Prescindendo un attimo dal valore estetico del film, alcune domande/osservazioni
Chi vuole salvare una vita deve distruggerne altre (la pensionata, il banchiere col figlio malato)?
Il cieco poteva veramente riacquistare la vista? O gli era impossibile tanto quanto gli è impossibile violentare, ma anche fidarsi davvero?
I desideri delle persone oscillano in modo da creare equilibri? Laddove qualcuno la scampa, qualcun altro inciampa?
Ero ammiccante anche io quanto la Ferilli, quando davo lo straccio al bar?
Bella la metamorfosi di Papaleo, che crea subito aspettative leggere-comiche, per poi smentirle e diventare il personaggio più incontrollabile del lotto.
Esprimiamo così spesso desideri sbagliati, non comprendendo quelli più profondi?
#meta: Queste stesse domande fanno forse capire la direzione degli (almeno) ultimi due film di Genovese, costruiti su una "regola" che spinge i personaggi-attori a rivelarsi in una situazione a suo modo estrema, e gli spettatori a uscire dagli automatismi del giudizio.