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Amore & altri crimini


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5 replies to this topic

#1 verdoux

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Inviato 25 giugno 2009 - 15:47

Il film si apre con un primo piano del volto di Anica, un volto splendido ed espressivo, un volto che dice tutto di una donna ancora giovane, ma segnata dal tempo; e non parliamo di rughe, quelle di addomesticano con i cosmetici, ma ci sono cose come il passato, lâ??amore, la sofferenza che non si possono nascondere, specie se affidate alla espressione di una grande attrice quale è Anica Dobrna; la avevo già apprezzata in Klopka (la trappola) di Srdan Golubovic, dove fa risaltare la dimensione umana e la dolorosa sofferenza di essere moglie di un impresario edile mafioso e nello stesso madre amorevole; ma Klopka è un film ben congegnato nellâ??intreccio e in senso buono è un film furbo, che va a toccare corde sensibili dello spettatore; il presente Amore & altri crimini, opera prima di Stefan Arsenijevic, anche lui giovane regista jugoslavo, non concede nulla in tal senso allo spettatore, realizzando così, forse preterintenzionalmente, un dittico in cui ci sono molti elementi di complementarità.
Si saprà solo alla fine che Anica è russa, ma lo si capisce fin dalle prime immagini, non ostante fuori dal set sia una belgradese purosangue. Ã? la donna di un bandito, il film inizia come mafia movie, ma poi lâ??elemento mafioso tende a dissolversi, tanto è piccolo il cabotaggio dei malviventi, che piano piano si rivelano per quello che sono, dei vinti e più che imporre estorsioni sembrano chiedere elemosine. Tra loro ci sarebbe Stanislav, che è ancora molto giovane e seppure compromesso, potrebbe ancora giocarsi unâ??altra partita, ed infatti tutti lo consigliano in tal senso, ma è innamorato, fin da bambino si potrebbe dire, di Anica, ne subisce il fascino della dark lady e non riesce a togliersela dalla mente.
Il film è il racconto di un epilogo, lâ??ultimo giorno di una lunga storia durata 17 anni; succedono molte cose in quel giorno, il che farebbe pensare ad un film dal ritmo incalzante e  concitato, invece è un film lento e riflessivo, in cui il tempo filmico finisce quasi col coincidere con quello del racconto; ma questo non disturba, è un elemento di contrasto, ce ne altri sono nel film, come i mafiosi e gli estorsori pieni di umanità e di malinconia, che soffrono le pene dâ??amore, la solitudine, lâ??impossibilità di rinascere, di ricominciare, di rifarsi una vita, prigionieri del passato e senza vie di uscita. Siamo nei balcani, nella terra della sevdah, che in italiano vuol dire malinconia per amore, (o anche in the mood for love) e i personaggi ne sono pervasi; il film è una sevdah per immagini, mentre giustamente il commento musicale è affidato ad altro tipo di brani, essendo la attuale sevdah musicale troppo zigana e folcloristica, e di folclore ce ne è ben poco nelle immagini di un ambiente anonimo e degradato, quale è la Belgrado ripresa in questo film.
Forse câ??è un poâ?? troppa carne al fuoco, non tutto scorre sempre via liscio, ma è un film coraggioso ed originale, certo perfettibile, ma che comunque mi è molto piaciuto.


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#2 satyajit

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Inviato 25 giugno 2009 - 18:17

La fai troppo tragica, però: il film a tratti è anche divertente.
E il commento misicale, più che "ad altri brani" è affidato a Besame mucho
:D.
Son d'accordo, comunque. Un buon film, molto malinconico. Anche troppo, forse.
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#3 verdoux

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Inviato 26 giugno 2009 - 11:55

 
E il commento misicale, più che "ad altri brani" è affidato a Besame mucho.
 



ecco, mi pareva di averlo già sentito, non ho molto orecchio; (forse si è capito  asd)
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#4 Claudio

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Inviato 20 luglio 2009 - 14:19

Il film si apre con un primo piano del volto di Anica, un volto splendido ed espressivo, un volto che dice tutto di una donna ancora giovane, ma segnata dal tempo; e non parliamo di rughe, quelle di addomesticano con i cosmetici, ma ci sono cose come il passato, lâ??amore, la sofferenza che non si possono nascondere, specie se affidate alla espressione di una grande attrice quale è Anica Dobrna; la avevo già apprezzata in Klopka (la trappola) di Srdan Golubovic, dove fa risaltare la dimensione umana e la dolorosa sofferenza di essere moglie di un impresario edile mafioso e nello stesso madre amorevole


Concordo, davvero bravissima Anica Dobra (letteralmente "Annetta Buona"  :P ), un'attrice formidabile (ho già chiesto referenze alla mia amica belgradese cinefila...).

