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[verdoux]

Superbo capolavoro del grande maestro Ermanno Olmi.
Grande forza narrativa di un film che incentra lâ??attenzione sugli atti del convegno madre terra, tre sessioni tenute a Torino dal 2006 al 2008, un affresco cosmopolita dei disperati della terra, disperati ma pieni di speranza, di voglia di vivere e di dialogare, di lottare e di rigenerarsi, di non soccombere; di preservare il proprio patrimonio culturale, le proprie radici, le proprie tradizioni, i propri semi, nel senso letterale del termine, di ribellarsi alla legge del più forte, del proprietario terriero, del manipolatore di semi e di idee, del colonialista; una risposta no global di sinistra ai diktat imperialisti; grandi immagini e sequenze che ritraggono uomini e cose, natura ed eventi, lâ??ascetismo di chi rifiuta il consumismo, si isola e si proclama autosufficiente per vivere in semplicità e rigenerarsi in un contesto non coatto. Una scelta individuale che naturalmente non può risolvere un problema collettivo, la cui soluzione secondo logica filmica conseguente a quanto rappresentato, dovrebbe essere comunista, (un bel kolchoz per intenderci), ma per la quale il quasi compagno Olmi propende per una visione escatologica, con una certa forzatura, nella terza parte del film, quella di Piavoli per intenderci, che presa a sé non è niente male, ma che dal punto di vista stilistico, costituisce un forte elemento di discontinuità con quanto precede.
Se anziché un film ne avessero fatto due, un medio metraggio ed un corto, il risultato complessivo sarebbe stato migliore.