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Come dio comanda


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11 replies to this topic

#1 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 21 dicembre 2008 - 13:28

Cosa dire? Deludente. Esile nella trama, quasi impalpabile, tanto da non riuscire a capire il centro, il perchè del film, quale natura abbiano i protagonisti, cosa li muova veramente.
In più l'uso delle musiche è direi fra il banale e il molesto, accele
ra il ritmo e aumenta l'audio quando le scene si fanno concitate. Il montaggio è stanco, incapace di porre parallelismi e legare le due vicende che inevitabilmente si annodano.
Certo la mano di Salvatores in altri ambiti è solida, belle molte scene in cui domina un buio e un umido sporco, quasi vischioso, ma per me non basta.
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#2 Mia

    Classic Rocker

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Inviato 23 dicembre 2008 - 20:17

Un film non straordinario ma che comunque riesce a suscitare una certa emozione. Certo lo sviluppo della trama ad un tratto appare un pò scontato. E il finale, che forse è una delle cose migliori del film, avrebbe potuto essere più risolto ed incisivo. Timi è favoloso, ma a me fa impazzire a prescindere quindi non sono molto attendibile nella mia critica. Germano è davvero bravo nell'interpretare il matto che poi tanto matto non è. E il giovano attore che interpreta Cristiano è davvero intenso. Mi sono piaciute molto anche colonna sonora e fotografia, fredda come i luoghi ripresi. Insomma tante cose buone ma nel complesso poco incisivo.
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#3 astrodomini

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Inviato 03 gennaio 2009 - 15:14

Invece io ho trovato questo film stupendo.
Il montaggio è molto scarno, semplice e le scene sono spesso molto crude (nel senso della resa) e sono perfette nel loro abbinarsi alla vita dei personaggi perennemente in bilico e profondamente instabile (la casa diroccata, il padre alcolizzato, il lavoro che manca, il rapporto fra figlio e genitore ma anche l'amico border line). Il tutto fa percepire perfettamente la situazione in cui si muove la trama.
La stessa vicenda è resa in maniera molto semplice e diretta come diretto e viscerale è il filo conduttore del film (l'amore che nonostante tutto lega un padre a un figlio), anche le vicende scolastiche del ragazzo emanano quel senso di instabilità mista a timidezza e rabbia tipiche dell'adolescenza.
Buonissima la prova dei vari attori, Germano si conferma ancora una volta ad altissimi livelli (ed ebbi modo di conoscerlo proprio durante il periodo delle riprese lo scorso inverno) ma sia il padre che il ragazzo sono a mio parere molto bravi.
Menzione a parte per i luoghi in cui è girato, la pedemontana friulana fra Udine e la Carnia che conosco piuttosto bene e che si adattano alla grande al clima del film.
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#4 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 03 gennaio 2009 - 22:20

Ma è proprio il rapporto padre figlio che risulta inesplorato, i due si amano, perchè non dovrebbero poi?, si prendono l'uno cura dell'altro, ma la particolarità del padre violento, razzista, in lotta sempre con il mondo rimane lì, una tesi che non produce nulla. E la storia di Germano è così casuale, condito il tutto da un montaggio orrendo.

Per me un film inutile
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#5 astrodomini

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Inviato 03 gennaio 2009 - 22:47

Non dovrebbero perchè il padre è tutto ciò che questa società ripudia e condanna: razzista, bevitore, violento e senza un lavoro fisso. Il significato è proprio quello: la semplicità e allo stesso tempo la profondità di un rapporto che non ha bisogno di essere studiato, approfondito o altro tanto è intenso. Io lo leggo come un ancora ancestrale (il rapporto genitore/padre) in un mondo instabile e pericoloso, un ancora che può andare oltre gli aspetti che questo mondo considera malvagi e pericolosi.
La stessa vicenda di Germano è una faccia di questa instabilità, di questa apatia e di una parte della società che vive perennemente ai margini ma in cui forse vive un briciolo di viva e profonda umanità (da quanto ho capito nel libro di Ammaniti la cosa è affrontata in maniera più profonda).
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#6 Archibaldoflancaster

