Revolutionary Road
#1 Guest_eustache_*
Inviato 01 febbraio 2009 - 22:11
cmq grandissimi attori (in lingua originale però).
interessante, anche se non so se voluta, la sceltadegli attori di Titanic, i moderni romeo e giulietta (con tanto di Kathy Bates a fare da Galeotto, al contrario). quasi a voler distriggure un icona da love story
#2
Inviato 01 febbraio 2009 - 22:34
La Winslet, vera fautrice del film tratto da Yates, ha imposto Di Caprio, suo migliore amico, al regista, Sam Mendes, che è suo marito...
#3
Inviato 01 febbraio 2009 - 22:47
Perchè non abbiano candidato Di Caprio all'Oscar è poi un bel mistero...i suoi duetti con la Winslet sono di un'intensità straordinaria.
#4 Guest_eustache_*
Inviato 02 febbraio 2009 - 10:45
#5 Guest_incidente_*
Inviato 03 febbraio 2009 - 08:28
non ho letto il libro di Yates ma il film mi è sembrato bellissimo e ben poco consolatorio. Un Mendes che cresce di film e film, e che non scivola nelle fastidiose ovvietà di "American Beauty", opera che, a tutti gli effetti, affrontava gli stessi temi di "Revolutionary Road".
Perchè non abbiano candidato Di Caprio all'Oscar è poi un bel mistero...i suoi duetti con la Winslet sono di un'intensità straordinaria.
Se non erro, la rece su O.C. è tua vero?
Te lo chiedo perchè mi trovo d'accordissimo con te, e come te non ho avuto il piacere di leggere il romanzo. (lo farò in settimana)
Beh, Mendes ha diretto un film pazzesco, ma comunque è un regista che non è mai andato sotto la sufficienza (era mio padre), forse l'unica cosa detta nella rece su cui dissento è la presa di posizione sul "sopravvalutato" A.B., è un film che non mi emoziona come quando lo vidi al cinema (ero adolescente), ma che sa ancora incantarmi e che conserva attualità (poi quello Spacey).
Non vi sono dubbi però che il capolavoro di Mendes sia revolutionary road.
Ma poi voglio dire una cosa. Per la Winslet questa è solo una conferma, ma Di Caprio cazzo... Ma da quando recita così? Fa impressione. Già in The Departed mi sorprese positivamente, come anche nel tediosamente mastodontico The Aviator, ma qui si supera. Quando ha imparato? E pensare che lo schifavo, lo ritenevo solo il belloccio fortunato reduce dal successo di Titanic.
#6
Inviato 03 febbraio 2009 - 18:56
non ho letto il libro di Yates ma il film mi è sembrato bellissimo e ben poco consolatorio. Un Mendes che cresce di film e film, e che non scivola nelle fastidiose ovvietà di "American Beauty", opera che, a tutti gli effetti, affrontava gli stessi temi di "Revolutionary Road".
Perchè non abbiano candidato Di Caprio all'Oscar è poi un bel mistero...i suoi duetti con la Winslet sono di un'intensità straordinaria.
Se non erro, la rece su O.C. è tua vero?
si, è mia....comunque a breve mi tufferò anch'io nel romanzo
"American Beauty" è un film incredibilmente furbo, che non mi sento di stroncare in toto...dalla sua ha i dialoghi brillanti, la confezione impeccabile, uno Spacey in gran forma. Ma anche certe carinerie tipo il ragazzo con la videocamerina che mi sembrano gratuite e un po ridicole...insomma, credo che Mendes sia cresciuto di film in film, sinora "Revolutionary Road" mi sembra il suo lavoro più intenso.
#7
Inviato 04 febbraio 2009 - 00:10
forse si salva solo Road to Perdition
#8
Inviato 04 febbraio 2009 - 08:18
#9 Guest_incidente_*
Inviato 04 febbraio 2009 - 08:26
Siccome già ne ho parlato lungamente in altri topic:
AB 7,5
EMP 6
JH 7
RR 8
#10
Inviato 04 febbraio 2009 - 08:39
Il film in sè non è chissà cosa, però mi ricordo un ottimo Jude Law.Ma per me "Era mio padre" è uno dei peggiori film dell'ultimo ventennio. Un ricalco di storia dei gangster-movie senza anima e senza manco talento.
#11 Guest_incidente_*
Inviato 04 febbraio 2009 - 09:22
Il film in sè non è chissà cosa, però mi ricordo un ottimo Jude Law.
Ma per me "Era mio padre" è uno dei peggiori film dell'ultimo ventennio. Un ricalco di storia dei gangster-movie senza anima e senza manco talento.
