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Galantuomini


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#1 verdoux

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Inviato 28 novembre 2008 - 11:25

Ã? un film che spiazza e che sconcerta, ma non è male; con qualche riserva sul finale il film mi è piaciuto; il finale aperto va un poâ?? di moda, ma nel caso in questione dà lâ??impressione dellâ??allungamento pretestuoso di una vicenda già irrimediabilmente segnata, e senza possibili alternative, al solo scopo di mostrare un amplesso tra i protagonisti; (che poteva essere rappresentato in forma onirica).
Ciò che spiazza del film è la storia di una dark lady fascinosa ed intrigante, inserita in un contesto realistico paesano, dove non mancano note di folclore e paesaggistiche  locali e riferimenti precisi alla realtà della criminalità odierna; una doppia vita di Lucia, questo è il nome della protagonista, ottimamente interpretata da Donatella Finocchiaro, che coinvolge in una pericolosa doppia vita anche la parte buona della società, cioè il giudice.
Indubbiamente questa moderna fanciulla cavaliere errante che comanda a bacchetta un manipolo di sanguinari ed incalliti impostori e che nella sua vita visibile è una rispettabile madre di famiglia, un mezzo angelo ed mezzo diavolo quindi, esercita un certo fascino sullo spettatore, anche se la vicenda appare improbabile; ma a ben pensarci simboleggia a modo suo tanta delinquenza di vario genere e tipo che oggi si cela dietro rispettabili apparenze.
Ad ogni modo il film funziona, crea una iniziale alea di mistero che via via si dipana, i repentini salti di tempo e di luogo sono efficaci e funzionali allâ??intrigo che è molto ben congegnato; lâ??unico difetto, dicevo, sta nel finale, più incompiuto che aperto.

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#2 satyajit

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Inviato 28 novembre 2008 - 20:01

Sulla verosimiglianza della trama del film si può discutere, però il regista ha affermato che il personaggio della Finocchiaro è ispirato a una donna che ha realmente conosciuto, mentre preparava la pellicola.

L'amplesso del prefinale io l'ho visto non come una furbata pretestuosa, ma come un regalo ai personaggi: per me Winspeare ha voluto donare loro un lungo momento di intimità e di gioia per ricompensarli rispetto a un destino avverso, a un'esistenza sbagliata, a una relazione impossibile. Idem per il finale aperto. Come dici tu era inevitabilmente segnato, ma proprio per questo non c'era necessità di mostrare l'epilogo della vicenda (né sarebbe stato credibile risolverla con una fuga/redenzione).
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