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Lo sbarco in Sicilia e la mafia italiana.


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11 replies to this topic

#1 Guest_Orpheus_*

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Inviato 20 novembre 2008 - 01:12

Non ne so' molto ne volevo sapere di piu'.
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#2 virginia wolf

    apota

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Inviato 20 novembre 2008 - 08:46


Ezio Costanzo "Mafia & Alleati"



Ezio Costanzo "Sicilia 1943 Lo sbarco alleato"

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Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#3 geeno

    Pussy Malanga

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Inviato 20 novembre 2008 - 08:57

Mah, ti dico quello che so io.

Premettiamo che esercito+mafia non sono esattamente organizzazioni famose per la loro trasparenza quindi probabilmente risposte definitive non ve ne sono, anzi e' piu' facile trovare mezze verita' e depistaggi, siano esse create dai boss, dall'FBI o dall'OSS (servizi segreti civili).

La vulgata sarebbe che gli americani sbarcarono in Sicilia appoggiati dalla mafia (grazie alla mediazione di Lucky Luciano incarcerato) e grazie ad essa riuscirono a ingraziarsi il popolo siciliano e a far battere in ritirata i tedeschi; di piu', secondo alcune fonti la Sicilia potrebbe essere stata scelta proprio per quel motivo.

Per quello che ho letto io, la cosa e' alquanto improbabile se non impossibile. O meglio, verosimilmente gli alleati incontrarono e giunsero ad accordi con mafiosi a livello locale ma l'idea che Cosa Nostra potesse creare un fronte interno antitedesco non sta in piedi perche' all'epoca la mafia siciliana non aveva una struttura unitaria, non c'era la commissione e i rapporti tra le famiglie erano molto piu' elastici e meno formalizzati.

In piu' consideriamo che alcuni mafiosi erano stati arrestati dal prefetto Mori o erano scappati all'estero quindi la mafia siciliana era ai tempi se non dormiente, comunque in una fase di attesa, aspettando lo svolgersi degli eventi.

Non e' credibile inoltre che essa potesse prendere "ordini" da un americano (Luciano) che era in carcere da anni ormai e che in Sicilia non conosceva praticamente nessuno, non aveva contatti.

E' invece storicamente dimostrato che tramite Luciano l'esercito si assicuro' la pace "sociale" nel porto di New York, riuscendo ad evitare scioperi, casini vari ed utilizzando i mafiosi americani come garanti contro eventuali azioni di spionaggio e sabotaggio (il porto era "cosa loro").
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#4 Max Stirner

    Scaruffiano

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  • LocationAci Trezza(CT)

Inviato 20 novembre 2008 - 10:08

e che in Sicilia non conosceva praticamente nessuno, non aveva contatti.

sicuro? in una puntata di blu notte di un pò di tempo fa si diceva l'opposto, che luciano conoscesse un pò tutti i mafiosi rimasti in sicilia(e quelli incarcerati furono subito liberati dopo lo sbarco).
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"Ho abituato i miei occhi al sangue." Georg Büchner


"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"

#5 geeno

    Pussy Malanga

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Inviato 20 novembre 2008 - 10:52


e che in Sicilia non conosceva praticamente nessuno, non aveva contatti.

sicuro? in una puntata di blu notte di un pò di tempo fa si diceva l'opposto, che luciano conoscesse un pò tutti i mafiosi rimasti in sicilia(e quelli incarcerati furono subito liberati dopo lo sbarco).


Beh, sicuro per quanto si  possa essere sicuri su queste cose... non ho informazioni di prima mano eh.

Comunque per quello che ne so io Luciano tra tutti i capi americani era quello con meno contatti in Sicilia essendo emigrato ancora bambino; parlava a stento il dialetto ed era di gran lunga il piu' yankee tra i boss. Avrebbe avuto piu' senso usare qualcuno come Joe Bonanno come tramite, il quale proveniva da una famiglia mafiosa di Castellammare e che sicuramente aveva legami piu' solidi col mondo mafioso siciliano.

Di sicuro Luciano fece un qualche accordo col governo USA (probabilmente quello che citavo a proposito del porto di New York) dato che dopo la guerra fu scarcerato e spedito in esilio in Italia.
Non si stabili' in Sicilia pero', ma a Napoli dove fece perlopiu' vita mondana.

