 non aspettatevi nessuna facile catarsi e rivalsa, con un pessimismo cosmico che trasuda dalla prima all'ultima inquadratura. Due o tre scene sono un bel pugno nello stomaco anche per lo smaliziato spettatore odierno. Tra quelli che fanno una brutta fine (va beh, tutti praticamente) un giovanissimo Massimo Ranieri.
1969 Gli spericolati (Downhill Racer) di Michael Ritchie 1970 Lo spavaldo (Little Fauss and Big Halsy) di Sidney J. Furie
Un appena famoso Robert Redford alle prese con due film sportivi consecutivi, uno sullo sci e l'altro sul circuito del motocross. In entrambi fa praticamente lo stesso personaggio: un giovane cinico e calcolatore smanioso di arrivare al successo, pronto per questo a sacrificare amicizie, amori e quant'altro. Se in un caso otterrà un effimero successo, nell'altro resterà un loser. Due tipicissimi e laconici film americani al giro di boa dei 60 e 70 che non caga nessuno e che invece io amo molto. Entrambi privi di una vera trama, con una riuscita esplorazione dei due mondi sportivi, quello ovattato e freddo (non solo climaticamente) dello sci, quello sporco e polveroso del motocross. In sottofondo un'amarezza senza scampo dove tutti alla fine sono perdenti indipendentemente dalle vittorie sportive. Interessante vedere come erano quegli sport 45 anni fa, con ad esempio piste da sci oggi impensabili per la sicurezza. In quello sullo sci Redford è affiancato dal solito enorme Gene Hackman, in quello sulle moto da quel tossicone di Michael J Pollard.
Per impatto e delicatezza uno dei migliori film sull'adolescenza e sul trovare la propria identità attraverso un percorso di crescita doloroso ma necessario.Da lacrimoni e da memorabilia l'ultima scena dove romperanno l'immobilismo della piccola comunità.
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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)
"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)
"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"
"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)
"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"
Li ho visti tutti e due quelli con Redford di Tom, bellissimi!
sempre con lui ma più recenti: Havana, valido anche come film storico sui giorni della rivoluzione cubana visti con gli occhi degli sconfitti.
E Spy Game con Brad Pitt, più che un film una droga, stupendo per me ma forse sono OT sarà considerato un capolavoro ovunque...
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Stefano
Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!
Occhio però che Le Mans è così estremo, iperrealistico e così chiuso nel mondo delle corse che chi non è appassionato di automobilismo rischia di trovarlo noioso.
Non è difficile comunque capire perché fu un flop, rivisto oggi è un oggetto totalmente anomalo che se da una parte porta alle estreme conseguenze i film di taglio documentaristico tipici di quegli anni dall'altra lo fa in maniera così radicale nel suo appproccio senza compromessi alla materia che sembra sia stato girato da qualche regista indipendente odierno, fermo restando l'assurdo budget di oltre 8 milioni di dollari dell'epoca.
Comunque sul tubo lo si trova facilmente in originale ma vista la quasi assenza di dialoghi (con i vari personaggi che tra l'altro parlano nella loro lingua madre, quindi alla fine sono quasi più le battute in francese e italiano che quelle in inglese) la cosa non è un gran problema.
I due film con Redford sono anche quelli bellissimi, sono particolarmente legato a Lo Spavaldo che fotografa perfettamente il mondo delle corse in moto anni 70 con un Redford alle prese con un personaggio assolutamente spiazzante e imprevedibile.
Sull'argomento è da vedere anche il bel documentario prodotto proprio da McQuenn On Any Sunday che si portò a casa anche una nomination all'oscar.
Certo che si potrebbe aprire un topic su questi film sportivi anomali molto più interessanti di quelli che solitamente appaiono nelle classifiche ufficiali sull'argomento (Rocky, Momenti di Gloria, Alì & C.)
ULTIMA NOTTE A WARLOCK (Warlock) 1959- di Edward Dmytryk
Grande, grandissimo western melodrammatico di cui l'incredibile coppia di giustizieri gay Henry Fonda- Anthony Quinn non è certo l'unico pregio.