Verissimo, ottimo non solo Jude Law, ma anche Paul Newman nella sua ultima grande pova. Tom Hanks invece in quel film mi stava troppo sul cazzo, si tratta di un ottimo attore ma il figlio di puttana proprio non può farlo.
#12 Guest_eustache_*
Inviato 04 febbraio 2009 - 09:45
anche per me non è un gran che ma cmq il imgliore di mendes
Il film in sè non è chissà cosa, però mi ricordo un ottimo Jude Law.
Ma per me "Era mio padre" è uno dei peggiori film dell'ultimo ventennio. Un ricalco di storia dei gangster-movie senza anima e senza manco talento.
#13
Inviato 04 febbraio 2009 - 10:09
i miei voti
American Beauty: 6
Era Mio Padre: 6,5
Jarhead: 7,5
Revolutionary Road: 8
#14
Inviato 05 febbraio 2009 - 17:26
Non toccate Aronofskyammazza quanta cattiveria con Mendes, manco stessimo parlando di altri sopravvalutati tipo Singer o Aronofsky...
#15
Inviato 07 febbraio 2009 - 09:58
Direi che anche io concordo con la recensione di ondacinema e dico che questa è una delle migliori prove di Di Caprio in assoluto, peccato per chi lo sottovaluta ancora, non se lo merita.
Comunque il tema era intenso e il film sarebbe potuto risultare anche noioso. In realtà è tutto il contrario, mi sono lasciato coinvolgere molto e alla fine Mendes mi ha stupito di nuovo, come con American Beauty (non so quale dei 2 sia migliore francamente, non riesco a dare un giudizio secco come Vegeta851).
Dopo Milk, ecco un altro filmone in questo 2009.
#16
Inviato 10 febbraio 2009 - 20:45
E casualmente, poche settimane fà, mi sono trovato a metterlo nel mio lettore DVD dopo molto tempo. Dopo tutto il cinema che in questi anni mi è passato davanti agli occhi, l'esordio di Mendes sul grande schermo (che prima mi aveva tanto affascinato e conquistato) mi è invece parso scialbo e prevedibile, nonostante la prova superlativa di uno Spacey poche altre volte così in forma.
Revolutionary Road ripropone tematiche e situazioni simili a quelle affrontate proprio in American Beauty e certamente care al cinema del regista inglese (la crisi della famiglia borghese). E, a quasi 10 anni di distanza, il dramma di Mendes pare davvero più maturo e corposo del suo (diretto) predecessore.
Il ritratto familiare che esce da due ore intense (in cui poche volte il tono cala) è molto più dettagliato, come a voler scavare più a fondo nell'apparente perfezione medio-borghese, dietro case color pastello, giardini ordinati e lunghi viali alberati. Ed in questo senso, calza a pennello l'ambientazione negli anni '50.
Dietro l'ostentato benessere, si cela la crisi della famiglia, figlia di una profonda insoddisfazione personale di entrambi i coniugi (mancata attrice lei, annoiato impiegato lui), di chi crede di poter meritare di più ma che alla fine rimane inchiodato alla realtà dalla realtà stessa da cui si cerca di fuggire (il viaggio a Parigi salta fondamentalmente perchè lui accetta un sostanzioso aumento, ottenuto con un piccolo e non calcolato gesto).
Incollato ai propri protagonisti, Mendes forse non brilla per originalità ma lascia la moglie Winslet e Di Caprio completamente liberi permettendo loro di regalare due prove semplicemente perfette.
Senza alcuna facile scappatoia, un ritratto cupo e per nulla consolatorio, come un lungo spot senza uscita. Uno gigantesco spot su quanto siamo perfetti.
Per ora, assieme al film di Howard, è tra i migliori film che ho visto in questo inizio 2009. Non a caso, accomunati da un aspetto piuttosto evidente: nessun colpo di regia memorabile, ma storie al servizio di ottime coppie di attori.
