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Idiosincrasie Dell'ondarocker


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7 replies to this topic

#1 Greed

    round control to major troll

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Inviato 02 febbraio 2023 - 12:18

Innanzitutto idiosincrasie nell'accezione etimologica, come "particolare temperamento". 

Ho notato che abbiamo molti utenti che in certi ambiti rifuggono dalla medietà: dall'uso della penna stilografica con particolari inchiostri, ai tè di qualità con il suo giusto corredo, ma pure col whisky mi sembra che non scherzate...ovviamente non cito la ricerca musicale, cinematografica e letteraria che, come forum di cultura medio-altissima ci contraddistingue.

 

Oltre a testimonianze personali su altre attitudini di questo tipo, mi interessava capire il perché di questa ricerca. Mi pare ci sia sempre qualcosa in più del semplice risultato ("ho un tè più buono"), un valore etico o estetico, un immaginario, etc.

 

Riporto qualche post da cui è nata questa idea inutile, con un titolo che sembra fatto apposta per misunderstandare e andare off.

 

 

Io invece mi stavo chiedendo se dietro queste cose c'è una necessità di ritualità, di cerimoniosità, la necessità di una ricerca di qualcosa che è ritenuto importante anche nella sua piccolezza.
Non penso sia un caso che bar shoma sia qui e nel topic delle penne, e anche tu ed io.
 
E mi chiedo quali altre attività possano rientrare in questa attitudine (per me forse un po' di bibliofilia).
 
Serve un metatopic.

Il metatopic lo leggerei volentieri. Riguardo alle penne, per me la scelta è dovuta principalmente al fatto che non scrivo con la stessa facilità con altri tipi di penne, né al PC. Di solito le cose che scrivo diventano slide, ma almeno posso evitare buona parte del tempo alla tastiera scrivendo le bozze precedenti a mano. Al di là della praticità e della necessità ammiro e mi piace conoscere la tecnica e L’artisticità che sta dietro penne e in particolare inchiostri, perché sono molto appassionata di pigmenti. Ho diverse penne dalle 2 alle 4 cifre ma ho un uso per ciascuna, altrimenti non le avrei comprate. Mi piace l’idea di curare e conservare qualcosa che mi rende la vita migliore ma non sono sicura che l’aspetto rituale sia il punto. Forse più ciò che dicevi sul trovare valore anche a cose di tutti i giorni, che useresti lo stesso anche se non fossero perfette e in armonia col tuo gusto, ma che ti danno gioia e soddisfazione se lo sono.

Io però ho un grande problema con gli hobby, libri compresi che divoro. Le attività che rientrano in queste categorie che elenchi hanno in questo momento storico un marketing che mi repelle, credo perché mi tocca molto, fondato sull’equiparare il consumo e la collezione alla conoscenza. L’esempio del make-up è chiarissimo secondo me: buona parte del marketing è affidato an influencer che in qualche modo si professano make-up artist. La professionalità però è principalmente un titolo che ti rende affidabile mentre mostri gli ultimi prodotti. Anche i video che dovrebbero mostrare le tecniche sono delle televendite senza significato. Gli spettatori vedono il video, vogliono i trucchi professionali, li comprano. Dov’è lo scambio culturale? Ora questo puoi traslarlo su qualsiasi altro hobby. Non vorrei fare savonarola ma personalmente trovo questo approccio devastante. Siamo buoni tutti a buttare soldi allo schermo per l’oggetto migliore, quello degli esperti e dei professionisti, e devo dire che questo atteggiamento mi fa ormai vergognare. Ho alcuni hobby per cui compro cose ma per scelta non seguo i rispettivi guru online né alcuna community, perché la bottom line è sempre la stessa. Per me l’istruzione è importante ma preferisco quando si esprime in modi diversi. Per esempio, se mi piacciono le penne voglio essere esperta di calligrafia, non delle ultime uscite di penne. Questo è per me il modo per evitare l’ansia e la FOMO che vedo in molte persone

 

 


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#2 Greed

    round control to major troll

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Inviato 02 febbraio 2023 - 12:19

Bevo il tè in primis perché mi piace tantissimo. Trovo il tè verde giapponese eccezionale e ho la fortuna di vivere proprio nel paese di produzione, dove è considerato un'arte. E intorno a quest'arte sono fiorite altre arti legate alla produzione di oggetti per il tè.


Questi oggetti sono molto spesso tesori nazionali e anche gli artisti che li hanno prodotti sono considerati tesori nazionali, tanto da avere il loro posto nei musei.

Ci sono tazze che hanno un valore inestimabile.

Io, quando ho bevuto il matcha in una tazza di
Takuo Kato, mi sono commossa al pensiero del lavoro immenso che ha fatto questo ceramista. Insomma quella non era assolutamente una tazza per un Lipton.

Quindi in definitiva per me non è una questione di ritualità, ma è una questione di gusto, poi estetica, e poi anche di conoscenza.