Comunque per tornare al topic principale: e' possibile che esponente mafiosi abbiano bluffato e si siano proposti agli alleati in chiave antitedesca, ma questo non vuol dire che avessero le forze e i mezzi per concretizzare queste "proposte". Forse il loro aiuto non ando' oltre il supporto logistico in alcune aree come Castellammare o Palermo.

D'altronde la mafia non ama le dittature, di qualunque colore siano, perche' e' piuttosto ovvio che in democrazia vi siano piu' possibilita' di fare affari, che e' poi il fine ultimo dei mafiosi.
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#6 virginia wolf

    apota

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Inviato 20 novembre 2008 - 12:59

Vi incollo la recensione del libro Mafia & Alleati, di cui ho postato prima il link, uscito un anno fa.

Mafia & Alleati racconta le vicende che dal 1941 al 1943 hanno come protagonisti i boss mafiosi americani, i padrini siciliani e i servizi segreti degli Stati Uniti. Ripercorre l'inchiesta del commissario investigativo dello Stato di New York, William Herlands, condotta nel 1954, e alla luce della documentazione di recente declassificata dagli archivi statunitensi, rende di facile comprensione la miriade di informazioni, e di controinformazioni, che la stimolante questione ha prodotto negli anni.

Sullo sfondo dell??occupazione anglo-americana della Sicilia, l'Operazione Husky (10 luglio-17 agosto 1943), Lucky Luciano, Calogero Vizzini, gli agenti segreti Corvo, Scamporino, Marsloe, il capo dell'AMGOT Charles Poletti e tanti altri, sono le figure che popolano le pagine di questo lavoro.

Nel libro vengono anche pubblicati, per la prima volta in Italia, i nomi e le fotografie di numerosi agenti segreti arruolati nelle file dell??OSS (Office of Strategic Services, il precursore della CIA) con il compito di spianare la strada in Sicilia all??esercito del generale Patton e ristabilire la democrazia in Italia dopo la caduta del fascismo. Altri argomenti che Ezio Costanzo affronta riguardano il ruolo avuto dall??AMGOT, il governo militare alleato, nella rinascita della mafia, le biografie di Lucky Luciano e di Calogero Vizzini, la nascita della nuova mafia, il fronte anticomunista costituitosi con l??aiuto dell??intelligence statunitense, le azioni di spionaggio condotte dai servizi segreti alleati durante l??Operazione Husky.

Il libro è stato di recente presentato alla Fiera Internazionale del Libro di Torino. Sono intervenuti Gian Carlo Caselli, magistrato, procuratore generale di Torino, procuratore capo antimafia a Palermo dal 1993 al 1999; Gianni Oliva, storico e scrittore, Carlo Romeo, direttore Segretariato sociale RAI (che ha organizzato la presentazione), Tiziana Guerrera, editrice de Le Nove Muse, che ha pubblicato il volume.

??Con un linguaggio semplice e diretto ?? ha affermato lo storico Gianni Oliva nel suo intervento ?? indirizzato anche ai lettori meno esperti di storia, l??autore mette in luce, con particolare documentazione frutto della sua ricerca negli Stati Uniti, gli accordi tra il Naval Intelligence americano (i servizi segreti della Marina) e la malavita organizzata italo-americana per favorire lo sbarco in Sicilia e per liberare il porto di New York dalle spie nazi-fasciste (Operazione Underwold), riportando numerose testimonianze dei protagonisti rilasciate durante l??inchiesta Herlands e poco note al grande pubblico. Il libro di Costanzo è un ottimo lavoro di analisi di quel momento storico che affronta anche le conseguenze sociali e politiche che il riemergere della mafia provoca nell??immediato dopoguerra in Sicilia?.

??Si tratta di un libro che si legge tutto d??un fiato ?? ha affermato Gian Carlo Caselli ?? che offre una serie di particolari di quegli anni dell??occupazione anglo-americana della Sicilia rimasti fino ad oggi poco chiari. Costanzo offre ai lettori la possibilità di addentrarsi nelle intrigate maglie dell??organizzazione dei servizi segreti americani e nelle operazioni condotte per l??occupazione della Sicilia nell??estate del 1943. La pubblicazione di una serie documenti redatti dagli stessi agenti segreti durante la loro permanenza in Sicilia rende questo lavoro di grande attualità e permette di comprendere come gli intrecci tra mafia e politica abbiano trovato nella Sicilia occupata dell??estate del ??43 il loro umus ideale per svilupparsi ed accrescersi nella società siciliana del dopoguerra?.