"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"
"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"
#17
Inviato 14 febbraio 2009 - 15:32
Poi sono riuscita a smetterla, ad ascoltare solo Mendes e allora sì, i Wheeler del film funzionano eccome, pure con un Frank che da insopportabile wannabe, perse le innumerevoli digressioni donategli dallo scrittore, si propone credibilissimo marito innamorato, umanamente in bilico tra moglie e doveri, una April che rinuncia al fascino decadente, idealista e straziante cuori del romanzo per lasciare il posto ad una donna splendidamente triste e immatura, ogni passo ha il suo senso sotto il sole glaciale della Revolutionary Road cinematografica. Intorno i sorrisi, le amicizie tutte lodi e concitate esclamazioni, i fantastici "il re è nudo" del figlio dei Givings, i fiumi di automi umani pronti a chiudersi negli uffici, l'inquietante assenza dei bambini dalle teatralissime scene. Tutto si annoda sui protagonisti quasi a strozzarli, nella crescente ansia per un possibile scoppio finale, rumoroso nel suo dolore, quando invece a dominare sarà il silenzio, spettrale quello dell'ultima Winslet di spalle, insanguinata, immobile a fissare la sua strada dei sogni andati.
Per me è un 8. Di Caprio immenso, da brividi proprio.
#18
Inviato 14 febbraio 2009 - 22:11
i Wheeler del film funzionano eccome, pure con un Frank che da insopportabile wannabe, perse le innumerevoli digressioni donategli dallo scrittore, si propone credibilissimo marito innamorato, umanamente in bilico tra moglie e doveri, una April che rinuncia al fascino decadente, idealista e straziante cuori del romanzo per lasciare il posto ad una donna splendidamente triste e immatura, ogni passo ha il suo senso sotto il sole glaciale della Revolutionary Road cinematografica. Intorno i sorrisi, le amicizie tutte lodi e concitate esclamazioni, i fantastici "il re è nudo" del figlio dei Givings, i fiumi di automi umani pronti a chiudersi negli uffici, l'inquietante assenza dei bambini dalle teatralissime scene. Tutto si annoda sui protagonisti quasi a strozzarli, nella crescente ansia per un possibile scoppio finale, rumoroso nel suo dolore, quando invece a dominare sarà il silenzio, spettrale quello dell'ultima Winslet di spalle, insanguinata, immobile a fissare la sua strada dei sogni andati.
Per me è un 8. Di Caprio immenso, da brividi proprio.
D'accordissimo. E direi meno male che la Winslet ha imposto Di Caprio, se questi sono i risultati! Bravissimi entrambi. E mi è piaciuta anche la regia di Mendes, che avevo già apprezzato in "American Beauty" (ma non in "Era mio padre", quello sì bolso e noiosissimo).
#19
Inviato 16 febbraio 2009 - 13:42
Revolutionary Road deve tutto alle prove maiuscole del cast, anche quella di Michael Shannon giustamente in corsa per un oscar (che già avevo avuto modo di apprezzare in "Bug" di Friedkin).
#21
Inviato 16 febbraio 2009 - 14:46
non mi è piaciuto. l'ho trovato a tratti piatto e a tratti superficiale.
bravissimi i protagonisti, ma fragile la trama.
Apparentemente sembra fragile, ma in realtà, come - credo - nel caso del libro (che mi risulta sia stato ripreso molto fedelmente), si svolge tutta nella psiche dei protagonisti, e diventa affascinante cercare di carpirne le evoluzioni.
Ci sono alcune scene dove quasi non parlano, eppure si intuisce una tempesta di sensazioni e di stati d'animo, risultato reso altrove anche grazie ai contrasti di colore (la radiosa Revolutionary Road opposta alle tenebre di April/Winslet). Insomma, è un film in cui spesso le parole danno fastidio, rovinano tutto: è stridente il logorroico Frank/DiCaprio che tenta di razionalizzare il malessere della moglie, è patetico Shep che tenta di spiegare il suo innamoramento ad April nella scena in macchina, viene smorzata dall'apparecchio acustico del marito la molesta Kathy Bates con i suoi discorsi sui vicini, nemmeno i bambini, solitamente presenza chiassosa, riescono a farsi sentire.
Sono proprio questi silenzi, questi "non detti" che per me costruiscono il dramma vertiginoso di April, che raggiunge il suo apice nell'agghiacciante scena della colazione.
#22
Inviato 16 febbraio 2009 - 15:07
belle anche la scena della cena e quella della colazione, ma non mi sono mai sentita pienamente coinvolta.
sapevo che mi sarei giocata le simpatie del capo con il mio post!
#23
Inviato 16 febbraio 2009 - 16:02
sapevo che mi sarei giocata le simpatie del capo con il mio post!
Ma no, capisco invece che il film possa anche suscitare quella reazione, credo che dipenda molto dall'approccio con cui lo si "vive". Semmai, sarei disposto ad azioni più violente se mettessi in discussione il fascino della protagonista
#24
Inviato 16 febbraio 2009 - 17:08
Azzeccatissimi tutti gli attori di contorno, che con un'ammiccamento o una inflessione rendono perfettamente quanto "spiegato" sulla pagina scritta. Premetto: il film l'ho visto in originale, quindi magari il doppiaggio penalizza, anzi, data la caratura di tutti gli attori, certamente penalizza.
