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Revolutionary Road


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55 replies to this topic

#51 bea

    pivello

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Inviato 26 febbraio 2009 - 14:00


Insomma, di "urlato" in questo film ho visto ben poco...


mi vuoi dire che tutta la prima parte del film non è esagerata e gridata? ::)



Anzi, ho trovato la prima parte una necessariamente lenta ispezione del barcollante equilibrio non solo dei protagonisti ma di tutto il perfetto, patinato baraccone che ruota loro intorno; in essa, a colpirmi è stato proprio il "silenzio" della regia, una specie di ossequiosa posizione assunta da Mendes nei confronti del testo, un disegnare le figure lasciando le stesse o il loro mondo a scavare, come per timore di accelerarne artificialmente l'inevitabile sgretolamento. Ma questo, ovviamente, è stato il mio modo di vivere il film.


I Frank e April di Mendes si muovono vivi, pulsanti e distruttivi su scenari immobili, lucenti, come incontaminati. Gli attimi in cui quegli sfondi sembrano assorbirli, donar loro una illusione di appartenenza (lo sguardo luminoso della giovane April quando vede per la prima volta la casetta dei sogni, posta candidamente lassù, o l'abbraccio in giardino di tutta la famiglia Wheeler decorato da uno zampillio d'acqua festosa al sole) finiscono per accrescere l'aria malsana che da subito rende chiara l'impossibilità/incapacità di soluzioni, divenendo forse essi stessi i passaggi più angoscianti del film.


Concordo anche sulle virgole. Però credo che dovresti proprio collaborare con OndaCinema, oltre che scrivere di quella band romana di cui sappiamo...  :)


O_O  :o
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#52 ucca

    CRM

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Inviato 19 marzo 2009 - 12:24


Questo inizio di stagione è piuttosto deludente (soprattutto al pensiero dei filmoni che uscivano l'anno scorso nello stesso periodo).
Non ho letto il romanzo di Yates, quindi ho la mente sgombra da ogni confronto di sorta, ma devo dire che anche questo "Revolutionary Road" m'è parso un film profondamente irrisolto. Troppo letterario, troppo parlato e, peggio, troppo urlato. L'incipit è uno dei più irritanti che ricordi e via via il film si sviluppa per dialoghi lunghi e standardizzati (anticipavo le battute così bene, che chi mi accompagnava ha pensato che il film l'avessi già visto asd), soffocando la regia che si muove su un piano simile al teatro filmato (evabbè che Mendes proviene da là, ma nel sopravvalutato/sottostimato "American Beauty" aveva delle intuizioni mica da buttare). Non mi metto a discutere sui caratteri dei due protagonisti, davvero complessi e interessanti, perchè si finirebbe a fare discorsi che col film non c'entrano niente. Molto (troppo?) intensa Kate Winslet, anche se secondo me il migliore del cast è Leonardo Di Caprio, qui davvero in una delle sue prova più mature e difficili (scandalosa la sua mancata nomination) e lui non sbaglia nemmeno uno sguardo.
Non lo so, magari se fossi stato a teatro mi sarebbe parso meno pesante, ma la prima parte l'ho trovata davvero lunga e ridondante nel suo esporre i concetti principali: coppia borghese in crisi e insoddisfatta, sogno americano in frantumi, fuga illusoria per l'estero. Retorico è anche uno dei personaggi potenzialmente migliori, ovvero il John di Micheal Shannon, che risulta una sorta di grillo parlante che è impazzito proprio perchè vede "il vuoto disperato" nel quale si vive quotidianamente, lo stesso vuoto dal quale i due Wheeler sperano di sfuggire. Verso il finale - la parte dove il pessimismo di fondo del film emerge prepotentemente, raggelando il sangue - la storia si (pro)asciuga, si fa più silenzioso fino a un agghiacciante silenzio nella scena dell'ultima colazione, per poi immortalare la Winslet che macchia di sangue il tappeto, mentre è in piedi davanti alla finestra; interessante anche com'è utilizzato lo spazio-casa (una sorta palcoscenico dove poter mettere in atto lautorappresentazione della propria vita), che sembra davvero un corpo vuoto e freddo che risucchia i due protagonisti. I difetti sono da ricercare nella regia senza polso di Mendes che lascia a briglia sciolta i propri attori e in una messa in scena carente di idee, se non quelle di adagiarsi su un esercizio di calligrafia melò (le scene-clichè si susseguono), aggraziato dalla freddamente colorata fotofrafia di Roger Deakins.
Sarebbe bello parlare delle scelte pensate e po fatte dai protagonisti, ma si parlerebbe d'altro (chi fa la scelta più coraggiosa? chi la più matura?), poichè il film purtroppo superficializza tutte le potenzialità drammatiche e, come ho detto, fa emergere il suo pessimismo solo alla fine, quando ci si è un po' stancati di vedere i Wheleer vomitarsi addosso le proprio pseudo-frustrazioni.