Le testimonianze e i racconti dei protagonisti hanno fatto emergere dati incontrovertibili sull'esistenza di tale accordo e su come la mafia americana sia stata determinante per garantire sia la sicurezza delle navi in partenza per l'Europa, sia la minuziosa ricerca di notizie in vista dell'occupazione della Sicilia.


Alcuni documenti dell'Office of Strategic Services hanno fornito anche un'utile chiave di lettura del momento immediatamente successivo della conquista della Sicilia e del periodo dell'amministrazione alleata dell??isola; carte che attestano che gli interventi occulti del governo americano negli affari interni dell'Italia sono andati oltre il pur sincero e legittimo spirito di libertà e democrazia, per incunearsi nelle scelte politiche ed economiche della nazione, come quelli diretti ad impedire ai comunisti di vincere le prime elezioni del dopoguerra. L'alleanza con i ceti conservatori dell'isola, realizzata attraverso la mediazione della mafia, è servita agli Alleati non solo per amministrare l??isola durante la loro permanenza siciliana, ma ancor più per porre le basi di un futuro politico-sociale dell??Italia senza i comunisti, mal visti sia dai cattolici-liberali che dai mafiosi. Dopo lo sbarco americano, la mafia ebbe così, per la prima volta nella sua storia, l'onore di essere portata sulla scena come legittima organizzazione politico-amministrativa, garantita da un esercito di occupazione. Alla robustezza della tradizione i vecchi padrini poterono aggiungere il piacevole prestigio che procurava loro la protezione dei conquistatori.

Alcuni studiosi, nel riprendere l??argomento, continuano a definire il rapporto tra mafia e servizi segreti Alleati «una leggenda» o, nella migliore delle ipotesi, ne danno una spiegazione che strizza l??occhio agli americani, sostenendo che esso scaturì da necessità dapprima militari e, successivamente, amministrative, di controllo dei territori occupati. Insomma, una scelta «sfortunata» i cui risultati (la riorganizzazione del potere mafioso nell'isola) non erano stati previsti. Un po?? quanto ha dichiarato, in una delle sue ultime interviste rilasciate alla BBC londinese, Anthony Marsloe, ufficiale dei servizi segreti della Marina americana sbarcato in Sicilia assieme alle truppe del generale Patton: «...bisognava sfruttare qualunque cosa per difendere l'America e favorire ciò che si stava facendo e si poteva fare... Alcune delle persone contattate erano mafiose? Non me ne poteva fregar di meno di quello che erano se potevano fornire una qualsiasi informazione che avrebbe contribuito allo sforzo bellico».
In realtà, la collaborazione tra servizi segreti americani e mafia fu pianificata nei suoi particolari. A conferma di ciò, una testimonianza ufficiale di un altro agente del Naval, sbarcato assieme a Marsloe a Gela, Paul Alfieri, che conferma l??accordo con i mafiosi dell??isola: «... nella stragrande maggioranza dei casi, questi contatti furono frutto della collaborazione con il boss Lucky Luciano. Le informazioni avute si sono rivelate assai utili».


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Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#7 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 20 novembre 2008 - 18:10

nella puntata di Blu Notte dedicata alla Mafia, se ne parla ampiamente nella prima parte.
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#8 ouspen

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Inviato 20 novembre 2008 - 21:57

La vulgata sarebbe che gli americani sbarcarono in Sicilia appoggiati dalla mafia (grazie alla mediazione di Lucky Luciano incarcerato) e grazie ad essa riuscirono a ingraziarsi il popolo siciliano e a far battere in ritirata i tedeschi; di piu', secondo alcune fonti la Sicilia potrebbe essere stata scelta proprio per quel motivo.

