Innanzitutto idiosincrasie nell'accezione etimologica, come "particolare temperamento".
Ho notato che abbiamo molti utenti che in certi ambiti rifuggono dalla medietà: dall'uso della penna stilografica con particolari inchiostri, ai tè di qualità con il suo giusto corredo, ma pure col whisky mi sembra che non scherzate...ovviamente non cito la ricerca musicale, cinematografica e letteraria che, come forum di cultura medio-altissima ci contraddistingue.
Oltre a testimonianze personali su altre attitudini di questo tipo, mi interessava capire il perché di questa ricerca. Mi pare ci sia sempre qualcosa in più del semplice risultato ("ho un tè più buono"), un valore etico o estetico, un immaginario, etc.
Riporto qualche post da cui è nata questa idea inutile, con un titolo che sembra fatto apposta per misunderstandare e andare off.
Il metatopic lo leggerei volentieri. Riguardo alle penne, per me la scelta è dovuta principalmente al fatto che non scrivo con la stessa facilità con altri tipi di penne, né al PC. Di solito le cose che scrivo diventano slide, ma almeno posso evitare buona parte del tempo alla tastiera scrivendo le bozze precedenti a mano. Al di là della praticità e della necessità ammiro e mi piace conoscere la tecnica e L’artisticità che sta dietro penne e in particolare inchiostri, perché sono molto appassionata di pigmenti. Ho diverse penne dalle 2 alle 4 cifre ma ho un uso per ciascuna, altrimenti non le avrei comprate. Mi piace l’idea di curare e conservare qualcosa che mi rende la vita migliore ma non sono sicura che l’aspetto rituale sia il punto. Forse più ciò che dicevi sul trovare valore anche a cose di tutti i giorni, che useresti lo stesso anche se non fossero perfette e in armonia col tuo gusto, ma che ti danno gioia e soddisfazione se lo sono.Io invece mi stavo chiedendo se dietro queste cose c'è una necessità di ritualità, di cerimoniosità, la necessità di una ricerca di qualcosa che è ritenuto importante anche nella sua piccolezza.
Non penso sia un caso che bar shoma sia qui e nel topic delle penne, e anche tu ed io.
E mi chiedo quali altre attività possano rientrare in questa attitudine (per me forse un po' di bibliofilia).
Serve un metatopic.
Io però ho un grande problema con gli hobby, libri compresi che divoro. Le attività che rientrano in queste categorie che elenchi hanno in questo momento storico un marketing che mi repelle, credo perché mi tocca molto, fondato sull’equiparare il consumo e la collezione alla conoscenza. L’esempio del make-up è chiarissimo secondo me: buona parte del marketing è affidato an influencer che in qualche modo si professano make-up artist. La professionalità però è principalmente un titolo che ti rende affidabile mentre mostri gli ultimi prodotti. Anche i video che dovrebbero mostrare le tecniche sono delle televendite senza significato. Gli spettatori vedono il video, vogliono i trucchi professionali, li comprano. Dov’è lo scambio culturale? Ora questo puoi traslarlo su qualsiasi altro hobby. Non vorrei fare savonarola ma personalmente trovo questo approccio devastante. Siamo buoni tutti a buttare soldi allo schermo per l’oggetto migliore, quello degli esperti e dei professionisti, e devo dire che questo atteggiamento mi fa ormai vergognare. Ho alcuni hobby per cui compro cose ma per scelta non seguo i rispettivi guru online né alcuna community, perché la bottom line è sempre la stessa. Per me l’istruzione è importante ma preferisco quando si esprime in modi diversi. Per esempio, se mi piacciono le penne voglio essere esperta di calligrafia, non delle ultime uscite di penne. Questo è per me il modo per evitare l’ansia e la FOMO che vedo in molte persone