Ammiro dicaprio dai tempi di catch me if you can, e devo ammettere che con la mise anni 50 dà sempre il suo meglio.
Però da lui la bella prova me l'aspettavo...dalla winslet meno, ed è stupefacente pure lei.
ps. sono l'unico che adora di road to perdition? è uno dei miei film preferiti, con quel rapprto padre figlio, figlio ai sangue figlio e adottivo. mah...la maggioranza vince!
#25
Inviato 16 febbraio 2009 - 17:13
#26
Inviato 18 febbraio 2009 - 08:42
non mi è piaciuto. l'ho trovato a tratti piatto e a tratti superficiale.
bravissimi i protagonisti, ma fragile la trama.
sostanzialmente concordo.
non avevo grandi aspettative e quindi devo dire che la prima parte del film mi è piaciuta anche più di quanto mi aspettassi.
in generale ho apprezzato fotografia e cast.
decisamente meno,specie nella seconda parte del film,regia e dialoghi.
non gradisco le cose mostrate, gli eccessi, la ricerca di facili emozioni.
la storia in sè è drammatica, penso non sia necessario enfatizzare il tutto con la camera.
ho pensato che il libro deve essere più bello -come spesso capita,in verità-
comunque un film che si può vedere, volendo andare una sera a cinema purtroppo non c'è granchè di meglio,temo
#27
Inviato 18 febbraio 2009 - 09:04
decisamente meno,specie nella seconda parte del film,regia e dialoghi.
non gradisco le cose mostrate, gli eccessi, la ricerca di facili emozioni.
la storia in sè è drammatica, penso non sia necessario enfatizzare il tutto con la camera.
Per me è l'esatto opposto: la cosa più drammatica del film è quello che non dice e che non mostra. Sono i silenzi, non le liti, sono i personaggi che circondano e quasi soffocano la coppia più che la coppia stessa... Il tormento psicologico dei protagonisti è dietro ogni piccolo gesto, anche apparentemente banale, come ad esempio nella scena della colazione. Insomma, non siamo proprio di fronte alla ricerca di emozioni "facili", il dramma si consuma senza versare una sola lacrima.
#28
Inviato 18 febbraio 2009 - 09:32
decisamente meno,specie nella seconda parte del film,regia e dialoghi.
non gradisco le cose mostrate, gli eccessi, la ricerca di facili emozioni.
la storia in sè è drammatica, penso non sia necessario enfatizzare il tutto con la camera.
Per me è l'esatto opposto: la cosa più drammatica del film è quello che non dice e che non mostra. Sono i silenzi, non le liti, sono i personaggi che circondano e quasi soffocano la coppia più che la coppia stessa... Il tormento psicologico dei protagonisti è dietro ogni piccolo gesto, anche apparentemente banale, come ad esempio nella scena della colazione. Insomma, non siamo proprio di fronte alla ricerca di emozioni "facili", il dramma si consuma senza versare una sola lacrima.
non dico il contrario,cioè penso anche io che il dramma della vicenda, se uno si immedesima, sta anche e forse in più in quello non mostrato.
il punto però è che quello mostrato è tanto, a tratti troppo.
ci sono scene con una camera fissa per lungo tempo su espressioni di dolore,sofferenza. una camera addirittura ad esempio che ruota intorno ad uno dei protagonisti in un momento di dolore. tutto questo è non necessario, spinge ad un'emozione costruita.
c'è tanto cinema, purtroppo specie nel passato, che fa soffrire senza mostrare neppure un secondo di dolore e sofferenze, ma lasciandolo intuire
#29 Guest_eustache_*
Inviato 18 febbraio 2009 - 11:22
grande recitazione, cinematograficamente inetto ... ogni stacco era un cambio di scena
ottimo esempio però di cosa non fare quando si adatta un capolavoro
#30
Inviato 18 febbraio 2009 - 12:32
cinematograficamente inetto
???
In che senso? Mica si poteva far diventare un kolossal d'azione! A me sembra che di scene cinematograficamente rilevanti ce ne siano diverse, e alcune sono state anche citate da bea (io aggiungo pure quella di Shep e April in macchina, di una plasticità e drammaticità vivissime).