Sul film, concordo: molto malinconico, forse un po' esile, ma con diversi spunti interessanti, dice tutto con gli sguardi più che con le parole, e forse indugia anche troppo su questo aspetto. Dev'essere Novi Beograd, comunque: è micidiale quel quartiere!

Comunque, quantomeno il protagonista del mio avatar è andato a vederlo e sembrava abbastanza soddisfatto (ma parlava con la moglie di "Polvere di stelle", evidentemente se li merita anche lui i film di Alberto Sordi  asd ).
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#5 Mr telefax

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Inviato 31 luglio 2009 - 19:29

La bella recensione di Carlo Cerofolini spiega bene quel che c'è dietro questo film, che sono andato a vedere così a scazzo, nella desolante programmazione estiva. Ne sono uscito alquanto depresso, ma al tempo stesso molto contento di aver visto un'opera così fatta bene.

Amore e altri crimini è sicuramente un film triste; con una precisa scelta di campo mostra una parte di Belgrado, un quartiere popolare dimenticato da Dio e dagli uomini, e un giorno nella vita di alcune esistenze dolenti e senza possibilità di redenzione. Non si scampa da quel cielo plumbeo che si riflette nel grigio cemento dei palazzi, e che cambia sfumatura ma solo di poco quando scandaglia gli squallidi interni urbani, senza trovare un filo di gioia, una ragione per cui vivere. Dalle cose inanimate alle persone, alle figure che si muovono alla ricerca di qualcosa, non cambia nulla. Personaggi realistici, non buoni né cattivi, che cercano di sopravvivere facendo quello che hanno sempre fatto: nell'oretta e mezza della proiezione, ben poco si muove, e ben poco cambierà alla fine; anche la fuga di Anica resta ammantata da quel sentore di fatalismo, come se lei in fondo non potesse scappare realmente dall'ambiente in cui è cresciuta. La storia in effetti si basa proprio sul tentativo della bella protagonista di spezzare la cappa di piombo in cui sembrano costrette la sua e le altre vite di coloro che la circondano. Il registro filmico però non asseconda completamente questo pessimismo (altrimenti non sarei sopravvissuto): c'è spazio per alcuni siparietti così grotteschi da far sorridere, come se il regista volesse inserire tra le altre cose la sostanziale assurdità della vita.

Gli attori sono bravissimi ad assecondare questo clima, i personaggi che interpretano si muovono come in una commedia dell'arte, liberi di esprimersi ma al tempo stesso rigidamente chiusi nel loro essere come sono.
L'unica che riesce a mantenersi fuori è una vecchia fiamma del patetico boss Milutin; la visita che il braccio destro Stan compie nella sua vecchia magione ricca di foto e di libri è commovente, e ci ho visto un preciso punto di vista dello sceneggiatore, come se questi volesse dire: quello che ci può salvare, quello che non ci toglierà la dignità sono la nostra cultura e i nostri ricordi, da conservare e custodire gelosamente.

Avrei molto altro da dire, parlando per esempio della fotografia lucida e geometrica, delineata dalle linee fredde e ossessive dei palazzoni in cemento; oppure dello svolgimento della trama, che scorre verso l'ineluttabile con rara maestria e grande tecnica.

Non ho visto molti film quest'anno, e pensavo che Gran Torino di Eastwood avrebbe rappresentato l'apice. Ma questo sconosciuto regista, questo racconto triste, questi volti che non vedono più neanche sé stessi, mi hanno incantato.
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I personaggi e i fatti narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce

#6 Claudio

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Inviato 31 luglio 2009 - 21:07

Ho unito il bel post di any01 alla discussione sul film già esistente.
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