Va beh ma questo è unanimemente considerato tra i più grandi western di sempre, forse il migliore – insieme Un dollaro d’onore e Mezzogiorno di fuoco – tra i grandi western 'cittadini' degli anni cinquanta. Se il senso del topic è quello di portare alla luce film che per voi sono capolavori mentre il resto del mondo a malapena conosce quando addirittura non schifa dovete cominciare da sti titoli qua
Si va beh, dai super appassionati di western sicuramente ma dubito che molti comuni cinefili ne abbiano sentito parlare, contrariamente a Un Dollaro d'Onore e Mezzogiorno di Fuoco che è invece sono considerati dei capolavori da tutti.
Warlock non arriva nemmeno alla notorietà di un film molto buono ma decisamente inferiore come Quel Treno per Yuma.
Ovviamente Saturday Night Fever, che è un capolavoro assoluto ben al di là del clamore da botteghino, della colonna sonora meravigliosa e del cult Travoltiano che da lì si genera e che finisce nelle case di tutto il mondo.
E' un film-film che travalica il genere (musical) e si pone come manifesto socio culturale, antropologico, politico et etiam ultra; c'è chi non l'ha capito, ma lo spaccato della Brooklyn dei mid seventies, l'ansia di rivalsa, il bullismo stradaiolo di ragazzi senza futuro in cerca di redenzione sono di quanto meglio mai mostrato sullo schermo in ordine al brusco e malinconico risveglio post 68 dal fallimento del sogno americano.
Un cult personale assoluto, uno dei miei top 10 senza se, senza ma e senza cazzi.
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mi ricorda un po' Moro.
Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.
Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).
Non mi va di scrivere le caratteristiche e temo anche di essere ot.
ad es. Apocalypto per me è il più grande film finora uscito nel nuovo millennio.
Il Volpone con Villaggio e Montesano è fra le più fighe commedie di sempre.
Apocalypto (2006) di Mel Gibson
con Rudy Youngblood, Dalia Hernandez.
Come Gibson abbia nel tempo sapientemente sfruttato la sua immagine di ultra-conservatore politicamente scorretto applicandola mediaticamente in maniera da conferire ai propri lungometraggi quel mix di ammirazione e antipatia capace di portare la gente al botteghino è cosa abbastanza nota.
Il giochino che tanta pecunia aveva portato a opere come La Passione di Cristo (gran film) o Il Patriota (bruttino) non gli riesce con questo Apocalypto che pure a conti fatti merita eccome.
Al di là delle consuete (e studiate) polemiche sulla truculenza splatter delle scene o sulla "politica" adoperata per tinteggiare i sadici costumi del popolo Maya, il film non è nient'altro che l'ennesima variaione sul tema dell'action movie: l'ambientazione e lo sfondo storico sono fascinosi, i personaggi sufficientemente corposi e calati nel ruolo, ma soprattutto l'adrenalina scorre copiosa per tutta la durata dell'opera rendendo "leggere" e godibili le due ore e venti circa di durata.
Ottimo.
Si va beh, dai super appassionati di western sicuramente ma dubito che molti comuni cinefili ne abbiano sentito parlare, contrariamente a Un Dollaro d'Onore e Mezzogiorno di Fuoco che è invece sono considerati dei capolavori da tutti.
Quoto, io di western ne ho visti parecchi eppure questo non lo conoscevo, sto provvedendo a rimediarlo comunque che vista la trama e gli attori sembra già bellissimo. Thanks.
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
Si va beh, dai super appassionati di western sicuramente ma dubito che molti comuni cinefili ne abbiano sentito parlare, contrariamente a Un Dollaro d'Onore e Mezzogiorno di Fuoco che è invece sono considerati dei capolavori da tutti.
Warlock non arriva nemmeno alla notorietà di un film molto buono ma decisamente inferiore come Quel Treno per Yuma.
si ma decidetevi, qual è il discrimine, la notorietà o il giudizio critico?
se un film è sconosciuto il problema non si pone mi pare, casomai il contrario
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mi ricorda un po' Moro.
Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.
Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).
Diciamo che l'obiettivo non è quello di trovare tarantinamente gemme nel letame ma di citare una serie di film anche mediamente conosciuti ed apprezzati che secondo voi però meriterebbero di assurgere a livello di classici assoluti.