#31
Inviato 18 febbraio 2009 - 13:13
#32
Inviato 18 febbraio 2009 - 19:09
L'approfondimento dei personaggi principali è decisamente anni luce avanti a quello dei protagonisti di American Beauty. Se le insoddisfazioni che li muovono sono forse le stesse, in quest'ultimo film sono decisamente più complesse.
Ed il fatto di lasciare libero sfogo ai due attori principali, con le loro grida ed i loro silenzi, rende più completo il tutto.
"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"
"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"
#33 Guest_eustache_*
Inviato 18 febbraio 2009 - 21:59
tutti i pregi elencati (eccezione per la grande interpretazione attoriale) dipendono dal romanzo. ovvero quel poco che rimane del capolavoro di Yates nella trasposizioneNon lo so, più ci penso e più lo trovo corposo e ben costruito.
L'approfondimento dei personaggi principali è decisamente anni luce avanti a quello dei protagonisti di American Beauty. Se le insoddisfazioni che li muovono sono forse le stesse, in quest'ultimo film sono decisamente più complesse.
Ed il fatto di lasciare libero sfogo ai due attori principali, con le loro grida ed i loro silenzi, rende più completo il tutto.
#34
Inviato 18 febbraio 2009 - 23:24
tutti i pregi elencati (eccezione per la grande interpretazione attoriale) dipendono dal romanzo. ovvero quel poco che rimane del capolavoro di Yates nella trasposizione
Non lo so, più ci penso e più lo trovo corposo e ben costruito.
L'approfondimento dei personaggi principali è decisamente anni luce avanti a quello dei protagonisti di American Beauty. Se le insoddisfazioni che li muovono sono forse le stesse, in quest'ultimo film sono decisamente più complesse.
Ed il fatto di lasciare libero sfogo ai due attori principali, con le loro grida ed i loro silenzi, rende più completo il tutto.
Cosa manca del romanzo di Yates nella trasposizione? Sono curioso, non avendolo letto e avendo sentito pareri di gente che lo aveva letto e ha trovato invece il film molto fedele nel riprodurlo.
#35
Inviato 19 febbraio 2009 - 19:29
tutti i pregi elencati (eccezione per la grande interpretazione attoriale) dipendono dal romanzo. ovvero quel poco che rimane del capolavoro di Yates nella trasposizione
Non lo so, più ci penso e più lo trovo corposo e ben costruito.
L'approfondimento dei personaggi principali è decisamente anni luce avanti a quello dei protagonisti di American Beauty. Se le insoddisfazioni che li muovono sono forse le stesse, in quest'ultimo film sono decisamente più complesse.
Ed il fatto di lasciare libero sfogo ai due attori principali, con le loro grida ed i loro silenzi, rende più completo il tutto.
Onore a Mendes allora, che a quanto interpreto dal tuo commento, ha saputo trasportare sullo schermo il romanzo nel modo più fedele possibile.
Mendes, secondo me, si è proprio messo da parte: lascia liberi i suoi attori e non gira nessuna vera "scena madre".
"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"
"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"
#36
Inviato 19 febbraio 2009 - 19:35
tutti i pregi elencati (eccezione per la grande interpretazione attoriale) dipendono dal romanzo. ovvero quel poco che rimane del capolavoro di Yates nella trasposizione
Non lo so, più ci penso e più lo trovo corposo e ben costruito.
L'approfondimento dei personaggi principali è decisamente anni luce avanti a quello dei protagonisti di American Beauty. Se le insoddisfazioni che li muovono sono forse le stesse, in quest'ultimo film sono decisamente più complesse.
Ed il fatto di lasciare libero sfogo ai due attori principali, con le loro grida ed i loro silenzi, rende più completo il tutto.
Onore a Mendes allora, che a quanto interpreto dal tuo commento, ha saputo trasportare sullo schermo il romanzo nel modo più fedele possibile.
Mendes, secondo me, si è proprio messo da parte: lascia liberi i suoi attori e non gira nessuna vera "scena madre".
Già, e non "prende posizione", come alcuni gli chiedevano di fare non so bene perché. Forse gli stessi che poi attaccano i film "a tesi".
#37
Inviato 19 febbraio 2009 - 19:49
#38
Inviato 19 febbraio 2009 - 20:30
"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"
"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"
#39 Guest_eustache_*
Inviato 19 febbraio 2009 - 21:47
Onore a Mendes allora, che a quanto interpreto dal tuo commento, ha saputo trasportare sullo schermo il romanzo nel modo più fedele possibile.