    Roadie

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Inviato 04 gennaio 2009 - 01:14

Non dovrebbero perchè il padre è tutto ciò che questa società ripudia e condanna: razzista, bevitore, violento e senza un lavoro fisso. Il significato è proprio quello: la semplicità e allo stesso tempo la profondità di un rapporto che non ha bisogno di essere studiato, approfondito o altro tanto è intenso.


concordo perfettamente su questo.

il film è buono, anche se con vari limiti. timi è bravissimo mentre germano e il suo personaggio li avrei presi a cazzotti per tutto il tempo  O_O
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#7 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 04 gennaio 2009 - 18:59

L'amore genitoriale non dovrebbe avere una approvazione sociale e generalmente non ce l'ha, anche in casi estremi, il padre insegna al figlio il suo punto di vista e si prende cura di lui in maniera totale per lui, il ragazzo lo percepisce, quindi lo ama. Una tesi che non trova riscontro la disapprovazione sociale, almeno nel film, nessuno critica l'ideologia del padre, nè c'è un rapporto con "la società" in senso lato, dopotutto l'unica paura è che l'assistente sociale non ritenga adeguato il tenore di vita di Timi, un fatto solo di materiale sussistenza.


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#8 astrodomini

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Inviato 05 gennaio 2009 - 01:25

L'amore genitoriale non dovrebbe avere una approvazione sociale e generalmente non ce l'ha, anche in casi estremi, il padre insegna al figlio il suo punto di vista e si prende cura di lui in maniera totale per lui, il ragazzo lo percepisce, quindi lo ama.


Invece la società riesce a influire anche su questo tipo di rapporto e può portare a vacillare anche un sentimento profondo come quello che lega un genitore a un figlio. Se la società insegna che razzista, alcolizzato e spiantato è male è logico e inevitabile che questo influisca nella considerazione che un figlio ha del padre.

Una tesi che non trova riscontro la disapprovazione sociale, almeno nel film, nessuno critica l'ideologia del padre, nè c'è un rapporto con "la società" in senso lato, dopotutto l'unica paura è che l'assistente sociale non ritenga adeguato il tenore di vita di Timi, un fatto solo di materiale sussistenza.


Dimentichi la scena in cui il figlio è costretto a rinnegare le proprie idee (e quelle del padre) non consegnando il compito in classe perchè questo porterebbe a una condanna della società e quindi alla divisione fra padre e figlio. Il rapporto con la società e i problemi che questo porta nella relazione fra i due sono presenti, anche se non troppo espliciti, in tutto il film.
La forza di questo film è proprio quella di eviscerare temi importanti con semplicità e poche scene senza perdersi in inutili analisi; semplice ma importante nei temi, semplice e diretto nella resa cinematografica.

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#9 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 05 gennaio 2009 - 18:38

L'amore genitoriale non dovrebbe avere una approvazione sociale e generalmente non ce l'ha, anche in casi estremi, il padre insegna al figlio il suo punto di vista e si prende cura di lui in maniera totale per lui, il ragazzo lo percepisce, quindi lo ama.


Invece la società riesce a influire anche su questo tipo di rapporto e può portare a vacillare anche un sentimento profondo come quello che lega un genitore a un figlio. Se la società insegna che razzista, alcolizzato e spiantato è male è logico e inevitabile che questo influisca nella considerazione che un figlio ha del padre.

Una tesi che non trova riscontro la disapprovazione sociale, almeno nel film, nessuno critica l'ideologia del padre, nè c'è un rapporto con "la società" in senso lato, dopotutto l'unica paura è che l'assistente sociale non ritenga adeguato il tenore di vita di Timi, un fatto solo di materiale sussistenza.