 

 

Anche per me è più che altro una questione di gusto e piacere della scoperta. A un certo punto ti accorgi che il tè commodity è il risultato di una standardizzazione industriale talmente pesante e pervasiva che è difficile riconoscerlo come tè, e che quello "vero" è così immensamente più vario, ricco di cultura e storia e soprattutto incommensurabilmente più buono, che non ha senso tornare a quella bustina senza identità (tranne quella del marchio sul talloncino di cartone) e sapore.

Il caffè non mi attira allo stesso modo, lo bevo ma non lo farei mai solo per me.


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#3 il mistico

    proxima centauri

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Inviato 04 aprile 2023 - 00:00

gli smartphone, ho sempre avuto ''telefonini'' che al massimo mandano solo messaggi e me ne vanto. potrebbe essere utile ma non voglio diventare come quelli che passano il loro tempo a fissarlo continuamente anche quando attraversano la strada per giunta cuffiati, alcuni mi prendono in giro ma non me ne frega un cazzo. se devo viaggiare mi porto delle carte stradali che comprendo immediatamente grazie al mio senso dell'orientamento


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#4 Twin アメ

    pendolare pre post attilio lombardo

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Inviato 04 aprile 2023 - 19:25

 

 

Anche per me è più che altro una questione di gusto e piacere della scoperta. A un certo punto ti accorgi che il tè commodity è il risultato di una standardizzazione industriale talmente pesante e pervasiva che è difficile riconoscerlo come tè, e che quello "vero" è così immensamente più vario, ricco di cultura e storia e soprattutto incommensurabilmente più buono, che non ha senso tornare a quella bustina senza identità (tranne quella del marchio sul talloncino di cartone) e sapore.

Il caffè non mi attira allo stesso modo, lo bevo ma non lo farei mai solo per me.

 

 

Beh, quello che dice Spirit qua è incredibilmente universale, prova a sostituire tè con musica... puoi applicarlo a qualsiasi interesse che voglia andare oltre la superficie.


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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#5 The End

    l'uomo che sussurava ai citofoni

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Inviato 06 aprile 2023 - 06:47

La gente che si ferma allegramente a parlare proprio davanti a ingressi/uscite, obbligando gli altri a dover chiedere "permesso" per passare.
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Ne ho abbastanza di averne abbastanza

#6 reallytongues

    Pietra MIliare

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Inviato 06 aprile 2023 - 08:34

La gente che si ferma allegramente a parlare proprio davanti a ingressi/uscite, obbligando gli altri a dover chiedere "permesso" per passare.

Il peggio scrivevo già in passato su queste pagine sono i saluti sull'uscio di casa.
Spesso durante le ospitate in casa ci si trova in imbarazzanti silenzi, ma proprio quando finalmente ci si accomiata, aperta la porta di casa, sul pianerottolo, improvvisamente si ha un'improvvisa voglia di comunicare; il tasso di serotonina si impenna e quasi si compiono passi di danza sincronizzata.
La stessa cosa succede quando ci si lascia dopo una serata (come al solito noiosa) al percheggio dove ognuno va alle proprie vetture: nascono nuove idee, ci si saluta decine di volte, ma quando sembra la volta buona x andarsene ecco che arriva un nuovo "gancio" x continuare a parlare del nulla nel nulla di un parcheggio e probabilmente con l'ennesima schifosa sigaretta accesa.
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Caro sig. Bernardus...

Scontro tra Titanic

"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>

#7 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 06 aprile 2023 - 10:24

La gente che si ferma allegramente a parlare proprio davanti a ingressi/uscite, obbligando gli altri a dover chiedere "permesso" per passare.

 

a me è capitato al distributore self service, due tizi chiacchieravano amabilmente mentre il mona di turno aspettava  per fare gasolio. Dopo 5 minuti , ho abbassato il finestrino e ho fatto partire un'ostia terrificante, grazie al cielo hanno capito che forse ,ma forse avevo una leggerissima fretta e se ne sono andati.


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Ja196z8.jpg

superstereo!

*lastfm*

 

 


#8 Greed

    round control to major troll

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Inviato 09 aprile 2023 - 16:44

 

La gente che si ferma allegramente a parlare proprio davanti a ingressi/uscite, obbligando gli altri a dover chiedere "permesso" per passare.

Il peggio scrivevo già in passato su queste pagine sono i saluti sull'uscio di casa.
Spesso durante le ospitate in casa ci si trova in imbarazzanti silenzi, ma proprio quando finalmente ci si accomiata, aperta la porta di casa, sul pianerottolo, improvvisamente si ha un'improvvisa voglia di comunicare; il tasso di serotonina si impenna e quasi si compiono passi di danza sincronizzata.

 

Descrizione bellissima, è proprio vero asd

Non ho capito. a partire dal post di Joe Cà Lippo, cosa c'entra col topic; ma sarà una mia idiosincraticisità.


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