3 replies to this topic

[tiresia]

Sono rimasta piacevolmente sorpresa. Di stretta derivazione teatrale il testoo non esce mai fuori dalle due stanze di una abitazione e nonostante questo câ??è un buon servizio della regia a favore di dialoghi e attrici.
Due sezioni generazionali per un gruppo di amiche, le une negli anni sessanta, le altre, verosimilmente negli anni 90, sono le figlie delle protagoniste del primo quadro.
Mi sembra meglio recitata la seconda parte, le attrici sono molto più realistiche, probabilmente a loro agio, Buy, Cortellesi, Massironi e Ferrari pagano un pochetto la rigidità del tipo, perchè in effetti ognuna di loro incarna un tipo di donna alle soglie dellâ??emancipazione che verrà e allora qualche tic di troppo, qualche gestualità in più carica un poâ?? la resa generale, generando legnosità in più punti.
Il testo è un atto di amore nei confronti delle donne, irreversibilmente legate alla loro storia di genere, costrette in ruoli sociali che le soffocano risultano incapaci, se non a tratti, di vedere altro al di fuori di gerarchie e posizioni sociali imposte. Câ??è un male di vivere che intelligentemente ruota attorno al femminile più puro ossia alla procreazione, ngli anni sessanta un dovere che le ingabbia e che le rende uniche, come un dono dannato, negli anni novanta la liberazione dal corpo si è risolta e quella differenza adesso viene reclamata, un orgoglio quasi nel deserto dellâ??infertilità (nessuna ha figli, per i motivi più disparati, a volte anche se cercati). Intorno a questo la ricerca continua dellâ??amore, i rapporti complicati con mariti, amanti, il desiderio di emancipazione, il bisogno del lavoro, la paura del silenzio e del vuoto affettivo.
Trenta anni dopo la rivoluzione si è quasi compiuta, ma il disagio permane, diverso: uomini anaffettivi in maniera non più nascosta, uomini deboli, ruoli che si capovolgono, continua lâ??impossibilità sociale di essere persona e femmina,  il lavoro esclude la procreazione, la memoria ancestrale della famiglia continua a radicarsi nel vissuto femminile.


Lâ??uso delle musiche è troppo telefonato.

[Josef_Knecht]

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Mi sembra meglio recitata la seconda parte, le attrici sono molto più realistiche, probabilmente a loro agio, Buy, Cortellesi, Massironi e Ferrari pagano un pochetto la rigidità del tipo, perchè in effetti ognuna di loro incarna un tipo di donna alle soglie dellâ??emancipazione che verrà e allora qualche tic di troppo, qualche gestualità in più carica un poâ?? la resa generale, generando legnosità in più punti.
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Tra le attrici che hai citato, forse la Cortellesi è quella che più paga "l'incarnazione" di cui parli, o forse è che sono abituato a vederla in altri contesti, ma il suo personaggio mi sembra al limite dellal parodia; i suoi dialoghi invece sono molto interessanti.

Josef K.

[tiresia]

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Mi sembra meglio recitata la seconda parte, le attrici sono molto più realistiche, probabilmente a loro agio, Buy, Cortellesi, Massironi e Ferrari pagano un pochetto la rigidità del tipo, perchè in effetti ognuna di loro incarna un tipo di donna alle soglie dellâ??emancipazione che verrà e allora qualche tic di troppo, qualche gestualità in più carica un poâ?? la resa generale, generando legnosità in più punti.
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Tra le attrici che hai citato, forse la Cortellesi è quella che più paga "l'incarnazione" di cui parli, o forse è che sono abituato a vederla in altri contesti, ma il suo personaggio mi sembra al limite dellal parodia; i suoi dialoghi invece sono molto interessanti.

Josef K.

Sì, forse è la più penalizzata, è un tantino molto Santacchè oserei dire, ma in generale tutte ancheggiano troppo, dondolano quando camminano, insomma eccedono nel tipo.

[tiresia]

ho visto la recensione, forse il topic andrebbe spostato