Dimentichi la scena in cui il figlio è costretto a rinnegare le proprie idee (e quelle del padre) non consegnando il compito in classe perchè questo porterebbe a una condanna della società e quindi alla divisione fra padre e figlio. Il rapporto con la società e i problemi che questo porta nella relazione fra i due sono presenti, anche se non troppo espliciti, in tutto il film.
La forza di questo film è proprio quella di eviscerare temi importanti con semplicità e poche scene senza perdersi in inutili analisi; semplice ma importante nei temi, semplice e diretto nella resa cinematografica.


No, non dimentico, proprio perchè è una scena abortita, è la percezione dei due di essere in trincea, ma la trincea non la si vede. Il film gira attorno a tre persone completamente avulse dal contesto sociale. 
La disapprovazione non la si sente, la si presuppone negli spettatori, ma il razzismo di Timi è addirittura il collante della nostra nazione che si riconosce largamente in quelle posizioni (le due paroline sul posto di lavoro sono nulla rispetto a cosa si sente sugli autobus e sulle nostre strade), la violenza è gratuita, ma tutta diretta a salvare i deboli (infatti Timi inorridisce difronte all'omicidio dell'amico), e il tutto senza nessuna argomentazione.
E l'amore che si costruisce in famiglia, quando la violenza e il razzismo sono diretti al di fuori di essa, quando nella famiglia c'è amore reciproco è impossibile che non si dia, come è ragionevole che sia.
Il danno del film è questa sua incapacità di essere profondo, di indagare le complessità che potrebbero sorgere da questo uomo chiuso dentro una ideologia dello scontro, dell'odio, della difesa contro tutti. E trovo che tutto sia appena accennato, come se in fondo il film non sapesse come affrontare oltre il discorso
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#10 astrodomini

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Inviato 05 gennaio 2009 - 23:00

No, non dimentico, proprio perchè è una scena abortita, è la percezione dei due di essere in trincea, ma la trincea non la si vede. Il film gira attorno a tre persone completamente avulse dal contesto sociale.


Far vedere una trincea che lo spettatore, in quanto membro della società narrata nel film, già conosce sarebbe stato a mio avviso superfluo. Non mi serve Salvatores o una scena specifica per sapere che determinate posizioni possono creare dei problemi in una situazione di instabilità come quella.
Le tre persone risultano avulse perchè effettivamente lo sono per posizioni politiche, sociali, lavorative e nel caso di Quattro mentali. Sono persone che vivono ai margini volutamente ma anche perchè il loro essere li obbliga a farlo in quanto diversi e non conformi al codice sociale.

Il danno del film è questa sua incapacità di essere profondo, di indagare le complessità che potrebbero sorgere da questo uomo chiuso dentro una ideologia dello scontro, dell'odio, della difesa contro tutti. E trovo che tutto sia appena accennato, come se in fondo il film non sapesse come affrontare oltre il discorso


Ma il tema del film è il rapporto umano fra padre e figlio, non il rapporto del padre con il mondo. Io ritengo che la pellicola lo affronti in maniera molto semplice, descrivendo un mondo a noi noto per accenni ma in maniera molto incisiva lasciando diversi momenti di spunto (ad esempio la presunta durezza ostentata dal padre e la dolcezza della scena con lo scoiattolo), ma comunque profonda e diretta.

