Devo andare molto indietro nei ricordi ma in effetti Il vecchio e il mare ha uno svolgimento simbolico come mai ho ritrovato in H, compresi Per chi suona la campana e Addio alle armi. Di H ho sempre apprezzato il suo racconto asciutto, quasi da reportage che nel guscio con l'animale-mostro a traino non ho ritrovato ma che parimenti apprezzai.
Hemingway si incazzerebbe: "Then there is the other secret. There isn't any symbolysm . The sea is the sea. The old man is an old man. The boy is a boy and the fish is a fish. The shark are all sharks no better and no worse. All the symbolism that people say is shit".
Mi ha interessato leggere questa sua affermazione, ma se dovessimo attenerci alle opinioni (e intenzioni) degli autori, la letteratura (con tutto quel che ne segue, compresi noi lettori) non esisterebbe.
O quanto meno non avrebbe senso.
Anche se dovessimo attenerci alle opinioni (e intenzioni) dei lettori, però; nonchè a quelle dei critici. Per esclusione, le opinioni degli autori su sè stessi rimangono comunque le più attendibili (sempre che non siano ubriachi, ed Hemingway lo era spesso; o forse, era attendibile proprio per questo).
Ma certo! Ci mancherebbe...
Meno d'accordo sull'altra parte del quotato... L'idea che ci sia qualcosa di "attendibile" (e quindi di potenzialmente "più" - o "meno" - attendibile) mi è abbastanza lontana.
Mozart diceva che le sue composizioni, una volta finite, non lo interessavano più, ed erano figlioli che se ne andavano nel mondo colle loro gambe. E io credo che sia abbastanza così.
Le intenzioni dell'autore sono interessantissime e importantissime (per me). Mi spiegano, in parte, come è nata l'opera (e, se il grado di aurocoscienza dell'autore è alto, mi spiegano soprattutto da quali impulsi originari è nata - quelli consapevoli, ovviamente... ).
Non cosa è l'opera.
Che è qualcosa che non può sapere nessuno, nemmeno l'autore (e molti di loro, appunto, ne sono consapevoli e persino lieti) e, come aggiungi, nemmeno il lettore. L'interazione fra un'opera e il ricettore è misteriosa. Per fortuna.
Ed è per questo che tutta questa vicenda ci interessa e ci appassiona...
Le Selbstinterpretationen degli artisti (sempre interessantissime a priori, ripeto) sono spesso assurde (come quelle di tutti gli esistenti, a dire il vero... ). Non parliamo del giudizio di valore dei medesimi sulle loro opere ("questa è la migliore", "questa è scadente"... ): spesso sono del tutto incongruenti con quelle di noi fruitori. E per motivi che di solito rimandano a tecnicismi del mestiere del tutto insensati, ai quali ritengono di avere soddisfatto meglio o peggio.
Noi non potremmo letteralmente vivere senza i creatori. Ma anche loro, grazie al cielo, hanno bisogno di noi.
Per sapere cosa pensare davvero di se stessi...