Inviato 26 aprile 2013 - 07:41
Ho lavorato con un ente pubblico in tempi di vacche grasse, i soldi c’erano, era molto prima della crisi. In quei tempi preparai un piano per risparmiare su un settore, prima di tutto fa impressione quando vedi che le maglie sono “troppo” larghe e i rubinetti perdono, secondo se la morigeratezza la applico quando ancora ho risorse mi sembra meglio, mi sembrava eticamente sensato, mi sembrava una manovra sana. Non avrei mai immaginato la crisi di ora, ma con il senno di poi mi sento come una che ci aveva visto bene.
Ora mi trovo a lavorare con un altro ente pubblico in tempi di vacche magrissime. Questo ente è però ricco, credo di non aver mai visto un ufficio ragioneria che paga a 30, 60, 90 giorni a seconda di quanto disposto dai contratti, mai e dico mai in ritardo, galleggia in parecchio denaro, non c’è l’ombra di una circolare restrittiva, nulla. Eppure per legge nazionale anche questo ente deve risparmiare e quindi ora facendo un calcolo ho proposto un piano per risparmiare, ma non l’ho proposto perché ho visto una distorsione grave, solo perché sono costretta a farlo. Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, tipo rielezione di Napolitano. Eppure ora a me sembra sbagliato. Io non posso avere il quadro d’insieme, ovviamente, ma faccio una semplice conclusione: il mio fornitore A si troverà costretto entro 12 mesi a una decurtazione di commesse del 10/15%, la ditta A, ora come ora, non potrà che tagliare e se taglierà lo farà sul personale, licenzierà , ora, quando il mercato del lavoro è fermo, paralizzato. Non ha senso, se questo ente ricco non spende come la riavvio l’economia?