L'ultima missione (MR 73) di Olivier Marchal
#1
Posted 29 April 2008 - 09:35 AM
Dopo l'esplorazione ancora un po' incerta del milieu dei Gangsters (2002) e la maestosa rappresentazione del marciume istituzionale di 36, Quai des Orfèvres (2004), Olivier Marchal, ex poliziotto della brigata criminale, abbandona la prospettiva del polar e gira un "criptohorror" ambientato a Marsiglia. Corroso dal rimorso, braccato dal senso di colpa e ossessionato dal ricordo di un tradimento costato la vita al figlio e l'infermità alla moglie, il flic Louis Schneider (un Daniel Auteuil debosciatissimo) inizia una guerra tutta sua contro polizia e delinquenti, in cerca di una redenzione impossibile. Sulla strada della vendetta incontra Kovalski (Francis Renaud), uno sbirro col pelo sullo stomaco, Marie (Catherine Marchal, moglie del regista), collega parzialmente compromessa, e Justine (Olivia Bonamy), una donna sopravvissuta a un agghiacciante massacro familiare. Ma soprattutto si imbatte in un alter ego "negativo": Charles Subra (un Philippe Nahon da brividi), maniaco sadico che uccide per il solo gusto di veder morire e che è in procinto di uscire dal carcere in libertà condizionata per essersi sottotoposto a trattamento psichiatrico, per buona condotta e per aver fatto mostra di abbracciare la religione con fervore.
Nonostante le apparenze non si tratta di un polar, ma di un noir con marcatissime venature horror: Marchal non risparmia nulla in fatto di atrocità mostrate, fa di Marsiglia una pietraia sospesa sull'inferno e sgretola la linearità del racconto con flashback intermittenti. Il biancore obitoriale della fotografia di Denis Rouden strangola la mediterraneità della metropoli francese, allontanando violentemente la rappresentazione da qualsiasi sospetto di oleografia. Gli spazi chiusi (camere d'albergo, celle, centrali di polizia) aderiscono ai personaggi in modo impressionante, assorbendone gli umori e amplificandone l'amarezza: pur aprendosi al contesto ambientale, sembra di assistere a un film di soli interni. Già si sentono numerose voci lamentarsi per una misura stilistica eccessiva (troppo lungo, troppe sottotrame, troppa enfasi): ridicolo, questo significa soltanto che non hanno afferrato lo slittamento nell'horror operato da Marchal. Una deformazione figurativa così allucinata da far pensare a El Greco o alle pitture nere del Goya terminale, quello della Quinta del Sordo. Il titolo originale MR 73 è il nome di una vecchia rivoltella in dotazione alla polizia francese.
#2
Posted 29 April 2008 - 10:39 AM
In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle
#4
Posted 29 April 2008 - 11:46 AM
Mah, sono un po' diviso... In ogni caso recupererò 36 (insieme all'originale di Clouzot)
Ehm, a mio avviso il film di Clouzot non ha praticamente niente a che fare con 36, Quai des Orfèvres, salvo il titolo. Sono due film completamente diversi.
#5 Guest_Sickboy_Reducer_*
Posted 29 April 2008 - 11:58 AM
#6
Posted 27 January 2009 - 18:51 PM
Condivido in toto la bella recensione di corey, presente anche qui:
http://www.ondacinem...a_missione.html
Inclusa ovviamente l'osservazione finale sul titolo italiano.
#7
Posted 27 January 2009 - 22:39 PM
Grazie Claudio! Evidentemente sei un buongustaioVisto ieri sera. Bellissimo, con un Auteil trasandatissimo e meraviglioso.
Condivido in toto la bella recensione di corey, presente anche qui:
http://www.ondacinem...a_missione.html
Inclusa ovviamente l'osservazione finale sul titolo italiano.
#8
Posted 26 September 2009 - 15:23 PM
"L'ultima missione" ha però un'introduzione troppo lunga (passa un'ora prima che si muova qualcosa) e una fotografia che indulge nel patinato (bellissima quando lavora coi toni cupi). Buon film, passato troppo in sordina.
El Greco ha girato un film, "MR 73", con immagini dall'oltretomba.
memorable quotes ^^
#9 Guest_eustache_*
Posted 01 October 2009 - 13:12 PM
un'altra cosa irritante è il manicheismo. la dialettica bene male è veramente schematica, quasi come quella di 8mm (il filmaccio con nicholas cage) o del serial Millennium
questo moralismo privo di sfumature si associa perfettamente allo stile gotico/noir
il bene risiedde nella famiglia,
il male è tutto ciò che và al di fuori di essa, che è perverso
anche il protagonista sconta una pena terrificante proprio aver tradito la moglie, ovvero essere uscito dal matrimonio
comunque tutti questi eccessi ne fanno un'opera originalissima, sublime, e sicuramente Marchal gira da Dio, mille volte meglio degli pseudoregisti che ho citato, innovativo per il polar
p.s. è una semplice opinione personale
#10
Posted 01 October 2009 - 13:58 PM
#11
Posted 01 October 2009 - 21:37 PM
http://www.amazon.fr...&pf_rd_i=405320
#12
Posted 04 November 2009 - 14:39 PM
#13
Posted 04 November 2009 - 15:17 PM
Recuperato ieri: che delusione, che balzo indietro rispetto a "36 Quai des Orfèvres"! Là c'era emozione pura, un soggetto credibile, sostenuto da una sceneggiatura avvincente e da due protagonisti eccezionali. Qua, dopo venti minuti si cade nel manierismo. Un polar eccessivamente esasperato, troppo cupo, compatto e pessimista per essere davvero plausibile. Si salva solo l'impressionante fotografia.
:'(
#14
Posted 04 November 2009 - 16:09 PM
Ti capisco. Ho pianto pure io ricordando i miracoli della coppia Depardieu/Auteuil... E' raro piazzare due capolavori di seguito. Amen.:'(
#15
Posted 23 November 2009 - 10:25 AM
Se io voglio che gli uccelli cadano fulminati, gli uccelli devono cadere stecchiti dagli alberi. Sono il furore di Dio, la terra che io calpesto mi vede e trema.
Don't you know there ain't no devil there's just god when he's drunk.
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