Mendes, secondo me, si è proprio messo da parte: lascia liberi i suoi attori e non gira nessuna vera "scena madre".
ma in realtà non credo sia riuscito a trasportare un bel niente. mi ripeto lo so:
"mai paragonare il romanzo al libro, ma in questo caso il paragone è voluto. a me qauesto film è sembrato purtroppo nè più nè meno che un bigino del capolavoro di Yates, a cui non aggiunge niente. anzi toglie. il "pessimismo cosmico" (leopardiano) di Yates diventa esistenzialismo mondano.
cmq grandissimi attori (in lingua originale però).
interessante, anche se non so se voluta, la sceltadegli attori di Titanic, i moderni romeo e giulietta (con tanto di Kathy Bates a fare da Galeotto, al contrario). quasi a voler distriggure un icona da love story"
#40
Inviato 21 febbraio 2009 - 16:49
7
pro pro:
- porte, finestre e specchi.
- Winslet
contro:
- Thomas Newman mi da un pò noia.
#41
Inviato 21 febbraio 2009 - 20:16
contro:
- Thomas Newman mi da un pò noia.
[/quote]
per me è uno dei migliori compositori sulla piazza
#42
Inviato 22 febbraio 2009 - 11:49
Non ho letto il romanzo di Yates, quindi ho la mente sgombra da ogni confronto di sorta, ma devo dire che anche questo "Revolutionary Road" m'è parso un film profondamente irrisolto. Troppo letterario, troppo parlato e, peggio, troppo urlato. L'incipit è uno dei più irritanti che ricordi e via via il film si sviluppa per dialoghi lunghi e standardizzati (anticipavo le battute così bene, che chi mi accompagnava ha pensato che il film l'avessi già visto ), soffocando la regia che si muove su un piano simile al teatro filmato (evabbè che Mendes proviene da là, ma nel sopravvalutato/sottostimato "American Beauty" aveva delle intuizioni mica da buttare). Non mi metto a discutere sui caratteri dei due protagonisti, davvero complessi e interessanti, perchè si finirebbe a fare discorsi che col film non c'entrano niente. Molto (troppo?) intensa Kate Winslet, anche se secondo me il migliore del cast è Leonardo Di Caprio, qui davvero in una delle sue prova più mature e difficili (scandalosa la sua mancata nomination) e lui non sbaglia nemmeno uno sguardo.
Non lo so, magari se fossi stato a teatro mi sarebbe parso meno pesante, ma la prima parte l'ho trovata davvero lunga e ridondante nel suo esporre i concetti principali: coppia borghese in crisi e insoddisfatta, sogno americano in frantumi, fuga illusoria per l'estero. Retorico è anche uno dei personaggi potenzialmente migliori, ovvero il John di Micheal Shannon, che risulta una sorta di grillo parlante che è impazzito proprio perchè vede "il vuoto disperato" nel quale si vive quotidianamente, lo stesso vuoto dal quale i due Wheeler sperano di sfuggire. Verso il finale - la parte dove il pessimismo di fondo del film emerge prepotentemente, raggelando il sangue - la storia si (pro)asciuga, si fa più silenzioso fino a un agghiacciante silenzio nella scena dell'ultima colazione, per poi immortalare la Winslet che macchia di sangue il tappeto, mentre è in piedi davanti alla finestra; interessante anche com'è utilizzato lo spazio-casa (una sorta palcoscenico dove poter mettere in atto lautorappresentazione della propria vita), che sembra davvero un corpo vuoto e freddo che risucchia i due protagonisti. I difetti sono da ricercare nella regia senza polso di Mendes che lascia a briglia sciolta i propri attori e in una messa in scena carente di idee, se non quelle di adagiarsi su un esercizio di calligrafia melò (le scene-clichè si susseguono), aggraziato dalla freddamente colorata fotofrafia di Roger Deakins.
Sarebbe bello parlare delle scelte pensate e po fatte dai protagonisti, ma si parlerebbe d'altro (chi fa la scelta più coraggiosa? chi la più matura?), poichè il film purtroppo superficializza tutte le potenzialità drammatiche e, come ho detto, fa emergere il suo pessimismo solo alla fine, quando ci si è un po' stancati di vedere i Wheleer vomitarsi addosso le proprio pseudo-frustrazioni.
#43
Inviato 23 febbraio 2009 - 23:11
Cosa manca del romanzo di Yates nella trasposizione? Sono curioso, non avendolo letto e avendo sentito pareri di gente che lo aveva letto e ha trovato invece il film molto fedele nel riprodurlo.
