Io fino a 4-5 anni fa mi vestivo usando la roba dei supermercati, poi ho scoperto decathlon e da lì non ho più cambiato
Sono marchiato quechua, kalenji, domyos dalla testa ai piedi.
Negli ultimi.....7-8 anni?....credo di essere entrato in un negozio di vestiti vero solo quando si è sposato mio cuggino per prendere un paio di jeans e una camicia bianca.
ecco, tu sei il classico tipo che esce col Pile a quadrettoni?
beh in realtà non siete così pochi e non siete tutti ottusi, come dice cerezo, a certa gente proprio del vestire non frega nulla.
Io ho un amico come te, decathlonuberalles, famoso soprattutto per gli abbinamenti di colore... si prende in giro da solo.
ma non capiscono che già loro, in questo modo, hanno uno stile.
La totale mancanza di stile arriva invece da chi si veste in modo acritico, solo osservando gli altri e praticamente senza libertà di scelta propria.
Il fatto è che io tutta questa libertà non riesco a vederla. Per riassumere il mio pensiero potrei dire che c'è un mainstream per ogni stile, nessuno ne è esente.
C'è qualcuno che disegna gli abiti e qualcuno che li vende e ogni cerchia, seppur ristretta, segue la moda del momento per quello specifico stile.
Se domani fra i punk si diffonde la moda della cresta laterale, tutti avranno la cresta laterale.
Essere originali senza essere freak mi sembra un vano tentativo. Forse tu intendi quelli che spendicchiano di più ma mi sembra solo gente che compra cose più belle, più rifinite e più "fighette" ma sempre all'interno di un trend abbastanza definito. Per esempio l'accoppiata pantalone stretto sotto e scarpa alta si vede sia nel giovane truzzo che nel 30enne medio che nel tipo che si cura molto.
Poi va beh, quest'ultimo genere di persona (oblomov?) spesso ha un tocco di personalità in più, certi capi magari per portarli ci devi credere e devi avere una certa autostima perché ti si nota parecchio, ma sono moda a tutti gli effetti, magari un po' più alta e chic, ma sempre moda.
Facciamo dei distinguo così ci capiamo.
Non è che c'è la "moda" come la intendi tu e o ci si omologa ad essa oppure si fa i freak.
C'è lo stile e quello vive di aggiustamenti di proporzioni (in cui si vede il gusto e non l'omologazione) ed è immanente, non è ascrivibile a questo o quello stilista (tolti casi rarissimi, ad esempio Thom Browne e le sue accorciature qualche anno fa). Certo l'abito di oggi tende a essere più calzante e tirato, molto destrutturato rispetto alle giacche con le spalle carroarmato che andavano all'inizio degli anni 90. Ma sempre giacche 3 bottoni sono.
C'è la Moda, quella Haut Couture, e lì si che è pieno di freak/origgginali (oltre che di persone con un gusto supremo), ma si tratta di una porzione di popolazione ridottissima, che si può e che vuole permettersi vestiti da passerella (e non si parla di 400 euro per un paio di scarpe, ma di cifre spesso ben più folli).
Poi c'è la moda, quella del maglioncino ceruleo nel cestone del supermercato, e funziona un po' come la caverna di Platone, riflessi di riflessi di idee (spesso immettibili) transitate in passerella.
Infine ci sono le tendenze giovanili, che sono bestie strane, che vivono rapporti simbiontici con l'alta moda, magari anche incosapevolmente, ma in cui conta una simbologia autoalimentata: la cresta, dritta o laterale che sia, è un'appartenenza tribale, svincola dai percorsi che portano me a scegliere la giacca spigata o in tweed. Poi trasudano anche all'interno del resto dell'abbigliamento (perchè sono solo oggetti di per sè neutri che vengono caricati di simboli). Io ho alcune giacche harrington di Baracuta e Ben Sherman ma non mi riconsco in maniera particolare nel movimento skin che le utilizzava come divise tra anni 70 e 80. E quindi su di me fanno un altro effetto (magari il tartan richiama latamente anche camicie a quadri, dr martens e bretelle, ma è questione di automatismi).
Ps: il ginz stretto e la scarpa alta (hogan? quelle cose lì?) nemmeno morto. Il mio ideale estetico è Yamamoto.
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.