Per quello che ho letto io, la cosa e' alquanto improbabile se non impossibile. O meglio, verosimilmente gli alleati incontrarono e giunsero ad accordi con mafiosi a livello locale ma l'idea che Cosa Nostra potesse creare un fronte interno antitedesco non sta in piedi perche' all'epoca la mafia siciliana non aveva una struttura unitaria, non c'era la commissione e i rapporti tra le famiglie erano molto piu' elastici e meno formalizzati.


dici bene. in effetti è strano pensare che gli americani abbiano usato i mafiosi in funzione antitedesca. con quale scopo? i siciliani non sarebbero mai insorti per difendere il nazifascismo. quindi non regge la storia (o storiella) dei mafiosi usati per tenere buono il popolo e agevolare così la penetrazione anglo-americana in sicilia. come non regge il mito della calorosa accoglienza riservata alle truppe alleate, da sempre propagandato dal centrodestra italiano (ma anche centrosinistra)* per giustificare il suo servilismo verso Washington... cosa c'è di esaltante nel ritrovarsi sotto un'altra occupazione? poi, come giustamente fai notare, la mafia all'epoca non era così forte. l'alleanza con i capimafia ma soprattutto con i neofascisti, con il tramite di "fratelli" d'oltreoceano e di servizi di intelligence, si iscrive nel contesto più ampio della lotta contro la (possibile) avanzata comunista. la strage di portella della ginestra (1° maggio 1947) è il primo atto della strategia della tensione. per approfondire, consiglio 'Storia segreta della Sicilia' dello storico siciliano Giuseppe Casarrubea.

* oggi per esempio si dimostra molto più servile il centrosinistra. Veltroni non direbbe mai che il progetto di scudo missilistico americano è una provocazione contro la Russia.
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#9 Guest_Orpheus_*

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Inviato 21 novembre 2008 - 08:07

Ouspen mi stai veramente facendo incazzare... devi capire che per liberare l' Italia dal fascismo sono morti dei militari americani oltre che dei partigiani e dovresti avere un po' di rispetto.
"Contesto dell' avanzata comunista" c'e' gente che c'e' morta mentre tu dietro al tuo computer fai i discorsi da intellettuale da salotto che vorresti essere ma che non puoi essere.
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#10 geeno

    Pussy Malanga

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Inviato 21 novembre 2008 - 13:00

Che gli americani mentre liberavano l'Europa pensassero gia' al dopoguerra e a come arginare i comunisti e' ovvio e risaputo.

Il fatto e' che i mafiosi si infiltrano ovunque ci sia da fare soldi, quindi e' normale che ci saranno state collaborazioni se non altro per poter avere accesso e controllare la miniera d'oro del mercato nero.

Ma da qui a dire che ci fu un accordo tra l'esercito USA e "LA MAFIA" c'e' un abisso, anche perche' in quegli anni i collegamenti tra Cosa Nostra siciliana e Cosa Nostra americana erano forse ai minimi storici per varie ragioni.

Allo stesso modo i mafiosi cavalcarono il movimento separatista dell'immediato dopoguerra per ricavarne piu' soldi e potere salvo poi abbandonare la barca e cominciare a fare affari con la DC o chiunque altro.

Se vi interessa qualcosa:

Salvatore Lupo - Quando la mafia trovò l'America. Storia di un intreccio intercontinentale, 1888- 2008
Scritto da uno storico e professore universitario italiano, quindi verboso e saccente pero' molto rigoroso molto in-topic.


Selwin Raab - Five Families

La bibbia su Cosa Nostra newyorchese che naturalmente parla abbondantemente del periodo in questione.
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#11 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 21 novembre 2008 - 14:21

Che gli americani mentre liberavano l'Europa pensassero gia' al dopoguerra e a come arginare i comunisti e' ovvio e risaputo.



direi di più... quella è stata la premessa all'intervento USA in guerra.
un investimento a medio-lungo termine, diciamo.
la storia gli ha dato ampiamente ragione.
i morti ci sono stati, tantissimi, dappertutto e in tutti gli eserciti.

gli accordi con la mafia erano obbligati per gli alleati, visto che il controllo del territorio in guerra è praticamente TUTTO.
delle inevitabili conseguenze non credo che gliene sia importato molto, visto che la "posta in gioco" era ben più alta.
la nostra sfortuna è stata quella di essere dalla parte sbagliata della guerra; la nostra colpa è stata quella di aver consegnato il paese a un manipolo di criminali guidati da un folle.
errore che stiamo ripetendo ancora oggi... errare humanum est... sed perseverare...
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

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#12 Ukrainian Roulette

    populista

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Inviato 21 novembre 2008 - 15:20

L'accordo con la mafia,in ottica dopoguerra, prevedeva di non stendere una Costituzione Federale....
...perchè a proposito di motti e proverbi, neanche i cani menano la coda per niente....
asd
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<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !




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