Claudio, il film è molto, molto fedele al libro ma proprio a volergli scucire qualche mancanza potrei forse dire che ad uscirne un filo penalizzata è la figura di Frank, quella più scandagliata e contorta nell'opera di Yates, fermo restando che non considero ciò una vera pecca perché, come già avevo scritto, per me il Frank di Mendes funziona benissimo anche così: divenuto leggermente "altro" da quello letterario, meno odioso, "più marito", affidato splendidamente in gestione a DiCaprio. Poi, ad alcuni momenti la cui fedeltà al testo è davvero impressionante (penso ad esempio a Shep quando osserva con rabbia rassegnata i figli davanti alla tv o alla già nominata ultima scena col signor Givings che spegne l'apparecchio acustico, uno dei finali più geniali che io ricordi) si intreccia un sopperire ai profondi tratteggiamenti di Yates con la forza degli ambienti, le grandi prove attoriali nonché con i citati giochi di silenzi, sguardi, colori e luci. Particolarmente questi ultimi mi sono sembrati funzionali all'aderenza al libro, ad una drammaticità lì tanto sottilmente narrata. Insomma, di "urlato" in questo film ho visto ben poco...
I Frank e April di Mendes si muovono vivi, pulsanti e distruttivi su scenari immobili, lucenti, come incontaminati. Gli attimi in cui quegli sfondi sembrano assorbirli, donar loro una illusione di appartenenza (lo sguardo luminoso della giovane April quando vede per la prima volta la casetta dei sogni, posta candidamente lassù, o l'abbraccio in giardino di tutta la famiglia Wheeler decorato da uno zampillio d'acqua festosa al sole) finiscono per accrescere l'aria malsana che da subito rende chiara l'impossibilità/incapacità di soluzioni, divenendo forse essi stessi i passaggi più angoscianti del film.
#44
Inviato 23 febbraio 2009 - 23:15
I Frank e April di Mendes si muovono vivi, pulsanti e distruttivi su scenari immobili, lucenti, come incontaminati. Gli attimi in cui quegli sfondi sembrano assorbirli, donar loro una illusione di appartenenza (lo sguardo luminoso della giovane April quando vede per la prima volta la casetta dei sogni, posta candidamente lassù, o l'abbraccio in giardino di tutta la famiglia Wheeler decorato da uno zampillio d'acqua festosa al sole) finiscono per accrescere l'aria malsana che da subito rende chiara l'impossibilità/incapacità di soluzioni, divenendo forse essi stessi i passaggi più angoscianti del film.
Concordo anche sulle virgole. Però credo che dovresti proprio collaborare con OndaCinema, oltre che scrivere di quella band romana di cui sappiamo...
#45
Inviato 24 febbraio 2009 - 00:49
contro:
- Thomas Newman mi da un pò noia.
per me è uno dei migliori compositori sulla piazza
Si assolutamente a me lui piace molto, mi riferivo al fatto che avrei preferito che non ci fosse proprio una colonna sonora nel film.
#46
Inviato 24 febbraio 2009 - 00:52
Insomma, di "urlato" in questo film ho visto ben poco...
mi vuoi dire che tutta la prima parte del film non è esagerata e gridata? :
#47
Inviato 24 febbraio 2009 - 01:07
Questo inizio di stagione è piuttosto deludente (soprattutto al pensiero dei filmoni che uscivano l'anno scorso nello stesso periodo).
Non ho letto il romanzo di Yates, quindi ho la mente sgombra da ogni confronto di sorta, ma devo dire che anche questo "Revolutionary Road" m'è parso un film profondamente irrisolto. Troppo letterario, troppo parlato e, peggio, troppo urlato. L'incipit è uno dei più irritanti che ricordi e via via il film si sviluppa per dialoghi lunghi e standardizzati (anticipavo le battute così bene, che chi mi accompagnava ha pensato che il film l'avessi già visto ), soffocando la regia che si muove su un piano simile al teatro filmato (evabbè che Mendes proviene da là, ma nel sopravvalutato/sottostimato "American Beauty" aveva delle intuizioni mica da buttare). Non mi metto a discutere sui caratteri dei due protagonisti, davvero complessi e interessanti, perchè si finirebbe a fare discorsi che col film non c'entrano niente. Molto (troppo?) intensa Kate Winslet, anche se secondo me il migliore del cast è Leonardo Di Caprio, qui davvero in una delle sue prova più mature e difficili (scandalosa la sua mancata nomination) e lui non sbaglia nemmeno uno sguardo.