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#11 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 07 gennaio 2009 - 08:02

Rimango della mia opinione Astrodomini, accenna tesi che non sono profonde, sono persone ai margini, ebbene e allora? Cosa scaturisce da questo essere ai margini? Nulla.
Non sono dalla parte del mostrare tutto, per carità, ma la diversità dal codice sociale è davvero presunta, per lo meno per il razzismo e il fascismo di Timi, il primo condiviso dai più, il secondo che rientra nell??ambito della libertà di espressione e di pensiero degli individui (l??assistente sociale non contesta mai la svastica sul muro, ma guarda alla solidità economica del padre) . Io mi spingo a dire che la vera diversità è quella economica e lo è sempre, si smette di essere diversi quando si comincia ad essere ricchi, benestanti, il vero solco sociale, non solo nel film, è quello, il denaro.E il rapporto padre figlio è anch??esso poco indagato, la violenza verso l??esterno non è antitetico alla dolcezza nel privato, perchè dovrebbe?, ma la convivenza in questo individuo di due aspetti così diversi cosa produce in soldoni, nulla nel film, è un dato di fatto che io accetto e che però mi porta a dire all??interno del film ??Embè??

Hai ragione nel dire che il centro del film sarebbe il rapporto padre figlio, ma in effetti per  due terzi del film non lo è, considerando che il ragazzetto ha una vita sociale obbligata, quella della scuola, e anche lì l??unico problema sembra essere, rispetto ai coetanei, la sua diversità economica.
Questo film non mi ha convinto in nulla, anche nel personaggio di quattro formaggi, che si fagocita mezzo film senza una reale connessione con il resto se non appunto il meccanismo di innesco del salvataggio del padre da parte del figlio, un gesto che io ritengo assolutamente scontato, l??amore travalica ogni cosa ovviamente.


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#12 bowman

    Groupie

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Inviato 15 febbraio 2009 - 09:24

A mio avviso, "Come Dio comanda" è la versione rozza, casareccia, barocca di "Paranoid Park" al quale Salvatores s'ispira esplicitamente.

I riferimenti a Paranoid Park sono quanto mai espliciti. Basti pensare al fgiovane protagonista che sembra preso pari pari da Paranoid Park. oppure ad una sequenza nella seconda parte del film in cui la mdp segue il protagonista nella scuola, oppure si pensi alle ragazzine che baciano il giovane protagonista. ma i riferimenti sono tanti e ad un certo punto, l'omaggio di Salvatores a Paranoid Park è apertamente dichiarato quando ci mostra uno skater che svolazza con il suo skate.
Anche il tema del film è quello di Paranoid Park. A volte la violenza, la tragedia, il dolore appartengono alla natura delle cose. Degli accidenti possono scatenare il dramma. Entrambi sono film sulla fatalità, sulla tragedia come fatalità.
Ma mentre Paranoid Park ci fa vedere la tragedia con una semplice scena (l'unica lineare di tutto il film e molto più credibile di quella di Salvatores), quella dell'incidente che porta alla morte del sorvegliante e poi la pellicola si concentra sull'interiorità del protagonista, Salvatores costruisce un film baraccone, una scena di mezz'ora (compiacendosi lui e il direttore della fotografia della loro abilità) per rappresentare la tragedia. Per mettere in piedi il film ha bisogno di stereotipi fascisti, di "incidenti sul lavoro", di figure forti e debordanti come quella del matto, di riferimenti alla religione. Tutta la parte emotiva del film è legata ad azioni, a sentimenti padre-figlio (scontati), a "gridare" invece che evocare. E la verità è che nel tormento interiore del ragazzo non si entra affatto, nelle dinamiche interiori di tutti i personaggi non si entra affatto. E così il film rimane gridato ma in nessun modo riflessivo, evocativo.

Vedendo Come Dio comanda sono riuscito ad amare ancora di più Paranoid Park.

Curiosità: in Come Dio comanda c'è per l'ennesima volta in un film italiano la scena di un uomo e una donna che si guardano negli occhi - stacco- i due sono a letto che scopano. Devo creare un gruppo su facebook per convincere sceneggiatori e registi italiani a farla finita con questa scena.

Altro stereotipo insopportabile del cinema italiano: la persona in coma in ospedale su cui si costruisce buona parte di un film (dalle fiction ai film è NA COSA CHE NON SE PUO' PIU' VEDE'). NON SE NE PUO PIU'. Rinnovatevi!
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