come al solito condivido ogni singola parola.


Quoto pur'io. C'è qualcosa di troppo calcolato..dovrebbe essere molto intenso, e in alcuni momenti ci riesce, però nel complesso non mi ha convinto..in realtà, invece di coinvolgermi cominciavo a distrarmi. Forse è sbagliata proprio la gestione delle emozioni, a forse di calcare la mano, si appiattisce tutto.
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Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#53 xeeth

    pivello

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Inviato 30 marzo 2009 - 22:07

Buon film 7,5/10 a mio parere un pelo sotto a graN torino,the wrestler e milk
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#54 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 24 giugno 2009 - 10:04

Appena visto.
Intanto vado controcorrente, ottima la winslet, non adeguato di Caprio e non perchè non ce la metta tutta, è che non ha il fisico del marito/amante/padre, in alcune scene sembra il fratello, figlio etc etc. ed è lui che eccede in gesticolazioni eccessive. E' vero, c'è uno degli inizi èiù orrendi che abbia mai visto, ma si riprende via via, un po' per la fotografia, un po' per alcune scene volutamente a la hopper, un po' perchè il testo è valido. Ottima la scena della Winslet di spalle sulla parete/finestra inondata di luce mentre perde sangue. In fondo è un alternarsi di dentro/fuori, dove fuori si fanno tutte le scelte (cito i due con John in un riconoscimento reciproco un po' forzato, April che nel bosco decide l'ultimo atto, April che nel giardino parla ai figli), dentro se ne pagano le conseguenze, si recita a soggetto.
Il film è centrato molto di più su Frank, April ce la consegnano già oltre il confine della consapevolezza (frettolosamente il suo sogno va in frantumi nei primi minuti), April vuole andare fuori, Frank invomincia un percorso in cui poi inciampa rovinosamente.
La coppia vuole il sogno americano, ancora e ancora (andare in europa è un mezzo), ma è l'america che non sogna più, ed è interessante che i folli siano proprio coloro che vorrebberlo attuarlo.
E' una regia molto classica quella di Mendes, pochi alti, alcune banalità, nel complesso mediamente buono, nessuna spinta autoriale, è il testo che la fa da padrone.
Anch'io noto la scelta del trio Titanic, ho pensato che Mendes volesse essere l'O. Wells della moglie: destrutturazione del mito e dell'icona, ma non si concede le magie visive della signora di shamgai
  • 2

#55 davidep

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Inviato 04 dicembre 2012 - 07:54

si, anche se c'è un motivo.
La Winslet, vera fautrice del film tratto da Yates, ha imposto Di Caprio, suo migliore amico, al regista, Sam Mendes, che è suo marito...


ellamiseria, questo gossip non lo sapevo mica!
lei comunque non è di questa Terra.......
  • 0

#56 davidep

    attendente

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Inviato 04 dicembre 2012 - 08:08

un film sbagliato. sam mendes si conferma il peggiore regista della sua generazione...
grande recitazione, cinematograficamente inetto ... ogni stacco era un cambio di scena
ottimo esempio però di cosa non fare quando si adatta un capolavoro


ma forse ti ricordi ancora di "american beauty" .. in questo Rev.Road avvalendosi di uno script e due attori ad interpretarlo fantastici Mendes le azzecca tutte!
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