Non lo so, magari se fossi stato a teatro mi sarebbe parso meno pesante, ma la prima parte l'ho trovata davvero lunga e ridondante nel suo esporre i concetti principali: coppia borghese in crisi e insoddisfatta, sogno americano in frantumi, fuga illusoria per l'estero. Retorico è anche uno dei personaggi potenzialmente migliori, ovvero il John di Micheal Shannon, che risulta una sorta di grillo parlante che è impazzito proprio perchè vede "il vuoto disperato" nel quale si vive quotidianamente, lo stesso vuoto dal quale i due Wheeler sperano di sfuggire. Verso il finale - la parte dove il pessimismo di fondo del film emerge prepotentemente, raggelando il sangue - la storia si (pro)asciuga, si fa più silenzioso fino a un agghiacciante silenzio nella scena dell'ultima colazione, per poi immortalare la Winslet che macchia di sangue il tappeto, mentre è in piedi davanti alla finestra; interessante anche com'è utilizzato lo spazio-casa (una sorta palcoscenico dove poter mettere in atto lautorappresentazione della propria vita), che sembra davvero un corpo vuoto e freddo che risucchia i due protagonisti. I difetti sono da ricercare nella regia senza polso di Mendes che lascia a briglia sciolta i propri attori e in una messa in scena carente di idee, se non quelle di adagiarsi su un esercizio di calligrafia melò (le scene-clichè si susseguono), aggraziato dalla freddamente colorata fotofrafia di Roger Deakins.
Sarebbe bello parlare delle scelte pensate e po fatte dai protagonisti, ma si parlerebbe d'altro (chi fa la scelta più coraggiosa? chi la più matura?), poichè il film purtroppo superficializza tutte le potenzialità drammatiche e, come ho detto, fa emergere il suo pessimismo solo alla fine, quando ci si è un po' stancati di vedere i Wheleer vomitarsi addosso le proprio pseudo-frustrazioni.
come al solito condivido ogni singola parola.
#48
Inviato 24 febbraio 2009 - 15:21
Sottoscrivo a fuoco e fiamme. L'ultimo film che mi ha appassionato è stato "Racconto di Natale"; mentre "Rachel..." (fine Novembre!) rimane l'ultima esperienza in sala che ritengo davvero degna di nota.Questo inizio di stagione è piuttosto deludente (soprattutto al pensiero dei filmoni che uscivano l'anno scorso nello stesso periodo)
Noiosissimo inizio d'anno: una marea di mega-produzioni americane, una miseria di film francesi, silenzio quasi totale dei grandi autori, drammatica carenza di film di culto italiani. Di questo passo, meglio andare al pub, il mercoledi... :'(
#49 Guest_eustache_*
Inviato 24 febbraio 2009 - 18:38
Cosa manca del romanzo di Yates nella trasposizione? Sono curioso, non avendolo letto e avendo sentito pareri di gente che lo aveva letto e ha trovato invece il film molto fedele nel riprodurlo.
ribadisco che genericamente non si dovrebbe mai paragonare il roman zo al libro, ma in questo caso la dipendenza del film nei confronti del libro era voluta dal regista stesso che riprende pagine intere trascurando altri fondamentali passaggi emotivi.
alcuni capitoli erano delle vere e proprie sceneggiature, sembravano descrivere un piano sequenza, una chiusura in dissolvenza, ecc... tutte cose che nel film non sono state riprese nel loro potenziale espressivo (ma potrei sbagliarmi. magari ero io che me le figuravo cinematograficamente)
inoltre il film riduce il pessimismo cosmico (leopardiano e non è un'iperbole) del romanzo in esistenzialismo d'appendice. la scrittura si basava su una continua dialettica nichilista in cui le aspettative venivano prontamente deluse. anche nelle piccole vicende quotidiane, raggiungendo quindi un livello di frustrazione generale, universale (cosmica).
la notte di passione finale ha un'intensità tragica nel libro che la pigrizia figurativa e stilistica di Yates appiattisce e rende noiosa
p.s. concordo con William Blake su Raconto di Natale (bellissimo)
#50
Inviato 24 febbraio 2009 - 19:06
il film riduce il pessimismo cosmico (leopardiano e non è un'iperbole) del romanzo in esistenzialismo d'appendice. la scrittura si basava su una continua dialettica nichilista in cui le aspettative venivano prontamente deluse. anche nelle piccole vicende quotidiane, raggiungendo quindi un livello di frustrazione generale, universale (cosmica).
Ecco, a me invece il film ha suscitato proprio questa sensazione! I Wheleer a un certo punto sembrano quasi girare a vuoto, come fossero attori di una commedia tragica ben più grande di loro, che riguarda l'intera umanità.
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